Cara Nirvana,
Eccomi alfine a leggere questo lungo racconto che, devo dirlo, è particolarmente riuscito. La divido per macro temi perché altrimenti uscirebbe fuori uno zibaldone incredibile. Allora, parto col dirti che è davvero, davvero un bel racconto. Mi è piaciuto moltissimo!
Per coloro che passeranno qui: NON sono pazza, Nirvana mi ha invitata a leggere questa shot e fare una corposa recensione! ^^
E io, ben lieta, sono qui.
Trama e caratterizzazione:
Nessuna trama è veramente originale, questa è la mia opinione. Ho rintracciato echi degli Estranei di GoT (che, a ogni buon conto, derivano a loro volta da dei racconti mi pare irlandesi) e l’eco di Terry Brooks (Le pietre magiche di Shannara, dove Amberle, la figlia del re degli Elfi, giunge alla consapevolezza di doversi sacrificare per salvare l’Albero della Vita). Questi richiami, tuttavia, non tolgono nulla all’aria di mistero che i Cancelli di Vite (di cui lodo il duplice significato tra l’albero della vite e le vite umane) instillano negli abitanti di Feronia, villaggio posto alle estremità di una marca che tu chiami “marco.” La marca è, a tutti gli effetti, una regione e estrema di una determinata zona e ha sempre indicato quei possedimenti feudali, generalmente estesi e di grande valore strategico, affidati al marchese, appunto, superiore al conte cui spetta la contea. Preferisco la versione al femminile, sono sincera, ma accetto anche la tua declinazione maschile nell’ottica di un mondo altro. La guerra è inserita fin dal principio all’interno del testo, ma rappresenta un McGuffin: un espediente letterario e cinematografico che ti fa credere che la storia parlerà di una cosa (la guerra) mentre, in realtà, parla di altro (i Cancelli di Vite e il loro influsso sulla protagonista, ma anche di amore e morte). La guerra e la possibilità di diventare una guerriera sembrano rappresentare lo scopo principale della vita di Amber finché, a causa di uno scontro perso (e di un trucco) non finisce per dover sottostare alla vita domestica. La guerra, oltre a un più o meno consapevole espediente, è anche la motivazione per dare vita a una scena finale intensissima che ho ADORATO nella sua drammaticità: perché ho sperato che Amber non andasse oltre i Cancelli e non seguisse Manth anche se sapevo che così non sarebbe andata, e quel velo di nostalgia finale, dolce ma non patetico, intenso senza essere ridondante, con Hasse che torna e grida il suo nome, mi ha ricordato un’altra cosa: “La canzone di Marinella” di Fabrizio De André dove, a un certo punto (vado a braccio, sennò finisco a mezzanotte) il Poeta dice: “e lui, che non la volle creder morta/bussò cent’anni ancora alla sua porta.”
L’incontro con Hasse segna il punto di svolta per Amber e, dopo il raggelante matrimonio, le cose paiono assestarsi in una quotidianità dolce. Qui devo dire che lodo particolarmente la tua abilità nel non annoiare il lettore nelle scene di battaglia (che anche nei romanzi spesso sono pedanti e confusionarie), mostrandoci l’abilità della ragazzina e la furbizia di Hasse. Si tratta di un pezzo lungo e ben scritto, cui non c’è un corrispettivo esclusivamente nell’introspezione di Amber relativa all’iniziale amore Hasse. La scelta stilistica di raccontare quella che è una fiaba mitiga questo aspetto. L’unico motivo per cui ti faccio questa osservazione è perché (sia messo a verbale per i posteri) capisco che tu, magari, voglia rimetterci le mani perfezionandola al massimo e arricchendola. Per renderla più forte, in poche parole.
Possibile che Amber non conosca Hasse e, soprattutto, non faccia mente locale sulla promessa estortale? Io avevo già capito che Hasse le avrebbe chiesto qualcosa inerente la sfera affettiva. Puntavo sul bacio, ma era evidente la natura dello “scambio.” Amber è una ragazza intuitiva e attenta: possibile che non colleghi mai la proposta di matrimonio con la figura di Hasse e non venga a sapere, nella settimana che intercorre tra la proposta e il rito, che si tratti proprio del ragazzo? Per non smontare la storia, potresti aggiungere due righe proprio in cui lei magari pensa “oddio ma non sarà che…” e una spiegazione sul fatto che non ne vuole sapere niente e si isola dalla vicenda? Tanto per il lettore non è una sorpresa, lo è solo per lei.
La scena d’amore è bella e delicata. Hasse ha circa 17 anni, se ho fatto bene i conti. Appare forse un pelo troppo sicuro di sé e capace, ma il suo chiedere ad Amber il permesso è la chiave di volta della loro relazione, una nota dolcissima che parla di rispetto, la base dell’amore. Se però hai dedicato un paragrafo corposo alla lotta alle Buche, dall’altro canto Amber si lascia andare a suo marito in maniera poetica, ma “consequenziale.” Che voglio dire: i matrimoni combinati sono un cliché che amo (e ne sto trattando, PO, pubblicità occulta) quindi mi ci sono “sfranta la capoccia sopra.” Allungare all’inverosimile non devi, perché il racconto è una shot e tale deve rimanere, ma l’amore di Amber come nasce? Io immagino/ricostruisco questa prima notte impacciata e capisco che lei ceda, e che sia un rapporto consensuale è assolutamente provato, però non lo può amare così, sue due piedi, solo perché è stato gentile. Siccome la scena è bellissima, in verità, manca solo la scintilla, la carne, quel guizzo che la faccia apparire non passiva. Non che lo sia, ma potrebbe essere ancora più perfetta. Sai che voglio dire <3 Lei potrebbe notare che è bello. Basterebbe, credo.
