Recensioni per
La materia dei sogni
di Ghevurah

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
15/06/17, ore 22:23

Cara Ghev,
eccomi finalmente a commentare anche questo capitolo. Ho apprezzato il ritorno al punto di vista di Tyelko, di cui mi piace molto l’interpretazione che dai.
Più si va avanti, più lui si sente in trappola, e sempre più spesso dubita di sé e delle scelte del fratello (e il rapporto tra i due diventa via via più teso). Una bella resa, davvero.

La scena iniziale è un flashback al passo di Aglon, location che ormai conosciamo bene. Questa volta però ci presenti un nuovo personaggio: Mahalcarinië, ottima cavallerizza, abile combattente e, soprattutto, figlia di Ilwaráto, cosa fondamentale per il finale di capitolo.
Questa parte mi è piaciuta anche perché continuano ad emergere elementi che mostrano il dissenso tra i due principi e i loro “uomini”, anche i più fedeli, e questo mi sembra molto in linea col fatto che, quando Tyelko e Curvo verranno cacciati da Nargothrond, nessuno dei loro li seguirà.

Il secondo brano riguarda Tyelko che ritorna dalla sua spedizione. Come al solito riesci a comunicare molto bene le sensazioni di soffocamento che Tyelkormo subisce all’interno del regno sotterraneo, la rabbia che lo pervade e che vorrebbe, in questo caso, scaricare sul fratello. E senza dubbio Curvo è un vero campione nell’istigare questa rabbia, ma è anche capace di trattenersi quando ha bisogno di informazioni, come accade questa volta. Sono sempre ben descritte queste dinamiche particolari tra i due fratelli.

La terza parte, il flashback della spedizione fuori da Nargothrond, è il pezzo, a mio parere, meglio riuscito. Le descrizioni, i paesaggi, i riferimenti geografici sono strepitosi, mi è sembrato davvero di cavalcare a fianco di Tyelko. Le sensazioni provate da Tyelkormo sono coinvolgenti e gli accenni a ciò che è successo con Ilwaráto suscitano una forte curiosità.
Il piano e l’imprevisto che lo fa fallire, il ritrovamento del sopravvissuto all’assedio, il timore che provenga dalle Marche, la tensione malcelata tra Tyelko e Ilwo… tutto è descritto in modo molto avvincente!
Tanto da farmi chiedere come mai tu non abbia aperto il capitolo proprio con questa scena, di grande tensione e che si riallaccia a ciò che era successo nel capitolo precedente.

Infine torniamo al presente, al rapporto sulla spedizione che Tyelko fa a suo fratello, e alla decisione di Curvo di agire rivelando a Findaráto dell’assedio. Anche questa scena mi è piaciuta molto. Innanzitutto, mi sono ritrovata, in parte, con la mia visione del rapporto tra i fratelli nella splendida frase:
“Lo sta studiando, evocando particolari di lui che neppure Tyelkormo conosce: ognuno di loro possiede la chiave che manca all’altro per decifrare i segreti del proprio animo.”
Poi, ho trovato molto interessante il momento in cui Curvo cerca di convincere il fratello ad accettare la sua scelta facendo leva sull’effetto che il contatto fisico ha su di lui. E anche ciò che accade immediatamente dopo, quando emerge un argomento scomodo, in cui mi sembra di percepire una nota di gelosia di Curvo nei confronti del fratello.

Solo alla fine – giustamente – ci riveli qual è il fantasma che aleggia tra Tyelko e Ilwo, e anche Curvo. E qui mi devo contraddire un’altra volta, perché è forse questa la parte che mi ha più colpito (un capitolo in crescendo… com’è che mi stupisco ancora?)! Curvo che si impone su Tyelko al punto da arrivare a decidere della vita e della morte dei seguaci del fratello, senza che Tyelko riesca a far nulla! Questo Tyelko, inerme di fronte alla freddezza ostentata di suo fratello e al calore dei sentimenti che legano Ilwaráto e Mahalcarinië, mi è rimasto molto impresso. Ecco due coppie (fratelli i primi, padre e figlia i secondi) che non hanno nessun altro al mondo, che vivono l’uno per l’altro. Eppure, la differenza abissale tra come vivono il loro rapporto esclusivo Tyelko e Curvo e come lo fanno Ilwaráto e Mahalcarinië è significativa, e grida a gran voce: Giuramento. Da una parte un legame basato (prevalentemente) sul possesso, dall'altra un amore sincero.
Molto bello, inoltre, il momento in cui Tyelkormo intuisce di essere venuto meno al suo ruolo, ma non riesce a reagire.

Per concludere: un capitolo ricco di azione e di nuovi elementi che si inseriscono a infittire la trama, in cui è messo in evidenza ancor più che negli altri il complicato rapporto tra i due fratelli.
L’assedio di Minas Tirith, la figlia di Ilwaráto mandata a cercare notizie da Himring e mai tornata, e i cenni al passato di Ilwo contribuiscono a creare quel senso di angoscia che pervade l’intero capitolo.

Piccolo inciso. Mi incuriosisce molto la nota finale che dice che da questo punto in poi hai ideato due versioni diverse della storia!

Un ottimo lavoro anche questa volta, Ghev! Più vado avanti con la lettura più sono curiosa di sapere come continuerà.
Grazie per questa storia meravigliosa.
Un abbraccio,
Los

PS
Pochissimi gli errori di battitura, che se vuoi ti segnalo.

Recensore Master
01/06/17, ore 15:50

Ok, è solo la quarta volta oggi che provo a recensire questo capitolo, forse ora ce la farò! XD
Allora, innanzitutto sono contentissima che tu sia tornata, e per di più con il pov di Tyelko. Tu sai quanto io ami la tua resa di lui, e credo di averti stressata a sufficienza in questi mesi per poterlo rileggere XD.
Prima di soffermarmi a dovere su di lui, però, e di addentrarmi nei meandri di questo nuovo capitolo, vorrei farti un paio di appunti di carattere tecnico a cui in parte ti ho già accennato altrove, ma che vorei approfondire meglio qui.
In sostanza, credo che in questo capitolo ci sia una netta sproporzione tra flash-back e narrazione al presente, e che questo finisca, in parte, per penalizzarlo.
Io adoro i flash-back, lo sai, ma in questo caso mi sono chiesta se e quanto fossero davvero utili alla storia: nel caso della prima scena, ad esempio, riprendi l'episodio della perdita del passo di Aglon, che hai già raccontato, da diverse prospettive, sia nel primo che nello scorso capitolo. Qui il tuo intento era introdurre la figura di Mahalcarinie, il suo rapporto con il padre e con Tyelko e l'evento che scatenerà le ire di Curvo, e capisco la tua scelta. Però l'intera scena mi è sembrata un po' ridondante, e credo che risulti molto più efficace e potente l'ultimo flash-back, senza quest'ulteriore spiegazione. Eventualmente avresti potuto inserire qualche accenno in più in quella scena finale se avessi voluto approfondire le dinamiche che spingono Curvo a voler mandare proprio Mahalcarinie, ma dal mio punto di vista risulta efficacissimo anche così, senza tutta la prima scena a supporto. Poi le mie sono opinioni personalissime, ovviamente, e credo che quando si ha a che fare con pg originali all'interno di una storia in cui non sono loro i protagonisti il terrore di non dire abbastanza o di dire troppo sia tantissimo, motivo per cui capisco bene il tuo abbondare piuttosto che togliere. In ogni caso, mi è sembrato giusto metterti a parte anche di questo mio sentire.
Sempre in relazione ai flash-back, altra cosa che mi ha lasciata perplessa è stata la tua scelta di non raccontare al presente l'esplorazione di Tyelko fuori da Nargothrond e il suo conseguente ritrovamento del messaggero in fin di vita.
Sfumata dai toni del ricordo una scena del genere perde una parte della sua potenza, che invece, anche in virtù della selvaticità molto istintiva con cui riesci a raccontare Tyelko, avrebbe mantenuto, secondo me, attraverso una narrazione presente e immediata.
Mi hai spiegato altrove la tua scelta di voler raccontare al presente solo i momenti vissuti all'interno di Nargothrond, ma credo che questo abbia tolto potenza a una scena viva e drammatica e, in qualche modo, fulcro di una parte della storia, almeno da quel che posso immaginare.
Con questo non voglio risultarti scoraggiante, il capitolo mi è piaciuto, e tanto anche. Solo, credo che con un maggior equilibrio tra flash e presente avrebbe avuto una fluidità e una forza maggiore di quella che ha ora.
Detto questo, veniamo alla storia... E a Tyelko.
Io amo il tuo Tyelko, Ghev. Lo amo perché è ferino, istintivo, selvatico. Sa diventare una belva della foresta senza difficoltà.
Adoro il modo in cui si sofferma sulle sensazioni della battaglia prima, dell'esplorazione poi, e come tutto questo vada a contrastare con il senso di prigionia che gli causa il Nargothrond con le sue grotte sotterranee e la sua opulenza ostentata. Davvero, nelle scene al presente mi sono sentita soffocare più ancora che in altri tuoi scritti su di lui, e decisamente il titolo del capitolo è azzeccatissimo.
Nella prima scena si riprende il flusso di ricordi del primo capitolo, ed è straziante vedere come per Tyelko Curvo, e anche Tyelpo, riescano a venire prima ancora del giuramento stesso. Un tema che ricorre un po' per tutto il capitolo, questo, secondo me... Tyelko ha un desiderio di rivedere i fratelli, di proteggerli, che è più forte di qualsiasi vendetta, per lo meno, per ora è così. Non c'è ancora stato nessun Beren a reclamare un Silmaril, nessuna vendetta contro Thingol a consumarlo. Insomma, ho come l'impressione che Tyelko, in questo momento, sarebbe quasi disposto (quasi, eh!) a mettere i fratelli prima del giuramento, se dovesse rivelarsi necessario. C'è ancora un lato di Tyelko che si perderà proprio in Nargothrond, secondo me. Almeno, questo ho colto sia nella prima scena, nel desiderio di proteggere a ogni costo Tyelpo e Curvo, sia nel desiderio fortissimo di riuscire a raggiungere lo Himring.
E c'è anche, ancora, il Tyelko capobranco, che si preoccupa di tutti i suoi cacciatori, che soffre per la sofferenza di Ilwarato separato dalla figlia, perché lui sa esattamente che cosa prova il suo cacciatore. Oddio, sto facendo un panegirico tremendo e non ho idea se si capisca qualcosa, ma spero di sì!
E qui abbiamo Mahalcarinie.... Che tenerezza mi ha fatto vederla salvare Tyelko sperando che fosse il padre, quella punta di delusione è così... Avrei dovuto abbracciarla. Mi hai parlato di Mahalcarinie già tempo fa, in più certi accenni si colgono già da questo capitolo a proposito del fatto che Ilwarato deve averla cresciuta competamente da solo (ma era neonata al tempo della partenza da Valinor?) e questo sicuramente non solo ha influito sul suo carattere (Mahalie, la bambina selvaggia XD) ma soprattutto sul rapporto padre/figlia, che è di una forza incredibile e sul finale mi ha straziato il cuore. Curvo, oddio, l'avrei voluto prendere a schiaffi, stavolta! Ma ci tornerò... Proviamo ad andare con ordine, più o meno XD.
La scena al presente, tra le mura di Nargothrond, è breve sì rispetto ai flash-back, ma mi ha dato decisamente molti punti su cui riflettere. Innanzitutto, qui si delineano le differenze di pensiero, e di metodo, tra Tyelko e Curvo. Per Tyelko sarebbe sufficiente avere la conferma che i suoi fratelli siano ancora vivi, dopodiché, magari, anche tornare da loro. Lui non ha nessunissimo interesse a restare recluso in una città che lo imprigiona e lo soffoca e lo costringe.
Per Curvo, invece, la faccenda è ben diversa. "Una gabbia d'oro in cui ha iniziato a piantare radici politiche"... Ecco cos'è il Nargothrond per lui. Curvo ha in mente un gioco politico più grande, e devo dire che avevo sempre pensato che la cosa fosse emersa solo con la faccenda di Beren e del Silmaril, ma trovo credibilissima quest'ipotesi. Insomma, Curvo è Curvo! Immagino, però, che Tyelko appoggerà in pieno le macchinazioni del fratello soltanto a quel punto... Fino ad allora le opinioni quanto contrasteranno?
E posso dire che in questo capitolo si coglie tutto il carico di tensione che c'è tra i due fratelli in questo momento... Ti basti pensare che il desiderio di Tyelko di strozzare Curvo è stato il mio, e bello forte XD. E se da un lato la tensione si può tagliare col coltello, dall'altro certe allusioni che avevo l'impressione di vedere solo io negli altri capitoli e che mi dicevo: "dai, Mel, sono giochi innocenti tra due fratelli giusto un tantino morbosi" qui acquistano ben altra natura. Il tocco delle dita di Curvo, il modo in cui usa quelle carezze, il modo in cui Tyelko le percepisce... Eh no, mi spiace, ma per me i dubbi son pochi XD e voglio leggere il nuovo capitolo, vogliooooo! Lo sai, vero? :P
Venendo invece all'esplorazione... Tyelko nella foresta è esattamente nel suo elemento. Tra l'altro, mi piace come pensare ai momenti vissuti all'aperto lo calmi quanto basta per non strozzare il povero Curvo XD ma comunque, dicevo, adoro la maniera in cui Tyelko si sofferma sulle gestualità degli altri esploratori, sulle loro sensazioni, sui loro odori anche. Un animale che studia i suoi simili. E mi diverte un po' quando parla di Moriquendi come prede e dei Noldor che ne hanno assimilato il comportamento... A parte il fatto che non mi è sfuggito il richiamo al cerbiatto-Edrahil, ma sembra davvero che Tyelko non ne parli con disprezzo o con un qualsiasi giudizio, ma che si limiti a fare osservazioni su una qualche specie animale e sulle sue abitudini comportamentali, il che mi sembra verosimilissimo e buffo XD.
La comunicazione con Huan mi è piaciuta tantissimo e al contempo mi ha lasciata perplessa: mi ha lasciata perplessa il fatto che i due comunichino tramite Osanwe, ok che Huan è un cane di Valinor e che tra lui e Tyelko hanno un rapporto particolarissimo, ma visto che Tyelko conosce il linguaggio degli animali mi sarei aspettata qualcosa di più prosaico... Ho però amato tantissimo il flusso di sensazioni di Huan, nessun pensiero complesso e inadatto a un cane.
Il ritrovamento del messaggero di Artaher mi ha davvero colpita al cuore. A parte il fatto che gli Elfi in punto di morte per me sono un nervo scoperto, ma avrei davvero voluto piangere. Mi ha fatto una tenerezza infinita quell'Elda, e Tyelko qui è di una spietatezza atroce... Perché i fratelli, il giuramento vengono prima di qualsiasi altra cosa. Oddio, quella freddezza mentre l'Elda non può che indicarsi la fusciacca, quella lucida spietatezza nello strapparla e nasconderla... Ecco, una volta mi hai detto che secondo te Tyelko assimila da Curvo e viceversa. Decisamente, qui ho colto un atteggiamento "curviano". Perché quel nascondere repentinamente la fusciacca non è il gesto del predatore. È il gesto di chi medita piani futuri. E qui si torna a Curvo e al presente... Ne ho già parlato a lungo sopra, ma devo fangirlare per Curvo che trama intrighi politici. È meraviglioso, semplicemente.
Quanto al finale... È straziante, semplicemente. Ok, ho appena fangirlato per Curvo, e ora, più unico che raro (no, dai, non così raro) lo prendo a schiaffi.
Perché Mahalcarinie ha salvato Tyelko, checché se ne dica. E poco importa se Curvo si rimprovera attraverso di lei (sì, sospetto sia questo il motivo della sua spietatezza) sta di fatto che è terribile il modo in cui freddamente, lucidamente, la separa dal padre. Curvo, proprio tu, proprio tu! E... Non c'è speranza di rivederla, vero? Penso alla tua storia pre-Doriath, al fatto che lei non c'era e che Ilwo era al fianco di Tyelko e mi dico: no, lei è morta. E mi si chiude la gola e di nuovo, altro schiaffo a Curvo.
Davvero, il saluto tra lei e il padre è così straziante, e mette in luce tanti aspetti del rappporto tra Tyelko e Ilwarato... A proposito, è così doloroso il fatto che Tyelko si chiede se un vero capobranco di Orome avrebbe permesso una cosa simile... No, non lo avrebbe fatto. Ma un vero capobranco di Orome non ha giuramenti a cui attenersi e che lo vincolino prima che a qualunque altra cosa.
Insomma, credo che per essere meno dura con Curvo avrò bisogno di rileggere il suo pov, quindi spero davvero che aggiornerai a breve.
Nel frattempo spero di averti detto tutto, altrimenti so dove trovarti per ammorbarti con varie ed eventuali :P.
A presto!

