Recensioni per
Damnata ab omnibus, ad infinitum
di Sophja99

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
29/10/17, ore 09:38
Cap. 1:


Seconda recensione premio per essersi classificata seconda al contest “Ogni mese, la sua città”, indetto da cutepie sul forum di Efp

Correzioni
Luine poteva immaginare benissimo cosa si stessero dicendo quelle pettegole: “Ma l'avete vista? È talmente pigra da non riuscire nemmeno ad alzarsi”, “Non credo che sia pigra, quanto più incredibilmente introversa” e ancora “Ve lo dico io: è solo un'emarginata.” → I due punti dopo pettegole possono andare, ma metterei un punto fermo prima dei discorsi diretti e di e ancora (e i due punti dopo queste ultime due parole).
Poteva chiaramente sentire nella sua mente le risate argentine delle elfe prenderla in giro, come altre innumerevoli volte era accaduto sin dalla sua nascita. I momenti che erano più vividi nella sua mente ricollegati all'infanzia erano proprio le battute che gli altri bambini elfi solevano farle tutte le volte che lei era in loro presenza. Aveva impresso le loro parole derisorie nella testa e, da allora, tutte le volte che aveva cercato un approccio con gli altri, quelle erano sempre tornate a farsi sentire prepotentemente. → A parte gli avverbi in -mente, che è sempre meglio eliminare, i termini in corsivo mi sembrano ricercati per una bambina/ragazzina (non si capisce quale fascia d'età).
Potrebbero averti abbandonata perché ti odiavano; e forse non avevano tutti i torti a farlo. → Dopo odiavano ci andrebbe o un punto fermo o una virgola.
Da “Non era nulla di troppo elegante o artificioso” a “... di ricordarle la sua inferiorità”: un brutto modo di presentare un personaggio; il background della protagonista, oltre a non brillare di originalità (senza contare il cliché dell'essere mezzelfa/né carne né pesce), è spiattellato al lettore anziché essere integrato con la personalità del personaggio e trasparire solo quando necessario.
Da “Non poteva fargliene una colpa” a “anzi, erano contenti di non averla più tra i piedi per tutto il tempo.” il mio interesse per la storia non migliora rispetto all'incipit, altrettanto noioso. Eliminerei il pezzo (una ripetizione continua dello stesso concetto in modi diversi) per snellire la storia da tutti i patemi della protagonista, che per essere una persona la cui vita l'ha messa a dura prova dalla nascita si piange addosso fin troppo per i miei gusti.
Prese una sacca e vi radunò dentro gli oggetti a cui era più attaccata: rimase quasi delusa quando si accorse di quanto pochi questi fossero. → Dopo attaccata ci va un punto, oppure metti una virgola e scrivi rimanendo quasi (che differenza fa “specificare” quasi?) delusa.
Si richiuse dietro la porta della casa che l'aveva accolta per un lasso di tempo tanto breve e si incamminò per la strada affollata da elfi della luce, silvani, pixie e ogni altro tipo della loro specie, tutti allegri e pieni di vita, intenti a parlare concitatamente tra loro e a ridere. In lontananza, poteva sentire canti elfici alzarsi e permeare l'intera Corte, che appariva per certi versi come uno dei tanti villaggi umani di cui spesso parlavano gli elfi più anziani, e ancora più distante riusciva a distinguere lo scroscio dell'acqua proveniente dalla cascata poco fuori il centro abitato e dal fiume che vi passava attraverso. → La descrizione va migliorata, perché non riesco a farmi un'immagine fissa (cioè chiara) della Corte, a partire dalla “casa”.
Aveva avuto la possibilità di trascorrere una vita felice in mezzo agli elfi, ma, già svantaggiata di suo per la sua natura incompleta, si era totalmente allontanata da loro. Si era autoesclusa e di questo non poteva incolpare altri che se stessa. → Riportare gli stati d'animo in questo modo non mi fa provare empatia verso la protagonista ma solo noia, perché stai sbattendo in faccia a me lettrice la stessa lagna dall'inizio della storia.
In fondo, era una mezzelfa: avrebbe trovato un modo per sopravvivere, sarebbe riuscita a trovarlo, chiedendo aiuto alle persone del posto → Non capisco il nesso tra l'essere una mezzelfa e trovare il modo di sopravvivere; in seguito dici che ha resistenze superiori a quelle umane, ma al momento sostituirei i due punti con un punto.
il portale. Questo era un enorme arco di pietra, decorato dalla natura che lo circondava e con grandi rampicanti che si attorcigliavano intorno alle colonne fino a raggiungere la sommità della porta. Dall'arco partivano grandi mura che circondavano l'intera Corte; non servivano a molto, dato che la terra degli elfi era già invisibile alle altre razze, in particolare agli uomini, e non c'era alcun pericolo che qualcuno tentasse di attaccarlo o entrarvi con la forza, poiché nessuno ne aveva motivo. Per miliardi di anni, gli elfi erano vissuti là nel benessere e nella pace. → Riscriverei la descrizione dal punto di vista del personaggio, cambiando “decorato dalla natura che lo circondava” perché si potrebbe pensare che faccia effetto dire così ma non si capisce cosa intendi (“natura” è generico: edere, alberi – e di che tipo –, o fiori? O tutti?).
la Corte Benedetta → Credo che “benedetto” venga usato solo in riferimento alla Chiesa.
Nel capitolo che inizia con “Una volta uscita dal bosco” avrei menzionato anche il fortissimo e costante vento scozzese. “erba verdeggiante” è ridondante. Dire “miglia e miglia” è sbagliato; la lunghezza si misurava allora, come hai già detto prima, in iarde (o, se gli elfi avessero unità di misura diverse, scegline una).
non aveva altra scelta che dargli → dar loro
«La mia anima?» trillò Luine → Credo che “trillare” si usa solo quando il personaggio è contento.
Spero che non hai tradotto le frasi in gaelico scozzese su google traduttore, ma che abbia copiaincollato frasi da appositi siti (poi, non so se ci sono variazioni regionali e/o temporali di gaelico scozzese: non ne so NULLA). Nella frase “«Gavyn, dè tha dol?»”, Gavyn dovrebbe essere al caso vocativo, quindi (non escludo mie castronerie) “a Gavyn” (https://deriv.nls.uk/dcn17/8191/81913019.17.jpg).

