Recensioni per
La chiamata del Colle Canuto
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/08/20, ore 23:22

Ho letto che qualcuno fra le recensioni ha citato Terry Brooks e concordo: non nel senso che tu abbia plagiato qualcuno, ma anche a me questo racconto ha ricordato il libro di Shannara in cui una ragazza si sacrifica come 'seme', lessi il libro anni fa, nemmeno mi piacque e non ricordo molto, ma il finale, la sensazione di quella ragazza che si sacrificò per gli altri mi è rimasta impressa. e a rileggere qui di Amber un po' me la sono ricordata, più per sensazione che per altro. per il resto in realtà trovo questo racconto davvero molto originale. prima di tutto perché come lui sceglie lei come moglie l'ho trovata un'idea davvero originale e ben costruita: la sua mano che viene chiesta come premio della sfida, lui che combatte da pari con lei, lui che non può permettersi di perdere perché vuole come moglie la più ribelle. molto interessante e originale, complimenti. e per quanto riguarda il finale, sì ricorda Shannara, ma comunque mi è piaciuto come qui il sacrificio non si equivalga alla morte di lei ma solo ad una nuova vita, in esilio, ma comunque una vita. davvero una bella trama ben pensata complimenti.
lo stile scorre, le descrizioni per immergermi nell'ambientazione ci sono e sono ben curate. l'unico appunto che ho visto che ti hanno fatto anche altri e su cui concordo è sull'uso della parola ella: riesci benissimo a trasmettere la sensazione di 'arcaico' dalle parole con cui descrivi l'ambientazione, dagli usi e i costumi del villaggio, da particolari come il padre che posa un'ascia sul tavolo, da una vecchia che fila la lana e racconta di vecchie storie dimenticate... l'uso di ella non serve per portarci in questo fantasy medievaleggiante, lo hai già sapientemente fatto con tutto il resto, molto meglio un lei :)
l'altro appunto che ti faccio è la scena in cui lei e il marito vanno a letto la prima volta: non ho sentito molto questo chiedere il permesso da parte di lui e da parte di lei non ho sentito nulla: voleva ribellarsi? perché non si è ribellata? le andava bene? e perché visto che sembrava così contraria al matrimonio? perché rimane così immobile e poi cede? qualche riga su quello che le è passato per la mente in quel momento mi sarebbe piaciuto ecco :)
poi una cosa che mi ha lasciato un momento confusa: il marito che paga la dote, ma la dote non la porta la moglie al marito?
comunque, a parte questi appunti, che sono soggettivi, come ho già scritto la storia ha una forza narrativa incredibile soprattutto per quanto riguarda trama, originalità, l'atmosfera che hai trasmesso benissimo in queste righe... e complimenti per aver saputo creare una storia originale così equilibrata: non ci sono spiegoni eccessivi, ma allo stesso tempo ogni cosa di questo mondo risulta chiara, non abbozzata, ma tutto ritorna e si incastra in un puzzle preciso. ogni pezzo aggiunge qualcosa e ha lo stesso peso delle altre parti, cioè quello che voglio dire è che non ci sono elementi che hanno pesato troppo a discapito di altri, ad esempio sia il matrimonio di lei che il suo interesse verso la foresta sono temi che hai portato nella storia e che hanno lo stesso spazio: e quindi siamo in dubbio su quale scelta farà lei, perché la sentiamo anche noi che è divisa fra questi due mondi perché nel racconto nessuno dei due temi sembra voler prendere più spazio ma si amalgamavano bene fra loro. complimenti.

Recensore Junior
30/05/20, ore 19:37

Ciao, sono qui per l’Abc delle recensioni sul gruppo di EFP.
Come già detto, era da tantissimo che non leggevo qualcosa di tuo, quindi ho scelto la prima fra le storie da te proposte. È davvero un lavoro eccellente, non ho nulla da ridire, nemmeno una svista o un qualunque sbaglio presente. È il tipo di storia che amo leggere, una ragazza che cresce in un ambiente ostile e un mistero di base. Certo, per alcuni versi sembra una trama già sentita, usata, girata e rigirata al pari di una frittata in mille modi e stili differenti. Persino io ho riconosciuto di aver scritto qualcosa di molto simile. L’idea di questi Cancelli di Viti è davvero suggestiva così come l’immagine con cui hai aperto il racconto (è stata quella a ispirarti o l’hai trovata in seguito per caso?).
Le tue descrizioni sono precise, con poche parole riesci a “dipingere la scena”, e non dubito che dietro a tutto quello che ho letto vi siano delle ricerche, o comunque, una buona conoscenza del contesto storico in cui è calato questo mondo fantasioso.
L’inizio della storia mi ha rammentato “L’orso e l’usignolo” di Katherine Arden, se non la conosci, forse potrebbe piacerti come autrice. Un’altra cosa che noto sono le spiegazioni sociopolitiche (???) riguardanti la guerra dei due marchi. È interessante il modo in cui all’inizio resti un argomento marginale per avere importanza alla fine. Tutto accadde in modo logico e coerente.
I personaggi.
Devo ammettere che nella realtà avrei potuto avere anch’io una cotta per Hasse, ahahah!
Mi piaciuto come personaggio nonostante abbia avuto un ruolo secondario, di sicuro è il modo in cui si rapporta ad Amber che lo rende simpatico.
Ebbene, Amber.
Una ragazza ribelle che alla fine si rassegna a sposarsi, arrivando in seguito, anche ad apprezzare la vita del focolare e comprendere le parole della madre. Beh, di certo s’innamora di Hasse, però quella vita non può soddisfarla e alla fine si scopre essere destinata ad altro. Sì, mi è piaciuta molto.
Così come il personaggio della vecchia all’arcolaio, e la madre di Amber, donna che in tutto rispetta il canone impostole.
Il finale non è un “happy endig” ma non mi ha trasmesso alcun dispiacere, forse perché era quello che mi aspettavo accadesse. Sembra molto più un finale da “è così che doveva finire e va bene in questa maniera”, se comprendi cosa intendo XD.
Beh, sono davvero felice di aver potuto leggere di nuovo qualcosa di tuo. La storia finisce nella mia lista delle preferite.
A presto! ;)

