Recensioni per
Quando cantano le spade
di Francine

Questa storia ha ottenuto 21 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
16/07/17, ore 01:41

La storia è davvero interessante, benché non sia arrivata al momento clou della narrazione, si intuiscono e cominciano a svelarsi i vari pezzi del mosaico. Personalmente sono molto affascinata dal tuo modo scrivere, mi piace come dai un taglio più introspettivo ai vari personaggi e come integri il Cavaliere del Capricorno in un contesto più umano (nei primi capitoli quando è coinvolto nella festa e il suo rapporto contraddittorio con la cittadina e i suoi abitanti). Mi piace come sviluppi la crescita del Cavaliere partendo dagli insegnamenti del maestro ma anche il fatto che tu abbia voluto (per ora almeno) variare dalla solita trama sulla notte degli inganni. La carne sul fuoco è molta e ci sono molti buoni propositi, spero che non abbandoni il tutto perché penso possa venire fuori una bella storia e, anche se va sviluppata con molta pazienza e costruzione, ho un buon presentimento che realizzerai una fra le più avvincenti e riuscite storie del fandom. A presto (spero XD).
Ps: È la stessa valutazione e commento sia per questo capitolo che per il primo ma ovviamente perché sono un disastro in queste cose e ho fatto un pasticcio, se riesci elimina la recensione del primo capitolo, io ci ho provato ma ho fallito miseramente anche in quello quindi niente a te la decisione
(Recensione modificata il 16/07/2017 - 01:47 am)
(Recensione modificata il 16/07/2017 - 01:48 am)

Recensore Master
14/06/17, ore 21:19

Io mi sono commossa quando ho capito che era Ponto il protagonista di questo capitolo, perché per un'appassionata di mitologia come me vedere che tutti tornarno e hanno un loro posticino mi ha scaldato il cuore. 
Il capitolo è bellissimo, pieno: racconti per metafore, attraverso i simboli, ed è un tipo di narrazione che amo - che mi cattura subito. 
Il piano di Ponte è terribile, e pieno di rischi - uccidere il Tempo? Sarebbe come lacerare la struttura stessa dello spazio - però mi lascia piena di curiosità, e sempre sul bordo della sedia. 
Alla nostra capretta tocca il paragrafo finale, con tanto di scivolata a faccia in giù e colpo da tergo, ma va benissimo così - tutto funziona e tutto mi ha lasciata soddisfatta. 

Con questo caldo un gelato ci sta, cosa ne dici? 

*offre vaschetta a più gusti* 

♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

Recensore Master
19/04/17, ore 05:09

Il donzello riporta alla polvere i due innamorati, e un po' mi dispiace, perché la loro tragedia è quanto di più comprensibile esista - una felicità negata, un amore violato e soffocato troppo presto. 
Concordo, i combattimenti funzionano e sono belli se hanno uno scopo e un perché nella scena, altrimenti diventano elenchi della spesa, e la tua soluzione narrativa ha funzionato alla meraviglia. ♥♥♥
Shura ha adempiuto al suo compito, ma chi è che lo fissa dai tetti? 

*comincia a pensare*

E niente, bentornata (come al solito in grande stile) e complimenti: sei sempre una garanzia. 

*qui abbondiamo di torte, focacce e uova di Pasqua; vuoi favorire?* 

♥♥♥♥
♥♥♥♥♥♥
 

Recensore Veterano
18/04/17, ore 19:02

Bentornata, mia cara! L'ethos del paguro è sacrosanto e non potrà mai essere oggetto di biasimo, almeno da parte mia. Dunque, dato che la spiaggia è aperta e c'è la brezza, torno anch'io a visitarti per questi lidi.