Tutto il resto, l’intimità creata, la famiglia che è un duo destinato a non divenire mai un trio, la guerra, il sacrificio, sono tutte cose che ho adorato. Non c’è consapevolezza in nessuno che Amber sia l’Eletta e lei lo avverte sì fin dall’infanzia, ma in maniera vaga. La trovo una rilettura affascinante e apprezzo che non vi sia lo spiegone (perché, come dicevo su, le trame sono sempre delle macro situazioni che si mescolano l’una con l’altra, ma cambia il punto di vista dell’autore e il suo modo di presentarcele). Finisce male perché Hasse e Amber vengono separati, finisce bene perché tutti si salvano. Di sicuro, finisce come doveva finire.
Per quanto concerne i caratteri dei personaggi, Amber passa con forse troppa docilità dall’essere una ragazzina ribelle a moglie e aspirante madre e la motivazione per cui Hasse e la sua famiglia sono invisi tanto da suscitare la disapprovazione totale del padre, per essere inattaccabile, potrebbe essere più chiara: nel senso, ok, Amber ha offeso la sua famiglia, ma alla fine sposarsi non era la cosa da fare? Perché addirittura toglierle il saluto? In fondo, ha disobbedito, ma le sue azioni sono state riparate da Hasse. Per quanto concerne i secondari, Hasse in testa, hanno motivazioni abbastanza forti e si muovono lasciando traccia ma senza offuscare la protagonista. I caratteri di tutti sono delineati in maniera tale da essere funzionali al racconto.
Stile e grammatica:
La shot è scritta molto bene. Presenta una serie di egli/ella che vanno tolti per rendere la lettura più snella. Se il registro usato è sempre alto e la storia appare come una fiaba antica, cosa che adoro, sempre, egli e ella non li considero come elementi di stile da mantenere. Togliendoli non leveresti l’allure epica al racconto, ma renderesti solo la lettura più agevole. Ti ho segnato tutto. Al 99% sono dettagli di stile e ti ho segnato le ripetizioni e le assonanze (perché pure quelle spesso impicciano):
; ma = , ma/ luoghi, = > luoghi; ella si stringeva = si stringeva/ egli aveva = aveva/ ma ella = ella/ Qualche - qualcuna (ripetizione, troppo vicini)/ egli le aveva intimato = lui le aveva intimato/ madre- madre (troppo vicini)/ capelli – capelli – capelli (troppo vicini)/ , si sentiva libera = libera/ferraio, la quale famiglia = la cui famiglia/ quando ella = quando lei/ sussurro = sussurrò/ gorgoglianti di = gorgoglianti (perché si legge più fluidamente)/ viso più affilato = viso ormai affilato (perché ripeti “più” subito dopo)/ ella si tolse = lei si tolse/ roba-roba (ripetizione)/ ella lo sapeva = lei lo sapeva o lo sapeva/sua, essere sottovalutata = sua; essere sottovalutata (forse il punto e virgola ci sta meglio)/ bastoni-bastoni (ripetizione)/arma, per fermare il colpo = arma per fermare il colpo (N.B. la tua versione è più corretta, ma se la metti così, dato che stai descrivendo un combattimento, ottieni l’effetto di rapidità e di dinamicità della scena ;)/che egli non la stava… = che non la stava sottovalutando, ma trattando come una sua pari (snellita)/dimostrare – mostrare (assonanza troppo forte)/
Sposterei all’inizio “Nella sorpresa generale” e poi proseguirei con “il ragazzo…”/ quel- quella (ripetizione)/ superò-superato (ripetizione)/ della madre, la quale, = della madre, che, /Ed io (una D eufonica?! Tu?! :P)/ egli non avrebbe più avuto niente a che fare con lei = levare egli/ ella replicò con un’occhiataccia = togliere ella/ la coltre di pelli = le coltri di pelli (ho consultato il dizionario e come coperte l’uso lo trovo più corretto al plurale. Coltre si usa generalmente per la coltre di nebbia, però vedi tu eh)/ le sue labbra = le labbra del marito/ ed ella sentì = e sentì/ quel luogo-quei luoghi (ripetizione)/ Ella vagò = vagò/ ella indietreggiò = indietreggiò/ mentre ella, insieme = mentre, insieme/ ella continuò ad avanzare = continuò ad avanzare/ella sapeva come passare = sapeva come passare/da lei. Se lei lo avesse aspettato = da lei. Se lo avesse aspettato.
Come vedi, il 99% delle note sono cose che puoi lasciare e si riferiscono a egli/ella che, in molti casi, non servono, poi ci sono delle normali ripetizioni e due punti e virgola. Stop.
Considerazioni finali:
La storia appare forte per struttura, trama e stile, ma non solo. Recensisco per quindicesima e mi sorprendo di questo perché questa shot meriterebbe una popolarità ben più ampia, sappilo. È bellissima, davvero. **
Un caro saluto e “credo” di aver detto tutto. Credo.
Shilyss :) |