Recensioni per
Usanze delle creature miserabili
di esmoi_pride

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/04/17, ore 20:18

Ciao, capito qui per caso e mi è sembrato doveroso lasciare un commento a questa bellissima metafora.
Mi piace come hai reso il titolo della drabble parte integrante del testo, poiché il soggetto è espresso solo lì e tu apri il testo con il verbo. Sembra quasi che le tue parole, così dure e piene di rabbia, possano essere indirizzate solo verso una cosa sola che il lettore già conosce. Mi piace come la zucca - frutto grande, polposo, profumato, naturale - rappresenti un amore fatto di carne, di sentimenti, di un gusto che sa di vita, e come questo amore venga distrutto dalla vicinanza con queste creature che ne cambiano non solo l'interno ma anche il guscio, rendendolo di metallo - freddo e duro, così come è quell'amore che loro pensano di provare - riempiendolo invece con tantissime altre facce che di affetto hanno solo la perfida maschera. Si crea quindi questo legame tra le due persone - l'ospite e i suoi coinquilini - malato e autodistruttivo, da cui sconfitto esce colui che si è lasciato manipolare.
Quello che accade alla fine è che l'invasore se ne va a cercare nuova carne da spolpare mentre la "sua" nuova creatura diventa un mostro, vuoto dentro e non più in grado di godere della sensibilità verso la vita se lasciato solo. La morte dell'anima e della dignità di una persona sono i mali peggiori che possono colpire qualcuno: lo cambiano per sempre e lo rendono, molto spesso, il riflesso sbiadito di quel male subito.
Mi piace, però, l'amara forza che metti nel finale: non dimentichi il male e i suoi effetti - quelli ormai ci sono e restano - ma mostri come il mostro che crea un mostro è comunque il mostro peggiore(scusa il gioco di parole). Un livido può essere guarito, ma non si può guarire colui che lo provoca.
La tua drabble si presta a così tante situazioni e così tante chiavi di lettura che personalmente preferisco semplicemente perdermi nel concetto base, ovvero che l'amore malato corrode tutto, ma non può estirpare la forza della speranza e della volontà.
A presto!

Recensore Master
23/01/17, ore 14:36

Ciao carissima,
penso che questo sia l'unico caso su EFP dove la recensione è più lunga della storia recensita, ma qui su queste tre righe c'è un mondo da dire.
Già il titolo mi piace un sacco: ha un tono di naturalismo ottocentesco, di persona che ha studiato lungamente l'argomento, e che lo conosce in maniera approfondita.
È bellissima inoltre questa immagine parassitica delle creture miserabili che si introducono nel frutto dell'amore scavandolo dall'interno, vili al punto da non lasciarsi riconoscere, e al tempo stesso malefiche, infide come un vero parassita (vedi echinococcus canis o simili).
E poi il frutto marcisce, ovviamente. Però è bella l'idea che anche nel frutto marcio ci possano essere dei semi utili. I semi sono forse anche l'esperienza e la conoscenza che giocoforza l'interazione con certi individui ti conferisce.
L'ultima frase, non sarà mai un parassita come lo sei tu, spinge il lettore a farsi delle domande e a scavare dentro se stesso. Sono così anch'io? Analizzo il mio comportamento mentre mi pongo la fatidica domanda. Sono io il destinatario della domanda, o una persona che leggendo saprà già di chi si parla? Molto bello, mi piace.
Quindi complimenti, un frammento molto bello, che soprattutto induce a pensare e a farsi delle domande. Grazie per averlo condiviso con noi.

Recensore Master
14/01/17, ore 19:25

Leggo un sacco di rabbia in questa drabble, ninna! Se qualcuno ha fatto lo stronzo lo vado a picchiare con la spranga! (e mi porto pure un paio di amici)
Ho trovato così tanta verità nelle tue parole che mi ha messo quasi ansia. Quanta ragione che hai!
Ho letto che non aggiornerai per un po', spero che riprenderai in tutto il tuo splendore. Non vedo l'ora di continuare a leggere "Storie di Saab" *-*