Recensioni per
Dialogo di un essere umano col male che lo uccide.
di Afaneia

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore

Buonasera, io mi chiamo Mars e se non ha mai letto una mia recensione è perché sono relativamente nuova su questo sito. Ti sto per dare un’opinione da lettrice media, perciò forse mi sbaglio.
Leggere questa storia è stato veramente un piacere, la trovo parecchio originale e ben scritta. Secondo me però avresti potuto descrivere la voce della “massa”, per dare un’idea ancora più precisa al lettore della creatura che il protagonista si trova davanti. E magari anche aver descritto in qualche modo il motivo per cui l’individuo in questione si è ammalato. Comunque io non ho mai creduto alle informazioni fornite dai media, ma questa storia mi ha veramente fatto riflettere, come fanno riflettere i libri sulla filosofia. Trovo molto interessante il modo in cui il malore si approccia al malato, così come trovo interessante una conversazione tra un te stesso del presente con un te stesso del passato, e tante altre cose. È un concetto trattato ben poco per il suo potenziale, ma secondo me dovrebbe avere più importanza nella società. Complimenti, davvero.
Saluti.

Recensore Master

Cara Afaneia,

Sono qui per lo scambio del Giardino di Efp e devo dire che quando ho scelto questa storia mi aspettavo un argomento pesante e una forte introspezione, ma davvero, sono rimasta colpita. È bellissima. Tragica. Vera. Ti faccio i miei complimenti più sentiti perché davvero è una delle cose più belle che abbia letto nell’ultimo capitolo. Il dialogo si muove con un ritmo calzante, preciso, puntuale. È un abisso dove il lettore si cala perfettamente. La rabbia del protagonista diventa la nostra, l’ombra di un sospetto – ahimè, non siamo eterni – echeggia nella nostra mente. Forse la Malattia inganna, forse ha dolorosamente ragione, chissà, non lo sapremo mai. Il tuo stile è lineare e forbito insieme, con l’uso di costruzioni care alla letteratura; la punteggiatura è perfetta, ogni pausa è un respiro esatto. Il dialogo, già l’ho detto, costruito in maniera superba. La trama, avvincente e terribile nella stessa maniera. Qualsiasi evento ti abbia ispirata, ha dato modo a delle righe bellissime di venire fuori quindi io, quasi commossa da questa lettura che mi ha rapita dalla prima all’ultima riga, ti faccio i miei più sentiti complimenti.
Perfetta. È stato un onore e un piacere leggerla!
A presto,
Shilyss ;)

Recensore Master

Ciao! Sono qui per lo scambio a catena del gruppo Facebook "Il giardino di EFP".
Sono qui con notevole anticipo, nel senso che appena ho prenotato mi sono messa a recensire xD
Ho deciso di recensire questa storia perché avevi chiesto storie post-2014, era l'unica Originale e adoro questa sezione, ci scrivo molto spesso e altrettanto frequentemente mi piace leggere racconti; preferisco solitamente OS/Flashfic/drabble, quindi non potevo perdermi questa, senza tralasciare il nome e l'introduzione del racconto che mi hanno incuriosita tanto. In particolare, il nome che hai dato a questo scritto l'ho trovato davvero molto interessante ed è la cosa principale che mi ha spinta a leggere ciò.
L'argomento da te trattato, una malattia brutta e malvagia come il cancro, è una tematica delicata e soprattutto forte, che va saputa gestire e va saputa trattare in tutta la sua complessità; riuscirci credo sia un traguardo, e tu l'hai raggiunto. Non è per nulla superficiale, richiama il genere Angst da te inserito nei Tag e richiama all'Introspettivo della sezione in cui sta.
Ho trovato interessante il fatto che l'uomo ha un vero e proprio dialogo con il suo tumore, che viene chiamato 'Massa', fino ad ora non mi ero mai ritrovata davanti a una storia simile. Spesso si vedono dialoghi fra l'uomo e se stesso, l'uomo e la sua ombra, l'uomo e qualsiasi cosa... ma fino ad ora non avevo mai letto né pensato nulla di questo genere.
il tutto ha un'aria "inquietante" o forse "disturbante" ed essendo io un'amante di tutto ciò che è fuori dall'ordinario, che è  strano o malsano, non posso fare altro se  non amare questa OS.
"Tutto questo perché sapevi che se tu avessi fatto parola di me, io sarei diventato reale" questa frase, pronunciata dalla massa, mi ha fatto venire i brividi. 
Tutto è un sacco realistico, anche se di realistico in un dialogo con la propria malattia c'è ben poco. Eppure riesce a sembrare il dialogo che effettivamente un uomo finirebbe per avere, in una simile situazione. 
E' un ottimo racconto, che mi è piaciuto parecchio e mi ha lasciato un segno. 
Scrivi bene, lo stile è scorrevole seppure l'argomento sia di una simile "pesantezza", se mi si passa il termine.
Complimenti davvero :)
Alla prossima,
Fumoemiele