Recensore Master
12/03/20, ore 13:43

Wow. Davvero wow. Non so da dove iniziare la recensione.
Ok, cominciamo dall'ambientazione: dici quello che è necessario dire, che è molto meno di quanto il lettore vorrebbe sapere (la curiosità viene!), ma è quello che serve per capire la storia. In realtà il non detto lascia un alone di mistero che rafforza l'atmosfera fantasy. Anche i nomi dei luoghi e delle persone sono scelti molto bene. Mi piace molto questo piccolo... angolo di mondo sempre freddo.
Ora, i personaggi: Amber mi piace molto. Non è mai facile creare un buon personaggio femminile, i personaggi femminili sono spesso prigionieri di certi stereotipi. Amber è una ragazza fiera e indipendente ma è anche molto umana, non è un cartonato, perché la vita la costringe a compiere certe scelte e ad accettarne altre. Ad esempio il matrimonio. L'idea che lei vada in sposa a qualcuno che è riuscito a sconfiggerla e ammira la sua forza è molto valida. Eppure anche se Hasse la ammira come guerriera, la società e lui stesso finiscono per trattarla come una moglie: Amber non raggiungerà mai i Campi. Sebbene io abbia apprezzato questa sua storia d'amore, per così dire, mi è sembrata un compromesso: Hasse era l'unico uomo degno di Amber, ma allo stesso tempo lei per me era al di sopra di questi doveri sociali. Lei era speciale. Aveva il freddo nel sangue, riusciva a vedere le rovine e nessun'altro poteva, riusciva a trovare la strada verso i Cancelli... era ovvio che lei fosse predestinata a *qualcosa*, anche se mi era chiaro *a cosa*. Quindi sì, il suo matrimonio è stato un momento dolceamaro, come prendere una eroina delle leggende e costringerla a fare la casalinga. Per un tizio che si era presentato con la figaggine di un dio-guerriero, ma comunque una casalinga. E lui alla fine, anche se era una spanna al di sopra dei ragazzi delle Buche, anche se era un figo, alla fine era pur sempre un uomo. La loro quotidianità rivela come, di quella promessa di due giovani eccezionali, alla fine non sarebbe rimasto nient'altro che una coppia di persone comuni, in un mondo che non permette agli abitanti di un piccolo villaggio di elevarsi.
In particolare questo passaggio: "Ella scoprì così l’amore di un uomo e la felicità nel servirgli un pasto caldo e nel riscaldargli il letto nelle lunghe notti invernali. E se le parole della madre cominciavano ad avere un senso, Amber non riusciva comunque a capire cos’era quel buco nero che risucchiava la sua anima, alla sommità dello stomaco. A volte il dolore era talmente forte da piegarla in due, da strappale il senno e la serenità che i sorrisi di Hasse le donavano."
Io in questo passaggio ci ho visto una vergine che sta morendo; vergine come la si intendeva ai tempi degli antichi greci, non una donna illibata ma una donna che non dipende da un uomo. Qui ho visto il desiderio di libertà di Amber che soccombe gridando sotto il peso di una vita ordinaria, amorevole magari ma stantia. L'amore di qualcun altro può davvero sostituire il futuro che volevi per te stessa?

Solo che alla fine cambia tutto, o meglio tutto torna ad essere come doveva essere. Amber comincia a ricevere visite da questa Nanàrm, che all'inizio non si capisce chi o cosa sia, ma è stata una presenza costante nella sua vita e alla fine si capisce che sia una specie di figura leggendaria ben conosciuta dagli abitanti del villaggio; all'inizio avevo pensato che fosse qualcosa tipo la Morte, ma invece no, non prende qualsiasi anima ma solo quella di una donna capace di vedere le rovine. Da qui a indovinare che la donna in questione dovesse essere quella a cui passerà il testimone, il passo è breve.
E quindi ancora una volta Amber deve scegliere fra una vita comune, domestica, e una vita eccezionale e fuori dalla società dei vivi. Ha scelto bene, secondo me, e poi non è che avesse molta scelta. A parte la contingenza del momento, è chiaro che quello fosse il suo destino.
Manth è una specie di dio della foresta? E la foresta può sopravvivere solo se Manth e la sua sposa le danno vita? E' molto bella come cosa, rievoca certe antiche leggende pagane del nostro mondo.

Molti complimenti per come è stata scritta la storia: il registro letterario che usi è perfetto per il fantasy, è serio e a tratti quasi sacrale ma senza essere mai noioso. Si vede una particolare ricercatezza in alcune espressioni.
Molto bello anche il titolo, acchiappa proprio l'attenzione, e come dicevo all'inizio, ottima scelta dei nomi per i luoghi.

Recensore Master
07/09/18, ore 17:21

Cara Nirvana,

Eccomi alfine a leggere questo lungo racconto che, devo dirlo, è particolarmente riuscito. La divido per macro temi perché altrimenti uscirebbe fuori uno zibaldone incredibile. Allora, parto col dirti che è davvero, davvero un bel racconto. Mi è piaciuto moltissimo!

Per coloro che passeranno qui: NON sono pazza, Nirvana mi ha invitata a leggere questa shot e fare una corposa recensione! ^^

E io, ben lieta, sono qui.

