Recensioni per
Il Libro dell'inquietudine
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 79 recensioni.
Positive : 79
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
25/03/24, ore 13:03

Approdo qui con grande ritardo, ma in fondo al tuo mare c'è la stessa musica. Anche Caça ha la tentazione di infischiarsene. Degli dei. Del Primo Generale. "So chi sei, e non me ne importa." Non so se Kanon lo lascerebbe partire sulle proprie gambe dopo un'ammissione così. Ma Caça ha sempre saputo e non ha mai parlato, almeno da quello che hai raccontato tu. (Sto rileggendo cose. Mi hai contagiata con la tua nostalgia.) Perché non gliene importa, di chi sia al secolo il Drago di Mare. È una ragione migliore di altre.

Comunque anche il frammento di Pessoa è molto bello!

Recensore Veterano
08/06/17, ore 21:24

Ciao cara! Scusami per il ritardo: fra trasloco, fine trimestre, laboratorio e burocrazia in questo periodo arrivo a casa la sera e mi addormento sul divano con la birra in mano (tristezza teutonica!).
Ah, Kanon, Kanon! Com'è sottile, il tuo Kanon! Com'è cieco ed umano! E anche Atena qui fa un figurone, come al solito in un paio di pennellate. Ho riletto tutti i capitoli di fila, stasera. Questa raccolta è davvero una gemma.

Recensore Veterano
20/04/17, ore 18:50

Quelle di Caça sono buone domande. Perché proprio Kanon a dare il via al concertino in fondo al mare. Ottime domande davvero. Quello che non abbiamo ancora è una risposta alla domanda che mi faccio io: perché Caça sa e non fa niente? Forse la risposta è complicata e la stai mostrando un po' per volta.
Intanto mi godo le bellissime immagini marine che continui a tirare fuori. Kanon naufrago. L'amore mezzo annegato. Le conchiglie rotte nel secchiello per rompere un castello di sabbia.
Questo Kanon è bellissimo.

Recensore Veterano
06/04/17, ore 22:03
Cap. 24:

Qui ti stai connettendo alla mitologia de La rosa, giusto? La prendo come assunzione e dunque leggo questo leggere di Caça anche dentro a Poseidone come un essere a parte dei fatti (della tua versione) invece che di quella indorata che ci dà il mito: un sopruso troppo umano, un abuso imbellito, poi trasfigurato dal mito. Già il mito è pieno di aberrazioni e piccolezze tutte umane, ma nobilitate. Allora che brutture vedrà Caça nei fatti?
Poseidone volle tornare umano, essere Julian Solo, ma rimane meramente un corpo nudo... Bellissimo lo sviluppo dei versi di Pessoa. Bellissimo, questo Poseidone. Con poche parole, piano piano, ci stai mettendo a nudo anche lui.

Recensore Veterano
05/04/17, ore 21:06
Cap. 24:

Una delle prime cose che si notano quando si comincia a 'studiare' la mitologia greca (nel mio caso, quando ho iniziato a sfogliare il dizionario di mitologia per puro sfizio infantile) è che gli déi sono... fallibili. Ne combinano di tutte le forme e colori, portano all'estremo qualunque difetto e nefandezza umana, con la differenza che, in teoria, coi loro poteri potrebbero rivoltare la Terra come un calzino da lavare.
E sia benedetto Feuerbach, per averlo detto esplicitamente - gli déi assumono le sembianze delle qualità che noi umani desideriamo. E quindi le divinità sono le sublimazioni dei nostri pregi e dei nostri difetti.

Alcuni di loro di tale sublimazione godono come ricci, altri si adeguano senza dire niente... e altri cercano di tornare umani, assumendo un corpo.
Poseidone fa l'ultima - con il corpo di Julian, che però non potrà mai essere altro che un corpo, nemmeno un abito. E Caça, da bravo scrutatore di anime, lo sa.

JudithlovesJane

Recensore Veterano
03/04/17, ore 21:44

È bello il rapporto che instauri fra Kanon e Thetis, l'affetto quasi paterno o l'amore per un animaletto domestico che lui le porta, "così come può". E come possa Kanon, che deve avere i suoi bei traumi, è un bel paio di maniche: è già una manifestazione d'affetto enorme che non la voglia morta!
Caça smania per lei in modo diverso dagli altri, ma non smette di volerla almeno in parte allo stesso modo. Dunque il dettaglio della bocca di Thetis come un anemone ha qualcosa di osceno e poetico.

Mi piace questo mare!

