Recensioni per
Alba Cosacca
di Celtica

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/11/19, ore 21:45
Cap. 1:

Ciao, sono molto contenta di leggere finalmente qualcosa di tuo. Amo il genere storico e, sebbene preferisca altri periodi e altri contesti geografici, la realtà della seconda guerra mondiale dal punto di vista russo mi incuriosisce. Inizio con il dire che tu hai reso l'ambientazione davvero molto bene: hai ricreato l'atmosfera russa in tanti piccoli dettagli attraverso riferimenti alla realtà del periodo, ma anche con i nomignoli con cui viene chiamata la protagonista (una caratteristica che in ogni vera storia russa non può mancare!). Ho apprezzato particolarmente il ritmo della narrazione: è veloce e scorrevole, gli eventi vanno di pari passo con le emozioni, senza per questo rinunciare a un lessico di un certo tipo. Non è facile trovare un simile equilibrio nelle storie di genere storico quindi davvero un ottimo lavoro! La vicenda raccontata nel dettaglio è poi, nella semplicità di un rapporto tra due persone, molto toccante, specialmente nel finale quando la protagonista decide di seguire la persona amata anche davanti al pericolo mascherandosi da uomo. Una storia umana emozionante in un contesto ben ricostruito. Complimenti! Spero di leggere altro di tuo:)

Recensore Master
24/11/19, ore 18:23
Cap. 1:

Eccomi per lo scambio del giardino di EFP.
Direi una storia molto emozionante devo essere sincero. Sullo sfondo della seconda guerra mondiale una carica di cavalleria come imboscata al nemico invasore direi che può rappresentare la fine stessa della cavalleria come accade nella lontana prima guerra mondiale.
Mi è piaciuto come hai trasportato i sentimenti dei due amanti e anche la notte che passano prima della battaglia.
Il finale è scontato entrambi muoiono combattendo il loro nemico e, come gli storici cosacchi, a cavallo e sempre contro il loro nemico.
Ho apprezzato anche la frase Quando un cosacco è a cavallo solo Dio è più grande di lui. [1] davvero molto emblematica.
Ciaoo alla prossima.

Recensore Master
13/11/19, ore 07:09
Cap. 1:

Buongiorno.
Giungo qui dopo aver letto il tuo racconto più recente e le sue note. Tra poco passo a lasciare un parere anche lì, adesso mi viene da recensire questo xD
Niente, devo dire che è scritto bene; il genere storico è il mio preferito, questo non è però il mio periodo più amato, ma è un gusto personale :)
Andando al sodo... il testo mi è piaciuto perché è scritto con cura e ordine, anche nel suo incedere narrativo; non mi sono però immedesimato molto, ma anche questo è un dettaglio personale.

Recensore Master
29/12/17, ore 10:38
Cap. 1:

Uh che bella storia!
Il genere storico è difficilotto da trattare, ché spesso si tende a romanzare un dato periodo lontano nel tempo (e magari nello spazio), e quello che si rende è l'idea platonica dell'anno di grazia 1XXX.
Qui non mi sono posta alcuna domanda sulla veridicità della materia trattata. L'ho sentita vera, reale; sei stata bravissima a prendermi per la manina e a catapultarmi nella vicenda di Ivan e Darya, a farmi sentire l'odore del pelo del cavallo, il sudore della bestia, l'odore della polvere da sparo e della vodka, il calore delle mani attorno alle redini e alle gonne di lei.
Questo non significa che la tua ricostruzione storica non sia accurata: lo è, eccome se lo è, e vi ho sentito echi di "La guardia bianca" di Bulgakov, con la differenza che nel romanzo si attendono gli ucraini - e lo zar è caduto e i tedeschi sono appena scappati da Kiev - mentre qui si attendono i tedeschi.
Ivan - "Vanja" - e Darya - "Dashenka" - sono i reali protagonisti di questa storia; Polina - "Pola" - è un contraltare che viene spazzato via quasi subito, ma che introduce nella relazione tra questi due personaggi complicati, eroici, così russi fino al midollo. L'altro protagonista è la guerra, che se ne resta lì, in silenzio, senza aver bisogno di dire nulla. Lei c'è, come una spada sulle loro teste appesa per un filo sottilissimo.
All'inizio, lo confesso, ho pensato che l'azione si sarebbe svolta all'alba, ossia che Vanja e Dasha si sarebbero concessi un attimo d'amore disperato all'alba, momento clou, in cui si parte con il cuore ancora più pesante, non foss'altro che per la notte insonne che ci si lascia alle spalle.
Invece, no.
Invece, hai scelto di mostrarci un'alba d'azione, un'alba in cui Dasha ha già scelto, e svela a Vanja il suo piccolo segreto. Vanja, che come tutti gli uomini, ha una visione un po' troppo romantica della guerra e di ciò che ci si aspetta da un maschietto, mentre lei, Dasha, è più pratica, come pratiche devono essere le donne, specie in guerra, quando devi barcamenarti anche - e soprattutto - con quello che non c'è.
Mi sono sentita anche io in sella al cavallo, in quell'alba nascente, pronta a caricare un paio di panzer tedeschi armata solo di un fucile e di una croce ricamata nella fodera del mio pastrano.
Complimenti davvero.

