Apprezzo esponenzialmente questa storia, dalla narrazione che vede Walt districarsi in una situazione Kafkiana dove vari personaggi fuori dalla righe seppure squisitamente singolari rappresentano un contorno al nucleo di un'idea geniale e di inimmaginabile originalità: i non morti. Il re dovrà combattere una situazione tanto sbagliata da riflettersi nell'errore grammaticale del titolo, ma sarà davvero il nostro re? Questa la domanda che genera una tensione talmente presente e greve che potrebbe essere accostata a quella amorosa presente nei romanzi cortesi cavallereschi e che continua nella lirica provenzale. Un capolavoro post moderno che tuttavia è ancorato alle tradizioni nei nostri avi e che scava nel cuore del lettore tanto quanto l'opera originale scavava in quello degli spettatori. Il nome dell'autore è una garanzia: un uomo il quale ha la stessa firma del nostro signore Heisenberg e che tra una citazione e l'altra riesce a bussare alle emozioni di noi, di tutti noi.

Leggi la risposta dell'autore