Recensioni per
Playing the Devil’s Part
di Iria

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/11/16, ore 01:26

Certo che te mica ci vai giù lieve con l'angst, minchia. La grammatica e la sintassi sono assolutamente, totalmente perfette, dalla prima all'ultima riga. Ogni frase è curata nei dettagli, in modo eccellente.
La punteggiatura è molto, molto buona. Ci sono solo un paio di casi dove non mi convince del tutto (ma si tratta di dettagli di poco conto). A parte questo, la punteggiatura è eccellente. Riesci a gestire i segni di interpunzione con grande, grandissima abilità, dando un bel ritmo alla storia. Mi hai uccisa. Mi hai distrutto il cuore. Hai uno stile incredibilmente coinvolgente, incisivo, vivido. Ogni frase porta alla vita una serie di emozioni, immagini e significati travolgenti. Ogni singolo periodo ha una ragione di esistere, uno scopo ben preciso. Non ci sono frasi fuori luogo, non ci sono frasi superflue. Ogni cosa è costruita con grande attenzione e precisione. Il tuo stile è estremamente piacevole da leggere, ed eccezionale per l'introspezione drammatica: riesci a rievocare con grandissima naturalezza immagini estremamente vivide nella mente del lettore, rendendo i sentimenti di Munakata concreti, reali. Il lessico è altrettanto straordinario: hai un vocabolario ampio, vario e ricco, e sai esattamente quale parola usare in ogni singolo momento.
Non c'è un solo termine che sia fuori luogo o che potrebbe essere sostituito con un altro. Riesci a raggiungere un equilibrio perfetto fra musicalità ed efficacia, creando una narrazione estremamente ricca ed emozionante. Scrivi in modo "dinamico", audace, senza avere paura di osare qualche variazione di registro o stile e sapendole sempre dosare alla perfezione. Non esageri mai, né con la ricercatezza né con la chiarezza.
Il titolo è stato rispettato al cento percento, in ogni singola riga. C'è tutto, tutto quanto: c'è il significato, c'è l'atmosfera. Non avresti potuto sceglierne uno più completo ed efficace: ogni riga lo richiama. C'è sempre qualche piccolo richiamo. Ne riprendi ogni sfumatura e la rielabori in modi del tutto efficace, grazie proprio allo stile e alla profondità delle riflessioni. Okay, ora posso ribadirlo senza OOC da sola (?): questa storia mi ha ucciso, perché ha un livello di profondità, drammaticità e bellezza straordinario. È una storia splendida dal punto di vista della forna e dello stile, e lo è altrettanto per quando riguarda i contenuti: hai scelto un momento difficile, difficilissimo da trattare. Sei riuscita a renderlo con grande delicatezza, tatto e realismo. Non esageri mai, non rendi mai la storia troppo drammatica o poco realistica: riesci dall'inizio alla fine a rendere il racconto plausibile, seguendo un filo logico assolutamente coerente e utilizzando uno stile di grande impatto. Mi piace come è strutturata la storia: è sviluppata in modo perfettamente chiaro e comprensibile, e il passare dalla situazione generale al momento specifico in cui tutto cambia, in cui Kyosuke crolla, è geniale: dà carattere e spessore alla storia, dando proprio l'idea di una serie di giornate tutte uguali che culminano con il momento in cui Munakata non regge più, non riesce più a sopportare la solitudine, la noia, il vuoto. E il finale. Non il finale per Munakata, proprio il finale finale. È geniale. Geniale, perché assolutamente inaspettato. E rende la storia ancora più drammatica: in una sola riga, sei stata in grado di aggiungere una profondità incredibile al racconto, perché in quella riga finale c'è il dramma del "troppo tardi", c'è il dramma delle decisioni irreversibili e tragiche su cui non si può tornare, c'è il dramma di Kyosuke che dovrà convivere per sempre con la consapevolezza di non aver salvato Chisa e Sakakura, di averli, di fatto, uccisi. C'è la certezza che le cose sarebbero potute essere differenti, che loro tre avrebbero potuto avere il loro lieto fine, ma Munakata, per una volta, ha fatto male i calcoli. Non ha capito, o non ha voluto capire, cosa lui significasse per loro, e Yukizome e Juzo hanno pagato questo errore, questa cecità, con la vita. È devastante. E geniale. I pensieri di Kyosuke si susseguono con una naturalezza tale da rendere impossibile al lettore non immedesimarsi: sono riflessioni così profonde, così vere, così oneste da catturare il lettore e proiettarlo direttamente nella mente di Kyosuke, dalla prima all'ultima riga. Non solo i suoi pensieri sono realistici e coerenti: le sue emozioni sono intense, devastanti, e travolgono il lettore. Il momento trattato è difficilissimo da rendere, perché c'era il rischio di renderlo troppo drammatico, troppo sentimentale, andando così OOC, o di sacrificare l'impatto emotivo per rendere Kyosuke IC e far diventare dunque la storia "fredda": tu hai trovato l'equilibrio perfetto.
La storia è sia coinvolgente sia plausibile, perché le riflessioni di Munakata si avvicendano con una precisione ed intensità da portare il lettore esattamente dove tu vuoi che arrivi. Le emozioni che Munakata prova sono così travolgenti da rendere il finale l'unica conclusione possibile. Era un finale rischioso da scegliere, perché il fischio di esagerare in una direzione o nell'altra era fortissimo, ma tu sei stata in grado di strutturare la storia in modo tale che, alla fine, qualunque altra conclusione sarebbe risultata fuori posto. La storia scorre come un fiume in piena, devastante e travolgente, fino ad arrivare all'unico finale possibile: quello che tu stessa hai scelto. La caratterizzazione di Kyosuke è straordinaria, in ogni gesto, in ogni parola. C'è tutto Kyosuke, qui, nel modo di muoversi (o, per meglio dire, di non muoversi), di pensare, di soffrire. Non solo: c'è un Munakata distrutto, un Munakata che è tutto se stesso anche nel dolore. E questo dolore è straziante, perché viene assimilato dal lettore dall'inizio alla fine grazie al tuo stile decisivo e straordinariamente cooinvolgente. E grazie della botta di angst, sul serio <3 bacissimi,
Devil
(Piesse: sono da cell, quindi immagino che il mio schifosissimo touch abbia disseminato di orrore la rece, non farci troppo caso - in parte è colpa mia che ero troppo ubriacata di dolore per mettermi a correggere roba!)