Cara Depravity,
Inizio questa recensione col dirti che raramente decido di lasciare una mia traccia in qualche storia utilizzando il cellulare, perché è scomodo e mi irrita - soprattutto quando il malefico aggeggio tende a bloccarsi, giusto per punzecchiarmi -. Eppure, nonostante la batteria quasi scarica e il mio amore per il computer, ho richiamato Pazienza e Senso del Dovere per dirti la mia opinione. Povera, povera te.
Ho apprezzato la descrizione iniziale di Allen: essa rende il lettore capace di immaginare i primi momenti di questo piccolo ritaglio di vita, inoltre permette di scorgere i pensieri, addirittura le paure, di Lavi. Poi, il muovere le labbra secondo la lettura... l'ho trovato tenero. Ammetto di aver sorriso come una scema al diffondersi della musica, e di aver cominciato a sclerare silenziosamente sperare, e quando poi Lavi ha chiesto all'altro di ballare, ho esultato perché diamine, mi ha sentito che sia lodato il cielo giuggiola santa. Ehm... sì.
La prima scena è immersa in una dolce e rara quiete, resa tale non soltanto dai gesti dei protagonisti, ma soprattutto dalle parole da te scelte. Sei stata delicata, hai reso magico il momento. E alla fine ha cominciato a nevicare, quasi Dio si fosse commosso o addolcito.
Oh, la seconda parte... breve e triste, l'opposto della prima, ma capace comunque di dominare ed imporsi. Lavi manca ormai da tre, lunghi anni - il salto temporale stordisce un po', lasciando arida la mente di pensieri -. Lavi non è più al fianco di Allen, forse è stato ucciso da un Akuma, da un Noah. O, chissà, dal Cinquantesimo, suo successore. Cloud, Dio quanto sei deprimente.
E alla fine, Allen ha davvero cominciato a desiderare qualcosa con tutto sé stesso, continua a pregare nella notte di Natale, famosa per i suoi miracoli, piccoli o grandi.
Va bene, la recensione fa schifo, lo so e mi dispiace, ma volevo tanto dirti complimentie grazie. Perché zero recensioni?
Tu sai scrivere, non dirmi mai più bubbolate simili uxu
Un saluto anche da parte di Timcanpy,
~Cloud
|