Mel
P.S.: considerando che siamo nel pov di Tyelko, forse sarebbe più opportuno sostituire Anar con Vasa, quando si riferisce al sole

Recensore Veterano
12/03/17, ore 18:42

Eccomi Ghev!
Che bello, proprio dopo il capitolo su Findo, il mio preferito, arriva il capitolo sul secondo personaggio che amo in questa storia: Tyelpo!
Lo hai reso alla perfezione, Ghev, davvero!
È il Tyelpo sognatore e malinconico che avevo intravisto nel prologo.

Il modo in cui ritorna di continuo col pensiero allo Himlad, e alla Bragollach è straziante: non riesce ancora a capacitarsi che sia stato spazzato via tutto, ha bisogno di tempo per capire, per accettare tutto questo.
Paradossalmente però l’ambiente di Nargothrond non gli risulta fastidioso o soffocante, in contrapposizione alla sua casa. Senza rendersene conto, si sta già abituando ai suoi ritmi, alle volte, alle decorazioni.

All’inizio ogni cosa gli evoca ricordi dolorosi, ma piano piano anche il modo in cui arrivano questi ricordi diventa meno angoscioso.
È un passaggio graduale, che tu secondo me hai approfondito davvero benissimo!

All’inizio si sente tutta l’angoscia di Tyelpo, che non trova riposo né sicurezza, in nessun luogo. Non sa ancora cosa sente per Nargothrond, ha troppa nostalgia per lo Himlad, e tutto questo non gli da pace.
E in una confusione del genere, finiscono purtroppo per affiorare anche altri ricordi, ancora più remoti e ancora più dolorosi proprio perché compaiono così all’improvviso.

Feanaro che cucina e gioca col piccolo Tyelpo è stato un momento commovente, sul serio!
Ho amato questa piccola scena di vita quotidiana tra Feanaro e il suo unico nipote!
Ho sempre pensato che Feanaro volesse molto bene a Tyelpo, e penso che si concedesse volentieri piccoli momenti con lui.
In più vedere la scena ambientata in cucina e non alla forgia è stato veramente interessante!

La scena in cucina di Tyelpo “nel presente” poi è stata davvero particolare!
Piena di personaggi originali molto interessanti.
Ilwarato è sempre il solito selvatico, ora particolarmente felice di ciò che ha ottenuto Tyelko.
Immagino che sarà tra i guerrieri che Tyelko porterà con sé, e immagino che anche lui non veda l’ora di uscire.

Mi ha fatto piacere poi conoscere Anduiel! Mi piace come personaggio, una guaritrice con un bel piglio deciso ma anche con una buona dose di pazienza e di attenzione, mi pare, da come si destreggia in quella cucina dove ci sono personalità decisamente diverse.

Ma il mio preferito è decisamente Liltelenio!
Non mi aspettavo di conoscerlo, temevo sarebbe rimasto solo accennato nelle parole di Narmaite, e invece no!
E per di più è un danzatore! Io che adoro la danza, ho adorato questo particolare, mi ha fatto immensamente piacere!
Liltelenio poi mi ha colpita come personaggio: ho avuto l’impressione che ciò che è successo lo abbia segnato parecchio, non solo la guerra ma forse anche tutto ciò che hanno fatto e passato i feanoriani dalla fuga da Aman in poi, e che ora tutto questo cominci a pesargli.
E mi ha dato l’idea di essere anche una persona molto sensibile, visto come cerca di aiutare Tyelpo. Ha intuito subito che c’era qualcosa che nonandava, e che quella di Tyelpo non era una semplice notte di insonnia.

E me lo conferma anche il fatto che Tyelpo per poco non si è confidato proprio con lui, mentre aveva evitato di parlare con Ilwarato e di restare in cucina assieme a tutti loro.

La parte più triste del capitolo però è il confronto quasi impossibile e sempre sulle spine tra Tyelpo e Curvo!
Povero Tyelpo, con un padre come il suo capisco perfettamente la frustrazione!
Curvo è pronto a fare e disfare a Nargothrond, a pianificare e contro pianificare col fratello, ma non riesce a trovare un momento per parlare con suo figlio, per metterlo a parte di quei piani, o anche solo per sapere come sta, per accorgersi di quanto stia faticando a superare la perdita dello Himlad.

Anche durante quel pranzo insieme, Curvo sembra non accorgersi assolutamente dell’insofferenza e della frustrazione di Tyelpo, e anche quando Tyelpo esplode, la reazione di Curvo è gelida, e la sua preoccupazione più grande sembra essere chi spiffera in giro i loro piani e come mai suo figlio vada a chiedere in giro “a caso”.
In un contesto come questo, capisco che anche la disposizione leggermente migliore di Tyelko non lenisca per niente il fastidio di Tyelpo.
Per lui non c’è comunque posto, e lui lo sente fin troppo bene.

Una cosa che mi ha colpita particolarmente poi sono i sentimenti di Tyelpo nei confronti dello zio. Si vede che vuole molto bene a Tyelko, eppure non riesce a non essere in parte geloso di lui, dell’intesa che ha con Curvo, del modo naturale in cui riesce a stare in sua compagnia forse, senza sentirsi in soggezione come si sente invece Tyelpo, che si paragona costantemente al padre.
Per Tyelpo è come se suo zio abbia tutte le carte in regola per vivere con suo padre e lui no, non ostante sia l’unico figlio di Curvo e ne condivida le passioni.
È un’approfondimento veramente interessante questo, Ghev!

Tutto questo poi diventa ancora più intenso nel momento della partenza di Tyelko.
Il saluto di Tyelko a Tyelpo mi ha intenerita tantissimo! E anche l’angoscia di Tyelpo nel vederlo andare via… Angoscia che però si mescola ancora alla consapevolezza bruciante del legame tra Tyelko e Curvo.
Tyelpo sa che si sono già salutati, e sente distintamente l’angoscia di suo padre, il senso di abbandono che sta provando.
Non mi stupisce che Tyelpo, osservatore e più sensibile com’è, riesca a intuire i sentimenti del padre e sia arrivato a conoscere bene anche questo aspetto di lui.
E nonostante la frustrazione, è pronto a cercare di dargli un po’ di conforto, anche se, ancora una volta, nei limiti della distanza a cui lo tiene Curvo, e a cui preferisce tenersi anche Tyelpo, che non riesce a lasciarsi andare all’affetto in presenza del padre, perché si aspetta una reazione negativa.
Curvo questa volta avrebbe reagito diversamente, forse, ma ugualmente, quei due non riescono a coordinarsi.

La scena finale è stata una bellissima sorpresa per me!
Avevo come la sensazione che stesse arrivando Findo, ma temevo fosse solo una speranza mia… E invece no, è arrivato per davvero!
La descrizione della biblioteca è veramente suggestiva!
E perfettamente nello stile di Findarato, sia la fattura sia la spiegazione che da a Tyelpo.
Date le sue origini e chi gli ha suggerito di fondare Nargothrond, non poteva non dedicare un tributo al mare.

Ho sentito proprio il cambiamento di atmosfera, in questa scena: è scomparsa tutta l’angoscia e la frustrazione che sentiva Tyelpo, ed è arrivata finalmente un po’ di calma. Tyelpo si sente a suo agio nella biblioteca, e soprattutto si sente a suo agio in compagnia di Findarato.
Tempo pochi scambi di frasi con Findo, e Tyelpo non si preoccupa più di essere imbarazzato, non si vergogna più della sua voglia di confidarsi, né la reprime come ha fatto con Liltelenio. È bello vederlo così!
Anche sentir nominare sua nonna, invece di scatenare altri ricordi dolorosi, riesce addirittura ad acuire il suo senso di tranquillità.


Tyelko aveva bisogno della luce del giorno, Curvo aveva bisogno di fare qualcosa, (bisogno che lui vede bene di trasformare in un piano contorto per usurpare un regno), e Tyelpo aveva bisogno di qualcuno che gli ispirasse un po’ di serenità, e lo ha trovato. Ecco perché,forse, gli pare che Findo gli porti un po’ di luce del giorno.
Findo da parte sua si è accorto della tristezza di Tyelpo, del fatto che ha bisogno di sentir parlare della sua famiglia, e del fatto che ha bisogno di non essere giudicato, in nessun caso.
Si lascia guidare da queste intuizioni e riesce a rasserenare sul serio questo nipote che sta iniziando a conoscere davvero solo adesso.

Ho la sensazione che questo incontro sia stato significativo per entrambi. È stata solo una conversazione, ancora in parte formale, ma ho la sensazione che da parte di entrambi ci siano già accenni di sincero affetto e del desiderio di creare un legame.
Sono curiosa di vedere come svilupperai questo nuovo legame!

Un altro splendido capitolo, Ghev!
Pieno di dettagli interessanti che danno un meraviglioso spaccato della vita quotidiana a Nargothrond, e allo stesso tempo portano avanti la trama, a piccoli e grandi passi, in maniera fluida e interessante.
E soprattutto, anche in questo caso hai fatto una caratterizzazione stupenda del protagonista!

Al prossimo capitolo!

Tyelemmaiwe

Recensore Junior
27/02/17, ore 20:32

Va bene, Ghev, entro subito nel vivo, che ho mille cose da dire e non vorrei andare lunghissima (ma so già che lo farò, ahimè). E lo faccio con una cosa che forse ha colpito solo me, tanto per non smentirmi: ho trovato spettacolare quella frase, quel pensiero di Tyelperinquar, messo lì quasi a inizio capitolo:
“Tyelkormo (…) è sicuramente troppo intento a osservare Curufinwë per accorgersi di lui.”

Tyelpe cerca l’attenzione dello zio piuttosto che quella del padre, come se a quest’ultima avesse rinunciato ormai da tempo.
Con una singola frase hai detto tutto quello che c’era da dire: il senso di esclusione totale provato da Tyelpe e il rapporto simbiotico che lega i due fratelli.
Non sono molti gli autori che riescono a veicolare con un’immagine sola il tema stesso del racconto. Complimenti.

E adesso basta con le divagazioni personali, e cominciamo con la recensione seria e quanto più possibile obiettiva.

La scena nelle cucine è davvero molto vivida, molto reale. Ti sembra davvero di essere lì tra gli aromi dell’infuso che si sprigionano. E i tuoi personaggi originali sono stupendi, in poche battute di dialogo li caratterizzi e dai loro vita e profondità. Molto efficace il contrasto tra Liltelenio, giovane (?) apprendista della guaritrice Andúien e Ilwaráto, cacciatore e capitano di eserciti. Mi è piaciuto il clima di famigliarità che si respira, in cui per un attimo anche Tyelpe riesce a dimenticare l’ansia che sempre lo accompagna (e che tu rendi benissimo).
Per non parlare di quanto abbia apprezzato il ricordo di Fëanáro tramite gli occhi di Tyelpe, fa bene ricordarsi, di tanto in tanto, che lo Spirito di Fuoco ha vissuto anche questo: momenti sereni con la sua famiglia.
E in coda a questa parte iniziale, ecco che il tema del capitolo – l’incapacità di esternare – emerge nel breve confronto tra Tyelperinquar e Liltelenio.

La scena in cui Tyelpe pranza con Curvo e Tyelko è magistrale. Riesci a veicolare talmente tanti concetti e tante emozioni che è da non credere. Il rapporto tra i due fratelli, esclusivo; il modo sempre provocatorio del maggiore di interagire col minore; la sensazione di esclusione che ne ricava Tyelpe; la sua difficoltà ad approcciarsi al padre anche solo per chiedere quali siano i piani dei Fëanárioni, che sembrano conoscere tutti tranne lui. L’incapacità assoluta di Curvo di mostrare non dico affetto, ma persino considerazione, per suo figlio… e di nuovo mi chiedo se ci mostrerai i motivi di questo comportamento, da dove nasce questo apparente "rancore" che Curvo nutre nei confronti del figlio, se sia un riflesso di quello che inconsciamente nutre nei confronti di sé stesso.
Si trema insieme a Tyelpe quando lui si fa coraggio e chiede spiegazioni, fino ad arrivare a quello che mi sento di definire il primo singulto di ribellione: “Cosa ne pensa il Re?”, e poi la scelta di affidarsi, ancora una volta, nonostante tutto, a suo padre e a suo zio.

Struggente il saluto di Tyelperinquar a Tyelkormo: si percepisce tutta la paura di perdere ancora qualcuno. Quando fai parte di un gruppo di sopravvissuti, che diventa sempre più esiguo col passare del tempo, la paura di poter perdere un altro componente del nucleo diventa qualcosa di insopportabile, di terribile. Questa angoscia tu la mostri in tutta la sua potenza.
E, scusami se esco di brutto da quella che dovrebbe essere una recensione obiettiva, ma ti devo ringraziare in modo particolare per la frase:
“se ci sono stati abbracci, fra loro, hanno preteso l’intimità della solitudine”
di cui avevo davvero bisogno. Questa immagine, esempio concreto di quanto il non detto risulti mille volte più potente di ciò che viene narrato esplicitamente, la porterò con me per… beh, per molto, molto tempo. (Potrei parlarne per ore, ma te lo risparmio…)
Splendido anche l’avvicinamento di padre e figlio alla ricerca di un conforto che nessuno dei due sa richiedere (né dare). Incapacità di esternare al massimo grado.

Il flashback al passo è intensissimo, e mostra quanto tu sia abile a narrare l’azione al pari dell’introspezione, e a intrecciare splendidamente le due cose, ma attenzione!, se come dici nelle note finali il tuo intento era snellire, ebbene questo lo potevi lasciare fuori, perché la sensazione di esclusione di Tyelpe l’hai già ottimamente espressa in precedenza.
Mi verrebbe da dire anche: meno male che non l’hai fatto, però! perché anche qui c’è una meravigliosa scena di interazione tra Curvo e Tyelko che io ho letteralmente a-do-ra-to (alla faccia dell’obiettività).

Sul finale, sull’incontro con Findaráto, ho avuto l’impressione di essere entrata nel vero cuore della tua storia (non del singolo capitolo, intendo). Come se tutto fosse stato progettato per arrivare qui. Leggendo queste righe, delicatissime e cariche di emozioni, ho pensato che concluderai non con la partenza di Findaráto da Nargothrond, bensì con la scelta di Tyelperinquar di abbandonare suo padre e suo zio al loro destino.
Ma non divaghiamo: un’ottima conclusione di capitolo carica di immagini nostalgiche, e di quel sospetto sempre presente che ti fa chiedere, ancora una volta, quanto sia sincero Findaráto... o meglio, quanto dosi la sua sincerità per ottenere ciò che vuole.

