Valutazione per il contest "Cosa c'è sotto l'albero?"
Alcoholic dream
di Virginia.Irali
Grammatica
ad odiarlo -> omettere la d eufonica
Piton lo guardò con il solito disgusto “Strano a dirsi, sono qui per te, Black -> Manca il punto prima del discorso diretto. Questo è un errore che persiste in tutto il testo.
Quindi, per cortesia, non fare cazzate come tuo solito.” Aggiunse, e scomparve. -> il punto va tolto all’interno del discorso diretto e il verbo va messo in minuscolo. Questo errore è ripetuto in tutto il testo
attraversando la porta trascinando Sirius con sé. -> manca la “e” congiunzione.
Si stese sul letto chiuse le tende del baldacchino. -> manca la “e” congiunzione o, se preferisci, una virgola.
Stile
Lo stile è piuttosto semplice, ma gioca sull’introspezione dei personaggi, ravvivando o rimestando i toni a seconda del personaggio di cui parla. Questo espediente mi è piaciuto molto: ha reso i personaggi vivi e reali, creando uno spessore anche in coloro che non erano realmente lì, ma comunque hanno fatto sentire la loro presenza e originalità.
Ho, però, trovato un uso della punteggiatura non sempre corretto o fluido, soprattutto in certi passaggi. Ti porto un esempio: “Regulus era sveglio, seduto sul letto consultava un atlante astronomico”. Personalmente avrei calibrato il ritmo della frase in modo diverso, dando un’intonazione più mesta e meno frettolosa.
Inoltre ho percepito il testo come diviso in due parti: fin quando segui i tre fantasmi del natale, il tono è calmo e ben ponderato, con i giusti ritmi e le giuste pause narrative; all’improvviso, però, quando si tratta del gran finale, velocizzi il tutto e lo racchiudi in un elenco di avvenimenti senza spessore o intreccio narrativo, appiattendo il tutto in un’accozzaglia di avvenimenti originali ma che il lettore non avrà mai modo di leggere con completezza.
I dialoghi, invece, sono il punto forte. Esplicano, in un’esplosione di sapori e azioni descritte, l’essenza di ogni singolo personaggio; ogni parola è ben ponderata, studiata a regola d’arte e intessuta intorno alle caratteristiche del personaggio che le pronuncia. Un lavoro ben riuscito!
Originalità e trama
Ti ha penalizzato molto l’utilizzo del romanzo breve di Dickens. All’inizio ho sbattuto le ciglia e detto: no, per favore, no la solita solfa!
In effetti, l’andazzo è stato quello e non posso nasconderlo. Tre fantasmi, un uomo da redimere e cambiare, e il tutto avvolto dall’atmosfera natalizia. Se posso dirlo, a salvarti in calcio d’angolo sono stati i dettagli, che hanno reso l’operato fluente e coagulante con la trama potteriana e con le intenzioni che la tua storia si era prefissa. Mi sono piaciuti gli accenni alle molestie da parte di Bellatrix e del padre nei confronti di Sirius: hanno denotato una profondità che la narrazione ha un po’ sotterrato, dando un senso più cupo e disperato al comportamento da scapestrato del tuo Sirius. Anche l’austerità in casa Black si è respirata attraverso il passato, come la solitudine e una mancanza di coesione in famiglia che sono emersi dal presente. Ma è stato il futuro che mi ha colpito maggiormente: ha denudato l’amore che comunque è sempre rimasto lì, dietro la maschera che Felpato porta sul viso ogni giorno. L’arazzo ha avuto un ruolo importantissimo nell’aumentare il tono narrativo. E qui, finisce la mia gioia.
Subito dopo hai inserito un excursus della piega che avevano preso gli eventi dal quel cambio di rotta. Hai “abbozzato” una trama completamente stravolta dall’originale, ricca di spunti interessanti e originali: i Potter vivi, Harry che è una peste, Remus che vive con Sirius, Silente che ha sconfitto Voldemorto con l’aiuto di Regulus… interessante e coinvolgente, se non fosse che è solo una frettolosa fine senza spessore narrativo. Hai smesso di narrare e hai creato un elenco che mi sarebbe piaciuto leggere, e non solo come menù del giorno.
Titolo e impaginazione
L’impaginazione è limitata al testo giustificato, quindi semplice e lineare, ma comunque pulita e ordinata.
Il titolo mi ha fatto storcere il naso: è perfetto per la trama in sé, dona all’atmosfera un’aurea di commedia e leggerezza, ma è limitativo della figura di Sirius e della complessità della sua persona. Rende tutto molto frivolo e divertente, quasi fosse tutto uno scherzo. Forse questo era il tuo reale scopo nella stesura della storia, però io non ho saputo apprezzare fino alla fine.
Caratterizzazione dei personaggi
Se guardo tutto con occhio ironico, i personaggi/fantasmi sono stupendi!