Trama e caratterizzazione:
Nessuna trama è veramente originale, questa è la mia opinione. Ho rintracciato echi degli Estranei di GoT (che, a ogni buon conto, derivano a loro volta da dei racconti mi pare irlandesi) e l’eco di Terry Brooks (Le pietre magiche di Shannara, dove Amberle, la figlia del re degli Elfi, giunge alla consapevolezza di doversi sacrificare per salvare l’Albero della Vita). Questi richiami, tuttavia, non tolgono nulla all’aria di mistero che i Cancelli di Vite (di cui lodo il duplice significato tra l’albero della vite e le vite umane) instillano negli abitanti di Feronia, villaggio posto alle estremità di una marca che tu chiami “marco.” La marca è, a tutti gli effetti, una regione e estrema di una determinata zona e ha sempre indicato quei possedimenti feudali, generalmente estesi e di grande valore strategico, affidati al marchese, appunto, superiore al conte cui spetta la contea. Preferisco la versione al femminile, sono sincera, ma accetto anche la tua declinazione maschile nell’ottica di un mondo altro. La guerra è inserita fin dal principio all’interno del testo, ma rappresenta un McGuffin: un espediente letterario e cinematografico che ti fa credere che la storia parlerà di una cosa (la guerra) mentre, in realtà, parla di altro (i Cancelli di Vite e il loro influsso sulla protagonista, ma anche di amore e morte). La guerra e la possibilità di diventare una guerriera sembrano rappresentare lo scopo principale della vita di Amber finché, a causa di uno scontro perso (e di un trucco) non finisce per dover sottostare alla vita domestica. La guerra, oltre a un più o meno consapevole espediente, è anche la motivazione per dare vita a una scena finale intensissima che ho ADORATO nella sua drammaticità: perché ho sperato che Amber non andasse oltre i Cancelli e non seguisse Manth anche se sapevo che così non sarebbe andata, e quel velo di nostalgia finale, dolce ma non patetico, intenso senza essere ridondante, con Hasse che torna e grida il suo nome, mi ha ricordato un’altra cosa: “La canzone di Marinella” di Fabrizio De André dove, a un certo punto (vado a braccio, sennò finisco a mezzanotte) il Poeta dice: “e lui, che non la volle creder morta/bussò cent’anni ancora alla sua porta.”
L’incontro con Hasse segna il punto di svolta per Amber e, dopo il raggelante matrimonio, le cose paiono assestarsi in una quotidianità dolce. Qui devo dire che lodo particolarmente la tua abilità nel non annoiare il lettore nelle scene di battaglia (che anche nei romanzi spesso sono pedanti e confusionarie), mostrandoci l’abilità della ragazzina e la furbizia di Hasse. Si tratta di un pezzo lungo e ben scritto, cui non c’è un corrispettivo esclusivamente nell’introspezione di Amber relativa all’iniziale amore Hasse. La scelta stilistica di raccontare quella che è una fiaba mitiga questo aspetto. L’unico motivo per cui ti faccio questa osservazione è perché (sia messo a verbale per i posteri) capisco che tu, magari, voglia rimetterci le mani perfezionandola al massimo e arricchendola. Per renderla più forte, in poche parole.
Possibile che Amber non conosca Hasse e, soprattutto, non faccia mente locale sulla promessa estortale? Io avevo già capito che Hasse le avrebbe chiesto qualcosa inerente la sfera affettiva. Puntavo sul bacio, ma era evidente la natura dello “scambio.” Amber è una ragazza intuitiva e attenta: possibile che non colleghi mai la proposta di matrimonio con la figura di Hasse e non venga a sapere, nella settimana che intercorre tra la proposta e il rito, che si tratti proprio del ragazzo? Per non smontare la storia, potresti aggiungere due righe proprio in cui lei magari pensa “oddio ma non sarà che…” e una spiegazione sul fatto che non ne vuole sapere niente e si isola dalla vicenda? Tanto per il lettore non è una sorpresa, lo è solo per lei.
La scena d’amore è bella e delicata. Hasse ha circa 17 anni, se ho fatto bene i conti. Appare forse un pelo troppo sicuro di sé e capace, ma il suo chiedere ad Amber il permesso è la chiave di volta della loro relazione, una nota dolcissima che parla di rispetto, la base dell’amore. Se però hai dedicato un paragrafo corposo alla lotta alle Buche, dall’altro canto Amber si lascia andare a suo marito in maniera poetica, ma “consequenziale.” Che voglio dire: i matrimoni combinati sono un cliché che amo (e ne sto trattando, PO, pubblicità occulta) quindi mi ci sono “sfranta la capoccia sopra.” Allungare all’inverosimile non devi, perché il racconto è una shot e tale deve rimanere, ma l’amore di Amber come nasce? Io immagino/ricostruisco questa prima notte impacciata e capisco che lei ceda, e che sia un rapporto consensuale è assolutamente provato, però non lo può amare così, sue due piedi, solo perché è stato gentile. Siccome la scena è bellissima, in verità, manca solo la scintilla, la carne, quel guizzo che la faccia apparire non passiva. Non che lo sia, ma potrebbe essere ancora più perfetta. Sai che voglio dire <3 Lei potrebbe notare che è bello. Basterebbe, credo.
Tutto il resto, l’intimità creata, la famiglia che è un duo destinato a non divenire mai un trio, la guerra, il sacrificio, sono tutte cose che ho adorato. Non c’è consapevolezza in nessuno che Amber sia l’Eletta e lei lo avverte sì fin dall’infanzia, ma in maniera vaga. La trovo una rilettura affascinante e apprezzo che non vi sia lo spiegone (perché, come dicevo su, le trame sono sempre delle macro situazioni che si mescolano l’una con l’altra, ma cambia il punto di vista dell’autore e il suo modo di presentarcele). Finisce male perché Hasse e Amber vengono separati, finisce bene perché tutti si salvano. Di sicuro, finisce come doveva finire.
Per quanto concerne i caratteri dei personaggi, Amber passa con forse troppa docilità dall’essere una ragazzina ribelle a moglie e aspirante madre e la motivazione per cui Hasse e la sua famiglia sono invisi tanto da suscitare la disapprovazione totale del padre, per essere inattaccabile, potrebbe essere più chiara: nel senso, ok, Amber ha offeso la sua famiglia, ma alla fine sposarsi non era la cosa da fare? Perché addirittura toglierle il saluto? In fondo, ha disobbedito, ma le sue azioni sono state riparate da Hasse. Per quanto concerne i secondari, Hasse in testa, hanno motivazioni abbastanza forti e si muovono lasciando traccia ma senza offuscare la protagonista. I caratteri di tutti sono delineati in maniera tale da essere funzionali al racconto.

Stile e grammatica:
La shot è scritta molto bene. Presenta una serie di egli/ella che vanno tolti per rendere la lettura più snella. Se il registro usato è sempre alto e la storia appare come una fiaba antica, cosa che adoro, sempre, egli e ella non li considero come elementi di stile da mantenere. Togliendoli non leveresti l’allure epica al racconto, ma renderesti solo la lettura più agevole. Ti ho segnato tutto. Al 99% sono dettagli di stile e ti ho segnato le ripetizioni e le assonanze (perché pure quelle spesso impicciano):
; ma = , ma/ luoghi, = > luoghi; ella si stringeva = si stringeva/ egli aveva = aveva/ ma ella = ella/ Qualche - qualcuna (ripetizione, troppo vicini)/ egli le aveva intimato = lui le aveva intimato/ madre- madre (troppo vicini)/ capelli – capelli – capelli (troppo vicini)/ , si sentiva libera = libera/ferraio, la quale famiglia = la cui famiglia/ quando ella = quando lei/ sussurro = sussurrò/ gorgoglianti di = gorgoglianti (perché si legge più fluidamente)/ viso più affilato = viso ormai affilato (perché ripeti “più” subito dopo)/ ella si tolse = lei si tolse/ roba-roba (ripetizione)/ ella lo sapeva = lei lo sapeva o lo sapeva/sua, essere sottovalutata = sua; essere sottovalutata (forse il punto e virgola ci sta meglio)/ bastoni-bastoni (ripetizione)/arma, per fermare il colpo = arma per fermare il colpo (N.B. la tua versione è più corretta, ma se la metti così, dato che stai descrivendo un combattimento, ottieni l’effetto di rapidità e di dinamicità della scena ;)/che egli non la stava… = che non la stava sottovalutando, ma trattando come una sua pari (snellita)/dimostrare – mostrare (assonanza troppo forte)/
Sposterei all’inizio “Nella sorpresa generale” e poi proseguirei con “il ragazzo…”/ quel- quella (ripetizione)/ superò-superato (ripetizione)/ della madre, la quale, = della madre, che, /Ed io (una D eufonica?! Tu?! :P)/ egli non avrebbe più avuto niente a che fare con lei = levare egli/ ella replicò con un’occhiataccia = togliere ella/ la coltre di pelli = le coltri di pelli (ho consultato il dizionario e come coperte l’uso lo trovo più corretto al plurale. Coltre si usa generalmente per la coltre di nebbia, però vedi tu eh)/ le sue labbra = le labbra del marito/ ed ella sentì = e sentì/ quel luogo-quei luoghi (ripetizione)/ Ella vagò = vagò/ ella indietreggiò = indietreggiò/ mentre ella, insieme = mentre, insieme/ ella continuò ad avanzare = continuò ad avanzare/ella sapeva come passare = sapeva come passare/da lei. Se lei lo avesse aspettato = da lei. Se lo avesse aspettato.