Recensore Master

ciao... eccomi a leggere la tua storia per lo scambio

trovare le parole è difficile ma non perchè sia brutta anzi....

ti spiazza, totalmente e senza via di scampo, attacchi a leggere ciò che dice la massa per scoraggiare la persona e a ogni riga vuoi vedere che altro dirà

speri che la persona non ceda, che si operi..... e quando arrivi a quel finale, netto e aperto, vorresti un seguito, in cui la massa se ne va a quel paese...

bellissimo scritto, complimenti...

alla prossima

Recensore Veterano

Che meraviglia.
Non so e non chiedo quale evento personale ti abbia spinta a scrivere di questo ma è davvero una storia così forte che ti colpisce dritta al cuore. Meravigliosa.
Mi ispira un senso di vita e di vittoria così grande che mi fa sentire bene. Questa, purtroppo, lasciamelo dire ma è una malattia di merda, e spero davvero che un giorno possa essere sconfitta con grande facilità!
Complimenti ancora, è una storia che mi ha toccata molto.

Recensore Master

Ciao, sono qui per la recensione dell'OIOI ^^
Allora... sono veramente sorpresa. Sorpresa perchè è la prima volta che leggo una storia del genere, non tanto per la tematica trattata, più che altro per come l'hai trattata.
Vivere certe cose non è facile e non è facile neanche scriverle. Questa one shot è molto intensa dal punto di vista emotivo, perché mentre leggevo avevo proprio l'impressione di leggere di una battaglia senza armi, fra la persona e la malattia. Perché alla fine di questo si tratta.
La massa che rappresenta il tumore fa di tutto per portare la persona ad arrendersi alla realtà dei fatti. Credo che sia proprio quello che il cancro fa, si porta via ogni cosa, prima di ucciderti ti toglie la vita in un altro senso. Però la persona in qualche modo cerca di reagire. Alla fine è una battaglia che non sai come andrà a finire. Magari in questo caso, la persona lo sa, magari nel suo profondo sa davvero che un intervento sarà inutile, ma non vuole comunque arrendersi. Ripeto, sono rimasta veramente colpita. Ho potuto sentire su pelle ogni sensazione, quindi direi che sì, hai colpito nel segno.
I miei complimenti davvero, mi ricorderò di questa storia.
A presto ^^