Commento generale
La prima metà della storia non presenta buchi di trama o incoerenze ed è scorrevole. Tuttavia mancano descrizioni o anche solo riferimenti ai vari “set” che facciano immaginare al lettore come sono fatti i villaggi, le cucine eccetera (non guasterebbe anche qualche commento riguardo a come dev'essere stato il viaggio). Le scene sono rese in modo efficace, magari inserisci qualche dettaglio sempre per aiutarne la visualizzazione.
La trama purtroppo è il cliché mezzelfo-abbandonato alla nascita e, per quanto ho letto, non è avvincente. Una soluzione potrebbe essere quella di far provare al lettore empatia verso la protagonista, anziché riportare di volta in volta le sue emozioni/sensazioni, facendolo immergere nelle scene con altri sensi oltre la vista, tramite gli accorgimenti detti sopra.
Non capisco perché per il titolo hai scelto qualcosa in latino. Potrebbe acquisire significato durante la lettura della seconda parte, ma per me, ferma alla prima metà, non c'entra molto, oltre che essere poco d'effetto e poco facile da ricordare con esattezza (almeno, per una povera sfigata che non conosce il latino).
Lascerei più spazio tra note dell'Autrice e titolo. Il font è leggibile, anche per quanto riguarda le dimensioni. Eviti blocchi di testo, ma questo non è giustificato.

Recensore Veterano
02/06/17, ore 16:08
Cap. 2:

Ciaooo! Perdona il mio imperdonabile ritardo, ma tra gli esami e il lavoro - come al solito- non riesco a respirare e finalmente riesco a darti la tua seconda recensione - prometto che per la terza non dovrai aspettare tanto-; credo che la prossima volta metterò una avviso, tipo una data di scadenza dells mie recensioni premio...

Comunque, come già detto, amo le storie fantasy, ambientate in mondi fantastici e.. sì, ho un insano debole per gli elfi, quindi mi sono precipitata subito a leggere la tua storia. Ovviamente, anche se sono due capitoli, li recensirò entrambi qui e ne considero come una.