Prima di concludere, non posso fare a meno di notare che hai optato per l’inserimento delle virgolette per codificare il discorso diretto. Personalmente io le approvo. L’ho trovato più agevole da leggere, questo capitolo, che in alcuni punti è un botta e risposta al quale partecipano fino a quattro personaggi diversi. E anche se altrove ti avevo consigliato di non “cambiare in corsa”, mi devo ricredere: dal mio punto di vista hai fatto la scelta giusta. I dialoghi sono, a mio giudizio, più scorrevoli.

Sono andata così lunga che ho paura di riassumere… quindi lascio perdere. Che dire? È una di quelle storie che vorrei non finissero mai!
Grazie per avercela regalata.

Los

PS
Ooops, rileggendo ho visto che ti auguri che il capitolo sia “apprezzabile”… ebbene, c’è una moltitudine di aggettivi con cui definirei questo capitolo, ma “apprezzabile” non rientra nell’elenco. Tanto per dirne uno, “impeccabile” mi sembra molto più adatto.

Recensore Master
27/02/17, ore 17:14

Oh Ghev, ero decisamente in astinenza da storie belle. E tu sei tornata proprio oggi, che di cose belle ne avevo davvero un gran bisogno. Quindi non posso che saltellare di gioia, letteralmente!
E questo capitolo, poi... Tu sai che scalpitavo per leggere il pov di Tyelpo. E ora... Beh, voglio piangere. Perché, di nuovo, la nostra visione del personaggio è la stessa. L'insicurezza, la trasparenza che si contrappone all'impenetrabilità del padre... E poi il bisogno di stabilità, la ricerca di coordinate che siano si cure, stabili appunto, nel mondo che lo circonda come negli affetti... Niente da fare, questo è Tyelpo.
Tyelpo verso cui, te l'ho già detto, io provo un istinto materno quasi feroce (il che la dice lunga su molte, troppe cose :P) e insomma, durante tutta la lettura del capitolo avrei voluto abbracciarlo, rassicurarlo, avvolgerlo in una copertina e non lasciarlo più... Ma sto delirando, ehm, sì. Passiamo al capitolo.
Già l'inizio è straziante, con Tyelpo che non riesce a prendere sonno, frastornato dal brulicare notturno di Nargothrond (come biasimarlo?) e i ricordi vanno alla fortezza sul passo di Aglon... Quel ricordo sarà anche uno scorcio rapidissimo, ma è bastato, di nuovo, per farmi dire: ok, abbiamo i cervelli collegati. Perché è così che immagino quella fortezza: austera, con i fuochi che non riescono a darle calore (roba che mi basta leggere Aglon per sentire freddo XD) e il sentimento che prova Tyelpo per un luogo simile è così ambivalente... Non vera e propria nostalgia, non per il luogo in sé. È piuttosto nostalgia per aver perso le coordinate ddi un luogo sicuro, di un posto da poter chiamare casa. E qui i richiami al primo capitolo sono fortissimi, e si avverte fortissimo il desiderio di Tyelpo di potersi fermare, di poter avere, finalmente, un luogo in cui potersi sentire sereno, in pace, al sicuro.
Ancora questo luogo non è Nargothrond, ancora qui si sente ospite, ma i presupposti già ci sono tutti e pensarci, a me che son curviana... Beh, fa male al cuore. Ma di nuovo, si può forse biasimare Tyelpo per il suo desiderio di pace e di una vita finalmente tranquilla? Lo si può forse biasimare per il peso che sente dentro, per la solitudine che lo sta soffocando e che non riesce a esternare?
Perché è per questo, soprattutto, che Tyelpo non riesce a prendere sonno: la solitudine che lo opprime, lo schiaccia. Suo padre e suo zio sono uniti, una volta ancora, e non lo rendono partecipe di nulla. Non che essere partecipe dei loro piani possa alleviarne il peso, in ogni caso. Perché la solitudine di Tyelpo ha radici più profonde, e il rapporto tra suo padre e suo zio è sempre stato, forse, qualcosa di troppo esclusivo e invadente. E pensare al rapporto tanto stretto che lega Curvo e Tyelko attraverso gli occhi di Tyelpo è qualcosa di terribilmente doloroso, proprio perché escludente. Non ci avevo mai pensato, non così. Ma ha perfettamente senso.
Tyelpo che cerca rifugio nelle cucine fa una tenerezza infinita, e mi fanno ancor più tenerezza i ricordi di nonno Feanaro in veste di cuoco... Altro che tenerezza, qui mi sono commosssa proprio, e per mille ragioni: primo, perché gli Eldar, uomini, che cucinano sono qualcosa che amo alla follia. Secondo, perché io amo follemente Feanaro che cucina. Ho un sacco di headcanon su di lui che sperimenta piatti nuovi (perché anche quella culinaria è un'arte di tutto rispetto) e vederlo qui è stato troppo bello. E poi vabbè, Feanaro che cucina speziato sarà pure scontato magari, ma è un mio headcanon da sempre (dovuto anche al fatto che la cucina speziata per me è il top XD) e quindi niente, mi sono sciolta. Per non parlare della tenerezza che Feanaro ha per il piccolo Tyelpo... Basta, potrei soffermarmi su questo flash-back per ore XD.
Ma soprattutto, nelle cucine ci sono un po' di nuovi personaggi, oltre a Ilwarato di cui sentivo la mancanza. Liltelenio (che, azzardo, è il marito di Narmaite?) mi incuriosisce tantissimo... Credo abbia molto da dire, e mi pare piuttosto enigmatico. Soprattutto, lo scambio con Ilwarato, che ha rischiato di sfiorare toni veementi mi fa pensare che tra loro ci sia qualcosa che va ben al di là dell'incomprensione momentanea.
Anduien mi è molto simpatica invece, con tutti i suoi infusi e l'aria acuta di chi intuisce più di quanto non esprima a parole. In generale, tra i tre, nonostante l'atteggiamento un po' schifo di Liltelenio, sembra esserci un'intesa particolare dettata da anni di reciproca conoscenza, se non di amicizia. E ho apprezzato tantissimo tutto questo, l'aria di quotidianità che si respira... La stessa aria di casa che ricerca Tyelpo e che per un attimo sembra aver trovato, salvo poi venir adombrato da quei vaghi accenni a piani di cui lui ignora perfino l'esistenza.
Ed ecco che torna la sensazione di essere tagliato fuori, escluso dal padre e dallo zio e dalle loro macchinazioni.
Ora, io ho sempre pensato che Curvo in Nargothrond non coinvolgesse a fondo il figlio nei propri piani per proteggerlo, il problema è che la protezione eccessiva spesso si rivela una lama a doppio taglio, come in questo caso.
Insomma, tutto questo per dire che la maniera repentina con cui Tyelpo abbandona le cuncine è tenerissima, di nuovo. E Liltelenio è dolcissimo nel consolarlo... Ma di nuovo, ho idea che abbia ben di più da raccontare, questo danzatore.
Ho adorato il pranzo del giorno dopo, perché semplicemente adoro i momenti di vita quotidiana Eldarin. E potrei aprire capitoli a parte sulla cucina elfica, così come potrei aprire capitoli a parte su Curvo e il cibo, ma qui andrei pesantemente fuori tema quindi freno i voli pindarici... Comunque, tutto questo per dire che mi piace, mi piace tantissimo. Tyelko che mangia come mangerebbe un predatore della foresta e che continua a offrire pezzetti di carne a Huan apparentemente solo per infastidire Curvo (mi sento molto Curvo, mamma mia il senso di fastidio che provavo leggendo XD) è buffissimo. O meglio, sarebbe buffissimo, non fosse per il senso di tensione che prova Tyelpo e che alla fine vien fuori in quella domanda fatidica che non può più tenersi dentro.
E la reazione così gelida di Curvo mi dà da pensare... Dubito abbia reagito così per mancanza di fiducia verso il figlio e quindi per paura che parlasse con le persone sbagliate, quanto piuttosto per proteggerlo. E di nuovo, l'eccessiva protezione non porterà altro che guai. E l'allontanamento qui si coglie, si coglie sempre più ed è dolorosissimo... Basti pensare solo a quell'innocente: "cosa ne pensa il re?".
La partenza di Tyelko mi ha quasi strappato una lacrima... Sarebbe bastato il conforto silenzioso di Huan a farmi piangere, ma quel bacio, quell'abbraccio tra zio e nipote che, sospetto, sarà l'ultimo... E quello sguardo negli occhi di Tyelko, quell'affetto sincero, assoluto, l'affetto per i membri del proprio branco, mi vien da pensare... Non ce la faccio, è troppo.
E il flash-back poi... Il flash-back che racciude così tanto, con quell'orco fatto a pezzi a mani nude, il terrore di Curvo che riesce a fargli perdere il controllo, e Tyelpo che si chiede come sarebbe avere un fratelllo, perché forse con un fratello riuscirebbe a comprendere un legame tanto forte ed esclusivo, ed escludente.
E veniamo al finale... Ok, io devo pensare con la testa di Tyelpo. Devo pensare a cosa rappresenta per lui Findo. Devo pensare che Findo è buono, che finalmente Tyelpo riesce a esternare, che quelle pacchianissim... Cioè, che le decorazioni gli permettono di ricordare Nnonna Nerdanel e, quindi, di liberarsi di altri dolori... Ma non ce la faccio.
No, qui Findarato non riesco proprio a sopportarlo. Lo vorrei strozzare, e basta. Odioso. Semplicemente odioso. Che colpisce là dove sa di poterlo fare. E lo fa con i sorrisi e le moine e il Quenya e la nonna perduta e le conchiglie e... No ok, la smetto. Questo è quanto di più lontano dall'essere obiettivi. E Findo non sta facendo questo. Ma niente, sono troppo Curviana. E qui Findo non lo sopporto proprio.
Bene, ora faccio un bel respiro, mi calmo e... Sì, riconosco che Findo era quello di cui Tyelpo aveva bisogno. E che la possibilità di ricordare le sculture di Nerdanel (quelle meravigliose sculture astratte che non so cosa darei per vedere) è tenerissimo. E mi chiedo cosa veda Findo in Tyelpo... Il figlio che non ha mai avuto? A volte ho pensato che Findo rimpiangesse di non aver avuto figli, ma magari sono tutti sentimentalismi miei senza arte né parte.
Comunque, questo è decisamente il primo passo per Tyelpo per trovare stabilità in Nargothrond.
E forse è bene che io chiuda qua questo sproloquio, dato che sto paurosamente sclerando...
Intanto, immagino che nel prossimo capitolo avremo finalmente Tyelko libero dalla gabbia di Nargothrond? A proposito di Nargothrond, potentissima l'immagine del portale che si spalanca... Mi ha trasmesso un'angoscia incredibile... Angoscia all'idea della luce solare che entra timidamente nella città sotterranea... È tremenda.
Bene, ora chiudo davvero... Spero dirileggere presto il prossimo capitolo!
Un abbraccio

Mel

Recensore Junior
03/02/17, ore 20:36
Cap. 3:

Eccomi di ritorno Ghev, finalmente riesco a recensire anche questo splendido capitolo!

Nelle note dichiari la tua preoccupazione sulla riuscita di Findaráto, quindi ti tranquillizzo subito dicendoti che hai fatto un ottimo lavoro! Cercherò inoltre di concentrare il mio commento proprio sul suo personaggio.

L’inizio è perfetto, per descrivere il Re di Nargothrond tu parti mostrandoci il suo più gran desiderio: che le diversità non siano mai più un motivo di conflitto, ma viceversa, dove possibile, una fonte di ricchezza.
Mi è piaciuto l’accenno al fatto che Findaráto non dimentica di discendere da tutte e tre le stirpi. Tu, giustamente, lo colleghi al ripianto dei tempi in cui le differenze non comportavano un problema, ma io ci leggo anche una specie di “investitura” a fare di questa sua appartenenza un simbolo concreto di unione. Uno scopo derivato dalla sua stessa natura, per così dire.

Ma tornando alla storia, mi piace come, fin da subito, Findaráto nota che qualcosa non quadra, anche se non riesce ad afferrare cosa. Questo comportamento dipinge una persona dall’intelligenza spiccata, dalle capacità di osservazione notevoli e dalla profonda conoscenza delle persone di cui si circonda, che allo stesso tempo, però, non riesce più a sfruttare queste sue doti come una volta, come se a questo punto della sua vita cominciasse a dubitare di sé stesso. In questo senso, ti riallacci bene con la visione che ci hai dato di lui nel prologo.

Restando in questa prima parte della storia, mi ha colpito il fatto che Findaráto non abbia indossato la Nauglamir. Ci si potrebbe aspettare che la porti proprio quando si riunisce il consiglio, quale simbolo della sua carica, e invece no. È un’altra distrazione, mi chiedo, o lo fa di proposito?
In ogni caso è significativo il fatto che la vada a cercare con la mano, come se potesse da essa trarre sicurezza, la conferma del suo ruolo.

Anche quando entrano i Fëanárioni, e la riunione del consiglio inizia, Findaráto, per quanto sappia che stanno tramando contro di lui (e infatti cerca di ripercorrere tutti comportamenti dei cugini dal loro ingresso nel suo regno), ancora non riesce a capire come colpiranno. Il piano elaborato da Curvo è troppo distante da ciò che la sua mente, esausta, è in grado di immaginare.

(Un inciso. Davvero molto ben descritto il modo che ha Findaráto di vedere Curvo e Tyelko. Il primo sfuggente, il secondo aggressivo. Per lui, a questo punto, i cugini non sono altro che una minaccia. Mi domando, sotto quest’ottica, quali siano stati i motivi per cui li ha accolti nel suo regno. Da quello che racconti, ha ancora ben impresso nella sua memoria la strage di Alqualondë, sa per certo che il Giuramento porta solo distruzione, ed è ben consapevole che i due sono pericolosissimi e agiranno contro di lui. Perché li accoglie, allora? È un atto di “umanità” nei confronti dei rifugiati, un popolo costretto a fuggire dalla guerra incombente? L’ha fatto in nome di un ideale più grande: la speranza incrollabile che genti diverse possano convivere nonostante le differenze? O è rimasto, nel suo cuore, un briciolo di lealtà nei confronti della famiglia, nonostante tutto il male che è derivato dalle decisioni di Fëanáro e dei suoi figli? Non so se hai intenzione di farvi cenno più avanti, o se sia io ad aver perso un pezzo per strada, però mi piacerebbe saperne di più).

In ogni caso, Findaráto non fa in tempo a notare i segni inequivocabili nel comportamento del suo consigliere più fedele, che la verità lo colpisce improvvisa. Resta vittima del suo stesso sogno, della sua visione utopica: un luogo dove ognuno è libero di dire ciò che pensa, dove ogni voce viene ascoltata.

Molto ben descritto il conflitto che si scatena in quel frangente, con Findaráto che cerca di resistere all’attacco diretto di Tyelko e a quello direi quasi mentale di Curvo, per poi essere costretto a cedere davanti al colpo che non aveva previsto (o che la sua mente aveva voluto rifiutare): il tradimento.
E la cosa peggiore di tutto questo, la cosa che più lo ferisce, è che non si tratta solo di una sconfitta personale, è molto peggio, è la sconfitta di un sogno, di un ideale di fratellanza.

(Piccolo inciso. Mossa perfetta quella di Findaráto di concedere la fiducia a Edhrail dopo essere stato testimone del suo tradimento. Era l’unico mezzo per riconquistarlo: caricarlo di sensi di colpa più di quanto non sia già. Se non si spezza, tornerà ad essere un’arma in mano sua.)

Concludendo. Il tuo Findaráto lo ritengo del tutto in linea col personaggio canonico. Quindi, se questa è la tua preoccupazione, stai tranquilla. E anche considerazioni canoniche a parte, lo ritengo un personaggio credibile, ben delineato, convincente.