Recensore Veterano
03/04/17, ore 12:29

Kanon è il solito bastardo che buca lo schermo e ruba la scena a tutti. Basta nominarlo anche solo di sfuggita che BAM!, l'attenzione si sposta. E' un magnete, quel ragazzo. <3
Custodisce il mare, come si terrebbe lucido e funzionante un fucile prima della caccia grossa. Per lui è un'arma che gli servirà per annegare qualunque cosa sia anche solo vagamente asciutta sopra la sua testa. 
E quel che resta, lo darà a Thetis. Che è un po' la sua bambina, la scaglia rilucente dei suoi occhi. Il suo amore per lei non ha le tinte del desiderio, della 'smania adolescenziale' che hanno gli altri. E' più platonico, il suo affetto. Più 'scelto'. I ragazzi sbaverebbero dietro a qualunque sventolona bionda, anche se non fosse Thetis. Lui vuole bene a lei, e basta. Così come si ama la propria figlia, il proprio cane, non tutti i bambini o tutti i cani.

Per Caça è ancora diverso. Thetis per lui è come una novità, quel desiderio impalpabile di attraversare l'orizzonte e vedere 'cosa c'è di là' (Pocahontas e Moana docent); e proprio per questo Caça è forse quello che più di tutti subisce il fascino della sirena antica, quella che con il canto attirava i marinai per divorarli.

JudithlovesJane

Recensore Veterano
29/03/17, ore 22:17
Cap. 22:

Al "ma chi gli sorrideva riconosceva sempre qualcun altro", mi hai fatto spezzare il cuore. Per Caça. Capisci?! Caça. Non hai mai nascosto quanto sia viscido e inquietante, eppure mi fai sentire tenerezza per questo butto cattivone.

A pensarci bene, anche Thetis veste un costume, che non è la sua vera forma. Chi di più adatto di lei per empatizzare con la ricerca di Caça e per aiutarlo, allora? E magari il senso estetico di Thetis non è proprio calibrato sui canoni umani... Però Caça si terrà quel viso. Lo amerà? O il viso amato che ha trovato quel giorno è il viso di Thetis, forse?

Recensore Veterano
28/03/17, ore 21:38
Cap. 22:

Thetis che fa da fashion counsellor a Caça per creare la sua 'identità mostruosa'?
APPROVO! APPROVO TANTISSIMO!! *____*

Caça cambia faccia spessissimo e in ogni occasione è sempre al posto giusto, sempre una maschera. Poi Thetis lo prende da parte, lo consiglia et voilà, ecco il 'mostruoso' guerriero del mare! Con un viso unico e tutto suo, finalmente, e non più l'aspetto di qualcun altro.

Mi rendo conto di aver poco da sviscerare qui, se non il solito 'che meraviglia!' 

JudithlovesJane

Recensore Veterano
18/03/17, ore 18:32
Cap. 21:

Tu sai che io incoraggio i tuoi entusiasmi teutonici!
Piano piano, iniziamo a vedere che cosa sa Caça del piano di Kanon. Sembra sapere tutto. E cominciamo a vedere perché non parli. Pare quasi che lo stia studiando con una fascinazione perversa. O che gli piaccia giocare col fuoco, col futuro che lui non vede ma che intuisce. Perché, anche se non conosce il futuro, Caça dà l'impressione di essere uno che crede di sapere già tutto quello che vale la pena di sapere. E fa male. Noi sappiamo come va a finire. E non è bene per il nostro portoghese.

Recensore Veterano
17/03/17, ore 23:18
Cap. 21:

Non è uomo di profezie, Caça. Ha più l'attitudine dello psicanalista, che scava nell'inconscio fino a scovarne gli antri più nascosti, le ragnatele più piccole nei vicoli ciechi più bui. Osserva il passato per trovare le cause che originano gli effetti del presente - da cui, forse, si potrà dedurre il futuro, se uno avrà tempo, voglia e pensiero critico da perderci dietro. 
In un certo senso ha il talento da scienziato sperimentale, il nostro cattivone. Non so se sia un bene o un male che non abbia dedicato queste sue abilità in tale ambito.

Vede il passato di Kanon, Caça. Vede il suo desiderio per un mondo disabitato ma che riconosca la sua esistenza - un mondo dove il mare è l'unico padrone, senza più nulla da bagnare se non se stesso. E il silenzio, di onde che non hanno più un muro su cui rifrangersi. Il silenzio e l'oceano in cui seppellire il proprio dolore, i propri ricordi - e la voce di Saga?

"Sogni da Generale, per chi si riteneva un impostore!"

Da persona che accarezza morbosamente l'idea che Kanon fosse predestinato ad essere Generale dei Mari, non posso che dirti GRAZIE per questa frase e stamparti un bacio in fronte.

JudithlovesJane
 

Recensore Master
17/03/17, ore 22:43
Cap. 20:

Alla faccia del timore!
Io, se mi dicessero che Caça sta manifestando un minimo di empatia verso la sottoscritta, mi guarderei le spalle e avrei paura della mia stessa ombra, sai com'è.