Quiiindiii:

La storia mi piace. Mi piace come analizzi la differenza tra lei, una mezz'elfa, e loro che comunque cercano di farla adattare anche se la vedono diversa rispetto a loro. Anche se, in verità, ho notato che ripeti un po' troppo spesso alcuni concetti: come quando parli delle sue orecchie meno appunta o il suo essere mezz'elfa... cioè, va bene sottolineare la diversità ma avresti potuto scrivere farsi come "le sue orecchie diverse dagli altri" invece che "le sue orecchie meno appunta" ( visto che l'avevi già detto.)

Le descrizione sono superbe e, dal modo in cui narri, si vede proprio che tu sia un'esperta in questo. E, se non lo sei: complimenti.

Ho letteralmente adorato le parti in cui parlano in lingua completamente diversa ( quella del gaelico), è semplicemente... strabiliante, mi sembra di star a leggere un libro verso scritto da esperti <3

Mi piace Luine, e mi piace il modo in cui, senza esitazioni, accetta di pagare il Druido con l'anima. Ma ho odiato la madre, quela viscida e cattiva regina xD

Povera Luine, che delusione.

Ed ecco che compare quel bastardo di suo padre <.< pfff ... vabbè, anche se alla fine ho amato sia il padre che la madre.

Ok... alla fine Luine è diventata un po' una psicopatica assassinea ma vabbeh xD

Grammatica eccellente e bellissima storia. Complimenti <3



All the love, Shanna.


 

Recensore Master
25/04/17, ore 16:04
Cap. 1:

Ciao Sophja :)
Perdonami se ho impiegato tutto questo tempo prima di passare da te, ho avuto una settimana molto impegnata.
Era un po' che volevo leggere questa storia perché attirata dal titolo, e finalmente mi sono decisa, per trovare una trama dolorosa e drammatica immersa in un mondo lussureggiante e splendido, che fa da enorme contrasto.
La vicenda della povera Luine è straziante. la ragazza ha vissuto nell'emarginazione, incapace di ritagliarsi il suo angolino di mondo e di capire che le differenze sono una forza, non una debolezza. Decide di partire piena di speranze, incurante di ciò che troverà e del prezzo che dovrà pagare per il suo ostinarsi a scavare nel passato, senza pensare che se è stata abbandonata da bambina, difficilmente la madre la rivorrà indietro e accoglierà a braccia aperte.
E difatti lo schiaffo le arriva in pieno viso, povera creatura, dopo che ha fatto tutta quella strada e ha anche ceduto un pezzo della sua anima. Viene respinta e trattata come un abominio dalla persona che l'ha data alla luce, che a questo punto mi chiedo come mai le avesse lasciato quel braccialetto, dato che non sembrava avere nessuna intenzione di farsi trovare.
Per quello che riguarda la questione della metà anima ceduta, temo che le buone speranze di Luine finiranno per infrangersi. Con queste cose, si sa, non c'è mai da sperare in bene... dubito che potrà accaderle molto di positivo, ora che ha perduto la metà umana di se stessa.
Spero di sbagliarmi, in ogni caso.

Ci sentiamo presto!

~Sky

Recensore Master
07/04/17, ore 13:13
Cap. 2:

Letto il capitolo tutto d'un fiato. Mi è piaciuto tantissimo! Pensavo che Luine sarebbe rimasta a guardare la sua vita sgretolarsi, passato, preste e futuro, certo non potevo immaginare (e mi ha colta molto di sorpresa) che andasse a vendicarsi della madre, che facesse ricadere la sua lama sul bambino di dodici anni e sul re. Luine alla fine ha ceduto, mente e cuore, e non è più riuscita a sopportare le indicibili sofferenze che ha causato. Le parole del padre, mi dispiace dirlo, hanno fatto il resto: sarebbe stato meglio che lui l'avesse presa con sè, a questo punto. Avrebbe evitato un mucchio di problemi e la "dannazione" che Luine ha compiuto su sè stessa recidendo ogni legame della madre.
Non posso che dire che questa storia mi è piaciuta moltissimo. Come scrivi tu in note autore è "dark" e davvero ben scritta. Mi ha colto letteralmente di sorpresa, e di questo non posso che farti un plauso.
Complimenti!
_morgengabe

