Dato lo scambio di consigli, commenti e letture cui abbiamo felicemente (esprimiamoci in maniera dotta lol) dato il via, ho pensato di fare nuovamente visita alla tua produzione e ho trovato questo one-shot d'inizio anno sorprendentemente privo di recensioni. Aprendolo ho in parte compreso il motivo: è un testo d'una certa lunghezza e questo purtroppo frena molti lettori. Ma non me! Soprattutto perché, inoltrandomici, ormai sapevo che non sarei incappata in uno dei tantissimi sproloqui postati su questo sito, bensì in un racconto con fondamento e più che piacevole alla lettura.
Inoltre, siccome avevi cominciato la lettura di un mio lavoro che trattava argomenti a te poco noti, ho pensato di ricambiare il gesto e fare altrettanto, immergendomi in una narrazione gravitante attorno alla storyline di un gioco che non ho mai neppure preso in mano. Certo conosco Neloth, ma questo è l'unico appiglio che ho avuto addentrandomi nella trama.
Come m'è già capitato di riferirti, ho ben pochi dubbi riguardo alla prosa e alla tecnica narrativa e non esporrò qui i miei personali tentennamenti, perché le correzioni si applicano agli errori e i consigli si applicano a considerazioni individuali che non ritengo di dover riportare in questo caso.
Ho letto pagine intere dedicate alla realizzazione di una nuova miscela di te e a una riunione di amiche che pettegolano a un tavolo mentre si scambiano regali... tutto questo senza che capitasse di stancarmi e rischiassi di abbandonare il brano. Non posso che farti tanto di cappello ahahah
Credo tu abbia trattato con cura e sapienza il personaggio di Neloth, nonostante gli azzardi sentimentali che, ad ogni modo, avevi tutto il diritto di sperimentare, essendo questa una tua creazione: per gran parte del tempo, persino qualcuno che, come me, non conosce che l'ombra di questo personaggio riesce a rivederlo in ciò che ne hai scritto. E il finale non certo roseo, come c'era da immaginarsi, non guasta, semmai giova, alla struttura narrativa.
Molti sono i cenni che non sono stata capace di cogliere, ma non sono uno di quei lettori che diventa matto per questo: ciò che non si riesce a cogliere può anche restare tale, nel momento in cui non si sguazza nel più completo smarrimento e si riesce in un modo o nell'altro a godere di ciò che si legge. |
