Recensioni per
Fuoco nelle Tenebre - La Rinascita della Fiamma
di Himenoshirotsuki

Questa storia ha ottenuto 111 recensioni.
Positive : 111
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/01/18, ore 11:17
Cap. 21:

Bentornata, cara Hime. Spero che tu abbia passato delle buone feste.

Dunque, il nuovo capitolo ha un tono cupo come al solito, ma è narrato dal punto di vista di uno dei miei personaggi preferiti: il mitico Davsten Lullabyon (evvai!). Un uomo letteralmente avvolto dal dolore. Innanzitutto per la situazione generale in cui versa la sua città (dall'apparenza splendida ma in realtà marcia fino al midollo) e il regno (che brutta cosa la guerra), ma soprattutto per la morte di Airis. O meglio, lui e tutti gli altri credono che Airis sia morta, ma non lo sanno (e come potrebbero conoscere la verità?). In ogni caso, per lui questo è un periodo non facile. E deve anche fare i conti con i ricordi del suo vecchio compagno d'armi.

E all'imprivviso, mentre è davanti al cadavere della sua amata figliola adottiva, ecco che gli si presenta quello che io chiamo "il dilemma di Jaime Lannister". Alcuni pezzi grossi della città gli propongono di unirsi a un complotto per togliere di mezzo Wecilia/Lysandra, la responsabile di tutta la morte e distruzione che sta flagellando Esperya da un pò di tempo a questa parte. Tuttavia, a differenza dello Sterminatore di Re, il nostro Davsten ha scelto di rimanere neutrale. E probabilmente, si sta già pentendo della sua scelta (questa è solo una mia interpretazione, naturalmente). Poverino, non c'è proprio pace per lui.

Alla prossima!

Recensore Master
14/01/18, ore 21:14
Cap. 21:

WOW! Questo capitolo è…. bellissimo. E’ insieme dolce e malinconico, tenero e tormentato. Il dolore di Davsten per la perdita di sua figlia è devastante, una voragine che nulla potrà mai colmare. Quando cammina attraverso la città e vede il passato che hanno condiviso insieme, si capisce cosa è l’amore di un padre per la ragazza/bambina che ha scelto di considerare come propria, anche se è soltanto la figlia di sua moglie.
Iola…. la vediamo soltanto dormire, come se si fosse rintanata in quella dimensione per sfuggire alla perdita. Ha faticato tanto per salvarla, ma non è servito a nulla. Ecco, io spero che possa vivere ancora abbastanza da vedere la sua opera come Guardiana ed esserne orgogliosa.
La nostra primissima descrizione di Sershet è magnifica, ricca di contraddizioni e di Storia, una vera capitale imperiale vista attraverso gli occhi di chi percorre tutti i giorni le sue strade e l’ha vista cambiare sotto le mani di Wecilia e Voren. Come la sua regina, è proprio una puttana e così sarà la sua fine, pronta a darsi al miglior offerente finché sarà ancora abbastanza piacente da trovarne uno.
Non voglio aggiungere altro, mi fermo davanti al cenotafio di Airis per lasciare a lei una rosa rossa e una pacca sul braccio a Davsten.
L’ultimo pezzo è solo politica, è un altro tassello della futura caduta di Lyssandra che ricollega il presente, in cui Airis sta cercando un modo per arrivare ed entrare in città, e questo passato che, dai riferimenti temporali, mi pare si collochi poco dopo l’arrivo del gruppo di fuggiaschi ad Alabastria, quando Airis era ancora convalescente nella tenda di Arghail. Sono tanti gruppi sparsi di oppositori-ribelli che devono unirsi per poter ottenere qualche risultato concreto. Comunque, ammiro molto la scelta che ha fatto Davsten, è importante che lui stia fuori dai giochi, anche se mi chiedo se continuerà a farlo anche dopo che scoprirà l’inutilità del suo lutto.
*si veste di nero *
Viviana