Ti domandi se si percepisce che non hai su di lui la padronanza assoluta come quando metti in scena Tyelko e Curvo? Forse, ma solo conoscendoti bene e proprio perché sei tu stessa che sottolinei la cosa nelle note. Forse, e dico forse, ti sei voluta tenere un pochino troppo sulla superficie per paura di dargli un’impronta troppo personale.
Se così fosse, ti dico: osa Ghev! Non temere il risultato, non temere il giudizio, non temere di allontanarti da quella visione che sembri considerare più canonica della tua (qualsiasi essa sia). Perché quando tu osi, crei la meraviglia! (e, mi raccomando, non fraintendere, te lo dico con tutta l’ammirazione per lo straordinario personaggio che hai creato in questo capitolo).

Detto questo, per uscire dall’analisi esclusiva di Findaráto, non posso che dare un giudizio più che positivo al capitolo intero. Doppia bandierina verde, se ci fosse!

Il suo punto di forza, per gusto mio personale (se non si era capito), è la riunione del consiglio e il trionfo (temporaneo) dei Fëanárioni. Davvero, mi ripeto, un lavoro straordinario, in particolare per come ci hai calato nel punto di vista di Findaráto. Noi non vediamo altro, dei due cugini, che quello che arriva agli occhi e al cuore del Signore di Nargothrond, non c’è una sbavatura in questo senso – né in nessun altro senso, a dir la verità.

Ma forse, il momento che ho preferito è stato il finale, commovente, col ricordo di Balan. Di tutte le persone che Findaráto ha incontrato nella sua vita, io credo che lui sia stato quello che l’ha compreso di più.
Nella mia visione, Findaráto è un personaggio molto complesso, che mostra di sé stesso solo quello che vuol mostrare, a seconda di ciò che gli è più opportuno. Per me Balan è l’unico che lo ha conosciuto veramente, che lo ha capito, e lo ha amato per – e nonostante – quello che era (scusa Turukano, ma per me è così).
E qui io ritrovo questa visione.
“Perché ti costringi a questa espressione?”
Balan, con una singola frase, lo mette a nudo, lo spoglia dei suoi strati di maschere. Lo priva di tutti i suoi ruoli e lo costringere ad essere, anche nel momento dell’addio, ciò che realmente è. Una persona che sta per perdere un amico.

Proprio alla fine del capitolo, tu ci mostri un Findaráto che non è più Finrod Felagund, non è più il Re di Nargothrond, il Master of Caves e tutti quei bei titoli di cui fa sfoggio… e nemmeno è Nóm o Atandil… è soltanto lui stesso.

Meraviglioso, Ghev.
Perdona il mio egocentrismo, ma a volte ho la strana impressione che questa storia sia stata scritta per me!

Grazie di cuore per continuare a condividerla.
Los

Recensore Veterano
29/01/17, ore 02:59
Cap. 3:

Eccomiiii!
Che bello, il capitolo dal POV di Findarato!
Non vedevo l’ora, l’ho letto e riletto!
Mi è piaciuto tantissimo, Ghev, sul serio, è stupendo!
Ho amato ogni riflessione e ogni particolare: raccolgono tutto il carattere e il personaggio di Findarato, in ogni sua sfaccettatura, e tu sai quanto amo leggere e riflettere sul suo personaggio!

La prima parte sei riuscita a orchestrarla in maniera magistrale, Ghev, sul serio.
Dall’inizio con le riflessioni di Findo fino a tutto il consiglio, che è reso in maniera perfetta, davvero perfetta.

Già l’inizio mi ha commossa, con Findo che si sente scaldare il cuore dalla sua sala delle riunioni piena di accenti diversi, riuniti in una sala fatta con stili diversi: ineffetti a Nargothrond hanno dato il loro contributo tutti: Noldor, Sindar, nani e anche gli uomini, anche se questi ultimi in rari casi, purtroppo.
Mamma mia, quanto ho sentito Findarato nei pensieri pieni di gioia e orgoglio con cui riflette sulla sua casa senza barriere!
È lui, è assolutamente lui, che ha cercato di allontanare le barriere che dividono le genti di Endore almeno nel suo regno.

E mi ha colpita il particolare che, in parte, lo ha fatto anche perché queste barriere sono tornate troppe volte nella sua vita, e lui stesso ne ha ancora paura.

Hai creato un gioco meraviglioso tra le barriere che sembrano abbattute a Nargothrond, e in Findarato stesso, e che invece sono ancora in piedi.
È stato Findarato a cercare di credere al desiderio di suo nonno di una famiglia unita, eppure ha visto la sua stessa famiglia andare in pezzi.
Findarato stesso è figlio dell’unione di tre stirpi, eppure ha visto con i suoi occhi che ancora le divisioni tra le stirpi sono tante e in certi casi incolmabili.

E poi ci sono gli uomini, a cui Findarato tiene, che non si pente di aver incontrato,ma che sono troppo diversi, che portano differenze che lui non riesce a spiegarsi e che, penso, gli fanno sorgere ancora tante domande e tanti dubbi.
Eppure non possono non tornargli in mente, sia immagino per via del giuramento a Barahir, che lo ha legato a loro ancora di più, sia pe ri legami che ha stretto con loro .
Mamma mia Ghev, potrei passare ore a parlare di ognuno di questi spunti, senza stancarmi mai!
Non ti so dire quanto sono stata felice di averli trovati nel tuo capitolo!
Tra l’altro accennati e sfumati l’uno nell’altro in maniera delicatissima: fanno tutti parte di Findo, ognuno di questi dettagli è importante.

Passando al consiglio: ero sicura che Findo sapesse qualcosa, che avrebbe intuito in fretta che stava succedendo qualcosa.
Da re saggio e da persona abile nella politica qual è ha iniziato subito a notare i particolari che stonavano, e si è preso il tempo per analizzarli.
Ed è inquietante che mano a mano che lui osserva e mette insieme i pezzi, il moto innescato da questi pezzi si compie.

Ho amato come tutto è giocato non solo sul discorso in sé di Edrahil, con la richiesta di mandare esploratori e con la questione nuova del fortino e dei suoi abitanti, ma anche e soprattutto sugli sguardi. In quello terrorizzato e disperato di Edrahil, in Findarato che lo guarda tentando di convincerlo così a lasciar perdere, in quello di Tyelko che è fisso sulla sua preda perché non scappi.
Hai reso quegli sguardi potenti come se fossero parole, davvero.
E con quelli anche tanti altri dettagli, e tanti altri gesti, piccoli e grandi. L’attenzione di Findo catalizzata da Curvo, che non è l’unico pericolo, ma è il più complesso da evitare, per esempio.
E alla fine sono entrambi i pericoli costituiti dai due Feanarioni che colpiscono, nel modo peggiore, attraverso qualcuno di cui Findo si fidava.

È straziante il momento in cui Findarato non riesce a far sentire il suo volere e a riportare la calma come è sempre risciuto a fare, e vede il suo consiglio rivoltarglisi contro, tutto il suo consiglio, fatto di tutti gli abitanti di Nargothrond non divisi da nessuna barriera.
La disperazione di Findo che si sente un estraneo nella sua stessa casa mi ha fatta star male!

La stessa assenza di barriere che Findo ama tanto, Curvo e Tyelko sono riusciti a rivoltargliela contro.
Oddio, è un momento veramente straziante!

Tra l’altro, è interessante come Findo osserva i Feanarioni: i loro gesti, il loro aspetto, i loro sguardi. Proprio come osserverebbe qualcosa di pericoloso e imprevedibile.
Non li sta vedendo già più come suoi cugini, o come alleati che ha accolto.
Sono una minaccia, qualcosa che non riesce a tenere in equilibrio e che sta destabilizzando anche tutto il resto, qualcosa che sta facendo volare via ancora più granelli dalla manciata che sta tentando di tenere in mano.
Il ritorno della manciata di sabbia è stato il colpo di grazia…
Eppure l’ultima parola nel consiglio è di Findo, in qualche modo, e questo mi conforta.
Ogni minimo smacco a Curvo mi conforta :P.

La seconda parte è altrettanto bella e intensa: ho amato come arrivano in successione tre personaggi che sembrano fare una specie di climax discendente: prima Guilin, fedelissimo a Ingoldo, poi Edrahil, che vorrebbe esserlo ancora, e infine Curvo.

La figura di Guilin l’ho amata, sul serio!
La sua lealtà verso Findo, come cerca di rassicurarlo, di fargli sentire che lui è pronto ad aiutarlo a smascherare questo complotto.
Guilin si è battuto fino alla fine, ed è stato l’unico…
E fa male vedere dietro a questa determinazione il dolore per Gelmir, mamma mia!

Ed è terribile vedere come anche Guilin sia stato tradito in qualche modo dalla fiducia che riponeva nel Nargothrond senza barriere: lui voleva poter guardare alle cose senza pregiudizi, e questo gli ha impedito di vedere subito il pericolo che stava correndo il suo re.
Immagino che il dolore e il rimorso per questo sbaglio lo faranno essere ancora più vigile, da ora in poi, e sarebbe stato così anche senza la richiesta di vigilanza fatta da Findarato.
Proprio come lo è già Gwindor, che mi sembra meno incline a fidarsi…

Edrahil mi ha fatto tenerezza: è talmente schiacciato dai ricatti di Curvo e Tyelko, talmente stretto tra le loro minacce e la paura di perdere la fiducia di Findo che non vede più una via d’uscita.
Capisco quasi la bugia a fin di bene di Ingoldo, che finge di fidarsi ancora di Edrahil per spingerlo a spezzare il controllo che hanno i feanarioni su di lui. Ma Capisco anche Edrahil che sa di non meritare questa seconda possibilità, e non si aggrapperà a questo appiglio… O forse sì?
Voglio sperare assieme a Findarato di sì.
È atroce vedere Findo guardare Edrahil che lo ha tradito, con il ricordo di Edrahil che lo accompagna nelle caverne del Narog per la prima volta che si mescola con l’amarezza di Findo per quel tradimento.
Per quanto non voglia allontanare Edrahil, comunque si sente ferito: è un tradimento che si è basato tutto su bugie e segreti, e questo è un colpo che è più profondo di quel che sembra. Proprio perché, da quando Edrahil gli ha mostrato Nargothrond, Findo ha sempre fatto affidamento sulla sincerità che gli aveva visto negli occhi quel giorno.

In più, ho la sensazione che Findarato sappia su cosa si basa il ricatto in cui è caduto Edrahil…
Ora che ha messo insieme i pezzi, forse sa, o è molto vicino a capire, su cosa è basato il piano dei Feanarioni

Quando è arrivato Curvo mi è salito un moto di rabbia che... grrr!Ho condiviso il moto di esasperazione e di angoscia di Findo, sul serio.
Peggio ancora perché ha fatto l’ennesima bastardata. È un osso quello che ha messo in mano a Ingoldo, vero?
A tradito ulteriormente Edrahil, chiudendogli definitivamente la trappola attorno, e crede di aver dato un colpo mortale anche a Findarato, mostrandogli che ora loro possono svelare in qualsiasi momento a tutti su cosa ha costruito Nargothrond.

Mi ha colpita il modo in cui Findo si trova quasi inerme difronte a Curvo, non tanto perché è senza parole o argomenti, quanto perché sente che niente di ciò che può fare funzionerà contro il Feanorion: ne la sincerità, con tutta la rabbia che Findo vorrebbe riversargli contro, né il fingersi imperturbabile e sereno, come ha fatto dopo il consiglio.
Quanto mi è piaciuto che alla fine Findo abbia iniziato a tirare fuori la testardaggine Noldorin, con le risposte dirette, date apposta nel Sindarin che tanto infastidisce Curvo.
Non mi resta che sperare in altri colpi futuri di Findo!



La scena finale poi… Mi ha fatta piangere!
Speravo, speravo davvero ci fosse un flash-back su Balan, anche un attimo, ed è arrivato!
E non è un flash-back qualunque, ma è il primissimo scontro di Findarato con il destino degli uomini: oddio, come sono contenta che tu abbia scelto di raccontare questo momento, Ghev!

Mi ha commossa il dolore di Findo,il suo tentare di riconoscere Balan nel viso di quell’uomo sfinito dalla vecchiaia e dalla malattia, il suo sentirsi completamente perso difronte a quel male che non conosce, a quella fine troppo veloce.
Ma ancora di più mi ha colpita come hai fatto emergere qui alcuni passaggi dell’Athrabeth! Quella scintilla che Findo ha visto negli occhi di Balan l’ha ritrovata negli occhi di tutti gli uomini che ha incontrato, e gli ha dimostrato che il suo incontro con gli uomini non è stato sbagliato, che non deve rimpiangerlo, nonostante tutto. È stata quella luce che lo ha spinto a volerli conoscere, e ora ci si aggrappa, come consiglierà di fare ad Andreth. Meraviglioso!
E dall’Athrabeth arrivano anche i discorsi che tentano di consolare, le frasi piene di speranza dette nel tentativo di rendere tutto più facile. Proprio ora che Findo si sta interrogando su cosa è meglio, se aggrapparsi ancora al suo sogno o no, se fingere per proteggersi o no, si ricorda di un momento in cui aveva tentato di mostrarsi sereno a fin di bene, in cui aveva mentito a fin di bene. E Balan, che nella vecchiaia era diventato più saggio, più vecchio ed esperto dello stesso Findarato, gli ha spiegato che era meglio la sincerità.
Ho la sensazione che Findo stia iniziando a fare tesoro sul serio di quel consiglio.
Mi è parso che ogni volta che Findo “fingeva” fosse o a fin di bene, o per proteggersi, o comunque perché gli sembrava la cosa migliore. Il ricordo di quel momento gli darà una mano a decidere come fare da ora in poi, penso.
Proprio ora che deve destreggiarsi tra Curvo che è un manipolatore, la sorte dei Noldor che rovina sempre tutto e il suo giuramento che incombe.


Sempre a proposito di particolari, mi è rimasto impresso un collegamento tra tre momenti: Findarato che usa il contatto per rassicurare Edrahil, Curvo che usa il contatto per ottenere uno scopo, tanto che sembra che stia manovrando uno strumento, e Balan che con un contatto convince Findo a mostrare ciò che prova.
Sai quanto amo il modo in cui inserisci questi particolari, e come ti soffermi su cose come il modo in cui i personaggi accettano o rifiutano o usano il contatto fisico, e ancora una volta hai fatto un lavoro splendido!

Complimenti, Ghev, hai reso questo capitolo in maniera perfetta, meravigliosa!
Ho amato come hai raccontato il POV di Findarato, ne ho amato ogni dettaglio.

Ed è perfetto come hai descritto ogni scena, e come hai inserito ogni gesto, ogni espressione, come le hai fatte combaciare, o sfumare, come hai inserito particolari del passato o del presente che si mescolano… Non trovo le parole per dire quanto ogni dettaglio mi sia piaciuto, mi abbia colpita e mi abbia fatta riflettere su dettagli nuovi!
Complimenti davvero, Ghev!

A presto!
Tyelemmaiwe

P. S. Curvo ha per caso notato l’assenza della Nauglamir?

P. P. S. Una piccola svista: hai scritto Taleth, invece di Talath.

Recensore Junior
26/01/17, ore 11:24
Cap. 2:

Comincio scusandomi per il ritardo; ti assicuro che non è per mancanza di interesse nei confronti della storia, che, invece, come sai, mi incuriosisce e mi appassiona sempre più, man mano che procede.

Ho trovato questo primo capitolo ottimo nella sua costruzione, dinamico e ricco di spunti interessanti, reso scorrevole anche dalla scelta di un unico punto di vista.