Recensore Master
06/04/17, ore 12:52
Cap. 1:

Buongiorno! Considerato che mi mancava leggere qualcosa di tuo, e da un po' non aggiorni, ho deciso di farmi un bel giretto nel tuo profilo per vedere qualcosa che mi piacesse davvero tanto da recensire. Ho trovato un bel titolo latino - che mi piace pure tanto perché lo trovo un titolo davvero efficace - e ho deciso di leggere questo.
Luine è una figurina triste, una mezzelfa che ha vissuto mestamente la sua vita, tra gli Elfi, che pur essendo Benigni non fanno una gran figura in quanto a "benevolenza" e non perdono occasione di dirle in faccia il suo essere "a metà" e inadeguata rispetto alla loro perfezione: signori, ecco il motivo per cui non posso sopportare i maledetti elfi!
Nonostante tutto (e già dalla scena in cui sfiorava il fiore ho amato il personaggio triste di Luine) la nostra protagonista pensa a un passato che non ha quasi avuto, e sogna di poter incontrare i suoi genitori. Fantastica su questo e spera, un giorno, di poter avere la possibilità di vederli.
Tutto questo viene suggellato dall'incontro con la madre, una creatura odiosa che la ripudia ancora una volta facendo decadere ogni singola speranza di Luine.
Sinceramente questa povera ragazza sperimenta ogni giorno sulla propria pelle quanto il mondo sia terribile e brutto, e crudele con lei. Avrebbe bisogno di un abbraccio, davvero forte.
Ottima prova di scrittura, comunque. Domani finisco la lettura!
_morgengabe

Recensore Master
17/03/17, ore 09:23
Cap. 2:

Valutazione del contest -La tua carta deii tarocchi-
Ulteriori spiegazioni e il documento con gli approfondimenti sono visibili dal forum

- Grammatica (in cui parlerò anche della Sintassi e del Lessico)  13/15

Ho trovato alcuni errori di battitura, un paio di termini che non ho compreso, e che con google paiono inesistenti, e non parlo dei termini gaelici di cui hai fornito la spiegazione eh :) Sono segnalati nelle note.
Errorini di concordanza, alcune, (poche, bravissima) ripetizioni. Attenta alla D eufonica (che a parte una manciata di eccezioni va usata unicamente all'incontro della stessa vocale) e ricorda che, dopo i punti di sospensione, a meno che non si vada a capo, si usa la minuscaola.
Il lessico è abbastanza vario, usato generalmente bene e la sintassi è più che adeguata :)


- Attinenza al pacchetto del contest 17/ 30
Qui sono un po’ in difficoltà.
A parte che l’immagine è un bel po’ stiracchiata, ma va bene, il punto è “il prompt”.
“Eravamo potenti. Siamo potenti. Passato e presente e futuro sono un solo, unico istante. Eppure noi l’abbiamo consumato con un singolare fuoco, lasciando dietro di noi solo la cenere.”
La fusione temporale non la ho vista in nessun modo, anzi, è una serie di eventi lineari anche se narrati in parte in flash back. Sul finale il fuoco che lascia dietro di sé la cenere, nella tua elaborazione personale, c’è, ma ribadisco, non ho “trovato” il resto del prompt. Così come il eravamo e siamo potenti non ha trovato, secondo me, riscontro nella storia