Recensore Veterano
19/12/17, ore 12:01

Questi due cuccioli mi era mancati *.*
Sebbene, in realtà, avrei preferito che fossero in una casetta calda e accogliente e non in fuga per boschi, mezzi morti, stanchi e affamati...Ma mi accontenterò di questi momenti nella speranza che, finalmente, la situazione possa solo migliorare. Anche perché questi due poveri bambini ne hanno passate di tutti i colori.
Mi domando quale dei tuoi personaggi non abbia subito traumi e abbia vissuto una vita felice e spensieata senza guerre, torture, lutti e disperazione nel mezzo.
Persino Myria, che fino a questo momento era rimasta un po' in disparte, limitata nel ruolo di "madre di Zefiro", ha avuto la possibilità di scoprisi facendo scorgere lati di lei sorprendenti. Mi è piaciuto molto che tu abbia scelto di gettare un faro anche su di lei e di incentrare il capitolo sul suo punto di vista, le hai dato quel risalto che si meritava, ritraendo una donna forte e determinata pur nelle sue debolezze (che non cerca di nascondere, ma di cui è consapevole e cerca di combattere, tentando di contrastare la loro volontà d prendere il sopravvento su di lei) e nonostante la sua triste storia (sempre per la serie: "personaggi con un passato allegro e spensierato, senza traumi né dolore"); mai mi sarei aspettata un passato così doloroso e triste, hai descritto in pochi tocchi ma in una maniera davvero sapiente, delicata eppure incisiva la violeza domestica, gettando uno scorcio su qualcosa che molto spesso viene dimenticato perché nascosto dalle mura domestiche. Ho molto apprezzato questa denuncia velata e senza presunzione.

Altro aspetto che mi è piaciuto molto, anche se in parte mi ha rattristata, è stata la crescita di Zefiro: i suoi atteggiamenti, i suoi gesti e le sue attenzioni, pur rimanendo quelle del bambino affettuoso e attento che è, sono diventate più determinate e più adulte. è stato costretto a crescere in fretta, ma se l'uomo che diventerà è quello che in questo capitolo hai lasciato intravedere, non posso che essere fiera di lui. Me lo sono sempre immaginata come un Cavaliere, non dico senza macchia e senza paura, ma coraggioso quanto basta per ergersi in difesa dei più deboli, per combattere le ingiustizie...Ce lo vedo bene con un'armatura scintillante, lo sguardo fiero ma gentile e quel suo modo di porsi, disponibile ma non invadente, sempre presente per coloro che ama.
Mi piace molto Zefiro, nonostante l'ombra che hai gettato sul suo passato e sulla sua nascita. Non mi ero mai davvero soffermata sul gesto che ha compiuto, azzannando Fenrir, non ci ho dato troppo peso nella concitazione della battaglia e ho pensato che fossero state l'adrenalina, la rabbia e l'ardimento a pemettergli di compiere ciò, ma le parole di Nyi mi hanno dato da pensare, invitandomi a riconsiderare il tutto: chi è davvero Zefiro?
Sono proprio curiosa di scoprirlo *.*

Nyi, comunque, ha il tatto di una ruspa e anche la stessa educazione: l'avrei preso volentieri a schiaffi. Come si permette? 
è un personaggio che non riesco a trovare simpatico del tutto e credo che fin dalla sua prima comparsa non mi andasse troppo a genio. L'atteggiamento che ha nei confronti di Myria serve solo a farmelo detestare ancora di più. Per quanto abbia aiutato lei e Zefiro, lo ha fatto con una presunzione e un'arroganza che mi fanno imbestialire come se dicesse "avrei potuto lasciarvi morire ma nel sommo della mia benevolenza e magnanimità vi ho risparmiato, idolatratemi!"
Mi fa dà sui nervi! Spero che si riscatti, perché fino a ora non ha datto una bella impressione di sè (e ho il sospetto che non gli importi nemmeno tanto).