Come vedi, il 99% delle note sono cose che puoi lasciare e si riferiscono a egli/ella che, in molti casi, non servono, poi ci sono delle normali ripetizioni e due punti e virgola. Stop.

Considerazioni finali:
La storia appare forte per struttura, trama e stile, ma non solo. Recensisco per quindicesima e mi sorprendo di questo perché questa shot meriterebbe una popolarità ben più ampia, sappilo. È bellissima, davvero. **

Un caro saluto e “credo” di aver detto tutto. Credo.
Shilyss :)

Recensore Master
04/09/18, ore 22:49

Ho letto questa storia tutta d'un fiato, ha il sapore delle favole di una volta, quelle raccontate intorno al fuoco.
Alcuni dettagli mi hanno fatto pensare ad altre cose: i Vaganti e il cancello, e persino gli alberi richiamano alla memoria GoT, ma l'ambientazione invernale mi ricorda anche qualche fiaba russa che devo aver sentito in passato o forse una qualche leggenda sulla regina delle nevi.
Da amante dell'inverno ho apprezzato molto l'ambientazione e anche i piccoli dettagli di vita quotidiana.
Amber (prescelta e custode dei semi della foresta, in un certo senso, ricordano un po' Amberle, che ne Le pietre magiche di Shannara, di Brooks, è la prescelta che deve custodire l'albero sacro degli elfi, e alla fine diventa lei stessa l'albero che protegge il mondo dai demoni, fondendosi con quel seme) è un bel personaggio, mi piace la sua indole ribelle e mi piace Hasse, il modo in cui la sfida e la batte prima di chiederla in moglie.
Questo modo di fare lo pone al di sopra di tutti gli altri abitanti del villaggio, fa di lui un uomo quasi moderno in un contesto medievaleggiante. Ammetto che mi è dispiaciuto per lui, alla fine.
Il mondo fantastico resta avvolto nel mistero, le spiegazioni che Ashji dà sono essenziali e la morte stessa di questo personaggio è estremamente "favolistica".
Forse perché la narrazione è molto veloce, dà proprio l'idea di una vecchia leggenda raccontata da qualcuno, magari proprio dalla vecchia che filava.
Nonostante questa forma non permetta di calarsi del tutto nella vicenda, mi piace perché richiama i ricordi di favole ascoltate nell'infanzia.
Lo stile è piuttosto buono, anche se un po' frettoloso (magari è una tua scelta precisa, in tal caso nulla da dire; in caso contrario, qualche descrizione avrebbe arricchiato la storia). Il testo è scorrevole e tiene vivo l'interesse del lettore.
Due sole cose non mi sono piaciute molto: il continuo uso di "ella" e l'uso all'inizio della storia di diversi termini obsoleti o rari, tutti concentrati in poche righe, mentre poi non se ne trovano, come se ci fosse stato uno sforzo iniziale per dare un certo tono al testo e poi fosse venuto a mancare.
Ho trovato qualche piccola svista che ti segnalo:
• le sussurro all’orecchio il vento -> manca l'accento
• una voce che di donna -> c'è un 'che' di troppo
• in ciocche ribelle dal nodo -> ribelli
• senza una parola di congedò -> c'è un accento di troppo
• le fronte del grande albero -> fronde.

Alla prossima e scusa per il ritardo con cui sono arrivata.

Recensore Master
16/07/18, ore 12:01

Ciao, questa è la recensione che ti lascio per il gioco OIOI del gruppo Il giardino di EFP - e perdonami se non l’ho fatta entro i tre giorni richiesti!
Trovo che scrivi davvero molto bene, con una cura dei dettagli e dei particolari davvero incantevole: sembra davvero di trovarsi in mezzo al villaggio o tra gli alberi della foresta, con il vento che mormora segreti tra le fronde e la neve eterna, questa presenza costante che sembra non abbandonare mai i confini di questo mondo, che scricchiola sotto i piedi. Non un solo momento è lasciato al caso, ogni singola azione è narrata in maniera sublime, aiutando veramente tanto il lettore ad immedesimarsi nel contesto, a calarsi all’interno della narrazione per isolarsi da tutto il resto; ed è praticamente impossibile interrompere la lettura, si avverte quasi la necessità di continuare fino in fondo, senza pause, per sapere come finirà.
Mi piace parecchio anche il tuo modo di farti largo tra gli stati d’animo della protagonista Amber, di guardare le cose attraverso i suoi occhi e la sua mente, che possono spingersi oltre la semplice apparenza e vedere ciò che agli altri è, invece, completamente precluso. È un viaggio straordinario all’interno della sua vita, da bambina spensierata che si diverte ad accompagnare il padre a fare legna ed a giocare tra gli alberi, a ragazzina decisa e tenace, certa che il suo sarà un destino molto differente da quello della madre e delle altre donne del villaggio, per poi divenire una moglie fedele e innamorata, intenta alla cura del focolare domestico, fino all’epilogo, che la vede veramente differente, madre di tutte le cose, lei che di figli non poteva averne, e per sempre separata dal mondo fisico appartenuto al suo passato. E, su tutto, aleggia questo oscuro segreto, questi Cancelli di Vite che racchiudono il mistero dei misteri, inesplicabile, spaventoso eppure, al medesimo tempo, così conturbante e seducente.
È stata davvero una lettura piacevole ed interessante; ho un’altra tua storia in sospeso, iniziata a leggere ma mai portata avanti, perché purtroppo non ho molto tempo libero, in questo periodo; ma tornerò di sicuro nei prossimi mesi, quando potrò concentrarmi meglio sulla lettura, magari anche grazie ad un clima più favorevole ed adatto a calarsi nelle tue atmosfere spesso cupe e invernali. Perché meriti davvero molta attenzione e non penso sia giusto calarsi in una lettura superficiale e spesso costretta a continue interruzioni!
Un saluto e spero di ripassare presto!