Recensore Master

Ehilà, buon pomeriggio a te!
Alla lunga credo che possa essere molto difficile commentare storie del genere, scritti dove le emozioni sono pure e coincise, complesse, oscure, ma che fanno trasudare forza e speranza man mano che prendono piede e forma, nello scenario e nell'interiorità dei personaggi stessi.
In un tripudio psicologico inevitabile e cruciale, la tua one-shot sviluppa dei concetti di dualismo molto interessanti e calibrati non solo nella narrazione ma anche nella potenza evocativa dei dialoghi, tra un uomo emotivo e un agglomerato massoso di tantissime sensazioni, curiosamente mai definito con il suo nome e mai rapportandosi nella maniera diretta e maligna nella quale si è abituati a definirlo.
Quest'ultimo si pone e comporta (ed è riconosciuto) come un emerito parassita che ha la presunzione di aver vinto visto il suo sviluppo all'interno del corpo che lo ospita, cerca di far leva sulla paura e sull'incognita che è il futuro, sapendo che non c'è una certezza nelle cure dolenti ma necessarie per cercare di debellarlo.
Averci a che fare penso tolga tantissimo della forza di volontà che si può avere da anni o semplicemente dalla nascita perché questi mali uccidono se insidiosi e grandissimi, per cui le reazioni possono essere diversi e portare a due, afferrare l'arma oppure non usufruirne e godersi il dono imprevedibile qual è la stessa vita, ciò che ne resta.
Non biasimo affatto chi decide di non lottare perché mette in luce un realismo della sua condizione, ma posso dire di apprezzare molto di più quando anche la semplice testardaggine spinge a un tentativo tra il disperato e il determinato, raccogliendo cocci di grinta che parevano andati perduti per il puro sfizio di non darla vinta fino all'ultimo respiro.
Per cui il messaggio che passa è non solo quello di rivalsa per provare ad annientare il dolore in sé, ma anche come il confronto, quello acceso e quello stimolante con entità opposte, possa servire esattamente per fare chiarezza su qualcosa di personale, cosa sia effettivamente più giusto e seguire la via più consona e fruttuosa, non necessariamente quella più battuta e conseguentemente semplice, muovendosi e non rimanendo pedine della casualità e del pessimismo.
La massa è il male da annientare e nonostante tutti gli ostacoli che ci possano essere con l'intervento, provare a vincerlo dimostrando valenza della propria teoria diventa la sfida e lo scopo del protagonista sul finale, esprimendo una situazione plausibile nella vita di qualcuno ma anche una determinazione crescente e quasi ispirante, umana nei suoi pregi e difetti.
Lo stile è espresso tecnicamente con un italiano corretto e deliziosamente letterario in certi punti della storia; unisce mistero, patema e volontà di scoprire frase dopo frase il labirinto nel quale i tuoi personaggi si affacciano l'uno di fronte all'altro, conoscendoli nella loro unicità differente e quanto ci sia iniziale ruvidità e impossibilità di riuscita, per poi dare vita alla sfida e all'evoluzione sentimentale da parte di entrambi, quasi complementare nello svolgimento dei fatti.
Se dovessi proprio fare un appunto è che c'è la ripetizione continua (sarà scritta almeno una ventina di volte) della parola "massa" per definire il malanno, secondo me appesantisce la lettura e soprattutto le successive riletture: un paio di sinonimi, a mio avviso, sarebbero stati più consoni e in linea con la varietà di linguaggio e di esposizione di alcuni periodi.
Comunque sia, il tuo è uno scritto che tocca molti aspetti introspettivi e più psicologici di una persona in una situazione particolarmente cruciale e delicata, con dei dialoghi (punto centrale e altissimo della OS) avvincenti e trascendentali tra il tumore e l'uomo, parte di uno stesso sistema ma che non possono sostanzialmente sopportare l'uno la presenza dell'altro, portando all'inevitabile conclusione a finale aperto, sicuramente una scelta vincente in questo caso, riconducibile alla vita e al concetto del domani.
Una slice of life plausibile che dona una luce brillante al confronto con la vividezza delle sensazioni, degli affanni e di quello che resta, scegliendo di non avere più paura per un motivo personale riconducibile, in questo caso, alla voglia interiore di vincere, di crescere.
Tra la lista delle mie ricordate, complimenti vivissimi!

Un abbraccio forte,

Watashiwa

Nuovo recensore

Ciao!
Eccomi qui per lo Scambio Libero del Giardino. :)
Ho scelto di recensire questa One-shot in quanto era da un po' che non leggevo qualcosa nella sezione Introspettivo ed ero curiosa di leggere qualcosa di tuo a riguardo.