A tal proposito, ovvero dei personaggi di Nyi e Myria, mi è piaciuto particolarmente la parte in cui lei confronta le loro situazioni, sottolinenando come non siano poi tanto diverse. Le metafore che hai usato sono davvero suggestive e credo che meritino di essere appuntate da qualche parte, soprattutto quella della stampella: con un'immagine semplice sei riuscita a rendere perfettamente il concetto.
Credo sia una tua dote, e tra le cose che credo mi attiri delle tue storie, ma sei capace di rendere alla perfezione i sentimenti e le emozioni: riesci a rederle comprensibili e immediate, pur mantenendo la loro complessità, le semplicizzi ma non le banalizzi, e ritengo che sia davvero un dono incredibile riuscire a esprimere le emozioni in maniera comprensibile, sviscerarle e rappresentarle senza chiuderle in una scatola di piattume e stereotipizzazione.
Le immagini che scegli di volta in volta d utilizzare sono sempre molto efficaci ed evocative, riescono a colpirmi e a farmi comprendere perfattemente come quel personaggio si senta i quel momento, e il tutto senza rendere la lettura pesante o a discapito della scorrevolezza. Davvero tanti complimenti ^^

Infine, credo che una menzione sia dovuta anche per le tue descrizioni, anche in questo caso sempre molto suggestive: ogni volta pare che tu stia dispiegando un quadro che prende pian piano forma sotto i miei occhi basiti e affascinati. Le immagini che scegli di utilizzare si armonizzano perfettamente con il contesto, accentuandolo: la nuvola di cenere e polvere opprimente che schiaccia Alabastria acuisce il senso di angoscia e di perdita, mentre la bellissima e indimeticabile immagine della pianura descritta come una pennelata (mi sono innamorata di questo paragone) pare suggerire l'idea di libertà e di fuga da una realtà cupa e deprimente, pare che su quella tempera d'erba corrano non solo il pennello ma anche i personaggi.
Pertanto, vi devo i miei più sinceri complimenti per le immagini e le sensazioni che riuscite a evocare in me *.*

Davvero tanti complimenti ^^
Solo per questi elementi credo che sia un libro meritevole di essere pubblicato. 
Ayr

Recensore Master
17/12/17, ore 11:00

Eccome se mi è piaciuto, il capitolo! Come tutto il resto della storia, d'altra parte.

Dunque, quest'oggi, per la serie "maiunagioia", abbiamo assistito al proseguimento delle sventure del nostro gruppetto di fuggiaschi. Un gruppetto a dir poco singolare: due bambini, la madre di uno dei due, un Dominatore con un caratteraccio e che sicuramente sta rimpiangendo di essersi alzato dal letto. Gruppetto a cui si è oggi aggiunto Raiza, un Lycos. Un'aggiunta fortunata, visto che senza dubbio se andavano avanti così rischiavano di morire di fame e freddo prima ancora di essere arrivati a destinazione.

E come se tutto questo non bastasse, Myria sta nascondendo un segreto. Un segreto che riguarda Zefiro e il suo vero padre, che, mi pare evidente, non è suo marito. Nyi lo ha capito subito, e dagli indizi disseminati qua e là credo di poter dire con assoluta certezza che non si tratta di un essere umano. Non vedo l'ora che venga fuori la verità, anche perchè credo che ci sarà da divertirsi.

Per quanto riguarda la domanda nella nota finale, la storia è sicuramente diversa dalla prima parte (a mio avviso, è un pò più cupa, e c'è più azione), ma è altrettanto bella. E credo anche che abbia tutte le carte in regola per diventare un libro vero e proprio (e spero vivamente che accada, così finalmente si avrebbe più fantasy di qualità).

Al prossimo capitolo! E giacchè ci sono, buon Natale e buon anno!