Narmaite mantiene la promessa del prologo, conservandosi un personaggio delineato in profondità, per nulla superficiale o stereotipato.
Mi piace molto la confidenza che la lega a Curufinwe, cha, unita alla sua determinazione e al suo carattere aspro, la portano ad atteggiamenti che rivelano ciò che pensa, anche quando questo contrasta col volere del suo signore, sempre senza che il pensiero della disobbedienza la sfiori nemmeno, ovviamente.
Molto bello, in questa prima parte, quel dialogo, terminato ancora prima di iniziare, su Tyelpe. In poche righe riesci a mostrare quella difficoltà di comunicazione che affonda le radici nel passato e che ha creato allontanamenti incolmabili, ai quali ora è troppo tardi per porre rimedio.

Trovo molto interessante l’idea che Tyelko abbia condotto con sé da Aman un “branco” di cacciatori… denota sia preveggenza che premeditazione, da parte sua, per non parlare dell’abilità di conquistare la loro fedeltà a un livello molto profondo (se davvero sono partiti pur non essendo interessati alle idee portate avanti da Feanaro). Quasi una manipolazione alla Curvo, oserei dire! (Approvo: non credo che Tyelko mancasse di astuzia, anche se a causa del suo carattere, diciamo, più diretto, spesso veniva sottovalutato in tal senso).

Molto bella la descrizione dell’inoltrarsi di Curvo e Narmaite nelle caverne di Nargothrond… scusa se mi ripeto, ma davvero hai fatto un ottimo lavoro! L’alternanza tra ciò che prova Curufinwe e ciò che i due si trovano davanti nel loro avanzare, tra le parole pronunciate e le azioni che Curvo compie, è perfetta. Inoltre il tutto è narrato con uno stile in cui metti la tua consueta ricerca dei vocaboli al servizio di un procedere secco di frasi brevi. Espressioni come i “rifratti freddi”, il “suono amniotico”, i “cristalli cerulei”, calati in un contesto di essenzialità risultano anche più efficaci del solito.

Il pezzo dove dialogano Curvo e Tyelko è impeccabile dall’inizio alla fine. Personalmente approvo ogni parola e ogni gesto, ma questo conta ben poco in una recensione che vuole essere obiettiva… In ogni caso non posso non soffermarmi un attimo su questa parte. Al selvaggio Tyelko piace interpretare il suo ruolo, piace mettere il fratello a disagio fino al punto in cui sa che gli è concesso farlo (lo provoca, lo annusa perfino, lo tocca, si sottrae…), e Curvo glielo lascia fare perché l’esperienza gli ha insegnato che è così che può dominarlo (e perché, in realtà, non lo trova del tutto sgradevole, anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura). Ciò che Tyelko fa con il corpo (l’intimidazione, la provocazione, la seduzione), Curvo lo fa con le parole.
È difficile dire chi sia il dominatore (passami il termine), tra i due, o se ce ne sia uno, in realtà.
Ergo, torno a ripetermi: perfetto.

Mi incuriosisce la tua scelta di non utilizzare i segni che codificano il discorso diretto. La punteggiatura e la separazione dei paragrafi (una volta che ci hai fatto l’abitudine) sono più che sufficienti per segnalare la presenza di un dialogo, non sto dicendo che si fa fatica ad interpretare il testo (anche se io, personalmente, leggendo ad alta voce, mi trovo meglio se il mio occhio percepisce prima il cambiamento, così posso regolare il tono di voce… poco male, in ogni caso, alla seconda lettura vado via perfetta), ma mi chiedevo il motivo di questa scelta.

Infine, mi spiace per Edhrail, ma ho adorato l’immagine di Curvo che si diverte a giocherellare col cibo prima di mangiarselo. Povero consigliere, non può sedere al tavolo dei grandi!

Non mi è sfuggita: “Tyelko; chiama, mentre il suono pieno e famigliare di quelle sillabe diviene l’ostentazione d’una vittoria altrimenti insipida.”
Eh, sì, che lo si voglia o no, Tyelko e Curvo sono interdipendenti. Nessuno dei due può far molto senza l’altro!

La butto là: “Quando il consigliere sussulta all’appropinquarsi di Tyelkormo ... Curufinwë può finalmente assaporare una sensazione di vero compiacimento” è perché ora Curvo ha il fratello come testimone della propria vittoria… o perché ha assoggettato il fratello ad essere l’arma della propria vittoria (o un po’ entrambe le cose?). Vedi, è proprio questa ambiguità che mi piace immaginare nel rapporto tra i due, o, comunque, quando si parla di Curvo (per via del fatto che lui nega a sé stesso una gran parte di ciò che è), e tu la rendi benissimo!! O, almeno, io la leggo così.

Concludo con una considerazione generale: è ammirevole (a dir poco) la tua conoscenza della lingua e della storia elfica, di cui fai un uso con una tale padronanza che non si riesce quasi più a distinguere ciò che è canon da ciò che è headcanon, creando una realtà originale ma completamente calata e aderente al mondo ideato dall’autore. Questa è una delle cose che mi piace di più trovare quando leggo una fanfiction (e che io non sono assolutamente in grado di fare, per inciso)!

Ottimo lavoro, Ghev. Vai avanti così!
Los

PS
Pochissimi gli errori di battitura che se vuoi ti segnalo.

Recensore Master
20/01/17, ore 12:04
Cap. 3:

Eccomi qua!
Finalmente oggi sono decisamente meno stordita e posso commentare questo capitolo come merita, o almeno provarci.
Innanzitutto, non hai idea della gioia che ho provato nel vederti aggiornare così presto. Sapevo che eri a buon punto con la sistemazione del capitolo, sì, ma mi ero preparata a un'attesa ben più lunga. Perciò questo capitolo è stata una sorpresa doppiamente gradita. Spero davvero di poter leggere presto il prossimo, perché più questa storia va avanti più la mia opinione che già ti avevo espresso si consolida: questa è la storia sul Nargothrond che volevo. E che voglio. Davvero, Ghev, non avrei potuto chiedere di più. Anche perché, anche qui, ho trovato un sacco di miei headcanon portati alla luce... Niente, qui ci deve essere davvero un qualche collegamento telepatico di cui non siamo a conoscenza XD.
Ma comunque, dopo tutto questo panegirico fin troppo lungo, veniamo al capitolo... E comincio con il rassicurarti, cosa che ho già fatto in altra sede ma repetita iuvant, a proposito di questo Findarato. Findarato che tu dici essere posato dallo stesso Tolkien su un piedistallo, e che invece io trovo pieno di luci e ombre, ombre soprattutto, e che non sopporto proprio perché forse con queste ombre fatica a venire a patti (non è un meraviglioso tragico Feanarion, insomma XD).
Qui tutte le sue ombre, le sue diverse sfaccettature emergono in pieno, invece. E quasi, quasi, riesco a provare una certa empatia per lui, così smarrito, sconfitto nella sua stessa casa, incapace a fronteggiare Tyelko e Curvo che dalla loro hanno persuasione diplomatica, sì, ma anche la forza bruta dei predatori, che è qualcosa di cui Findo non dispone, o ha scelto di non disporre. Ma non è soltanto questo un punto a suo sfavore... Findo viene isolato, lasciato solo. E il modo in cui avviene è terribile.
Parlavo di headcanon condivisi, prima: perché è esattamente così che immagino le ultime riunioni in Nargothrond, pregne di tensione, con Findo che fatica a tirare le fila, con quei granelli di sabbia che, di nuovo, sempre, gli sfuggono tra le dita. Quel che non mi aspettavo, però, nonostante il finale del capitolo precedente, è stato il tradimento di Edrahil.
Vederlo così oppresso, schiacciato dalla presenza dei Feanarioni (o almeno, così lo percepisce Findo, e non fatico a credere sia una visione molto vicina alla realtà) fa davvero stringere il cuore.
In tutto il capitolo non ho fato che pensare all'immagine che dai di lui nel primo: "un cerbiatto nato in un territorio di caccia". Ok, quest'immagine mi aveva particolarmente colpita già allora, ma qui ne ho colto in pieno tutta la crudele verità. Edrahil è un cerbiatto braccato, che non ha scelta. O forse sì, forse l'avrebbe avuta... Chi può dirlo? In ogni caso non è difficile biasimarlo.
E ho passato quasi l'intero capitolo a chiedermi: ma perché proprio lui? Perché lui che parte ora deve tradire? Solo nel momento del perdono ho capito la portata enormemente tragica che avrà la scelta finale di Edrahil, e ho odato Findo per quella sua bugia consolatrice... E al contempo non sono riuscita a biasimarlo. Non ci sono riuscita proprio perché qui siamo nella testa di Findo, e vedere quel ricordo, l'innocenza di Edrahil che lo guida alla scoperta di Nargothrond fa male, fa troppo male.
Ma facendo un passo indietro e tornando alla riunione: Guilin. Ho sempre immaginato, come ti dicevo, lui come un possibile "punto debole" a cui i Feanarioni avrebbero potuto aggrapparsi, proprio in virtù della perdita di Gelmir. Invece qui lo vediamo distrutto, e quel dolore strazia il cuore, ma fedelissimo a Findo e disposto a tutto per lui... Mi chiedo se anche lui non sceglierà di partire, alla fine. Dopotutto, che avrebbe da perdere?
E in tutto questo devo fangirlare un attimo per Curvo e Tyelko: il primo meraviglioso nella sua impassibilità, il secondo un autentico predatore che se potesse sbranerebbe Findo qui e ora XD. Dovrei provare un minimo di empatia per Findarato, credo. Ma non posso farci niente... Li adoro, li adoro e basta.
Così come ho adorato l'incontro a tu per tu tra Findo e Curvo: sono così simili e così diversi, così a loro agio nella diplomazia anche insidiosa... Ma a questo punto Findo è sfinito, disfatto. E Curvo lo sa. E quando gli dà in mano quel fatidico fagotto... Beh, ho avuto un brivido, oltre ad aver infinitamente apprezzato le mani di Curvo... Sei un ottimo osservatore, Findarato, bisogna dartene atto.
Ma con il finale, Ghev, con il finale per poco non ho pianto. Non puoi mettermi Beor così. E Findo... Findo che nei confronti degli uomini io ho sempre visto così orribilmente paternalistico, qui finalmente piange e dà sfogo al dolore e smette di raccontarsi menzogne... È meraviglioso. E dolorosissimo.
E si ricollega alla parte iniziale del capitolo, dove Findo riflette a proposito di quel che significano le differenze in Terra di Mezzo e quanto possa essere doloroso, tanto da rischiare di smarrirsi, abbracciarle in toto.
Credo che potrei dirti ancora molto, molto altro, ma provo a chiudere qui questa specie di commento, in caso so dove ammorbarti XD.
A presto

Mel

Recensore Veterano
18/01/17, ore 17:47
Cap. 2:

Eccomi Ghev!
Oddio, un capitolo interamente dal POV di Curvo…
Ok. Andiamo con ordine XD.

Curvo non ha aspettato nemmeno un giorno per dare il via al suo piano, anzi, alla parte più subdola del suo piano. Trovare qualcosa per ricattare tutti coloro che può ricattare e rivoltare a poco a poco il popolo contro Findo.
Vedere Curvo compiere tutto questo, passo per passo, mi inquieta, per tutta l’astuzia spietata e cinica che ci mette, e mi fa rabbia per tutti coloro che è disposto a usare, a rovinare, pur di riuscire.
È disposto a usare anche i morti, a quanto pare.

Hai reso perfettamente il carattere di Curvo nella prima scena: Curvo che ha già il suo piano preciso in mente, e tutti coloro di cui ha bisogno per realizzarlo devono piegarsi e fare la loro parte, che a loro piaccia o no. Curvo sa che ci saranno benefici anche per loro, e prima o poi se ne renderanno conto.
Non è disposto a fermarsi davanti a nulla, non vuole sentire nessuna obiezione o domanda.
Pochi comandi e poche spiegazioni, e niente domande inutili.

Peccato che Narmaite ci sia abituata e lo conosca fin troppo bene, tanto da non avere nessun problema a fargli abbassare la cresta.
Ho adorato l’atteggiamento tipicamente Noldorin di Narmaite, che non sopporta di essere interrotta metnre sta lavorando, e che fa chiaramente intendere a Curvo che non gli perdonerà questa interruzione.
È una sua capitana e gli è fedele, ma è anche un’artigiana che non vuole essere disturbata mentre crea, e lo fa capire con tutto l’orgoglio noldorin e lo sdegno feanoriano XD.

E non importa se anche ciò che le chiede Curvo è “lavoro”.
È davvero interessante il rapporto tra questi due personaggi: Narmaite sa parecchie cose su Curvo, più di quanto pensavo potesse sapere uno qualsiasi dei suoi comandanti, ne sa quanto pensavo ne potesse sapere solo uno dei suoi fratelli.
E viceversa, pare. Mi chiedo come mai, che cosa li abbia avvicinati tanto.
Liltelenio, poi, chi è? Il marito di Narmaite, forse?
E per restare in tema di questioni di famiglia: Curvo non potrà evitare in eterno di parlare con suo figlio, e forse nemmeno di parlare di suo figlio con Narmaite. Io concordo con lei: a Tyelpo farebbe bene parlare per bene con suo padre. Ma a quanto pare c’è qualcosa che spinge Curvo a non cercare suo figlio, ma a notare semplicemente la sua assenza, che ha lasciato il suo lavoro a metà, e che lo ha lasciato bruscamente. Mi ha colpita come noti ogni piccolo dettaglio, e come ognuno di questi dettagli sembri avere un peso e un significato specifico, per lui. Come se fossero in una lingua che può capire solo lui.


Tornando ai piani di Curvo… Ha letteralmente deciso di scavare nel passato di Nargothrond e tirare fuori gli scheletri…. I nanerottoli. I nanerottoli che i Sindar cacciavano come animali, un particolare che mi ha sempre inquietata.

Curvo ha conosciuto bene i nani, ha avuto il privilegio di imparare la loro lingua e forse anche di lavorare al loro fianco nelle sue fucine.
Immagino abbia iniziato a rimuginare sui nani da quando ha messo piede a Nargothrond: pronto com’è a trovare motivi per detestare Findarato, pronto a individuare tutto ciò che lui ha e che non avrebbe diritto di avere, tutto ciò che lui invece ha perso.
E ora ha messo insieme i pezzi: storie raccontate dai Naugrim su loro fuorilegge di cui si interessano poco,e grotte non utilizzate a Nargothrond per motivi troppo vaghi.
Si è gettato subito a cercare sospetti e significati nascosti dietro ogni stranezza, e purtroppo ha trovato fin troppo presto ciò che cercava.
Pensavo si sarebbe limitato a tenersi la notizia, e invece no, ha visto bene di prendersi anche le prove, magari dicendosi che non stava nemmeno disonorando i nani, dato che si tratta solo di fuorilegge.

È stato furbo, furbo e abile.
Eppure non sono sicura che la sua sia una scoperta così ignota…
I Sindar lo sanno, ovviamente, ma non è detto che nessuno dei Noldor lo sappia, e non è detto che non lo sappia Findarato.

Di sicuro, Curvo e Tyelko sono tenuti d’occhio, almeno, questa è la sensazione che mi ha dato il modo in cui si sono accertati che non volessero uscire, e da come la guardia che li ha fermati, (la guardia che per me ha uno sguardo molto familiare), non era contento di vedere Curvo e Narmaite gironzolare così per le sale.

Tyelko che prende in giro Curvo… Oddio Ghev, io li immagino esattamente, esattamente come li hai descritti.
Gli scherzi che fa Tyelko, il suo insistere fino a ottenere una reazione da Curvo, e le reazioni contenute e scocciate di Curvo, che potrebbe lasciarsi andare e ricambiare i dispetti ma non lo fa: per me sono proprio così quei due!
Tyelko poi ora ha bisogno di qualcosa che lo distragga, e fare i dispetti al fratellino è sempre un modo divertente per distrarsi un po’ :P.
Per i piani strategici di Curvo c’è tempo.