Recensore Master
10/04/18, ore 21:28

Ciao! Eccomi per lo scambio :)
Scusami, avevo detto che sarei passata ieri e invece solo ora ho trovato il tempo.
Allora! Molto interessante questa storia; l'ambientazione, i personaggi... non è difficile, almeno per me, identificarsi con Amber, anche se la sua subitanea remissione ad Hasse mi ha un po' stupita. Ci sta, comunque, considerando la sua storia.
Non vuol dire niente, ma il duello con Hasse mi ha riportato alla mente quello tra Nihal e Sennar (non so se conosci il Mondo Emerso); in ogni caso, l'ho trovata molto carina come scena. Ben riuscita.
Una storia triste, alla fine, ma non priva di speranza. Per lo meno, Amber un suo lieto fine lo conquista; mi dispiace, anche molto, per Hasse. Non rivedrà mai più la donna che ama. Non saprà nemmeno cosa le sia successo, e il dubbio può far più male di una certezza.
Scrivi bene, utilizzi un lessico elevato e specifico che ben si adatta alla materia trattata. La grammatica va bene, ti segnalo solo due errori che ho trovato:
-"a chi provava a persuaderlo dalla sua posizione." Se ho ben interpretato la frase, qui invece di persuaderlo dovrebbe andare smuoverlo; non si persuade qualcuno "da" qualcosa
-"percepire una voce [che] di donna che le raccontava una storia" c'è un che di troppo, penso sia una svista.
Una storia piacevole da leggere, nel complesso! Ben fatto!
Alla prossima :)

Nuovo recensore
16/01/18, ore 21:18

Valutazione contest As strong as a woman.

Grammatica e stile: 8/10
 
"La famiglia del quale viveva..." personalmente mi sembra un po' pesante come costruzione. Per quanto non sia sbagliata penso che la frase risulterebbe più scorrevole con "la cui famiglia"
"nessuno era più capace a metterla sotto" L'espressione essere capace a... esiste, ma appartiene al parlato ed è inoltre dialettale, sarebbe preferibile "nessuno era più capace di metterla sotto"
"le sue gote avevano già lasciato il posto a un viso più affilato… La bocca e il mento erano coperti da una pesante sciarpa" La frase di per sé è giusta, ma mi ha lasciata perplessa, perché hai appena descritto il suo viso, enfatizzando che è un viso affilato e con un accenno di barba, ma Amber non dovrebbe riuscire a notare questi dettagli se la sciarpa lo copre fino alla bocca.
"quello fu lesto a obliquare la sua arma" il verbo obliquare mi ha lasciato dei dubbi, perciò ho controllato. La Santa Treccani conferma che esiste, ma è piuttosto desueto e si trova solitamente in contesti letterari. Diciamo che "inclinare" potrebbe essere un valido sostituto. Ci tengo a sottolinearlo, non si tratta di un errore, ma come è suonato un po' fuori contesto a me, potrebbe fare lo stesso effetto ad altri lettori.
"trattandola come un rivale alla sua pari" Su questa frase mi sono scervellata. Intanto per il genere attribuito alla parola rivale. Lei è una ragazza, quindi dovresti dire una rivale, anche se capisco che il tuo intento fosse di dire che la equiparava a qualunque rivale maschio. Ancora di più mi ha messo in crisi quel "alla sua pari". Ora, esiste sia la forma "alla pari di" che "al pari di". Personalmente però credo che nessuno dei due calzi perfettamente qui. Fossi in te lascerei solo "come una rivale sua pari".
Più volte utilizzi il verbo arridere come sinonimo di sorridere. È vero che da dizionario a questo verbo viene associato il significato di sorridere, ma in italiano corrente si usa solo in determinate frasi, con un’accezione particolare. Di solito infatti si trova come: la fortuna/la sorte mi arride. Difficilmente ha come soggetto una persona, e di nuovo solo in contesti letterari. Perciò ti consiglio di sostituirlo con un più semplice sorridere, o una sua sfumatura, per evitare di sembrare artificiosa.
Personalmente trovo il tuo stile non sia male. È fluido ed evocativo, tutta la storia assume l’atmosfera di una fiaba cupa, di quelle che si raccontavano una volta. Però purtroppo si nota in più punti che il linguaggio non è sempre sullo stesso livello. Come ti facevo notare, spesso usi termini desueti che, per quanto corretti, risultano fuori contesto. Per di più, a queste frasi spesso ne seguono altre di registro decisamente più basso. Credo che dovresti cercare di trovare una sana via di mezzo. Tutti noi abbiamo i nostri difettucci di stile, che per fortuna si correggono da soli man mano che si continua a leggere e soprattutto a scrivere. Ricorda solo che non c’è davvero bisogno di cercare di tenere un registro altissimo, con il rischio di non riuscire a mantenerlo. L’impressione che rischi di dare è di voler sfoggiare un linguaggio forbito quando esso non è richiesto, e questo può apparire come una nota stonata.
 

Caratterizzazione personaggi:7,5/10
 
La tua protagonista è una ragazza forte sotto ogni punto di vista: fisico, caratteriale ed emotivo. È la tipica eroina, passami il termine, bad-ass che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno e che sovverte ogni convenzione sociale. Personalmente amo questo genere di personaggio e non mi stancherò mai di osservarne diverse declinazioni e sfaccettature. Mi è piaciuta molto la sua caratterizzazione in particolare nella prima parte della storia. Al contrario avrei voluto vedere di più della “Amber moglie”, perché come il matrimonio è un cambiamento improvviso nella sua vita, purtroppo anche il suo carattere sembra subire un cambiamento improvviso. Il suo lento e faticoso abituarsi al nuovo ruolo di donna di casa, per quanto descritto, penso potesse essere esplorato di più. Tuttavia capisco che si tratti di una scelta dettata dalla lunghezza della storia, che può risultare limitante.
Gli altri personaggi chiaramente sono filtrati tramite la visione della stessa Amber, per cui la loro caratterizzazione sarà, giustamente, parziale. Nonostante questo, credo che tu sia riuscita molto bene nel tracciare dei caratteri ben delineati per tutti loro, dai genitori di Amber alla vecchia del villaggio.
Solo Hasse sembra un po’ sospeso nel nulla. A parte essere un ragazzo un po’ insolente e sfacciato, non ha tratti ben definiti. Anche qui, credo ti penalizzi la lunghezza della storia, perché credo che se gli venisse dato più spazio sarebbe un personaggio meraviglioso, ma così risulta un po’ abbozzato. Per chiarirti la mia opinione: di lui sappiamo che è affascinato dalla forza di carattere di Amber e che fa carte false pur di averla, ma allo stesso tempo sottostà alle norme sociali (ad esempio non osa addentrarsi insieme a lei fino ai Cancelli), capiamo che desidera avere dei figli, ma non molto altro. Anche qui, mentre l’Hasse ragazzo mi sembra abbia una personalità ed una verve più definita l’Hasse uomo e marito è fumoso, poco delineato.