Recensore Master
16/12/17, ore 22:09

Finalmente! Airis stava iniziando a darmi sui nervi, dato che non è la sola protagonista di Fuoco delle Tenebre, a ben vedere. Ci sono anche gli altri filoni nel quadro generale e il loro contribuito è altrettanto importante (SdA insegna u.u).
Zefiro ha avuto una ripresa sensazionale da quando sembrava in fin di vita a causa dell’esplosione, ma, al contrario, Melwen sembra decisamente peggiorata. Dà proprio l’idea di essere… svuotata, come se la magia, non essendo lei abbastanza potente da poter fare quello che ha fatto e necessitando comunque di una fonte da cui attingere, avesse risucchiato la sua linfa vitale, smangiucchiandola ben bene. Come se l’anima fosse una specie di organo capace di rigenerarsi, ma solo molto lentamente, come le cellule nervose, e questo spiega perché sembra non migliorare man mano che il tempo passa.
Nyi è rude, fin troppo, ma si capisce che questo è il suo modo per contrastare il dolore. E’ l’unico uomo rimasto e come tale, anche in memoria di Baldur e Nordri, deve difendere le persone che ha salvato. Inoltre, sa anche che sia Zefiro che Myria sono importanti per Melwen e che la salvezza della sua pupilla dipende dalla loro. E, ultimo ma non meno importante, non può fare tutto da solo.
Myria, invece, è chiaramente distrutta dal dolore, sotto shock, annaspa nella fuga tenendosi in vita solo perché suo figlio e la sua figliastra hanno bisogno di lei e delle sue cure. La sua storia è molto triste, ma mi dà solo un ulteriore motivo per ammirare la sua forza e la sua determinatezza.
Sembrano tutti isole solitarie distrutte da ciò che hanno vissuto che non possono fare altro che errare sperando in una salvezza che non sanno nemmeno se esiste davvero oppure no. Raiza è un faro di luce nel buio. L’ho sempre adorato e avrei tanto voluto abbracciarlo come fa Melwen, stritolandomelo per bene. Lui sa sicuramente cosa è bene fare e forse può portare anche qualche notizia su cosa è accaduto.
Infine, l’arrivo ad Alcarin, l’ennesima città. L’ennesimo tentativo di ricominciare. Sarà la volta buona o il viaggio verso la Capitale non finirà mai?
Viviana

Recensore Veterano
10/12/17, ore 17:45
Cap. 19:

A questi due poveri fanciulli gliene hai fatte passare di tutti i colori! Quando la situazione sembrava essersi risolta un nuovo pericolo, maggiore, si palesava a complicare il tutto. Da questo punto di vista mi hai ricordato molto Terry Brooks e le manie di persecuzione che ha nei confronti dei suoi personaggi: quando sembrano essersela cavata, ecco che la situazione peggiora e devono riuscire ad affrontarla più stanchi, feriti e abbattuti di prima. Immagino ti sia divertita a torturarli in tutti i modi possibili e immaginabili e a rendere la situazione sempre più tragica e disperata. Nonostante, però, tu mi abbia fatto mancare il respiro un centinaio di volte per la condizione di Arghail (hai deciso di infierire in maniera molto crudele su di lui), è stato un capitolo che ho apprezzato particolarmente: concitato ma comprensibile, ricco di avvenimenti e coinvolgente. Il tuo modo di scrivere mi è sembrato più accattivante del solito, molto piacevole e scorrevole, con espressioni davvero molto belle, evocative e calzanti. Ho proprio goduto nel leggere questo capitolo, per quanto si possa godere nel vedere il proprio beniamino in fin di vita un paio di volte. Ho ammirato molto la tenacia di Airis e la sua forza: nonostante le ferite, la stanchezza e le condizioni difficili non ha abbandonato Arghail e se l'è trascinato dietro per tutto il tragitto; il mio ammore, dal canto suo, è di tempra forte e resistente e nonostante la corsa, la colluttazione, l'avvelenamento ha cercato di resistere, di contrastare le difficoltà ed è anche riuscito a fare dello spirito. Ti giuro che se ci fossi stata io al posto di Airis l'avrei baciato un centinaio di volte, fregandomene del veleno xD Adoro troppo quel ragazzo e spero che gli sforzi di Airis, e dell'entità che alberga in lei, siano serviti a qualcosa. Se dovesse accadergli qualcosa di davvero brutto e letale, sappi che ti cercherò e ti tortureró in maniera peggiore di come è stato torturato Ledah ^^ Dopo le minacce di morte, posso tornare a complimentarmi con te per la bellezza davvero sublime del capitolo, non so se tu abbia appositamente modificato lo stile (e tu l'abbia effettivamente modificato), ma questo capitolo sembra diverso e particolarmente splendido ^^ L'ho amato molto nonostante il suo contenuto. Ayr

Recensore Master
09/12/17, ore 16:54
Cap. 19:

Oh. OH. Le cose si stanno mettendo decisamente male se persino Airis perde il suo proverbiale controllo e si lascia sfuggire l’unica cosa che avrebbe dovuto sempre sempre tenere per sé. Anche se lui era incosciente, sento che ricorderà le sue parole come un sogno o un’allucinazione, finché non capirà la verità, ma, se questo accadrà al momento sbagliato, sarà il loro rapporto e, quindi, la missione a risentirne.
Il passaggio dagli spazi aperti al buio della caverna simboleggia un po’ il passaggio dalla tranquillità insidiosa della natura all’inseguimento e alla lotta per la vita, che è fondamento di ogni cosa. Brutale, mortifera, dove anche un secondo fa la differenza fra vivere e morire.
I tre Fae cattivi sono davvero inquietanti, sia fisicamente, che proprio nel loro modo di fare, con questa smania di sangue che ne fa dei veri e propri assassini. Il fatto, poi, che non tutta la tribù sia concorde è un ulteriore problema a sfavore di Airis e del Mondo Nato dal Nulla, perché l’unica cosa che ne emerge è un’accozzaglia confusa di popoli destinati a essere sconfitti.
Il capitolo è molto concitato e frenetico, contiene tanti piccoli stacchi, circoscritti, però, nello spazio e nel tempo. Tranne quando la Presenza li salva. Ecco, questo pezzo non si capisce se è un sogno, un’allucinazione o una qualche esperienza a metà fra la possessione e l’OBOE. Davvero strano, che ti lascia una confusione pazzesca e la sensazione di saperne meno di prima. Un vero mistero che non so nemmeno se e quando verrà chiarito.
C’è solo una frase che, secondo me, è solo parzialmente corretta. Airis dice “Arghail sarebbe diventato il nuovo re, anche se per farlo sedere sul trono avrebbe dovuto abbracciare la morte”, ma, in realtà, lei e la Morte camminano a fianco come compagne!
Infine, il ciclo si ripete e si ritorna all’inizio: Fareun, un semplice pastore, trova Airis e Arghail feriti e moribondi così come, qualche capitolo fa, è stato Urian a farlo.
A chi tocca adesso?
Viviana

Recensore Master
06/12/17, ore 12:29
Cap. 19:

Ehilà, bentornata Hime!

Allora, questo capitolo mi ha dato un bel pò di emozioni. Iniziando con un infarto coi fiocchi appena ho visto l'immagine a inizio capitolo. Parola mia, raramente ho visto un essere così brutto (tranne forse quando mi guardo allo specchio). L'immagine però è fatta molto bene, rende perfettamente la mostruosità della creatura.

L'altra emozione? Un fiotto di adrenalina che non si è ancora esaurito. Vedere...o meglio, leggere le scene in cui Airis affronta i Fae, prima quelli normali poi quelli mostruosi (a proposito, ma come hanno fatto ad assumere quell'aspetto? E' forse una mutazione causata dalla magia?), è stato davvero stupendo. Airis è troppo tosta!

Ma naturalmente, le cose non potevano certo andare bene troppo a lungo. Infatti, ecco che il buon vecchio Arghail inizia a sentirsi male, e poco dopo Airis se lo trascina lungo il fiume. E alla fine eccoli lì, stremati. Spero solo che Fareun riesca ad aiutarli.

Alla prossima!

PS: Mi prenoto fin da adesso per il giveaway. Ho già in mente un possibile tema per il oneshot...

Recensore Master
22/11/17, ore 21:11
Cap. 18:

Ciao,
ancora un altro capitolo su Airis. Lo sai che io voglio sapere anche che fine hanno fatto gli altri, vero? Possibilmente prima di diventare decrepita o perdere tragicamente tutti i miei feels u.u
Bella questa cosa che Airis nel suo nuovo corpo ha i superpoteri e non sente il freddo. Visto che il prezzo del suo ruolo è diventare decrepita entro un anno, almeno un vantaggio se lo merita! E’ molto dolce, poi, che Arghail abbia dato dei nomi ai loro animali, denota un animo gentile perfetto per un futuro re. In questo mi ricorda molto Aragorn di SdA, solo con qualche decennio in meno di esperienza sulle spalle. Quando racconta del suo rapporto con loro, in realtà parla anche di sé, di Hallende e dei suoi genitori adottivi, forse per la prima volta si apre davvero e sceglie di svelare la sua storia.
Poi…. torna quella misteriosa frase in elfico che finora abbiamo visto solo nei flashback su Caillean e, ovviamente, abbiamo la conferma che è importante. Strano che ritorni solo ora, però. Dov’è stata per tutto questo tempo?
Il pezzo descrittivo nella neve è insieme bello e terribile. E’ uno di quei momenti in cui si vede quanto la natura possa essere selvaggia e inclemente con l’uomo, con un fragile uomo mortale quale è Arghail, che in questo momento sta rischiando la vita più che mai.
La scena con i falchi è….. ti fa mancare un paio di battiti, ma solo perché finisce “bene”, altrimenti si fermerebbero del tutto. Quindi alla fine rimani con una confusione assurda addosso perché non sai davvero cosa è successo, però al tempo stesso capisci che è importante, che c’è una spiegazione che rientra nel quadro generale delle cose. C’è un conflitto dietro, probabilmente all’interno anche dei Fae e questo potrebbe cambiare le sorti del Mondo Nato dal Nulla.
Mi… dispiace che Davsten e Airis si siano lasciati male, con un litigio che li ha momentaneamente separati. Ma il viaggio a Llanowar è quello in cui Airis muore la prima volta o quando c’è l’esplosione? Sono un po’ confusa riguardo la tempistica.
Infine…. l’imboscata e la fuga precipitosa inseguiti dalle frecce dentro le caverne buie. I Fae sono veramente un popolo terribile…
Viviana

Recensore Master
22/11/17, ore 17:42
Cap. 18:

Sinceramente, non mi sento di biasimarlo, questo Dendillion. Ad alcuni potrà anche sembrare un'esagerazione, ma anch'io credo che gli animali siano molto meglio della maggior parte delle persone. In fondo loro si limitano a seguire il loro istinto.

Ma sto divagando. Torniamo a bomba, come direbbe il pilota dell'Enola Gay (battuta di merda, lo so). Dunque, il viaggio dei nostri due eroi, Airis e Arghail, prosegue attraverso la foresta. Tra una battuta e l'altra, brutti ricordi, qualche spuntino per riempire lo stomaco (fagioli e fave...non oso immaginare l'atmosfera) e qualche sosta per dormire o almeno provarci, i due si avvicinano sempre di più alla loro meta, la città di Sershet. E se per caso qualcuno pensava che le cose stessero andando un pò troppo bene (e quel qualcuno sono io), ecco che arriva la sorpresa: due simpatici falchi, che altro non erano se non l'avanguardia di un gruppetto di Fae dalle intenzioni per nulla amichevoli.

E sono anche stupidi. Il tuo capo ha dato all'umana il permesso di portare quell'orecchino, e tu che fai? "Non sei degna"...ma vai in malora, va! Bastardo razzista (purtroppo, certe cose non sono prerogativa degli umani).

Mò sono proprio curioso di vedere come se la cavano. Di sicuro ci sarà parecchio sangue.

Alla prossima!

Recensore Veterano
22/11/17, ore 01:00
Cap. 18:

Quanto non è carino Arghail *.*
Mi dispiace un po' che si creda così poco empatico e incapace con le persone, non lo è: basta vedere come si preoccupa e si prende cura di Airis nonostante le proteste della stessa. è troppo un cucciolo quando fa il cocciuto ed è anche così galante e gentile! Aw :3
(Non si capisce che sono innamorata persa di lui...proprio per niente). 
Cercherò di limitare le mie appassionate dichiarazioni d'amore e dare un parere obiettivo a questo bellissimo capitolo.

Non mi aspettavo che i Fae li attaccassero: sapevo che i due non erano visti di buon occhio, ma credevo che la cerimonia sarebbe bastata a placare gli animi e dargli un minimo di protezione; invece è stata colta la prima occasione per catturarli e attaccarli. Mi dispiace troppo per Droguan e Rubia, e mi chiedo che razza di Fae possano essere se permettono l'uccisione di animali (non dovrebbero essere protettori della natura o qualcosa del genere?).
Non mi aspetto nulla di buono da questo incontro/scontro e ho come il sentore che i nostri avranno la peggio.

Interessante la questione dell'orecchino: sono curiosa di scoprire quale potere nasconde e come funziona, quali significati abbia (che paiono così importanti per i Fae).