Come al solito, torni in grande stile – ormai che te lo dico a fare? – e con un capitolo godibilissimo, nelle parole e nelle soluzioni narrative. Perché "donzello" a me continua a piacere e "bubbolio" è un termine meraviglioso. E poi ci sta la tua scelta di non appiopparci una descrizione pedissequa del combattimento: non sono i singoli colpi o le singole ferite la parte interessante della lotta. E questa lotta è interessante.
C'è un'atmosfera polverosa, di certa arte vittoriana o certe collezioni improbabili di cimeli inquietanti delle bisnonne (le mie erano tutte signore estremamente inquietanti), come un'acquaforte gotica che nessuno spolvera da tempo.
Forse mi sto facendo condizionare dall'immagine meravigliosa delle falene che sfarfallano dalla barba di Don Diego: c'è un senso di morte, del ricordo della putrefazione, in questa immagine; c'è un'aria stagnante – ed ha senso: siamo in un mausoleo. È anche questa un'immagine quasi onirica, una visione da schiavi dell'assenzio.
O forse mi sento addosso la polvere che continua ad aleggiare dallo scontro precedente, la sabbia e i detriti nell'aria – anche qui, con un senso di disfacimento.
O, ancora, forse sono le parole di Shura, qui quasi sacrale, che parla di giorno del giudizio e quel "polvere sei e polvere ritornerai".
Insomma, è un capitolo deliziosamente polveroso. E, anche se il caso del giorno sembra risolto (e certo che era la spada! che altro poteva essere, se non la spada?), c'è ancora qualcosa in sospeso, come polvere nell'aria, che dà un formicolio sulla pelle: perché i due amanti hanno montato su tutto 'sto teatrino? a che pro? Forse per richiamare esattamente l'attenzione di chi è andato a risolvere la faccenda? E chi è che li ha resuscitati, quei poveri disgraziati? Chi è che, dai tetti, guarda Shura correre?

Mi lasci ad arrovellarmi il cervellino e a sfregarmi le manine con aria compiaciuta in attesa degli sviluppi futuri!

P.S. Al tuo Shura voglio sempre più bene!

P.P.S. Sull'epigrafe non aggiungo nulla a quanto già in altra sede! Però ci sta, oh, se ci sta! XD

Recensore Veterano
27/03/17, ore 22:41

Carissima, stasera ti scrivo col cuore pesante, anzi pesantissimo, perché questo capitolo è un meraviglioso macigno che ti si pianta proprio alla bocca dello stomaco - sede ufficiosa ma comprovata dei più nobili ed essenziali sentimenti umani. Ti scrivo col cuore pesante e con poche parole, perché le parole mi mancano: sono troppo impegnata a sentire - il che mi capita molto molto raramente, chapeau à toi! - e non credo ci siano parole da aggiungere. Sono stata risucchiata da questa successione quasi vertiginose di immagini, fulgide come dipinti circondati da quel "Buio", d'una tragedia passata - e che tragedia! ha tutti gli elementi d'obbligo, i tempi, la sfiga, la solennità del dolore, della tragedia! Come non provare simpatia per la nobiltà decaduta di Diego (ok, io ho i miei preconcetti positivi a riguardo, ma credo valga in generale) ed un profondo rispetto per Isabel che si fa stringere le trecce, di più e di più? Meraviglioso, assolutamente meraviglioso, questo dramma degli amanti, questo tuffo in un passato frammentato, per spezzoni, che ti si imprimono a fuoco negli occhi e s'infilano sotto la pelle. È un racconto potente e la tua scelta stilistica assolutamente perfetta lo fa solo risaltare ulteriormente, al punto che tornare a Ruy, al ricordo di Javier, e poi al presente è quasi spiazzante - e deve esserlo.
Stasera mi lasci così: disorientata e col cuore pesante. E te ne sono grata!

Recensore Master
23/03/17, ore 06:38

Io mi sono sciolta in lacrime per Isabel e Diego - una tragedia, signori, una vera tragedia.
Ho amato la scelta stilistica che hai attuato per raccontare la loro storia, questo amore che ha spaccato il cuore a entrambi - ha rotto il mio, che davanti a questi disastri così dignitosi, privi delle solite smancerie e del romanticume che si allarga a macchia d'olio, riescono a raccontare un sentimento che distrugge, annichilisce, ci riduce a terra e ci va sentire vivi per un solo momento, brillante come il cosmo di Shura. 

Molto bella anche la parte di Shura, evocativa - pronta per una scena dell'anima, o del manga. 
Al momento questo è il mio capitolo preferito, mi è proprio scivolato sotto la pelle e si è attaccato, grattando e facendomi sanguinare: complimenti. 