- Originalità e Gradimento personale (in cui parlerò anche dei personaggi) 15/30
Da un lato apprezzo la rielaborazione delle due corti, il modo in cui hai fuso la “leggenda e la realtà” tra paese delle fate e Scozia, dall’altro mi ha lasciato un po’... meh. Non è riuscita a convincermi questa tua rielaborazione, che abbandona caratteristiche dei miti che davano alle due corti un carisma, un aspetto, un… un’estistenza diciamo, peculiari, a mio avviso banalizzandoli in modo estremo per adattarli quasi a forza a una visione Tolkeniana. Anche il personaggio cardine, Luine, è abbastanza… schematico. Cova un’infantile desiderio di rivalsa, che in assenza della parte umana la porta ad agire in maniera non solo spietata, ma estremamente immatura. Lei stessa riconosce di essere la causa del suo isolamento, inizialmente, eppure nelle battute finali riversa la colpa di quella situazione sui genitori senza che si capisca veramente cosa ne abbia mutato il pensiero. Vero che l'hanno rifiutata, ma questo non spiega lo stesso il dare a loro la colpa. Anche in un altro punto di sei contraddetta. Affermi che Eithne non conosce il significato della parola amore, ma che poi prova ribrezzo all’idea di matrimonio senza di esso e, dal contesto, non pare in senso figurato l’uso che fai del “non conosce il significato della parola amore”.
Eithne tra l’altro nel flash back appare più che addolorata nell’abbandonare la figlia, eppure senza rispondere la tratta a pesci in faccia apparendo decisamente delusa dal vederla, in contrasto con quello che poi scopriamo dal passato. Perché è così triste della cosa? Perché la rinnega? Non abbiamo nessun vero indizio, possiamo immaginare temesse distruggesse la vita normale a cui tanto teneva, ma chi lo sa?
Anche l’elfo oscuro che abbandona perché diverso (come mai lo è?) la corte non è poi così  approfondito, ed è un peccato. Mi chiedo perché, uscita la figlia dalla grotta del druido, non le abbia parlato: non poteva immaginare cosa fosse accaduto? Anche qua, non ci è dato sapere cosa abbia immaginato, pensato, il perché di certe scelte abbastanza illogiche.
Detto tutto questo, la storia comunque ha un suo perché, nel suo piccolo è godibile, ma personalmente non ne sono rimasta estremamente colpita, purtroppo.

Recensore Master
19/02/17, ore 00:33
Cap. 2:

Ciao, sono qui per lo scambio a catena de Il Giardino di Efp. Ho scelto di leggere e commentare questa tua minilong perché ho visto che era stata un po' trascurata dai lettori. La vicenda viene presentata attraverso il punto di vista della protagonista, questa giovane mezzelfa alla ricerca delle proprie origini. Il linguaggio utilizzato risulta, a mio avviso, appropriato al personaggio e all'universo narrato: lo stile è lineare e scorrevole, ma curato nei giusti passaggi descrittivi, senza pesantezza o velleità arcaicizzanti superflue. La vicenda è narrata con dovizia di particolari e, ovviamente, la figura di Luine è quella che conosciamo a 360 gradi, ma non mancano di mostrare il loro carattere anche i personaggi minori come i genitori con la loro backstory d'amore proibito, l'inquietante druido o i due locandieri e la vecchina che indica la strada a Luine. Soprattutto questi ultimi ho trovato molto incisivi nella loro semplicità pur comparendo per così poco. Non sono un'esperta di fantasy classico, ma devo dire che se nella lettura del primo capitolo continuavo a chiedermi come mai andasse tutto così bene nella ricerca di Luine (ha trovato il mago druido davvero con facilità), già nasceva in me il dubbio che non si trattasse tanto di fortuna quanto di una rapida corsa verso un quasi inevitabile destino oscuro. Luine porta nelle vene il sangue di una razza destinata alle nefandezze peggiori, eppure non è quello a condannarla. Sono le sue scelte e la Colpa (sì, con la C maiuscola) dei suoi genitori che lei si porta dietro. È l'abbandono, il rifiuto, ripetuto tra l'altro, acuito anche dalla perenne sensazione di inadeguatezza dovuta agli elfi della Corte Benedetta, che forma il suo carattere e delinea il suo percorso. Per questo faccio un po' di difficoltà nell'empatizzare con Fenimel e, soprattutto, con Eithne. La freddezza con cui la donna manda via Luine è la molla che fa scattare nella ragazza quei sentimenti oscuri che la sua parte di anima umana riusciva a tenere a bada. Nessuno alla fine si salva da questa dannazione. Devo farti i complimenti. Amo leggere personaggi tanto sfaccettati che mi facciano discutere con me stessa. Alla prossima Jay