Spero davvero che Airis e Arghail se la cavino senza troppe ferite e perdite, mi dispiacerebbe troppo, anche perché non hanno fatto nulla di male, alla fin fine.
Questi Fae sono fin troppo legati a se stessi e chiusi. Posso capire che sia una forma di protezione, ma una tale chiusura è davvero utile? Serve davvero a preservarli? Forse all'inizio è stato così, ma ho sempre pensato che la chiusura (in qualsiasi forma si manifesti) non sia un bene. Sono come un piccolo stato a sé stante, xenofobo e capace di arrivare ad atti malvagi e crudeli pur di mantenere e difendere la propria cocciuta indipendenza e identità. Io sono per la difesa della propria identità individuale, ma non nel caso in cui vada a scapito di altri, soprattutto se innocenti.

Vedremo come andarà a finire...Sappi che temo il peggio.
Ayr

Recensore Master
09/11/17, ore 21:32

Salve!
Sai che adoro i frammenti di memoria, soprattutto quelli che mostrano i nostri protagonisti quando erano ancora felici e innocen- ok, no, scherzavo, erano giovani e basta. Tornando seria, è comunque importante mostrare il loro background per far capire cosa li ha resi quelli che sono (e quale modo migliore che conoscere chi sono stati? Il copyright non è mio xD), ma anche farlo gradualmente, man mano che quei ricordi si rivelano importanti. Magari ritrovandosi entrambe – Caillean e Airis – impegnate in un viaggio che cambierà per sempre la loro vita.
Fijit è burbera, come tutti quelli che hanno passato troppo tempo nell’esercito, ma in realtà giusta e buona. Quello che sta facendo per Caillean credo vada oltre i suoi doveri di cerusica. Non è certo una mamma per lei – sa che quella vera la sta aspettando – ma sembra un po’ una sorta di Hallende senza un oscuro passato che la insegue. E’ un po’ azzardato paragonare Hallende-Arghail a Fijit-Davsten? Alla fine si sa che, nelle storie, ci sono certi topoi che si ripetono ciclicamente.
Dispiace un po’ per gli abitanti di Merite. E’ vero, molti si sono comportati male con la famiglia di Caillean, però ci sono state delle eccezioni e, in ogni caso, si trattava per lo più di mera ignoranza. Probabilmente ha fatto più vittime di tutte le guerre messe insieme.
Tornando a Caillean, si vede molto nitidamente quello che diventerà in futuro nel modo in cui ora, nel passato, sta affrontando la sua disabilità. E’ soltanto una bambina, una bambina terrorizzata dagli uomini e dalla paura di tornare nel buco in cui l’avevano cacciata, ma dentro ha una forza spaventosa, una determinazione di ferro che la farà arrivare ai vent’anni. E sarebbe vissuta molto di più, se il destino non si fosse messo sulla sua strada. Ma è troppo presto per questa storia. Prima deve diventare Airis, il Generale dell’Ordine del Lupo.
Alla fine, comunque, capisce di avere qualcosa per cui combattere, cui aggrapparsi per andare avanti: Kale e Iola, cui finalmente si è ricongiunta nel dolcissimo finale.
A presto,
Viviana

p.s. Posso davvero picchiarti...?

Recensore Veterano
09/11/17, ore 17:10

Nonostante il capitolo sia intenso e triste, è stato piacevole. L'angoscia, la paura, l'ansia che traspaiono e che muovono la giovane Airis, non annientano il lettore (lo affettano in striscioline sottili e agonizzanti) e non rendono il capitolo pesante o noioso.
Mi è piaciuto molto il modo in cui sei riuscita a rendere i sentimenti della bambina e le sue sensazioni: sei riuscita a far capire come una bambina cieca e traumatizzata possa percepire il mondo che la circonda, il tornado di profumi, suoni, sensazioni e la difficoltà nell'identificarli, incasellarli, interpretarli e la paura per la novità della cosa e il terrore di non riuscire a vedere il pericolo e vederlo ovunque e sempre, soprattutto dopo tutto quello che le è successo. Sono stata trascinata nel mondo di tenebre e supposizioni di Airis, e posso capire perché ne sia voluta fuggire.
Sono conteta, però, che sia riuscita a fare proprie le parole di Davsten, e abbia trovato nella propria menomazione la sua forza, il coraggio nella disperazione e la volontà nell'apparente impotenza: è riuscita a scendere a patti con sè stessa, non so se proprio a fare pace, ma quantomeno trova nella propria rabbia e nella propria frustrazione la scintilla della forza vitale, ciò che la spinge a continuare. Ciò che le è accaduto è indicibile, doloroso e ingiusto, ma è anche vero che lasciandosi sconfiggere da questo scempio, avrebbe lasciato vincere i suoi carnefici. In questo modo, invece, ha dimostrato di essere più forte di loro, di non poter essere spezzata, che i loro pregiudizi erano infondati e la loro mera crudeltà senza alcuna giustificazione. Si è presa una piccola rivincita e sono tanto contenta per lei ^^

