Mi dispiace recensire questa storia così in ritardo, ma mi sarebbe dispiaciuto ancor di più lasciarla indietro!
Prima di tutto, hai scritto un'AU su una trasposizione che ormai è diventata quasi un classico per questa coppia, grazie anche alle bellissime fanart che sono in circolazione (mi riferisco a Otabek cavaliere e Yuri fata). Una trasposizione che, tuttavia, nessuno aveva ancora sviluppato in una fanfiction (almeno nel fandom italiano). Quindi hai fatto bene a sfruttare questa idea, che sicuramente ha del potenziale.
Mi piace molto la dinamica della scena: Otabek che si addentra nel bosco, come se rispondesse a una sorta di richiamo. La visione di Yuri, la perdita di coscienza non appena i loro occhi si incrociano (molto bella anche questa idea), e poi "l'inspiegabile risveglio" accanto al fuoco.
Mi è piaciuto molto anche il sottile richiamo al pattinaggio, presentandoci Yuri nell'atto di danzare sullo specchio d'acqua. Così come mi sono piaciute le descrizioni approfondite, e l'atmosfera assolutamente magica e onirica.
Certo, ci sono alcuni punti non chiari, ad esempio il contesto. Siamo in un contesto reale, in un contesto fantastico, o in un contesto reale con l'aggiunta di elementi fantastici? Questa cosa non si capisce bene, perché il contesto sembra assolutamente fantasioso, eppure nomini dei luoghi reali: Il freddo pungente della notte russa non preoccupava l’Eroe del Kazakhstan.
Questo punto andrebbe spiegato bene, giusto per definire in modo più chiaro la natura del contesto. Infatti, non sto assolutamente dicendo che non si possa ambientare una storia fantasy in un contesto reale, ma l'importante è chiarire le cose :)
Ti faccio un altro minuscolo appuntino, ma proprio minuscolo, che riguarda lo stile: il tuo modo di scrivere mi piace, descrivi molto, riesci a costruire bene l'atmosfera, e non ci sono errori grammaticali o sviste (e questo denota una grande cura del testo), però non mi piace l'uso del pronome egli che hai utilizzato in almeno due casi, e che conferisce un'aria un po' arcaica al racconto che, secondo me, è fuori luogo. Inoltre:
Lanciò un’ultima occhiata al limpido cielo [...]
Anche mettere l'aggettivo davanti al nome, in questo modo, conferisce allo stile un che di arcaico e poetico che, secondo me, stona nell'insieme.
Ma queste sono mie personalissime considerazioni, non voglio condizionare in nessun modo il tuo modo di scrivere (anche perché, lo ripeto, scrivi bene! proprio per questo mi permetto di andare a cercare l'ago nel pagliaio).
Un ultimo appuntino di davvero poca importanza, ma mi sento di fartelo perché, essendo il pezzo incriminato collocato alla fine, ha una grande evidenza:
Perché quelli, erano gli indimenticabili occhi di un soldato e Otabek li avrebbe ritrovati a qualunque costo.
A me piace quando alcuni elementi dell'opera originale vengono trasposti in un'AU, di modo che i due contesti non siano troppo slegati. Però, in questo caso, non vedo un motivo concreto per cui Otabek definisca gli occhi di quella figura danzante (occhi che, tra l'altro, Otabek incontra solo per una frazione di secondo) gli occhi di un soldato. Nel caso dell'anime, i motivi ci sono, perché Otabek vede in Yuri la freddezza, la determinazione, il talento. Ma in questo caso... cosa porta Otabek a definire gli occhi di quella creatura "occhi di un soldato"?
Oddio, mi è uscita una recensione odiosa, ne sono consapevole. Ti assicuro che questo inizio mi è piaciuto davvero molto, anche se dalla recensione non sembrerebbe. Ma mi sono permessa di impuntarmi su questi minuscoli nei, proprio perché penso che questa storia abbia del grandissimo potenziale, che sono sicura sfrutterai al cento per cento nei prossimi capitoli.
Già come incipit sei partita alla grande, perché Otabek che rimane ammaliato da questa creatura (che noi sappiamo essere Yuri), e che vuole a tutti i costi ritrovarla, è un inizio perfetto.
Sono davvero molto, molto curiosa di leggere come hai sviluppato il secondo capitolo.
Ancora complimenti, e a prestissimo!
Silvar |