*è mattino, e io a breve faccio colazione: tè e biscotti?* 

♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

 

Recensore Master
17/03/17, ore 22:10

Che figata, CHE FIGATA. *_______*

Dunque, la storia dei due innamorati mi piace tantissimo - e giustamente. Cioè, sei morto (magari pure male) senza poterti godere l'amore della tua vita e questi due si mettono pure a litigare, eh no, eh. No, un po' di pelo spettinato ci viene, eh. 
Mi è piaciuto il combattimento, la precisione dei colpi e dei gesti di Shura - il nostro donzello preferito, da adesso in poi - e la forza visiva, una sceneggiatura perfetta, che salta subito all'occhio. 
Shura è bravo, e l'accostamento allo stambecco (caprone che sei, Shura) è magnifico - calzante. 
L'intero capitolo è ben orchestrato, visivamente d'impatto (l'ho già detto? E va be', mi ripeto, lol) e lascia un finale sospeso che ti fa dire e adesso? 
Cos'è che ha inghiottito Shura? Come se a caverà il nostro donzello? 

Comunque Saturno è un pianeta duro, eh. Che io sono ascendente capricorno, e ne so qualcosa. Ho pure Saturno in XI Casa e quadrato a Giove, porca paletta - la diffidenza e circospezione sono di casa. 

Tè al limone classico e biscotti? ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

 

Recensore Veterano
16/03/17, ore 22:06

Io già parto coi miei pregiudizi positivi e il mio affetto ormai consolidato per quasi tutti, qui dentro; ma se mi ritiri fuori Mann con tanta disinvoltura, capisci bene che stai sparando sulla Croce Rossa!

Mi piace sempre più questo Ruy, che da buon Capro avrà anche la sua dose di melodramma, Saturno perennemente girato male e la nuvoletta di Fantozzi che gli aleggia sulla testa, ma resta un ragazzo pragmatico. Alla bisogna non è il caso di essere cortesi, tantomeno con una pianta molesta; e dunque si può ben frugare in casa altrui, riesumando vecchie accette arrugginite da un qualche armadio che si apre di raro. In provincia è un ritrovamento più che credibile, mi piace, mi piace! E mi piace che Ruy reperisca la vecchia mannaia per il piccolo Cristobal, ché va bene essere eroi e voler salvare l'universo mondo, ma se l'universo modo è in grado di darti una mano e di non farsi ammazzare nel mentre - o almeno ci prova - è meglio.

E poi mi piacciono i dettagli, come il vento freddo che s'infila sotto l'armatura. Sì, andarsene a zonzo bardati di latta deve essere un forno crematorio d'estate ed una ghiacciaia d' inverno; solo a pensarci, soffro per questi poveretti.
E le stoccate. Quanto ho amato questo Shura che tira di scherma - con le braccia, con le gambe, sì! sì! sì!- contro roseto! Del resto, da amante di Pérez-Reverte, come avrei potuto fare altrimenti? Come? In nessun modo, ecco come.

E col Sergente García mi hai stesa. Stesa. Anche se questo sergente, che con pompa squisitamente iberica fa saltar la mosca al naso al povero Hernán, sembra un po' meno bonaccione e coccolone di quell'altro.
E credevo di non potermi sciogliere più di così, ma poi mi dai Shura che è fan di Star Wars, ed io inizio a trascendere gli stati della materia.

Lo scontro con Diego del Siglo de Oro (qua siamo sempre a favore dei ribattezzamenti calienti) che possiede Diego il poveraccio con la macchina in panne, mi ha catturata: vedo mazzate, e mi tuffo; vedo mazzate scritte bene, e non capisco più niente; e se Shura viene chiamato "donzello" io sdilinquisco.

Doveva essere un'estrazione con estirpazione dell'erbaccia, e invece il povero Shura si ritrova per le affilate manine un caso di possessione. Con tanto di redivivo signorotto d'altri tempi che già pensa di trovarsi un oste più consono - il che promette male, ma proprio male male eh!

Ora sono preoccupata per la povera Capretta. Necessito d'un cordialino!

Recensore Veterano
12/03/17, ore 14:22
Cap. 4:

Adoro questo capitolo. Lo. Adoro.

A cominciare dai due emissari del Santuario, che a vedere Ruy si chiedono come faccia ad essere un Cavaliere d'Oro, ma poi la capretta gli pianta gli occhi addosso e la consapevolezza gli crolla in testa come il vaso di fiori scivolato giù dal balcone sul malcapitato passante.
Shura, che analizza la situazione, si chiede come gestire questo roseto schizzato male che probabilmente altri suoi colleghi saprebbero affrontare meglio - ce lo vedo a domandarsi 'cosa mi direbbe di fare Aphrodite? Come gestirebbe Death Mask questi morti un po' troppo svegli?' - e il suo essere tremendamente scocciato dal fatto che il rapporto che gli è stato consegnato non corrisponda abbastanza alla realtà.