Baian è il povero agnello sacrificabile, l'avversario che è tutto fumo e niente arrosto (come Misty della Lucertola), che magistralmente fa perdere la fiducia a Seiya (come Misty. E, su questo punto, mi permetto di commentare che non è che ci voglia poi tanto; appena le cose si mettono male, Seiya perde la propria autostima e inizia a piangersi addosso, in attesa dell'incitamento di Saori - fregandosene del fatto che lei, magari, ha ben altri casini a cui pensare...), ma che poi il ronzino di bronzo pesta come l'uva, rivelando all'orbe terracqueo quanto fosse scarso, il Cavalluccio Marino.
È un peccato. Il doppiaggio nostrano non ha aiutatoa creare un minimo di spessore a questo povero disgraziato, una tuta rossa di Star Trek - serie classica, insomma; la vittima designata che dica al lettore che no, va tutto bene, Seiya ha avuto un attimo di défaillance, ma s'è rimesso in carreggiata...

Recensore Master
17/03/17, ore 22:37
Cap. 21:

Un mare senza nient'altro da bagnare, ché le acque han sommerso le terre emerse; ma allora, io mi chiedo, avremmo lo stesso lo sciabordio delle onde? Voglio dire, il battere e levare dell'acqua di mare ha senso se si ha un qualcosa contro cui battere, una linea di costa, seppur spezzettata, il bordo di un atollo che galleggia lì dove l'acqua è più blu, un gommone che se ne va alla deriva. Anche perché, una volta che hai sommerso i continenti (e ti ci voglio vedere, a sommergere l'Antartide!!), prima o poi l'acqua dovrà ritirarsi. Poseidone riteneva che l'umanità fosse corrotta e abbisognasse di una lezione; ma, secondo me, non avrebbe coperto le terre emerse per sempre, ché il mare - e lui lo sa - altro non è che l'acqua che riempie i crepacci che separano i continenti. E senza un contenitore che le dia un volume, l'acqua cosa fa? Sguscia via.
Diverso è l'atteggiamento del Principale, che nella sua cieca furia vendicatrice se ne fotte altamente di quello che ha - o non ha - intenzione di fare Poseidone. Lui vuole essere l'angelo sterminatore che riderà sui flutti, the last man standing. Quello che riderà, di tutto e di tutti, e li seppellirà con una risata da pazzo schizzato.
Cosa se ne farà dopo, di quella palla fatta di acqua, non è dato sapere; e, sinceramente, non gli interessa. Kanon vive per quella risata, per quell'attimo soltanto. Quello che verrà dopo, paradossalmente, che ci sia o che non ci sia un dopo, non lo tange.

Recensore Veterano
15/03/17, ore 21:26
Cap. 20:

Mi piace che Baian e Caça abbiano qualcosa in comune: un che da acqua di foce o di laguna, una certa indolenza e la stessa nostalgia per due città al confine fra un fiume e il mare. Bellissima l'immagine della nostalgia leggera e molesta come una zanzara. E Baian va e non vuole tornare, ma poi torna lo stesso perché casa adesso è il mare. Questo lo rende forse ancora più di foce.
Empatia? O languore, in quel lasciarlo fare di Caça?
Sosteniamo il buon vicinato ed apprezziamo tanto questa nuova pennellata garbata su Io.

Recensore Veterano
15/03/17, ore 20:16
Cap. 20:

Le foci sono un posto strano. Non sono più fiume, non sono ancora mare. A volte sono lagune, con l'acqua che cambia tra dolce e salato a seconda della marea, e con quell'odore misto tra salso (quando va bene) e alghe marcescenti (quando va male) che c'è solo lì. Sono un luogo di passaggio, un po' come una stazione dei treni. Sospeso, tra chi parte e chi arriva, tra chi va e chi resta.
E se si è nati in quel tratto del ciclo dell'acqua, la nostalgia la farà sempre un po' da padrona.

Caça è figlio del Tago, di Lisbona che su un estuario si appoggia mollemente. E quindi riesce a capire Baian, che di un altro estuario, di altre baie è figlio. Il Cavallo del Mare è come un salmone delle sue terre, che va al mare e poi, puntualmente, ritorna. Mentre i pesci muoiono dopo la risalita, tornati a casa, lui forse moriva un po' dentro a ritornare all'Oceano. Caça lascia fare, in un gesto di comprensione silenziosa. Io, vicino impetuoso ed isolano, che degli estuari non conosce la malia, si occupa di vegliare sul collega. Lo accompagna e lo fa tornare.

Approvo tantissimo Vancouver come patria di Baian, e onore al Canada!
JudithlovesJane  

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