Una parentesi anche sul fastidio che Curvo prova per la supervisione di Huan: Curvo non vuole che nessuno gli impedisca di stare dove vuole stare, che sia in giro per i corridoi di Nargothrond, oppure assieme a suo fratello. Mi chiedo se sia sempre così ostile a Huan, oppure solo quando vuole la compagnia di Tyelko solo per sé.

Il modo in cui mettono in atto l’idea di Curvo alla fine mi ha fatta rabbrividire!
Danno decisamente del loro peggio, in tutti i sensi.
Chiudono Edrahil in una trappola, usando tutti i mezzi che hanno: i gesti, il tono di voce, lo sguardo, le accuse e le minacce.
È tutto perfettamente orchestrato, tutto perfettamente programmato. Ed è inquietante come scena!

Edrahil conosce sì i Noldor, ma non è abituato a questo lato più astuto di loro, né tanto meno al lato subdolo di Curvo e Tyelko nello specifico, e purtroppo non è riuscito a sottrarsi alla trappola.
È inquietante come Curvo, che è abituato a controllare leproprie espressioni e anche a leggere quelle degli altri, scopra in anticipo che Edrahil cadrà nella trappola solo guardando le espressioni che passano sul suo viso.
Tyelko, da parte sua, ci mette il suo lato predatore, oltre alla retorica. E la cosa gli piace, si vede…

Devo dirlo, non avevo mai provato a pensare a Edrahil come sinda, e quindi nemmeno a lui come guida di Finrod nella sua prima visita a Nargothrond, ma questa idea mi incuriosisce tanto!
Edrahil avrà di sicuro voluto tacere il passato di quelle caverne perché era passato, perché ormai conoscevano i nani e non avevano più notizie dei nanerottoli. Finrod era un parente del loro re, un noldo intenzionato a costruire un regno di pace simile al Doriath, e questo a loro forse è bastato per voltare pagina.

E mi chiedo cosa farà Edrahil ora: non volterà le spalle a Findarato, questo è sicuro. Mi chiedo se gli dirà tutto, oppure se tenterà di sabotare in qualche modo il piano di Curvo e Tyelko…
Anche se questa seconda ipotesi è resa più difficile dai ricatti che hanno usato quei due. Capitolo davvero bellissimo anche questo, Ghev!
Mi è davvero piaciuto vedere nel dettaglio l’inizio di queste vicende, delle trame di Curvo e la reazione del popolo di Nargothrond.
Sono curiosa di vedere come si svilupperà ogni dettaglio e di seguire il filo di ogni trama!

Anzi, corro subito a leggere il prossimo capitolo!

A prestissimo!
Tyelemmaiwe

Recensore Veterano
11/01/17, ore 19:47
Cap. 2:

sei tornaaaaaaaaatah *____* no, vabbeh,forse ti ho già detto che ti adoro, ma continuo a ripeterlo: ti adoro. e particolarmente dopo questo capitolo, peraltro (più avanti spiegherò nei dettagli il perché e il percome)
btw, inizio col dire che mi piace Narmaite, un po' per la maniera in cui si inserisce nel contesto senza appensantirlo, il che è particolarmente ottimo per un OC (e a proposito, grazie per il ruolo che le hai dato, nel fandom inglese sembrano tutti assumere di default che gli elfi avessero una società misogina, senza che peraltro questo sia canon, anzi! argh), un po' per il rapporto molto carino che ha con Curvo: certo, lei è comunque di rango inferiore e lui è pur sempre un principe, ma la vede come una collaboratrice e una collega "alla pari" e questo mi fa immensamente piacere **
e oddio, il pensiero che Curvo rivolge a Tyelpo <3 mi fa piangere pensare che questi sono i primi segnali della "spaccatura" che si creerà tra di loro, il fatto che comunque rimanga sempre sulle proprie posizioni, e che mantenga sempre in sé quella lucidità così fredda (ah, quando pensa che le preoccupazioni non dovrebbero inficiare sul lavoro! çç), anche di fronte al suo unico figlio e alle sue preoccupazioni ... no, davvero, mi fa venire le lacrime.

so che era un dettaglio ai fini della descrizione di altro ma davvero, è meravigliosa la descrizione che fai del manipolo di cacciatori amici a Tyelko (mi fanno tornare in mente la tua storia, ambientata poco prima del Fratricidio del Doriath çç), e di come Tyelko si sia imposto come loro capo ... è bellissima, davvero.
e mio dio, la scoperta che fanno Narmaite e Curvo! (comunque, l'uso del Khuzdul è perfetto, davvero, amo come tu abbia mescolato le lingue così sapientemente *^*) eh, sì, le aule di Finrod sono moooolto più antiche di quanto non si creda, e i Casari che sono venuti lì a scavare per conto di Finrod non sono gli abitanti originari di quelle caverne ...
e mio dio, la affermazione di Curvo, che cade gelida come una condanna, quel "Lo sanno, e fingono di essersene dimenticati, ma noi glielo rammenteremo" ... mamma mia. e davvero,ti adoro per esserti ricordata questo particolare, è qualcosa che troppi si dimenticano (soprattutto la gente del fandom che continua a sostenere che i Noldor sono malvaggggggggy conquistatori e i Sindar povere creature innocenti e senza macchia ^^^^^^^^^^^^^^^^^ non dico che i Noldor non abbiano le loro colpe, ma ritenere i Sindar senza peccato, quando anche loro ne hanno fatte, e di tante, ah!)
e oddio, fa una certa impressione pensare che i Casari amici di Finrod siano andati a scavare quelle aule in quello che è, a tutti gli effetti, una sorta di antico cimitero ... ç__ç non che loro,o Finrod, lo sapessero, però (comodo, per i Sindar, fingere di scordarsi che per certi versi sono stati atroci quanto i Noldor coi Teleri ad Alqualonde ...ma a quanto pare conta solo quando ti toccano i cugini prossimi LOL)
e Tyelko <3 il mio adorato lupetto <3 mamma mia quanto amo le sue descrizioni, il modo in cui punzecchia il fratello ... è semplicemente perfetto, e quando gli parla del fatto che da piccolo non si è mai abbassato a lottare nel fango! quanto lo amo **
mi piace anche tanto quei piccoli tocchi che dai alla sua descrizione, la pelle lievemente abbronzata dal sole, il fatto che gli manchi la pioggia   e l'aria aperta ... è tutto così /Tyelko/ che semplicemente mi fa venire i brividi **
(dio mio, Curvo che guarda con fastidio Huan mi spezza il cuore, oddio ... pensare che per lui altro non è un rimasuglio dei Valar, un impiccio che cerca di distoglierlo dal fratello ... che dolore, mio dio)
e niente, amo come Curvo ricordi il fratello, col suo atteggiamento così predatorio, in battaglia **

oddio, Edrahil xD la descrizione che ne dà Curvo è impietosa, ecco, è vero che è molto filtrata dal suo pov, comunque è davvero interessante notare come il tentativo di Finrod di integrare la cultura noldorin e sindarin (pure nell'abbigliamento) non appaia altro che inutile ed eccessiva agli occhi di Curvo <3 è sempre il solito, il mio ragazzo <3
comunque, adoro le parole di Curvo, così dure e dirette (e sono d'accordo con lui, c'è da dirlo xD), sul fatto che i Sindar si arroghino di chiamare /loro/ assassini, quando i Noldor dal canto loro non hanno mai nascosto le loro colpe, non si sono mai sognati di nascondere il fatto che hanno le mani sporche di sangue, a differenza degli oh-così-innocenti Sindar.
amo come Curvo giochi con lui, esattamente come il gatto fa col topo *0* diamine, Curvo è totalmente immerso nel suo elemento, nei giochi di potere e della politica, che la scena non può altro che risultare perfetta, ecco. e il fatto che si giri e rigiri tra le mani il più fidato consigliere di Finrod, che finirà per dare la sua vita per lui, mamma mia ... e che non possa far altro che spingere Edrahil sempre più in trappola, con le sue stesse affermazioni.
e Celegorm che sbuca fuori per minacciarlo, omg. non dovrei data la natura poco, ehm, carina, di entrambi, ma davvero non sai quanto mi abbia fatto fangirlare questa cosa <3 li hai descritti perfettamente, entrambi, il modo in cui riescono a rigirarsi la gente del Nargothond (mi sono sempre chiesta il perché di un cambiamento di opinione così repentino da parte degli abitanti del Nargothrond a favore di Curvo ... dio mio, è assolutamente perfetto)
e il modo in cui Celegorm scivola lì di soppiatto, e gli posa il fagotto in grembo ... nulla, è perfetto, davvero **
dio mio, davvero, li amo, e amo come li hai caratterizzati, tutto ... davvero, non so come altro esprimere il mio entusiasmo, tutto questo mi ha ridotta tipo a un budino in preda al fangirlaggio compulsivo **
davvero, grazie, grazie mille per aver scritto questa meraviglia! :*

Feanoriel

Recensore Master
02/01/17, ore 22:58
Cap. 2:

Gheeeev!
Oddio, che bel regalo mi hai fatto! Ho già sproloquiato orribilmente in altra sede, ma lo ripeto: sono commossa. E soprattutto tanto, tanto felice di poter leggere finalmente questo tanto sospirato capitolo!
Questa è esattamente la storia sul Nargothrond che avrei sempre voluto leggere. Io non lo so, Ghev, ci sarà un qualche oscuro collegamento tra i nostri cervelli. Ma Tyelko e Curvo sono precisamente come li immagino io in questa situazione. Sul serio, certe scene, certe immagini, certi dettagli anche apparentemente piccoli li sento così incredibilmente miei, ed è bellissimo.
Ma andiamo con ordine o, almeno, ci provo... Perché come al solito so già che farò un pasticcio.
Già l'inizio mi ha colpito, perché è qualcosa a cui penso spesso anche io: le immense fucine di Nargothrond, quasi stranianti in confronto alla forgia a cui è abituato Curvo, uno spazio più raccolto, quasi intimo. E Narmaite... Come sai è un personaggio che mi incuriosisce particolarmente (e infatti ho drizzato le antenne nel sentir nominare qualcuno che la riguarda e che però sembra argomento tabù, le ipotesi fioccano) in ogni caso, mi intriga molto il rapporto che ha con Curvo: può prendersi libertà che, dal mio punto di vista, non sono concesse a molti: a lei è dato di criticarlo, di contraddirlo, almeno fino a un certo punto. Ci sono dei limiti, ed entrambi sanno rispettarli a dovere. Almeno, questa è l'idea che mi sono fatta, al momento.
Così come credo che tra lei e Curvo vi sia una fortissima complicità,o quanto meno una conoscenza profondissima... Insomma, Curvo è stato quasi sul punto di cedere e fare confidenze di carattere personale (cosa che, per inciso, avrei pagato per sentire) e, benché si sia trattenuto, ho l'impressione che Narmaite abbia colto molto di quello che lui voleva dire. Del resto non era difficile: Curvo, con tutte le sue maschere, a volte riesce a essere più trasparente di quanto non creda. Basta guardare i suoi gesti, infatti, per cogliere tutta la preoccupazione che nutre per Tyelpo... E quella frase pronunciata involontariamente poi... Beh, parla chiaro. Anche se non vedo l'ora di assistere a un confronto padre/figlio, per quanto sappia già che sarà straziante.
Sarò io a essere particolarmente sensibile quando si tratta di immagini relative alla caccia, ma l'immagine dei cacciatori che seguono Tyelko come i lupi (e il sottile velo di disprezzo di Curvo all'idea) per me è qualcosa di meraviglioso. E di nuovo, si coglie quella "presa a prestito" di termini tra Tyelko e Curvo di cui parlavamo tempo fa, e che mi piace tantissimo.
Altra cosa che ho adorato, e che speravo davvero di trovare in questa storia, è l'aria di tensione, di complotto che permea il racconto: quell'atmosfera così tesa, soffocante, e così "giusta", giusta per il luogo e il momento, intendo, e che non è affatto facile da rendere. Davvero, non ho mai trovato qualcosa che mi soddisfacesse così tanto, sull'argomento e basterebbe questo a farmi saltellare di gioia.
Sono rimasta sulla corda nel vedere Curvo e Narmaite portare alla luce il segreto celato sotto le caverne del Narog... Segreto di cui avevamo velatamente parlato, ma di cui non avrei mai pensato che Curvo sapesse servirsi tanto abilmente. E no, fino alla fine del capitolo, fino a che Tyelko non ha posato sul tavolo quel famigerato fagotto, non ho capito quale fosse il piano di Curvo. Un piano perfetto, perfetto e crudele. Assolutamente Curufinwiano. Splendido.
E già che ci sono spendo anche due parole per la descrizione delle caverne che si fanno via via più inesplorate, meno domate dalla mano di Eldar e Naugrim... Davvero, riuscivo a sentire l'odore della terra, il rimbombo cupo del Narog... Insomma, complimenti.
E già che ho parlato di terra, veniamo a Tyelko, Tyelko che mi ha fatta fangirlare come non ci fosse un domani (a parte il fatto che... Cosa non è con quella camicia che si arriccia e si solleva e i capelli che ricadono? Ghev, cosa mi fai?) ma comunque, quella selvaticità che sprigiona, quella sensazione di belva in trappola pronta a scattare... È lui, è decisamente lui. Ed è stupendo.
Ho adorato come senta la mancanza della terra, di qualsiasi cosa che sia naturale, naturale e sì, anche sporca. Tanto da invidiare i residui di terra addosso a Curvo (Curvo che invece non li sopporta, lui che è impeccabile come un gatto). Mi incuriosisce questo modo di sopperire alla noia e alla reclusione con il vino... È qualcosa che non ho mai associato a Tyelko, ma che invece trovo calzi a pennello. Già nel primo capitolo il vino era presente, ma qui diventa qualcosa di indispensabile, di cui Tyelko quasi non può fare a meno.
E Huan... A parte il fatto che sia qui che nello scorso capitolo lo vediamo sdraiato sui tappeti e sprigiona un senso di apatia tremendo, almeno secondo me, ma quello sguardo di sospetto che Curvo non sopporta: beh, come non capirlo!
E infine, il clou: non dovrei amare Curvo e Tyelko mentre minacciano Edrahil, vero? E invece lo faccio. Adoro ogni definizioe che Curvo dà dei Sindar, e sono curiosissima di vedere come agirà Edrahil ora... Sappiamo che resterà fedele a Findo, ma questa questione... Beh, apre nuovi scenari decisamente interessanti e non mi resta che vedere come si svilupperà il tutto. Ti prego, Ghev, non farmi attendere troppo per il prossimo capitolo!
E per quanto riguarda Findo: ho idea che per lui le cacce ai Naugrim non siano poi tanto un segreto, ma questa è la mia parte cinica e anti-Findo che parla, nessuna ipotesi razionale. Anche se sarebbe bello vederlo con un bel sorriso serafico: "vedete, miei cari cugini, io sapevo già tutto!" XD.
Chiudo qui questa sottospecie di recensione, e, di nuovo, grazie per il capitolo, grazie per averlo postato proprio oggi, grazie per la dedica, per tutto. Ovviamente io sono sempre qua, per chiacchiere e confronti vari... E davvero, stai andando bene, sii più sicura di questa storia e di te!
Un abbraccio

Mel

P.S.: ho apprezzato tantissimo certi riferimenti alle lingue: il Noldo che parla Sindarin come fosse la sua lingua madre, e il Khuzdul visto in ottica Noldorin... Queste cose, lo sai, mi mandano in brodo di giuggiole!