Perché la realtà non è quasi mai come i fatti vengono raccontati nei rapporti. E' più terra terra, un concatenarsi di casualità (e sfighe). Nella storia i due fidanzati erano due devoti venuti apposta per pregare e offrire voti all'equivalente ispanico di Romeo e Giulietta, nella realtà sono solo due ragazzi sfortunati con una macchina rotta e troppo tempo da buttar via rimasti ingarbugliati in un imprevisto - perché chi se l'aspetta che i morti escano dalla tomba, così, giusto per vedere com'è cambiato il mondo nel frattempo?

Cristobal è un amore di teppistello, anche se fa abbinamenti alquanto discutibili. E ce lo vedo, in futuro, parlare di Shura come di un supereroe moderno, ricoperto d'oro, che salta da un tetto all'altro e con un diadema con le corna tra i capelli. Nonna Ines è altrettanto adorabile, con la sua ingenua gioia nello scoprire dell'esistenza dei Santi.
Certo, la ragazza con la scarlattina non è per niente un imprevisto da poco. Non se abita letteralmente a meno di trenta metri dal roseto schizofrenico.

Lupe che chiama Shura 'lupacchiotto' è la cosina più dolce che abbia letto questa settimana, sappilo. <3
E Ruy che dà testate al muro... *rotola via*

Adesso ho una voglia matta di sapere cosa succede dopo!
Tiramisù?
JudithlovesJane

Recensore Veterano
12/03/17, ore 11:07
Cap. 4:

Sono già sta imbacuccata, che il clima quassù temo sia altrettanto impietoso. Mi armo di tè e copertina - just in case - e sono pronta a seguire i latinissimi Hernán e Gregorio - il quale si becca pure un po' di punti simpatia perché sono in fase Pampa.



Shura, spaventapasseri allampanato coi capelli ribelli e gli occhi affilati, con quella sua sciarpa messa distrattamente, mi ha fatto una tenerezza, ma una tenerezza che non ti dico. Il fatto ch'io resti ancora consapevole che il ragazzo potrebbe affettarmi con la punta del mignolo nel caso mi venissero smanie inappropriate di andare a coccolarmelo, mi lascia ben sperare che non siano le prime avvisaglie d'istinto materno.



Ah, il passo di lumaca dei trenini di provincia - soprattutto se suddetta provincia s'incespica su per le montagne - è una straziante realtà ancora nell Anno Domini 2017; dunque nutro empatia per il viaggio dei messi e della cara capretta, anche se, a onor del vero, probabilmente i treni di provincia, nell' Anno domini 1979 e in quello 2017 sono esattamente gli stessi - numericamente, materialmente, individualmente, con tutte le specificazioni aristoteliche o pseudo tali per dire che so' proprio gli stessi identici treni.



Mi piace immensamente come hai dipinto Teurel invasa dal supernaturale: una città fantasma e un paesaggio da incubo, con tanto di Dalì e García Lorca ad evocarci un dipinto e a dare uno spessore lirico e disperato a questo paesaggio. E, soprattutto, mi piace la continuità, nel mondo fuori, con gli incubi che infestavano il mondo interiore di Shura nello scorso capitolo. Col vantaggio che i mostri nel mondo fuori si possono combattere e uccidere molto più facilmente.

Il problema da risolvere m'intriga: a parte la curiosità di vedere come il buon Shura se la sbrigherà, muoio dalla voglia di sapere perché gli Amanti si siano destati e perché ci sia questo roseto senziente e molesto - understatement

Ha senso che Shura, il Santo del luogo o quasi, sia stato mandato a sbrogliare la faccenda. Fra i morti che decidono d'alzarsi e andare a fare quattro passi, e delle rose che fanno un po' di testa loro, forse davvero Maskuzzo e Dite avrebbero avuto almeno qualche prerequisito di base in più per dare manforte. Ha però ancora più senso che il Santuario non mandi mica tre Cavalieri d'Oro su per i monti per risolvere una questione del genere; e dunque mi sono goduta tanto che gli altri due dell'Avemaria siano evocati nei pensieri del nostro.