Originalità e trama: 10/10
Ammetto di essere rimasta davvero colpita da questa storia. È evidente che nonostante si tratti di una one-shot vi sia stato un lavoro di world building davvero notevole. Non so se essa faccia parte di una serie, o comunque di un universo narrativo che intendi esplorare ulteriormente, ma indubbiamente sarebbe un’ottima premessa.
Tutta l’ambientazione storica e culturale è ben delineata. Sinceramente apprezzo molto questo tipo di cura, e anzi la ritengo necessaria in storie di genere fantasy o sovrannaturale come la tua. È senza dubbio qualcosa di molto originale e unicamente tuo, credo tu abbia fatto un ottimo lavoro dal punto di vista dello sviluppo della trama.

Utilizzo pacchetto: 5/7


Una donna insofferente alle regole
Non c’è dubbio, hai decisamente colto nel segno. Questo è esattamente il tipo di protagonista di cui amo leggere. Come ti dicevo prima mi sarebbe piaciuto vedere analizzata di più la vita di Amber come moglie, il modo in cui si adatta al suo nuovo ruolo, ma capisco che in una one-shot si debbano fare delle scelte e dei conseguenti tagli.
Il genere introspettivo è chiaramente presente, anzi caratterizzante. Il lettore vede la vicenda svolgersi attraverso gli occhi di Amber, nonostante essa non sia narrata in prima persona. A proposito, trovo la scelta della terza persona calata davvero efficace, dato che lascia spazio sia all’introspezione, che ad una buona descrizione di ambienti, personaggi e situazioni.
L’elemento dei capelli chiaramente non è performante, perciò su quest’ultimo non posso assegnarti il punto.

Gradimento personale: 3/3
 
La tua storia rientra a pieno titolo nel genere che amo di più. È fantasy, da quel che mi pare di capire ambientato in un contesto pseudo medievale. Ha dei tratti cupi, quasi dark e le atmosfere sono a tratti fiabesche, ma al tempo stesso cupe e vagamente inquietanti. La storia d’amore è presente, ma non surclassa la trama centrale. Il mondo in cui hai ambientato questa one-shot è chiaramente qualcosa di ragionato e ben strutturato, di solito difficile da rendere se non in una storia a più capitoli. È esattamente il tipo di storia di cui amo leggere, sotto ogni aspetto, e credo che, ricalibrando un po’ lo stile, possa diventare davvero strabiliante. Fosse per me ti inviterei a rimetterci mano un attimo e, se non lo stai già facendo, magari pensare ad un seguito perché penso seriamente ne valga la pena.
 
Totale: 33,5/40
 
 

Recensore Master
03/12/17, ore 12:25

Ciao cara, sono qui per lo scambio di recensioni. Ammetto che è stato difficile scegliere la fortunata storia, dato che avevi detto no ai fandom. Ma la scelta e ricaduta su questa. Perché? Ti chiederai. Per l'introduzione, ha subito catturato il mio interesse, sennò non sarei qui. La trama è ben sviluppata, sembra una long condensata in una oneshot. E ti devo fare i miei complimenti, perché io sarei mai riuscita a pensare una cosa del genere. Il personaggio di amber ha subito catturato il mio interesse, poiché è il classico personaggio femminile che non vuole attenersi alle regole della sua gente, quindi non vuole stare in casa, anzi vuole essere libera come un uomo. Ma la cosa che mi ha colpito di più è che lei poi diventa ciò che non vuole diventare, ovvero una sposa. Ma lo stesso diventa una eroina dato che salva la vita al suo villaggio. Quindi ti faccio i complimenti per questo personaggio, ma anche per gli altri, perché le hai dato un'ottima caratterizzazione, tanto da sembrare un personaggio di un libro. Una cosa che mi sono dimenticata di dirti è che ti volevo fare i complimenti per i nomi, ovviamente tutti da storia fantasy. Sono molto originali e - per quanto mi riguarda - non richiamano ai vari fantasy, per quanto io ne possa conoscerne. Quindi hai dimostrato un'accuratezza è una ricercatezza nei nomi, che dimostrano il duro lavoro che c'è dietro la stesura di questa storia.
Altra cosa che volevo dire è che la storia è stupenda, sembra un vero fantasy, e ti dirò di più, ci facessero il film andrei a vederlo!
Ok, non so più che altro dire... Sarò arrivata a 300 parole? Spero di sì 😱 Lo so, 300 parole sembreranno poche ma per me sono tante, dato che so essere molto riassuntiva in ciò che scrivo. XD
Dal punto di vista grammaticale non ho nulla da dire. Non c'è nemmeno un piccolo errore di battitura. Il tuo stile mi piace poiché è un misto di semplicità e ricercatezza.
A presto.
(Recensione modificata il 03/12/2017 - 07:38 pm)

Recensore Master
26/11/17, ore 15:10

Con un po' di ritardo, ma alla fine eccomi qui a recensire.
E' da tanto, se non tantissimo, che non leggo storie het fantasy, sebbene sia un genere che di cui mi piaccia leggere, di solito non riesco a trovare nulla che sia allo stesso tempo interessante, che abbia dei personaggi che "vivono" attraverso la storia e che mi catturi fino alla fine.
La tua storia ha tutte queste caratteristiche e ho dovuto trovare tempo per poterla leggere e potermela godere sino alla fine. Mi piace molto il modo in cui scrivi, si adatta benissimo al tipo di atmosfera di cui racconti e che porti avanti. Purtroppo faccio sempre molta fatica a tenere a mente nomi e luoghi, soprattutto quando sono tanti, ma nonostante tutto sono riuscita a seguire senza troppi sforzi tutta la tua fic e la cosa che mi ha intrigato di più è che, nonostante sia solo una oneshot, sei riuscita a costruire intorno ad Amber un intero mondo, vasto e completo a 360°. Complimenti davvero.
I personaggi sono tutti molto ben caratterizzati, ognuno ha il suo ruolo ma non si ferma solo a quello, sono profondi, spessi, reali. La fine mi ha tolto il fiato, mi ha completamente presa alla sprovvista e se da una parte mi spiace tantissimo per Hasse (erano una coppia splendida, con o senza figli), dall'altra sono felice perchè Amber ha finalmente trovato il suo posto nel mondo e, nonostante la prigionia delle radici della Porta, alla fine il suo spirito è libero.
Davvero una bella storia.