Recensore Veterano
26/12/16, ore 21:49
Cap. 1:

Ciao Ghev!
Eccomi a recensire il primo capitolo di questa long su Nargothrond!
Sono strafelice che tu abbia cominciato questa storia: l’argomento mi incuriosisce, i POV ancora di più!
Già solo questo primo capitolo mi èpiaciuto tantissimo, ci sono tantissime cose che mi hanno colpita!

Proverò ad andare con ordine seguendo i quattro POV XD.
Innanzitutto, mi è piaciuto che in questo primo capitolo siano comparsi tutti e quattro. Hanno contribuito tutti a introdurre il tema della storia, e a far entrare nell’atmosfera della situazione.
E soprattutto è stato bello sentire subito tutte e quattro le voci, sentire subito i sentimenti di ciascuno dei personaggi protagonisti nel momento in cui tutta la vicenda ha inizio.
E’ stato un dettaglio che ho davvero apprezzato.

Per primo Tyelko: ho adorato come hai intrecciato la battaglia appena persa con l’odio per il Nargothrond!
Tyelko non ha sopportato la fuga a cui è stato costretto, non ha sopportato di avere perso le sue terre e di aver perso una battaglia contro i servi di Morgoth.
Aveva fatto suo scopo quello di lottare contro quelle creature, di ucciderne il più possibile con tutta la ferocia della belva che sa essere eppure è dovuto fuggire.
E questa fuga è resa ancora più umiliante dal rifugio a cui si è dovuto adattare: sotto terra, troppo chiuso e troppo soffocante per lui.

Sono d’accordissimo con questa visione di Tyelko: lo immagino anche io sempre a pattugliare i confini, sempre in azione. Come in Aman era sempre nei boschi, attento a ogni movimento per diventare un cacciatore sempre più abile, ora usa la stessa bilità, la stessa attenzione ma come guerriero, per scovare qualsiasi essere di Morgoth osi entrare nel suo territorio.

E a qualcuno così un luogo come Nargothrond non può non stare stretto, anche se fosse il luogo più sobrio e arioso tra tutte le dimore sotterranee.
A Tyelko sembrerà sempre troppo pieno, ogni colore sarà reso troppo vivido dalla luce delle torce e delle lampade, ogni odore non potrà non risultargli troppo amplificato, e lo stesso per i sapori.
Lui è abituato ai rumori, ai sapori e ai colori delle foreste e della natura, che sono intensi sì, ma smorzati dall’aria libera.

Ma la cosa che mi ha colpita di più è come questa insofferenza per ogni cosa cresca sempre di più, fino a rendergli insopportabile qualsiasi cosa e fino ad esplodere nel desiderio che tutta Nargothrond finisca distrutta, spazzata via con tutti i suoi abitanti.
È inquietante come Tyelko sia talmente frustrato, talmente al limite da lasciarsi cullare dalla rospettiva di assistere alla morte e alla distruzione di tutta quella città.
Ci è appena arrivato e già la odia fino a questo punto.
È diventata la sua prigione, la prova concreta che hanno perso e che non può né sapere qualcosa dei suoi fratelli né fare qualcosa per ottenere una rivincita.

A questo punto, mi sto ritrovando a chiedermi tra quanto Findarato chiederà/permetterà/si ritroverà ad accettare che Tyelko e Curvo vadano a caccia di lupi ai confini.

Passando a Curvo: lui invece di odori e sapori si concentra sulle forme. Lui che è un artigiano, un esteta, il figlio di un artista, non può non far caso a ogni forma, a ogni decorazione, a ogni mobile, a ogni singolo dettaglio di Nargothrond e di ciò che si trova all’interno delle sue sale, persone comprese.
E ovviamente anche lui detesta tutto ciò che vede: sentirlo definire “pacchianissimo” il gusto di Findarato non mi ha sorpresa per niente.
Mi aspettavo che ogni cosa ai suoi occhi sarebbe stata eccessiva, troppo grande, o troppo sgargiante, o troppo elaborata, o con troppe gemme.

E stessa cosa, ci mancherebbe altro, per le sue orecchie.
Il pezzo in cui Curvo soffoca a stento l’irritazione per il Sindarin che è usato costantemente a Nargothrond, per non potersi rifiutare come ha sempre fatto di sottostare al bando di Thingol è semplicemente perfetto, e altrettanto lo è il momento in cui il cambio di lingua da parte di Findarato viene interpretato da Curvo come un modo per rabbonirlo, per raggirarlo forse, con la scusa della lingua madre comune. Non è un punto di contatto, ma l’ennesima arma politica ben usata da Findarato, come del resto agli occhi di Curvo sono anche il Sindarin usato per tenersi buoni i sudditi Sindar, e i modi cortesi ed eleganti per fare buona impressione.

E a proposito dei Sindar, interessantissima la descrizione di Edrahil visto dagli occhi di Curvo!
Edrahil è veramente diffidente nei confronti di Curvo, perché sa di avere davanti un noldo che non è disposto ad adattarsi come Findarato, uno che disprezza i Sindar e il loro sovrano. Ed Edrahil reagisce in modo diverso dai due noldor, come nota Curvo: non ha mai vissuto nella sicurezza di una terra protetta, ed è abituato alla prudenza sempre, a stare sempre all’erta, in qualche modo.
Curvo vede in Edrahil un’altra “vittima” della politica di Findarato, che inganna con una falsa amicizia coloro che ha attorno a sé.
È convinto che sia facile ingannare i Sindar, quando in realtà forse dietro non c’è nessun inganno: in fondo ai Sindar vivere a Nargothrond potrebbe andare bene quanto vivere a Menegroth: pur di essere al sicuro e sentire una protezione vera tra loro e la guerra.
Davvero interessante!

Insomma, a quanto pare è già cominciata la lotta per il potere: Curvo vede ogni mossa di Findo come una mossa contro di lui e Tyelko, quando intanto Curvo stesso si è già inserito nella vita e nei progetti della città, e di sicuro non per aiutare spassionatamente il cugino a migliorare la sua fortezza.

Findarato invece da parte sua sta cercando di tenere tutto insieme, di mantenere l’equilibrio tra tutto ciò che ha, tra tutti coloro con cui ha a che fare.

Cerca di fare ciò che può per accontentare tutti, per non scontentare nessuno eppure cercare di tenere insieme il suo regno, tenerlo protetto e al sicuro con tutti i suoi sudditi.

In parte penso non gli costi fatica adattarsi, scoprire nuove lingue e nuovi usi e provarli lui stesso, inserirli nella sua vita quotidiana e in quella della sua città sotterranea.
Ma in parte anche lui è noldo, e quindi orgoglioso. E poter usare il Quenya, poter arricchire e rendere sempre più bella la sua fortezza sono cose a cui non rinuncia, sogni che ha realizzato e che non vorrebbe vedere distrutti.

Findarato sente tutto il peso di ciò che sta succedendo ai Noldor e a lui in particolare, ma al contrario di Curvo, invece di reagire con la vendetta, lui aspetta, e a si sente soffocato dal pensiero di ciò che sta arrivando e che non può evitare.
Non può evitare la Sorte dei Noldor, e non può evitare il giuramento che ha prestato e che sente si sta avvicinando.

Ho amato il modo in cui hai reso il dolore e la disperazione di Findarato che aumentano mano a mano…
Prima col ricordo di Aman, e dei genitori, poi dei fratelli che ha perso e della sorella lontana, e poi con il ricordo degli uomini, di quelli che sono morti e dell’uomo a cui ha prestato giuramento.

La metafora della sabbia che gli sfugge lentamente dalle dita è perfetta: sta perdendo tutto ciò che ha amato e sognato, sta perdendo ogni cosa e sta sacrificando ogni cosa, e sente ogni grano che scivola via.
Eppure, da noldo qual è, continuerà per la sua strada fino alla fine.
E ora ha davanti Curvo, un nuovo elemento che dovrà tenere in equilibrio, un nuovo enigma che dovrà capire per sapere come muoversi nel modo giusto e non far crollare tutto.

Ho amato davvero profondamente questa parte, Ghev, sul serio, mi ha fatto salire le lacrime agli occhi!
Tutti i dettagli che hai inserito sul passato di Findarato, o sul suo rapporto con i fratelli (l’accenno alla lettera di Aegnor, con quel particolare della sua scrittura mi ha spezzato il cuore), sono tutti dettagli meravigliosi!

Poi, devo dirlo, vedere Findarato con la Nauglamir e vestito di verde per me è stato il top!
Anche per come hai collegato il verde agli smeraldi.
E a proposito degli smeraldi, la spiegazione del simbolo dei serpenti mi è piaciuta tantissimo!

Vedere lo stesso momento dai due punti di vista diversi è stato meraviglioso, Ghev, davvero meraviglioso, un un confronto dei due personaggi perfettamente riuscito!

E infine Tyelpo.
Ho amato anche la sua resa, è esattamente come lo immagino io: più pacato del padre, senza né la sua ambizione né la sua voglia di vendetta.
Tyelpo è più sognatore, e più incline al ricordo, anche.
Il modo in cui i ricordi degli zii riaffiorano continuamente nella sua memoria, facendo aumentare la sua angoscia e la sua preoccupazione per loro lo dimostra

Il suo ricordo della battaglia è straziante, perché per quanto l’abbia vissuta lontano dalla mischia più cruenta, ha comunque vissuto tutta l’angoscia di non sapere dove fosse il padre, e nemmeno di dove fosse lo zio.
Immagino che Curvo lo abbia lasciato in quella postazione per tenerlo al sicuro, ma questo non ha impedito a Tyelpo di capire la gravità della situazione e di sentire la paura.

Non mi aspettavo poi di vedere Ilwarato con lui!
La dinamica tra Tyelpo e i capitani di suo padre e suo zio è stata davvero molto interessante: un momento in cui la tensione non è nel combattimento vero e proprio, ma nel capire cosa fare, nel seguire la volontà di due capitani come Tyelko e Curvo.

Tyelpo alla forgia poi mi ha intenerita tantissimo: è perso negli ultimi eventi, sta cercando di capire quanto è cambiato per lui, cosa ha perso e cosa lo aspetta ora.
E l’unico luogo dove può trovare la calma e la sicurezza per raccogliere i pensieri e affrontare tutti i ricordi che ritornano è la forgia.
Ho amato i suoi pensieri su quanto ami lavorare alla forgia, quanto sia rassicurante per lui, indipendentemente dal luogo in cui si trova! È assolutamente lui: come trova confortanti i suoni, i gesti che conosce tanto bene.
E ho amato anche l’accenno ai nani.


Mi chiedo se Tyelpo senta anche che il padre e lo zio stanno cominciando a tramare qualcosa, fosse solo per avere il permesso di uscire e mettersi in contatto con gli altri feanorioni.

Per quanto Narmaite provi a confortarlo con il suo piglio più pratico, Tyelpo mi sembra comunque aver bisogno del suo tempo, e mi sembra anche che in cuor suo speri di trovare in quel luogo protetto la possibilità di raccogliere le fila della sua situazione, di tutto ciò che è successo e potrebbe ancora succedere. Vuole avere la certezza di poterselo prendere davvero questo tempo.

Complimenti davvero per questo primo capitolo, Ghev!
È pieno, ma veramente pienissimo di dettagli e di spunti interessanti, di dialoghi e scene intensissimi, di tutti i momenti che speravo di vedere all’inizio di una storia su questo periodo della Prima Era!

Ho amato la resa di tutti e quattro i personaggi protagonisti, davvero di tutti, e ho amato poterli vedere sia dal loro POV, sia da quello degli altri!
È qualcosa che adoro trovare in una storia.

Aspetto il secondo capitolo con grandissima curiosità!

A prestissimo!
Tyelemmaiwe

Recensore Junior
03/11/16, ore 20:06
Cap. 1:

Ho finalmente un po' di tempo per lasciare il mio commento a questo meraviglioso prologo.

È molto lungo e avendo paura di dimenticarmi qualcosa (cosa che probabilmente farò in ogni caso), cercherò di seguire punto per punto il racconto.

Cominciando col punto di vista di Tyelko, ottimo per aprire la storia. È tramite i suoi occhi che ci dai una prima visione di Nargothrond. Tyelkormo in gabbia, con Huan accanto a lui nelle stesse condizioni. Con lui proviamo, chiarissima, la sensazione di essere fuori posto. Non ci si ritrova in niente, non negli odori, non nell’architettura, non nelle bevande, non nella politica di chiusura. Non è giusto il linguaggio, non lo sono i suoni, né i sapori. Tutti i sensi di Tyelko sono aggrediti al punto che, nel suo bisogno estremo di libertà, lui arriva a immaginare la distruzione di quel luogo in cui tutto è sbagliato.
Adoro la descrizione che ne fa, di quel luogo, che ti fa chiedere: è davvero così o sono "solo" le impressioni che ne ha lui? Davvero c’è uno scarso ricircolo d’aria (tanto per sceglierne una tra le molte di quelle sensazioni), o è la claustrofobia del cacciatore che accentua il suo disagio?
E in questa attesa, che è noia portata all'esasperazione, Tyelko non ha niente da fare se non aspettare che Curvo cominci il suo gioco per prendervi parte. Come pedina di suo fratello? Così sembrerebbe… ma ho i miei dubbi.

Il flashback sulla presa del passo e sulla “fuga” dei Fëanárioni è perfetto, e non uso questa parola a caso. Mi ha dato proprio l’impressione che non ci sia una singola parola di troppo o una che manchi. E questo mi ha fatto pensare a come tu abbia adeguato il tuo stile, che spesso si avvale di una straordinaria varietà di vocaboli scelti con molta cura, allo stretto necessario, per rendere giustizia a una scena concitata (era una cosa che avevi cominciato a fare già da qualche tempo, mi sembra, ma qui l’hai affinato ancor meglio).
E poi, stile a parte, c’è l’interazione tra Tyelko e Curvo, due personaggi che tu scrivi magnificamente, sia presi singolarmente, che quando interagiscono. La furia del primo, sempre più travolgente, e la capacità di fermarla del secondo (ancora).
Infine, mi incuriosisce questo nuovo personaggio, Nármaitë, un capitano “lei” che, a giudicare dal nome, presumo sia con loro da prima dell’esodo e che sembra avere una grande confidenza con i due, soprattutto con Curvo. Intrigante.
(Ed è strano, per me, vedere Curvo salire a cavallo con lei, accettare la sua mano. Dato che le nostre visioni coincidono per tanti aspetti, quando poi si trovano a divergere rimango sorpresa! "Piacevolmente" è superfluo, ma te lo dico lo stesso)
Avrei tanto da dire ancora su questo pezzo (a cominciare dalla descrizione dell’orda che cala), ma come sempre rischio di eccedere, quindi procedo.

Così passiamo a Curvo e a ciò che lui "registra" di Nargothrond. I particolari architettonici, e quelli decorativi. Vede tutto ciò che macchia la purezza Noldorin, gli influssi dei Casari, dei Vanyar, dei Sindar. Eccesso e mescolanza di culture che lo irrita, e che trova rispecchiate nel suo Re.
Questo modo di vedere la stessa realtà (il Nargothrond) da punti di vista diversi ti è riuscito molto bene. È una delle cose che ho apprezzato di più di questo prologo.
E anche mi è piaciuta molto la percezione che ha Curvo della lingua Sindarin: "sillabe vuote". La trovo assolutamente appropriata al personaggio. Per non parlare dello sprezzo con cui definisce i Moriquendi: “privi di aspirazione che non sia la mera sopravvivenza”.
Un altro potrebbe vederci onore nel riuscire a sopravvivere in una terra ostile, nell’aver rifiutato (o nell'essere discendenti di coloro che hanno rifiutato) di farsi servire un destino preconfezionato, di voler arrivare con le proprie forze alle proprie conquiste. Lui no. Lui vede (o vuol vedere) solo quella che interpreta come inferiorità.
E poi, quando comincia il gioco, è spettacolo puro! Findaráto apre la partita, col suo sorriso, il suo passaggio al Quenya, l’adulazione. Curvo conosce la sua tattica (o così crede) e risponde col suo contrattacco. Molto, molto ben reso. Ecco l'altra cosa che ho apprezzato sopra tutte.