Non posso che farti i miei più sinceri complimenti per la delicatezza, la cura, l'attenzione e l'efficacia con cui hai scritto questa parte. Il lungo travaglio, avendo portato a questo piccolo capolavoro, è più che giustificato e se anche gli altri capitoli dovessero essere pubblicati dopo un lungo tempo di gestazione ma in una forma tanto bella, credo di poter attendere senza troppa apprensione il prossimo ^^
Davvero tanti complimenti 
Ayr

Recensore Master
09/11/17, ore 11:45

Beh, un poco di angst c’era. Ma che dico un poco, ce n’era a tonnellate. Un intero capitolo di angst. Capitolo, però, pienamente godibile.

Allora, stavolta abbiamo visto un altro pezzo del passato della nostra cara Airis/Caillean. Subito dopo aver abbandonato il suo villaggio, in viaggio per andare a raggiungere sua madre, e in compagnia di una sfilza di gente sconosciuta. Uniche eccezioni, Davsten e Fijit, due presenze amiche che in qualche modo la aiutano a rendere il tutto più tollerabile. Soprattutto Davsten, che credo le ricordi il padre, in qualche modo. Fijit, invece, più che una madre la definirei una zia. Grazie ai loro saggi consigli, Caillean riesce ad uscire dall’abisso in cui stava sprofondando. Il senso di colpa del sopravvissuto è una cosa terribile (almeno credo, visto che non l’ho mai sperimentato in prima persona), e se a tutto questo ci aggiungiamo la cecità, otteniamo una miscela pronta ad esplodere. Credo che questo qui sia stato il periodo più brutto della vita della nostra eroina. Per fortuna, è riuscita a superarlo, anche se considerando come se la passa attualmente e quello che la aspetta in futuro, mi sa che è caduta dalla padella alla brace. Poverina. A volte mi viene voglia di creare un gruppo Facebook intolato “Aiutiamo Airis”.

E anche per oggi è tutto. Alla prossima!

Recensore Master
23/10/17, ore 13:03
Cap. 16:

Ed ecco che prosegue il viaggio di Airis e Arghail, stavolta un pochino più tranquillo delle altre volte. Tranquillità che, ne sono certo, durerà ben poco.

Stavolta abbiamo approfondito la conoscenza della fauna e flora di Esperya, con ben tre esemplari: i Gedharvha (che simpatiche bestiole che sono), gli Ailanti (quando sono apparsi ho pensato "ecco, adesso li attaccano". Per fortuna non è stato così, e si trattava solo di animali innocui. Questi due già sono messi male, ci mancava solo un attacco da parte di un branco di bestiacce) e gli Alberi Guerrieri (molto pittoresca la leggenda sulla loro origine. Qualche volta di queste dovrai spiegarmi da dove prendi le idee).

Su tutto, aleggia l'ombra cupa del destino che attende Esperya se la loro missione dovesse fallire, mista alle ansie personali di Airis e Arghail. Lei, in particolare, mi sembra particolarmente in pensiero. "E grazie al razzo, è l'eroina della storia", starai pensando. Vero, ed è anche logico che sia così. Dove mai si è visto un protagonista che non si preoccupa per nulla? Inoltre, il legame tra i due si sta rafforzando, almeno questa è la mia impressione. Ciò non può che essere un bene.

Ci rivediamo il 5 novembre. E buon divertimento a Lucca!