Ed ho sorriso molto alle due versioni della storia della coppia rapita - quella romantica della Guardia Civil; e quella realistica, in cui due poveracci con la macchina in panne si ritrovano appiedati in culo ai lupi, come si suol dire, stramaledicendo ogni ciottolo. XD



Epperò, epperò... il climax e il momento di gloria indiscussi di questo capitolo, per me, sono il caro Ruy che inizia a prendere a capocciate il muro con la carta da parati improbabile: è un gesto che mi sono sempre immaginata come adatto a Shura, mi ha fatto sorridere, mi ha fatto sciogliere e mi ha anche fatto lanciare un paio di gridolini (very undignified, come direbbero Rhadamanthys e mia nonna) d'apprezzamento. Sì, sì, sì! Di qui in poi, Ruy ha tutto il mio amore indiscusso.



E chiudo con un'ultima nota d'apprezzamento ed una curiosità sul clang dell'armatura, le cui giunture vanno fatte stringere. Mi piace come le armature, chez toi, siano cose che vadano curate manualmente, praticamente, vadano strette, ripulite, lucidate: sono oggetti straordinari e quotidiani - deliziosamente quotidiani - a un tempo. E qui la mia curiosità: se le giunture vanno fatte stringere, immagino che in generale l'armatura vada adattata al corpo di chi la porta, un po' come un abito di sartoria. Posso figurarmi come funzioni con delle modifiche minori, quali appunto una giuntura da stringere qua ed una là; ma come ha funzionato con gli adattamenti più sostanziali come - che so - il cambiamento di taglia che può esserci tra un ragazzino di sei o dieci anni ed un ragazzotto di sedici o venti? 



P.S. Mi piace tanto tanto tanto quel "fole"!

Recensore Master
12/03/17, ore 05:31
Cap. 4:

Oh, ma che bella sorpresa questo aggiornamento! 
Mi è piaciuto, molto. C'è un tono di epicità che riesce a permeare le tue parole - ho potuto vedere Shura con la sua armatura e la spada, un Santo, un riflesso d'oro che saetta da una parte all'altra del roseto. 
Mi è piaciuta anche la scena del combattimento, dinamica e ben curata - nonché il fatto che, alla fine, le cose non siano mai come le si legge nei rapporti e adesso Shura si trovi una - no, anzi, due - gatte da pelare tra il roseto e la ragazza con la scarlattina. 
Sono questi tratti di normalità inseriti nelle tue storie a renderle realistiche - ad avvicinarle a una realtà che te le fa sentire addosso, sotto la pelle (che strappa sorrisi oppure sussulti.)
Ma le domande rimangono: da dove spunta questo roseto? E gli Amanti? Chi sono? Per caso hanno qualcosa a che fare con l'Arcano maggiore, anche solo una piccola ispirazione? E Shura come risolverà la situazione? 
Bello, bello: io resto qui, a prepararmi un altro tè che non riesco a dormire - a forse a mangiarmi una pera, che hanno un bell'aspetto. Vuoi? 

♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

Recensore Veterano
11/03/17, ore 17:32

Sto via una decina di giorni e mi ritrovo indietro su tutto - o almeno più indietro su tutto di quanto non sia di solito... E, dato che anche oggi la voglia di lavorare si è data alla macchia e che sono d'umore spagnoleggiante (mi sono divorata i due terzi di quella raccolta sudamericana), proviamo a rimediare venendo a trovare il buon Shura da te.



Il rito - qualunque esso sia - ha sempre la forza, quasi la necessità, di ciò che scandisce il tempo e sancisce quali siano le opere giuste ai dati giorni. Il rito è per natura solenne, forse come tutte le cose che fanno da confine, da spartiacque, che danno il passo, come un metronomo. Ma c'è una solennità speciale nelle messe di provincia, la stessa qualità assoluta della vita di paese. E, se la celebrazione Ortodossa è indubbiamente più bella - d'una bellezza tale da essere un bigliettino di presentazione più che sufficiente a una conversione, parola di Vladimir I -, c'è una solennità austera tutta speciale in quella Cattolica. Soprattutto se in Latino - ok, qui forse sono un po' di parte, ma, come si suol dire: chissene! 

