2° Classificata al contest: "È una storia sai…" con un totale: 47,5/50.
Stile: 9,5/10
In un testo piuttosto lungo, come il tuo, trovare così pochi errori è un ottimo risultato, complimenti.
Complimenti anche per l’estrema scorrevolezza del testo, non solo, ma anche per l’ottimo bilanciamento tra descrizioni, azione e dialoghi. Non ho di certo nulla da suggerirti per migliorare il tuo scritto.
Il lessico è poi estremamente curato e più volte mi sono trovata ad ammirare parole di uso non comune, che non appesantivano la storia, ma la impreziosivano, arricchendola. So che è punto a cui tieni e di certo non hai mancato.
L’impaginazione è semplice, anche se la lettura non è molto lineare a causa delle due pagine affiancate, ma di certo non protesterò per un dettaglio simile. Invece ti consiglio di cambiare la grafica dei dialoghi, così risulta, credo, sbagliata. Poi usare il trattino, le virgolette alte e le virgolette basse, ma il segno grafico maggiore e minore ripetuto, penso sia un vero e proprio errore grafico. A volte risulta anche mancante il secondo segno perdendo quindi ancora di più il senso.
Il titolo è accattivante e di certo ho apprezzato che non ve n’è solo uno, ma ogni capitolo ha il proprio. Uno sforzo che ammiro sempre e che trovo arricchisca la storia. In tutti i casi li ho apprezzati perché ben interpretativi della storia e della trama.
Uso della canzone: 10/10
Un uso da punteggio pieno, non c’è dubbio. Hai spiegato molto bene come hai adattato la canzone e i riferimenti sono presenti lungo tutto il testo. Vi è poi qualcosa di più e cioè l’idea che è proprio l’amore che deve essere portato ai robot androidi, quel sentimento che a loro manca e che Kamul può insegnare loro. Dunque, dopo tutta la distruzione e la guerra, resterà l’amor.
Uso dell'Immagine: 5/5
Ammetto che all’inizio pensavo avessi usato la scena non in maniera ottima, pensando che fosse nel momento in cui Aisha viene catturata assieme ai compagni e trasportata a Nurthia, ma poi il finale mi ha rassicurata: eccola lì la scena, piena d’importanza e densa dello stesso pathos che si riflette nell’immagina.
Hai descritto molto bene il robot straformandolo da inquietante essere gigantesco, ma inerte, a dolce e premuroso compagno. Mi è piaciuto vederlo spento e mostruoso e poi quando protegge e trasporta tra le mani Aisha vedere il lui il cambiamento, con quel cuore che pulsa parlando d’amore e dolcezza.
I dettagli ci sono tutti, dal ghiaccio del paesaggio ai colori del robot fino ad Aisha, i suoi capelli rossi e la coperta termica gialla che la protegge.
Punteggio pieno meritatissimo.
Trama: 14/15
La storia non ha mancanze, non ha vuoti, inizia con l’infanzia dei due giovani, dandoci qualche sprazzo della loro vita e della vita che vivono e poi li segue, mentre crescono ed entrano nel mondo di guerra e sangue che li circonda.
L’avventura si svolge sensata e ben gestita, così come i personaggi che non sono mai forzati, ma che mostrano debolezze e forze, crescendo a mano a mano che gli avvenimenti lo richiedono.
Interessanti anche i retroscena di questo mondo, avresti potuto lasciare scoperto il dettaglio, invece no, con piccoli accenni qua e là ci dai un buon quadro generale permettendoci di dare alla vicenda maggiore profondità e impatto.
Forse il pugnale è il dettaglio che viene sfruttato un po’ meno bene. Di lui sappiamo poco e malgrado se ne parli abbastanza non è mai ben chiaro come funziona o quanto meno perché fa quel che fa, grazie a cosa agisce. Si parla di magia, fede, ma niente di più. Piccola lacuna che pesa sul finale, perché, malgrado sia un bellissimo escamotage, non si capisce come Kamul sia riuscita a entrare nel robot. Forse sarebbe stato più pregnante far fare ad Aisha o allo stesso ragazzo, un gesto consapevole in punto di morte.
Comunque, la storia è stata gestita bene e questo è solo un piccolo dettaglio.
Vorrei soffermarmi sui cattivi della storia. Sono personaggi estremamente ben disegnati, la loro crudeltà così distaccata perché fatta di incomprensione è elegante e macabra al contempo. Colpo da maestro, poi, dire che tutto ciò che sono è solo lo specchio di ciò che gli umani hanno dato loro. Mi è piaciuto molto il fatto che hai insistito su questo punto, non li si può davvero odiare, come non si potrebbe odiare un’aspirapolvere che risucchia la nostra briciola preferita. Bella riflessione che si legge lungo tutta la storia.
Gradimento Personale: 9/10
Lo avrai capito: la storia mi è piaciuta. Leggerla è stato un piacere, non sono grazie al tuo stile sempre così fluido, ma anche perché era una storia intrigante, non solo d’avventura, ma anche di riflessione sulla moralità e sul male.
Mi sono piaciuti Aisha e Kamul, con le loro incomprensioni, le loro titubanze, la loro amicizia e infine, il loro amore che li porta a lottare e a sopravvivere anche nell’orrore in cui erano finiti, particolarmente interessante la figura di Kamul, un vero Intellettuale, sempre pronto a farsi domande, a cercare di capire e che lotta con il proprio cervello prima che con il corpo.
Ma mi sono piaciuti tutti i tuoi personaggi, non sono i protagonisti, anche il povero equipaggio di Aisha, in particolare Marty, e mi sono piaciuti molto gli androidi e il loro tentativo di diventare specchi di chi li aveva forgiati.
Insomma hai creato un ottima storia che mi è piaciuto leggere. |