Recensore Master
24/11/17, ore 10:15

Ho amato questa storia.
Dico davvero.
L'ho amata dalla prima all'ultima virgola.
Ho scelto te perché avevo visto che scrivi storie fantasy e, con l'inverno alle porte, si ha bisogno di leggere storie accanto al camino - io un camino non ce l'ho, ma due gatti grassocci e un termosifone rendono bene l'idea.

Si percepisce l'atmosfera del Grande Nord, il respiro epico delle storie di una volta, come quelle che la Vecchia - talmente vecchia da aver perso il proprio nome ed averne acquisito uno funzionale che la colloca nella gerarchia del villaggio come la custode delle antiche credenze, quella che ha visto il tempo scorrere e portarsi dietro la stragrande maggioranza degli abitanti di Feronia - racconta sul portico mentre fila la lana all'arcolaio.

Fa freddo, a Feronia. Un freddo fottuto e invadente che non ti lascia requie nemmeno quando te ne stai coi piedi davanti alle fiamme scoppiettanti del camino. Te lo porti dentro, quel Freddo, come se facesse parte di te; come accade per la salsedine che accompagna chi vive in posti di mare.

Tutti i personaggi si muovono in una perfetta armonia. ognuno ha il suo spazio, il suo ruolo, la sua Funzione (per dirla <em>à la</em> Propp).
Amber che è attratta dai Cancelli - che è attratta <em>un po' troppo</em> dai Cancelli - e non vuole essere confinata al focolare e all'arcolaio solo perché <em>donna</em>; Amber che ama sentire i sussurri del vento e quello che lui ha da raccontarle, in un dialogo segreto che solo loro due riescono a portare avanti; Amber che in un sussurro di vento trova l'uomo che la renderà donna.
Hasse, l'uomo che bara - e che ha l'onestà di ammetterlo - perché non poteva perderla; Hasse che l'accetta per quello che è, che non la confina al focolare, non le mette una catena al collo, ma scambia con lei qualche colpo di bastone dietro casa; Hasse che si rende conto che un bastone, per quanto ben suonato sulla zucca di chicchessia, non ferma di certo la lama di una spada.
E poi ci sono i genitori di Amber, che hanno messo la testa a posto - che hanno accettato un loro posto nel mondo, nell'economia di Feronia - la Vecchia, che ripete in maniera ossessiva degli avvertimenti che cadranno dimenticati - e lei lo sa bene; e Nanàrm, che è lì a ricordarci che la Natura ha bisogno di rinnovamento. Come noi. Cambiamo pelle, cellule epiteliali, capelli, unghie così come gli alberi cambiano le foglie, la corteccia, i fiori diventano frutti e via di seguito.

C'è un'idea di circolarità, in questa storia, una circolarità che inizia con Amber che ascolta una storia, e che termina con lei che è diventata <em>parte</em> di quella storia. È la storia di una crescita, di una maturazione, e la maturazione avviene tramite le scelte che si fanno, e che ci rendono diversi l'uno dall'altro. Perché si è scelti, sì; ma perché si sceglie di sottostare, a quelle scelte. Amber avrebbe potuto tornare indietro, da Hasse, da sua madre, da suo padre. Ma Amber ha deciso di non farlo, e non credo fosse solo perché il suo grembo era sterile. Anzi.

Di questa storia conserverò per sempre sia il respiro - e, a costo di ripetermi,  <em>questo</em> è un aspetto che va sottolineato. Non è facile accogliere un lettore e farlo sentire partecipe della storia, come se stesse ascoltando le storie della Vecchia, coi piedi intirizziti e l'arcolaio che gracchia mentre la ruota gira - sia la scelta lessicale, sempre coerente e sempre inscritta in un preciso registro. Non una parola fuori luogo, non una virgola fuori posto, non una scelta lessicale che uscisse fuori dal registro, non una incoerenza temporale. Sono andata a cercarmi il significato della parola <i>galaverna</i>, che no, non conoscevo, ma che mi ha regalato subito un senso di gelo lungo la schiena, le mani e i piedi.
Davvero complimenti.

Recensore Master
14/06/17, ore 15:21

Ciao!
Come ti avevo accennato, sono finalmente giunta su questa storia.
Inizio dicendo che la mattina in cui l'ho letta, ho rimandato tutti gli impegni per potermela godere in pace e in ogni dettaglio: perché mi ha letteralmente catalizzata allo schermo del computer, e a ogni parola ero sempre più avida di andare avanti.
Mistero, segreti, e la Natura come silenziosa osservatrice: questo è stato quello che ho pensato fin dall'inizio.
Ci sono dei personaggi umani, forti come Hasse e Amber o semplici comparse; eppure, fin dalle prime righe sapevo che c'era una sorta di altra realtà pronta a svelarsi - che era legata a ciò che Amber intravedeva oltre i Cancelli ma, come posso dire... mi sembrava già di conoscere.
Mi sono messa buona buona a proseguire, quindi, cercando di capire perché questa sensazione: e mentre la vita di questa ragazza diversa dalle altre, quasi sbagliata per questo mondo perché appartenente a qualcosa d'altro, si svolgeva davanti ai miei occhi con parole che evocavano la nebbia degli inverni, la presenza della foresta si faceva sempre più pesante.
Ti è già stato detto che questa sembra una fiaba nordica: in alcune cose mi ritrovo concorde, ma è qualcosa di ancora più profondo, che si svela solo nel finale.
Da grande appassionata di antropologia e degli antichi culti legati alla natura, quando ho letto del Padre della foresta Manth, questa sorta di Green Man che sceglie in Amber la sua sposa e che solo dalle sue parole ci viene presentato, credo di aver sentito il cuore accelerare: insomma, hai intrecciato un mito nuovo, parlandoci con finezza e un sentore antico di un rapporto particolare tra foresta e villaggio, umano e vegetale, delle forze che stanno al di sotto della Vita: e non ho mai letto tali cose espresse in maniera così splendida. La vicenda di Amber sembra l'iniziazione di una Dea, e lo è, sotto vari aspetti... e tutto ciò è bellissimo.
Non so quanto tu possa capirci in questa recensione sconclusionata, ma sappi che hai creato una storia che non dimenticherò di certo.
Bravissima, davvero.

