Quanto triste splendore in questa storia. |
Povera Molly. Mi ha sempre fatto tenerezza, per il suo amore infelice per quello str...o di Sherlock. Non che voglia insultare il nostro amato detective, ma soprattutto nelle prime due stagioni la ha trattata in modo crudele e sarebbe stato da picchiare. Sherlock si è ripreso nella 3a puntata della 2a stagione, quando le chiede di aiutarlo. |
Ciao cara.. Sono strafelice che tu abbia riscritto anche questa parte della quarta stagione... Lo sguardo di Sherlock, quando Molly gli dice che John non vuole il suo aiuto, mi ha praticamente spezzato il cuore! E anche quello del detective, mi sa.. Credo di aver sentito un crack 😞 Era così triste, e si sentiva così in colpa per quello che è successo a Mary! Molly ha proprio ragione quando dice a John che Sherlock sarebbe stato felice di morire al posto di Mary, perché il bene del suo migliore amico è la cosa a cui tiene di più.. Penso che sacrificare la propria felicità per quella delle persone che amiamo sia la più pura forma d'amore, e ne sono una dimostrazione lampante Sherlock, che per John morirebbe non una ma cento, mille volte, e Molly, che nonostante sia follemente innamorata del detective, rinuncia a lui e spinge John tra le sue braccia... Sono felice che anche questa volta tu abbia dato loro un bel lieto fine.. Non so perché, ma temo sempre che vada a finire male.. Eppure sono una persona abbastanza positiva! |
Ciao amica, stavo annegando nell'angst come ti dicevo ma alla fine mi sono risollevata. |
Ho rivisto quel momento cui ti riferisci nella tua ff e l’ho ritrovato in tutta la sua malinconia. È uno Sh pacato, maturo, triste, quello che si allontana sconfitto dalla casa di John. Il consulting di TGG o TSIB, o altri tempi, pre-Reichenbach, molto probabilmente avrebbe sfogato la sua rabbia ed il suo disappunto, magari prendendo a calci la porta o entrando ugualmente, scansando ruvidamente Molly. Ma molto tempo è passato, soprattutto molte emozioni e molta vita vera, da quelle prime vicende che ci avevano consegnato un uomo brillante ed affascinante ma decisamente sociopatico. Qui, invece, ripeto, i suoi colori sono sfumati, addolciti dal dolore e dai sensi di colpa. E dall’amore, indubbiamente, che ha ormai preso possesso di lui. Però il rifiuto di John, trasmesso da Molly, non è generato da una piatta indifferenza o solamente da un sentimento di ostilità a causa del grave lutto: no, è un urlo di rabbia, quell’affermazione che chiunque avrebbe potuto fargli visita ed aiutarlo tranne lui, Sh. In effetti l’animo di John sta gridando il suo dolore, non solo per la morte di Mary, ma anche perché il proiettile fatale era destinato a Sh ed ora il cammino per ritrovarsi si fa più aspro, più difficile. Con il tuo “What if?” ci ridai il sollievo di immaginare una fine più dolce e più giusta a quell’episodio, dai voce a quella “verità ancestrale” che sottende tutti i passi di Holmes e Watson. La luce che fa strada ai loro passi, ora, è Molly, sensibile e dedita ad amare senza esserne ricambiata. Ma a lei basta così, vive del riflesso di quell’energia potente che si scatenerà quando il fuoco accenderà la polvere, quando i frammenti di due anime, destinate a stare insieme per sempre, si riuniranno in un unico, meraviglioso ponte verso il futuro. Molly è un personaggio che non pretende la scena, ma è quella che è in grado di prendere a schiaffi Sh per le sue scelte suicide, che copre con il silenzio verità che non possono essere rivelate, Molly c’è stata sempre. Il suo dolore, nel non vedersi ricambiata da chi ama profondamente, si sublima nell’accettazione di sé come porto sicuro, come faro in mezzo al buio, come fonte di amore gratuito e senza determinazioni personali. E ciò lo rappresenti completamente in poche frasi, semplici ma che hanno la forza di abbracci e di parole insostituibili (“…le porta entrambe al petto, chiudendosi al loro interno…”). FF consolatoria: parole e sentimento che si fondono in un testo prezioso per forma e contenuto. |