Tutto questo per dire che mi sono goduta immensamente, parola per parola, l'apertura sulla messa, dal chierichetto sdentato alla porporina d'argento fra i ricci di Mercedes - vanitas vanitatum! -, dalla prima all'ultima virgola. E mi fa gongolare che, lassù sui Pirenei, i precetti del Vaticano II si applichino un po' alla buona, così ci si ritrova il "prega per noi" al posto dell'"ora pro nobis", ma si mantiene il "memento" così com'era. Mi piace, mi piace: è realistico, è deliziosamente provinciale.

Come è realistico e delizioso il dialogo fra le due istituzioni di ogni paesello, il Don e il Don, il prete e il sindaco. Don Julio, Prete Rosso, mi sta simpatico - e lo dice una mangiapreti incallita! Ho per lui lo stesso tipo di simpatia che nutro per il Don Camillo di Guareschi - anche se, dall'altro canto, don Antso non è un Peppone, nossignore, per niente: don Antso si merita una caterva di ceffoni sul muso!

Mi piace e mi solletica immensamente che Javier e Rodrigo fossero a messa; come mi piace che Javier, anni prima, fosse andato a confessarsi - e mi piace la tua scelta narrativa di raccontarci i retroscena di questi due anche dal punto di vista di Don Julio e Lupe. La coesistenza fra fedi, fra servire una dea pagana e una religione o una teosofia (a seconda dei casi) abbracciata dai singoli, è uno degli aspetti - o forse una delle cialtronate del Cialtronissimo - che a me sembrano più feconde e intriganti, con cui in un modo o nell'altro prima o poi bisogna fare i conti, e di cui mi fa sempre piacere leggere.



E mi ha stretto fisicamente il cuore, o meglio la bocca dello stomaco - che è quanto di più simile al "cuore" io riesca fisicamente a sentire -, questa finestra sulla coscienza di Ruy. Hai ragione: le confessioni non si possono estorcere, nossignore. Le confessioni sono un modo di liberarsi dal fardello, di rimetterlo a qualcun altro, di essere perdonati. Ma ci sono fardelli di cui non ci si vuole liberare, anche se ci affossano l'anima - o forse proprio perché ci affossano l'anima -; ci sono peccati per cui, qualche volta, sentiamo di non meritare perdono - e allora non lo cerchiamo, nonostante il pentimento e la contrizione, o forse proprio perché il pentimento e la contrizione sinceri rendono il perdono inconcepibile.



Però una coscienza pensante - soprattutto se si credeva d'aver fatto il proprio dovere, ma i conti poi non tornano - è difficile da portare in giro per anni: logora, non ci fa dormire il sonno del giusto - anche se, sulla carta, dovremmo dormirlo. Forse poche cose restano salde nell'aria, infestano la nostra testa e qualunque luogo in cui corriamo a cercare riparo, come i morti con cui non abbiam fatto pace, i morti ingiustamente. Aiolos, tacciato d'essere Giuda, qui ha tutta la presenza scenica dello spettro di Banquo. E giustamente Ruy sbarella un pochettino - che potrebbe fare, del resto? è un ragazzino incastrato in una rete intricata molto più grande di lui. Anche Javier può fare poco e niente. No, le confessioni non si possono estorcere, ma le confidenze - che non danno assoluzione - qualche volta possono aiutare, possono far tirare un respiro per aiutarci a continuare a trascinare il nostro macigno personale, soprattutto quando a raccogliere le nostre confidenze c'è qualcuno di cui ci fidiamo, qualcuno che ha avuto qualcosa da insegnarci.



Nota più leggera a margine: sappi che ho sorriso con il compiacimento e tutti i denti dello Stregatto quando ho letto di Javier che cucina leggero e dei suoi piani di strafogarsi (indubbiamente uno dei miei verbi preferiti in assoluto, ok anche una delle mie attività preferite in assoluto... XD) a cena dal prete assieme al caro allievo. Javier mi piace sempre di più!



E ora muoio dalla curiosità di sapere chi è venuto a cercare Shura!



P.S. Noticina conclusiva sulla nota. Ramón Menéndez Pidal: sì, sì, SÌ! 

Recensore Master
01/03/17, ore 22:59

E io arrivo qui, stanca morta per il trasloco, e mi vedo tutto questo bendìdìo sulla tavola di Don Julio, con tanto di arrosto e zuppa di patate E NO, EH, che io qui ho un misero polletto con carciofi e limone. 