Alla prossima!
Manto

Recensore Master
13/04/17, ore 21:13

Adoro le favole da sempre, specialmente quelle nordiche, perché sono immerse in un'atmosfera malinconica e misteriosa.
Credo che tu abbia creato una favola del tipo nordico in modo splendido, essendo tanto ricca di simbolismi e di significato. In primis, la foresta incantata che hai saputo ritrarre, così ammantata di neve e di luce lunare, è suggestiva e toccante, scava nel profondo dei nostri sogni.
Ci si perde, in questa foresta: se ne sente il richiamo, triste come un'eco. Promette salvezza e protezione, sotto l'egida del dio dei boschi, del tuo Manth.
Amber vuole essere disperatamente qualcosa di diverso e di ribelle: non vuole accettare il vestito cucito su misura per lei, fatto di convenzioni e di tradizioni domestiche, in cui la donna viene eletta angelo del focolare sempre e comunque, al di là delle sue personali aspirazioni... cosa vuoi però che contino le baruffe  di Amber, il suo desiderio di indipendenza? Hasse la vuole per sé ed Hasse la ottiene.
Così era nelle favole, e così era nella vita reale.
Ma per quanto la vita coniugale possa avere le sue seducenti attrattive, Manth continua ad intonare il suo canto lontano.
Lo vorrà ascoltare per sempre, la nostra ragazza ribelle?
Ecco, io credo che tu abbia ben rappresentato il tuo intento narrativo, in questa favola.
Eppure è come se volessi lasciare aperti degli spiragli di luce su finali alernativi, a seconda della precipua visuale del lettore.
Credo che questo sia sublime: io leggo una bella storia ma il suo autore mi consente di interiorizzarla secondo il mio sentire.
Amber, secondo me, non appartiene a nessuno: né alla sua famiglia d'origine, né ad Hasse, né a Manth.
Davvero uno splendido lavoro: non è semplice strutturare una favola così. Io ne ho scritta una ma non saprei comporne una tanto suggestiva.
Chapeau
 

Recensore Master
07/03/17, ore 22:07

Che storia suggestiva!
Molto bella, raccontata come una specie di favola o leggenda di tempi antichi. Vi si respira tutta la magia dell'inverno, della neve che ricopre tutto, del gelo che rende ogni cosa simile a un gioiello.
La tua è una storia di apprenti antitesi, come il XXXIII canto del Paradiso di Dante, che non a caso parla a sua volta di una madre che non è madre solo di suo figlio ma di tutta l'umanità.
Nella tua storia abbiamo un gelo che riscalda e una predestinazione che diventa libertà.
Abbiamo una ragazza ribelle, selvaggia, mascolina, che riscopre i valori della femminilità, dell'accoglienza e della passività e trova in essi la libertà.
Cerca la maternità, ma è come se in cuor suo già sapesse di non essere desinata a dare alla luce un figlio normale, come ogni altra donna. Sa che il suo sarà il figlio dello spirito della foresta, che avrà il compito di assicurare l'esistenza della foresta stessa.
E lei rimane confinata oltre i camcelli, madre che veglia su tutti ma non è vista da nessuno, in questa dolce malinconia fino a che non verrà la sua ora, come prima di lei era successo per la sorella della Vecchia, in un infinito ciclo di morte rinascita.
Come sempre una storia bellissima e scritta in modo splendido, complimenti^^

Recensore Veterano
28/02/17, ore 23:11

Recensione Premio per il primo posto nel contest: "Steampunk Tendencies"

Avrei visto molto bene questa storia tra quella raccolte nel Sirmarillion di Tolkien: lo stesso mistero che avvolge l'intera vicenda, quel non detto che serve ad accrescerlo, le leggende che si fondono con la realtà e un significato celato ai più ma che si intuisce, cattura e affascina; somiglia molto ad uno dei miti che narrano la nascita e lo sviluppo della Terra di Mezzo e delle sue popolazioni.
All'inizio ho creduto che i Cancelli fossero l'ingresso per il regno dei morti, sebbene risultasse alquanto macabro un'Aldilà così vicino al regno dei vivi, e tutta l'atmosfera sospesa, angosciante e cupa non ha fatto altro che rafforzare questa mia opinione (in sottofondo c'è un paese in guerra con tutto ciò che questa porta -morte e disperazione- e inoltre c'è sempre l'insistenza sulla rigidità dell'inverno, sul gelo permanente che ricopre il villaggio, che mi ha fatto pensare al freddo dei cadaveri). E invece mi sorprendi facendo scoprire alla fine che in realtà Mant (una specie di dio in terra, mi verrebbe da dire) protegge il villaggio e i suoi abitanti ed è esattamente l'opposto di quanto avessi pensato :')
Anche lo stile di scrittura mi è piaciuto molto: estremamente poetico ed evocativo, che contribuisce a rafforzare l'atmosfera nebulosa e misteriosa che domina l'intero racconto e a renderla ancora più evanescente e inafferrabile. Le parole ricrcate e inusuali, hanno rafforzato quella sensazione di leggere una vecchia leggenda da qualche libro antico e polveroso e, per la prima, volta non ho trovato che i pronomi che adori tanto stonassero ma anzi sviluppassero e arricchisero di più questa sensazione ^^

Il personaggio di Amber mi è piaciuto molto: il fatto che non voglia omologarsi alle altre donne e vivere una vita legata al marito e al focolare domestico mi è sembrata molto moderna, e come tale, era mal vista dal resto del villaggio. Ma la ragazza non si è arresa (non completamente, almeno) e ha mantenuto il suo carattere combattivo, ribelle e soprattutto curioso che le ha permesso di avere uno sguardo più acuto, capace di percepire cose che ad altri sfuggivano e per questo (forse) è stata scelta da Ashji, perché lei avrebbe potuto capire e accettare il suo compito. A tal proposito, non ho pienamente capito in cosa consisteva >.<
L'ultima parte mi è sembrata un po' confusa e contraddittoria, quasi che non sapessi nemmeno bene tu che cosa volessi dire (poi, in realtà, ha tutto un significato recondito che a me sfugge..) ed è, forse, l'unica pecca del testo: la volontà di lasciare tutto ambiguo e non meglio specificato ha inficiato sulla comprensione del testo.

Concludendo, la tua storia mi è piaciuta molto, mi ha conquistata e mi ha lasciata a bocca aperta, sebbene quel senso di mistero e la sensazione che ci fosse costantemente qualcosa che mi sfuggiva, non mi hanno permesso di apprezzarla appieno (detesto quando non comprendo completamente le cose e rimangono sottintesi inesplorati).
Come al solito le tue storie mi lasciano senza parole, mi travolgono e mi trasportano in un'altra realtà.

Ayr

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