Un paio di cosette sulla Nauglamír. Primo, mi è piaciuto l’effetto che ha su Curvo: non può accettare che tale gioiello si al collo dell’Arafinwion, vero e proprio affronto all'eredità di suo padre, ma mi è sembrato di leggere anche una punta di ammirazione, come se suo malgrado non possa negare che il gioiello conferisce qualcosa a colui che lo porta (fascino, potere, prestigio?). Ma forse questo me lo sono immaginato, perché rileggendo in effetti non ho trovato il punto.
L'unica cosa su cui la mia visione si discosta, è il fatto che Findaráto, a detta di Curvo, "ignora il nome, il taglio, la lavorazione delle gemme". Credo che (per vari motivi di cui forse avevamo già parlato, primo fra tutti la curiosità che lo anima, ma anche altri meno nobili) Findaráto sapesse, se non eseguire perfettamente, senza dubbio riconoscere il lavoro dell’orefice.
E già che parliamo di dubbi, mi sono chiesta: perché le torce a Nargothrond? Perché l'olio che brucia invece delle Lampade? Non sono riuscita a intuire il motivo di questa scelta che, conoscendoti, deve avere delle ragioni precise.

Il passaggio al punto di vista di Findaráto avviene proprio al momento del suo passo falso. Mi è piaciuta la descrizione di Curvo visto attraverso i suoi occhi. Ho apprezzato in modo particolare quella ripetizione: "è difficile ricordare che si tratta di lui, di lui e non di Fëanáro". Come se dovesse ripeterlo a sé stesso per crederci.
Ci troviamo in presenza di un Findaráto segnato dalla battaglia e dalla perdita dei fratelli di cui si sente responsabile, quasi… confuso. Ma solo per un istante, poi si riprende, e crede di aver trovato il modo di insinuarsi tre le maglie della corazza di Curvo e di riportare il gioco in parità.
Quanto finge, viene da chiedersi, e quanto è sincero? O meglio, quanto sta usando la sua sincerità per raggiungere i suoi scopi? E sono proprio queste le domande che mi aspetto uno si faccia quando si parla di Findaráto. Davvero ben fatto, Ghev!

E finalmente abbiamo Findaráto solo a riflettere sulla sua caducità. È tragica e tenera insieme, questa immagine della vita che gli sfugge via tra le dita come sabbia, e mi è piaciuto il significato simbolico che attribuisci allo stemma della casata di Arafinwë. Mi sono spesso chiesta come si potesse interpretare, qui mi sembra che tu lo intenda come la capacità di adattarsi alle situazioni senza mai rinnegare sé stessi.
Prima di abbandonare il suo pov, ecco la terza percezione di Nargothrond, quella di Findaráto, che lo intende come casa, rifugio per genti di ogni retaggio unite da un sogno, sotto il suo stemma. Condivido questa visione come una parte dell'iniziale spinta di Findaráto nella costruzione del suo regno (poi, come forse ti dicevo, a questo punto della storia, nel mio hc, Nargothrond è diventata una "prigione" prima di tutto per il suo Re).

Ed eccoci giunti al quarto elemento in gioco. Tra parentesi, la dice lunga il fatto che mentre Tyelko e Tyelperinquar sono presi singolarmente, all'inizio e alla fine, il centro del prologo sia un intreccio dei pov di Curvo e Findaráto. Sarà così il tuo racconto? Personaggi che ruotano attorno alla coppia che, passami la pessima metafora, danza al centro del salone?
Ma torniamo a noi. Questo pezzo su Tyelpe è davvero ricco di talmente tanti spunti che potevi farne un capitolo a sé stante! (Sei troppo "densa" Ghev!! Hai troppe belle idee e rischi di mandare il lettore in sovraccarico!! Intendiamoci, per me è una goduria, ma anche a me, se non sto attenta, rischiano di sfuggire delle cose, e son cose così belle e importanti che sarebbe un peccato). È bello l'accenno alla scrittura dei Casari, al fatto che Tyelpe cerchi di decifrarli (qui emerge il senso di inadeguatezza nei confronti del padre), è bello il ricordo della moglie di Carnistir (ti chiedi quale ricordo abbia Tyelpe di sua madre, se lei gliela rammenta, se lui la paragoni alla madre per le scelte che ha fatto), è bella la svista di Tyelpe, un errore che lo mostra fragile, in un mondo in cui la fragilità è la prima delle debolezze, ed è bellissima, di nuovo, la figura di Nármaitë, efficiente e brusca, che lo redarguisce e allo stesso tempo si vede che ci tiene a lui (e mi fa pensare a quanto assomigli a Curvo in questo, un voler bene che non riesce a venire espresso, e mi fa ripensare al rapporto Curvo/Nármaitë che abbiamo visto all'inizio e ci metto una / di proposito, in tono provocatorio).
È tutto stu-pen-do.
Ed è TROPPO per essere inserito alla fine di un prologo di cinquemila parole in cui ogni singola frase ha meritato tutta l'attenzione del lettore.

E poi il finale, di nuovo in battaglia, la resa vista dal punto di vista di Tyelperinquar, resa che si fa reale solo quando lui vede Tyelko che volta le spalle al passo. Che scena! l'ultimo ad arrendersi, che arriva a piedi e coperto di sangue accompagnato da Huan. Riluttante? Sarebbe dir poco. Contro la sua stessa natura.
E non credere che mi sia sfuggito quello sguardo di Curvo sul figlio "un vaglio gelido dell'anima". Cosa vuole trovarci in suo figlio, Curvo? Sé stesso? (O forse è quello che NON vuole trovarci?).
E come non spendere una parola si Ilwaráto, che sembra essere per Tyelko ciò che Nármaitë è per Curvo.
Troppo. Perfetto. Ho finito le parole, come vedi.

-

Concludo e riassumo.

Un bel lavoro davvero. Corposo. Accurato. Non ci si poteva aspettare altro da te, eppure ogni volta rimango sorpresa, perché non ripeti mai te stessa e affondi sempre più in profondità nel Legendarium per estrarre nuove idee e nuove visioni.
Trovo migliorata la tua capacità stilistica e quella di muoverti tra i meandri del mondo tolkieniano, si sente che sei più sicura di te, del tuo lavoro e delle tue idee. (E non dire che non è così, perché trapela da tutto il brano!!!)

Se proprio dovessi fare un'osservazione, la farei sulla lunghezza, come ti accennavo poco fa. Troppa meraviglia, per un unico brano! Capisco, però, che in questo prologo dovevi disporre i pezzi in gioco ed era quindi difficile spezzare la storia (non saprei nemmeno dire come, forse separando il blocco Curvo/Findaráto dai due più a sé stanti di Tyelko e Tyelpe) e di certo io non mi lamento per la lunghezza in sé, ma se volevi, diciamo così, prolungare il piacere dei lettori, centellinare la meraviglia, potevi tranquillamente suddividerlo in due!

Chiudo davvero adesso, ringraziandoti per questa apertura su una storia che desideravo leggere da tempo. Cerco di tenermi sul "professionale" nelle recensioni, ma la verità è che una storia ben scritta, ambientata in uno dei regni che più mi intriga, con protagonisti i miei personaggi preferiti... che dire? mi lascia con pensieri incoerenti e con l'incontenibile curiosità di vedere dove ci condurrai stavolta.

Los

Recensore Veterano
28/10/16, ore 17:18
Cap. 1:

oddio, eccomi! ormai a stare poco su efp rischio di perdermi cose belle come questa *_____* sei tornata a scrivere su Celegorm e Curufin! <3 (e su Tyelpo, che se non sbaglio l'avevi promesso ... FIGLIOH <3 )
 niente, sarà una recensione pressochè inutile e ridondante ma  ... amo tutto, davvero. non lo so, quando scrivi su Celegorm e Curufin mi fai sempre venire i brividi (anche quando si tratta degli altri personaggi, ma quando si tratta dei *tuoi* Tyelko e Curvo c'è qualcosa che mi fa dire "ecco,sì! sono loro!" e davvero, mi spezza il cuore ç____ç )
 amo, amo, e amo tutto. Tyelko è così ... selvatico, diamine, fa tanto l'effetto di una bestia in gabbia, lui e Huan che non riescono fisicamente a starsene nella città sotterranea del Nargothrond, amano l'aria aperta e starsene lì a far passare le ore è un supplizio (e oddio, se non erro è un dettaglio che c'era anche in Otornasse, che mi aveva colpito da morire ... mamma mia <3)
 mi fa morire il fatto che a Tyelko faccia schifo la birra dei Naugrim , che l'hanno insegnata a Finrod XD povero, ce lo vedo proprio a disprezzare una cosa del genere (fa schifo pure a me, quanto lo capisco!)
 e OMG la descrizione del passo che viene preso, di come Tyelko vorrebbe continuare a combattere, facendosi trascinare dall'istinto, mentre invece Curvo lo trascina via, ricordandogli del loro giuramento ... amo da morire, e la descrizione di Curvo, dei suoi capelli pieni di sudore e del suo viso reso pallido dalla battaglia, mi hanno fatto sentire innamoratissima di lui, di nuovo ç_____ç
 btw poi devo dire che è stato anche un buon modo per introdurre i tuoi (nuovi) OC. come Narmaite (che è un nome bellissimo, a proposito), sul quale devo dire che obiettivamente mi piace molto come l'hai inserita, anche se per quanto riguarda le elfe guerriere sono abbastanza divisa a metà (anche se le ho usate pure io tbh) nel senso che è vero che il LaCE suggerisce che potessero esserci, dall'altro canto si tratta di un trope strabusato che rischia di diventare noioso :V io però ho fiducia in te <3
 (e oddio, Huan che emerge dalla battaglia col muso sporco di sangue! quanto amo tutto ciò <3 )
 mi ripeterò ma Tyelko in preda all'inquietudine è una cosa bellissima, quel suono d'arpa che finisce per infastidirlo (forse ricordandogli di Maglor? visto che anche la sua fortezza era caduta durante la Dagor Bragollach ç____ç )
 e poi Curvo, ommmmiodddio. se già lo amavo dagli occhi di Tyelko il suo pov è stato un colpo di grazia ç____ç quanto lo descrivi bene. non lo so, è che proprio si riesce a /sentire/, e amo come sia dannatamente misantropo e schifato da tutto quello che lo circonda, in primis il fatto che Finrod abbia preferito l'ingeniera dei nani a quella Noldor (e questo sì che è un affronto, diamine!),  e in secundis il suo osservare i gusti sfarzosi (da Vanyar XD) di Finrod. mi uccide come Curvo osservi che Finrod non sappia un bel niente delle gemme che indossa, visto che non è pratico di metallurgia XD
 mi fa morire come osservi che /chiunque/ debba essere onorato del fatto che dia la sua preziosa attenzione ai progetti del nargothrond <3 (omg, è adorabile <3)
 ovviamente non cerca nemmeno di essere il più possibile gentile (pur mentendo) con Finrod: cerca sì, di essere il più diplomatico possibile, per salvare le apparenze, ma ugualmente l'astio che prova per Finrod ogni tanto riesce a straboccare, in un gesto, o in un pensiero (come quando riflette sul fatto che Finrod abbia grandi ricchezze malgrado Feanor abbia dato ordine di viaggiare leggeri ... è una cosa che mi ha sempre sorpreso, in realtà, soprattutto considerato che Finrod è passato attraverso l'Helcaraxe)
 lo amo poi per come finisca per disprezzare l'operato dei Casari ç___ç (mi sa tanto che lui e Moryo avevano le stesse opinioni al proposito)
 e il POV di Finrod <3 so che non lo apprezzi, ma oddio, è reso davvero egregiamente, come già si accorga che Curvo finirà per usare quell'aiuto che gli sta offrendo contro di lui (sono sempre stata convinta, come molti altri nel fandom, che Finrod bene o male fosse davvero uno dei pochi che per capacità manipolative potesse stare al pari di Curufin ... e non vedo l'ora di vedere come si svilupperà tutto ciò! tanto più che lo stesso Finrod qui finisce per paragonarsi a Curvo). nemmeno a dirlo, Curvo descritto così è una visione unica (le mie ovaie ringraziano, *ahem*). mi uccide come Finrod non ricordi quasi nulla del cugino in Aman (che, immagino fosse una persona parecchio diversa dal Curufin-nel-Beleriand, malgrado il pessimo carattere fosse una costante, ma Curvo era decisamente più felice) e come il suo ricordo di Aman sia soprattutto per i suoi genitori e per Amarie <3 (la dolcezza di tutto ciò mi uccide ç_ç) e dio mio, l'accenno ad Angrod ed Aegnor (e inevitabilmente il pensiero corre alla Atrabeth)
 mi fa morire come Curvo sia apparentemente così freddo nel constatare che non sarebbero gli unici fratelli che perde, e la metafora (assolutamente calzante) che fa Finrod, paragonando il suo rapporto col cugino allo stringere un pugno di sabbia: sa che non ce l'ha in pugno, e che non ce l'avrà mai.
 dio mio, i pensieri che rivolge ad Angrod ed Aegnor ... davvero, mi spezzano il cuore, soprattutto gli accenni alla Atrabeth e all'amore impossibile tra Aegnor e Andreth (e il fatto che osservi che ora la sua vita gli sembra più vuota ... ommioddio, le lacrime), così come l'accenno ad Artanis e alla loro conservazione, e al fatto che Finrod si senta pesare l'ombra addosso, che non tarderà a raggiungerlo ... e quell'accenno al fatto che Barahir sia della casa di Beor, della stessa di Andreth, è stato bellissimo <3 (mi sono sempre chiesta se, nell'aiutare Beren, Finrod abbia pensato di "rimediare" ciò che era accaduto ad Andreth e Aegnor)
 e Tyelpo <3 <3 non sai quanto aspettassi qualcosa di tuo su di lui <3 (io lo adoro da sempre, meriterebbe così tanto approfondimento ç______ç )
 mi uccide quel suo accenno a lui che cerca di decifrare il Khuzdul, così come il fatto che Curufin ne conoscesse alcune parole <3 e come inevitabilmente questo lo riporti al ricordo dello zio Morifinwe, e della zia Aralote (che a proposito, non ha solo un nome splendido ma anche mi sembra incredibilmente interessante *_____* vorrei tanto saperne di più dei tuoi HC su di lei, così come sulla madre di Tyelpo, che mi aveva incuriosita tanto in Otornasse ... mi chiedo se Curvo ripensi spesso alla moglie /o/ ). è bellissimo vedere come Tyelpo si senta così a suo agio nella forgia, nel suo "habitat" diciamo, ma come anche lì certi ricordi continuino a sopraffarlo ... e davvero, è stata bellissima la descrizione dei ricordi di Tyelpo, di come il padre e lo zio pensino alla sua incolumità (ed è stato bellissimo ritrovare Ilwarato, mamma mia!) e come decida ugualmente di andare a cercarli ... e oddio, Huan che esce fuori dal fumo e Tyelko coperto di sangue sono una descrizione sublime, davvero <3
 niente, Ghev, non so che altro dire, questa storia è assolutamente perfetta, mi piace ogni singolo dettaglio, e sono così curiosa riguardo ad ulteriori sviluppi *____* grazie, grazie infinitamente per averla postata <3
 un bacio e grazie di tutto, ci si sente :*
 Feanoriel

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