*sbava*

Bel capitolo; caldo, avvolgente, dai sapori e profumi che oltrepassano la pagina. 
Il senso di colpa sta stritolando Shura - il dubbio. 
Uccidere un amico (di più: un compagno d'arme, un Santo di Athena) è difficile - cosa dico, forse impossibile, anche se indossi un armatura e ti hanno scelto per essere un soldato - e Shura ne sta pagando le conseguenze. 
Mi piace come riesci a raccontare la solitudine di questo ragazzo, il peso che porta nel cuore che minaccia di schiacciarlo da un momento all'altro. 

Ho rivisto un po' Don Camillo e Peppone nella discussione tra Don Julio e il sindaco, e le caratterizzazioni che dai ai personaggi sono vive - tiepide sotto le mani, belle. 
Sono come un presepio vivente, e sei brava, sai? Sei davvero brava a dare voce a ognuno di loro come se li conoscessi. 

E poi ci lasci con il cliffhanger. Ci lasci con la domanda. Chi sono i due forestieri? Cosa vogliono da Shura, non Ruy: Shura. 

Per dopo ho una ciambella classica con zucchero a velo, puoi gradire con un bel caffè? 

♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

Recensore Veterano
01/03/17, ore 20:53

Don Julio ha un che di Fra' Cristoforo, e basterebbe questo per renderlo caro al mio cuoricino di lettrice. E Lupe, la perpetua che tutte vorremmo - e le sue patate al forno mi facevano voglia anche attraverso lo schermo. Che donna, che donna. <3

Javier che faceva l'istruttore di nuoto mi ha vagamente uccisa. Un elemento così a che razza di allenamenti sottoponeva i bimbetti in piscina, mi domando!
Allievo e maestro si somigliano più di quanto si potrebbe immaginare, foss'anche per l'essere entrambi capre testadura che parlano pochissimo. Solo che Javier è scorbutico, sì, ma anche diretto e 'semplice', non in senso negativo. Ruy si crogiola nell'angst, come già detto più e più volte, e fa arrosticini di se stesso a furia di ripensare sempre le stesse cose. 
Il sogno in formato Ultima Cena è una cosa geniale - e mi ha ricordato un disegno che avevo trovato a suo tempo su DeviantArt; evidentemente il richiamo con quella simbologia è evidente - anche solo per il numero dei partecipanti alla cena!

E poi, arriva sempre qualcuno a rompere le uova nel paniere al povero Ruy, che voleva solo stare un po' in santa pace.
Non oso immaginare che colpo deve aver fatto l'untuoso sindaco nel vedersi piombare in casa due emissari del Santuario - o due tizi inquietanti che vogliono parlare con Shura - "e chi è Shura?", si chiede Orreaga tutta.
Eh. La capretta pelle e ossa coi capelli impiastricciati di brillantina (*muore*), è Shura.

Che sarà successo di così grave da dover dividere Javier e Ruy dalla santa crostata di pere di donna Lupe?
Certo, la loro porzione possiamo mangiarcela noi col caffé...

JudithlovesJane

Recensore Master
19/02/17, ore 21:51

Di pancia, proprio, mi è uscito un mo soccia, che bello.
Le descrizioni degli ambienti sono bellissime - fluide, inserite nella narrazione, senza sbavature. Un grande punto di forza, perché io, come fanwriter, faccio una fatica bestia a non trasformarle in wall of text imbarazzanti, per cui mi limito sempre a contestualizzare al momento e la personaggio, lasciando sempre quell'aura un po' fuori dal tempo e dallo spazio, e invece tu no, ne fai un pezzo completo della storia e oh, boia, se viene bene. ♥♥♥♥

Poi c'è Shura, che è tanto carino con la sua barbetta da capra, e che, poveretto, mi fa anche pena perché il compito peggiore è toccato a lui - e spesso mi dimentico che questi Cavalieri dal nome altisonante hanno solo quindici o sedici anni. Giovanissimi, e mandati a morire. 
Molto belli anche i suoi ricordi di quella notte maledetta - tristi, e disperati. 

Bellissimo capitolo, complimenti! 

Abbiamo degli arancini, ne vuoi? ♥♥♥♥♥
♥♥♥♥♥♥♥♥♥
 

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