Ti faccio subito i complimenti perché hai saputo perfettamente accoppiare i tre amici di Sirius ai giusti fantasmi, inserendoli nel momento opportuno nella narrazione. La figura di Piton, forse, l’ho trovata un po’ fuori luogo, e non ne ho capito la metafora; sempre se ce ne fosse una alle spalle. Invece con gli altri tre…
Peter è il passato, l’amico che tradisce, traballante e insicuro: dettagli come quello che lo ritrae mentre si mordicchia le unghie sono impagabili. Hai reso perfettamente la sua figura di poco conto, il debole della catena, quello che si aggrega ai più forti. Mi è piaciuto che tu l’abbia ricollegato a questo fantasma: quasi volessi dire che il passato di Sirius fosse da rimuovere, da ribaltare, un male che cerca ancora di risucchiare la sua vita, rendendolo infelice.
James, beh, è James: è il presente, ciò che conta per Sirius. Lui è l’amico, il fratello, la persona più cara, colui che lo comprende e lo completa. Ma James è anche fiducia e lealtà, e sono felice che sia proprio il suo fantasma a ricordargli chi è suo fratello, ad aprirgli gli occhi.
Mentre Remus è il futuro, la guida, colui che ti mostra la strada giusta. Mi è piaciuto particolarmente questo accoppiamento, perché anche nel libro Sirius dice che, del gruppo, è proprio Remus a ricordare a lui e James quando sbagliano, facendoli sentire degli stupidi. Quindi, gli abbinamenti sono stati fatti a regola d’arte.
Regulus è venuto fuori, però è rimasto ai margini: un bambino solitario, in balia della famiglia e della sua casata; colui che cerca di fare il forte ma è preda della corrente. Mi piace il suo essere comunque il fratello minore, bisognoso di Sirius e dell’aiuto di una guida. Ha comunque avuto la sua importanza, anche se grazie alla tua storia non è passata inosservata.
Sirius è il protagonista, ed è colui che subisce il cambiamento: distrutto, incompreso, arrabbiato con il mondo, ferito da tutto e da tutti. Il fatto, però, che anche dopo gli eventi egli abbia mantenuto la sua esuberanza e il suo essere arrogante e impertinente, come si denota dalla scena finale, è stato un dettaglio non di poco conto, che ho apprezzato molto.
Gradimento personale
Troppa fretta nel mettere il punto fine: sembra che alla fine tu abbia dato “un’ammogliata”, si dice dalle mie parti! In altre parole, te ne sei sbarazzata in fretta e furia, accartocciando tutto in due parole in croce, perdendo l’armonia stilistica che avevi mantenuto lungo il resto del testo. Inoltre, per quanto usato con parsimonia e in modo – non originale, certo – ma fluente con la caratterizzazione dei personaggi a tua disposizione, l’uso della storia di Dickens non mi ha fatto impazzire molto, ha donato al tutto un senso ironico che limita la visione dell’evento, riducendolo a commedia. Però, d’altra parte, non posso non riconoscerti che l’idea era molto carina e che comunque ha il suo effetto scenico. In definitiva, una lettura leggera che non appesantisce con l’importanza che realmente dovrebbe avere l’evento stravolgente.
Punti pacco
Qui hai fatto un lavoro ineccepibile!
Hai creato un “what if?” non solo rispondendo alla mia domanda, ma mostrando al lettore cosa abbia scatenato il cambiamento in Sirius e nel suo rapporto con il fratello. Mi è dispiaciuto solamente che l’attenzione che hai posto nella spiegazione, non l’hai altrettanto equilibrata negli eventi che si sono susseguiti diversamente dalla trama originale.
Non hai stravolto il rapporto che c’era alla base del libro, ma hai esplicato le ragioni psicologiche che c’erano dietre, dando una buona visione dei fatti anche se personale, per poi inserire ciò che ha influenzato da quel momento in poi la loro relazione fraterna. Hai messo molta cura nel non stravolgere le loro personalità, creando un rapporto basato sulla fiducia e sulla redenzione.
La parte migliore l’hai saputa creare con la citazione, a mio avviso. Sirius aveva già iniziato la sua rivolta personale: il suo essere diverso e incompreso dalla famiglia lo portava a istigare e a rivoltarsi contro tradizioni e insegnamenti vecchi secoli. Ma tu hai creato un ponte, una specie di valanga che investe anche Regulus. Anche lui, a suo modo, si rivolta nella trama originale, ma lo fa in modo suicida, e la sua obiezione passerà inosservata e incompresa se non dai tre protagonisti, molti anni dopo. Invece, nella tua one-shot, la rivolta si espande in un tripudio di gloria e scossa morale grazie alla collaborazione dei due fratelli, della risanazione del loro rapporto e della complicità che avrebbe dovuto esserci tra di loro: si parano le spalle a vicenda, covando sotto la cenere e aizzandosi contro la sordità di un’intera stirpe.
L’arazzo ha giocato un ruolo chiave nello sconvolgimento dell’anima di Sirius, creando l’imput dello stravolgimento di trama. Hai saputo rendere bene quel momento, creando un ottimo effetto scenico. Davvero, nulla da ridire su questo punto! |