Questa One-shot è stata bellissima, nonostante la crudezza del tema trattato.
Posso dire di averla trovata bellissima nella sua intera angoscia perché l'ho trovata molto realistica.
Ho avuto - e continuo ad avere - la fortuna di non avere nulla a che fare con gli ospedali se non per qualche visita di controllo annuale, ma posso dire, in tutta onestà, che nonostante conosca il cancro solo per averlo studiato sui libri, ritengo che quello descritto da te sia estremamente vero.
Innanzitutto lo hai descritto come una massa informe e dal colore indefinibile - e non lo hai mai nominato come "cancro" per tutto il testo, scelta che ho trovato molto azzeccata - e poi lo hai reso consapevole di aver già vinto non perché "è il cancro e quindi si pensa immediatamente alla morte", ma perché è un tipo di cancro che non si può curare.
Non so se ho reso bene ciò che volevo esprimere… in poche parole: la chemioterapia o gli interventi ti distruggono ma al contempo ti salvano se alla fine il male viene debellato e sparisce; in questo caso è invece talmente forte che nemmeno la speranza riposta in un intervento o nell'infernale chemioterapia ti può salvare.
Ed è proprio qui che la tua personificazione del cancro acquisisce ancora più senso: sa già di aver vinto e vuole comunicarlo all'uomo che lo ospita, dicendogli di godersi i suoi ultimi momenti di vita fuori dall'ospedale perché qualsiasi cosa faccia sarà inutile.
Davvero, mi è piaciuto come hai descritto questo male.

La lettura, nonostante la crudezza del tema trattato, è stata molto piacevole e, ancora una volta, mi complimento con te per lo stile. ^^
Alla prossima,

Jill ~

Recensore Master

Ciao! Sono qui per lo scambio a catena, ho scelto Questa perché gli altri fandom non li conosco abbastanza...
Devo dire che sono rimasta piacevolmente colpita da questa OS e ti faccio i miei complimenti per il modo in cui hai trattato l’argomento senza mai nominarlo. È geniale l’idea di far parlare il malato con la malattia, di dare voce all’ospite sgradito e contemporaneamente anche alle paure più profonde dell’uomo che lo porta dentro di sé.
L’ho letta tutta d’un fiato e non ho potuto non emozionarmi, sei stata bravissima a delineare l’introspezioni, i dialoghi, i sentimenti, tutti i possibili scenari...
Ho ancora la pelle d’oca davvero.
Ho letto che questa storia per te è molto personale, io non ho avuto la sfortuna di avere a che fare con il cancro, per ora, ma so cosa vuol dire essere sfiancati nel fisico per anni, per una malattia, o per una disabilità. Quindi davvero questa storia ricalca perfettamente la situazione di chi, giustamente, non vuole arrendersi, e si per esperienza, che il corpo ha molte risorse che la mente non si sogna di avere...
Complimenti davvero!
Questa vola dritta tra le mie preferite!
A presto!
Ladyhawke83

“Questa recensione partecipa all’iniziativa della pagina Facebook del giardino di efp 10000 recensioni in un anno.”

Recensore Master

Ciao! Sono qui per lo scambio de Il Giardino di EFP :)
Molto interessante questo dialogo, mi ha colpita molto.
Non è la prima storia che leggo che tratta di cancro, ma hai utilizzato un approccio molto diverso da quelli che ho visto finora.
Mi ha stupita come in questa visione la massa sia quasi buona, sinceramente preoccupata per la persona che sta uccidendo. Purtroppo (?), però, le sue premure cadono nel vuoto, hanno anzi l'effetto contrario: la protagonista si dice disposta ad andare fino all'altro capo del mondo pur di trovare una cura.
Per carità, giustissimo non arrendersi, ma ho letto più volte delle cure per il cancro e sono veramente tremende, in alcuni casi aggiungono solo dolore. Se davvero non ci fosse speranza, sarebbe meglio - come paradossalmente qui suggerisce la massa - rassegnarsi - facile a dirsi difficile a farsi, lo so - e cercare di vivere al meglio il tempo che ci rimane. Tutt'altro che semplice, ma comunque meglio che dannarsi a cercare una cura che non troveremo sottoponendosi a cure dolorose che non risolveranno nulla. Almeno credo. Ma non è così facile.

Per quanto riguarda lo stile, brava, mi piace il tuo modo di scrivere! Preciso, diretto, scorrevole. Non ho trovato errori, il che è un motivo in più per apprezzare questa piccola storia.

Alla prossima :)
Mari

Recensore Master

Argomento tostissimo che hai affrontato con una dose di coraggio davvero notevole. Mi piace l'idea di un dialogo così diretto, che fa emergere senza tanti preamboli le vere, "nude e crude" emozioni della protagonista. E' una fic triste ma piena di forza, terrorizzata ma anche pronta alla battaglia. Complimenti e grazie, soprattutto, per aver avuto la voglia di mettere tutto nero su bianco :) Cheers