Recensore Master
23/10/17, ore 20:54
Cap. 1:

Ciao =)
Beh, eccomi qui... finalmente leggo di nuovo qualcosa di tuo...
Sai quanto ritrovo il tuo nome o nei partecipanti a un contest o allo scambio recensioni... nel primo caso mi scoraggio nel secondo sono pazza...
Sì, ormai lo sai. Io AMO le tue storie.
Sono perfette in ogni cosa... sia se parliamo di impaginazione, grammatica, punteggiatura, trama, coinvolgimento e tanto altro ancora.
Le tue idee sono originali, invogliano sempre il lettore e non trascuri niente e nessuno.

Non credo che lo sai, non ricordo se ho letto qualche tua storia sul genere storico, comunque sappi che non è il mio genere preferito, non mi piace molto, ma in qualche modo mi hai richiamato con la seconda guerra mondiale, storia d’amore e un personaggio femminile davvero forte.
All’inizio ho avuto un po’ di confusione con i personaggi, più che altro perché si incastravano con la storia, i paesaggi e un contesto storico strutturato davvero a doc. E quindi, in un primo momento confusione, ma poco prima di metà storia ho iniziato a capirli, a distinguere e mi sono ritrovata immersa nella storia. Cioè io, non amante del genere, immersa completamente :O
Devo dire che ho amato tutto, non c’è nessuna pecca, la cosa che mi ha colpito oltre trama, personaggi, luogo è stato il contesto storico, perché sei riuscita a scriverlo davvero bene. So per certo che hai fatto ricerche, ti sei documentata e si vede, capisco che è ciò che si fa quando vuoi rendere una storia perfetta. La tua lo è. Anch’io spesso mi informo, documento e quando qualcuno me lo ha fatto notare ci rimango sorpresa, beh… ovviamente spero che lo sei anche tu.
Complimenti perché hai messo ogni più piccola cosa nella storia, anche quel dettaglio secondario che magari nessuno pensa ci sta, come quei termini particolari di usanza, o piccole parole che ci indicano il tempo, il luogo e l’anno.
Non è una sorpresa, eppure lo è stato perché sei riuscita ha creare qualcosa di perfetto.

Un inizio di storia incredibile, c’è tutto… la guerra, l’orrore che essa porta con se, il dolore per le perdite o la paura che quella perdita sia proprio un tuo caro, qualcuno che conosci e poi ci sono relazioni che rendono la storia intrigante.
C’è Dasha e il suo cavallo e qui… mi ha fatto pensare alla serie tv Wildfire, proprio come la protagonista è il suo cavallo avevano un rapporto speciale. Non so, ma in questo tuo racconto ho rivisto loro, ma in tempi moderni. E poi non parliamo di Dasha e Vania… come il loro amore si intreccia con la guerra, con le responsabilità, con scelte e decisioni.
Un’altra particolarità è stato il ripetere più volte i nomi, di ripetere momenti che… che erano solo un anteprima, o forse meglio un prepararsi a quel dopo, quel finale che mi ha fatto emozionare.
Il bacio, un segno d’amore, il modo di suggellare una promessa, una futura promessa o semplicemente ciò che l’uno prova per l’altro.

Ancora complimenti… Wow…
Senza parole *_*

Alla prossima,
Claire

Recensore Master
18/05/17, ore 23:32
Cap. 1:

Buonasera,
sono qui per l'iniziativa dei compleanni - tra l'altro una meravigliosa vostra iniziativa, continuerò a ripetervelo - del gruppo su Facebook Il Giardino di Efp. Quindi ho scelto questa tua storica perché ho visto che nel tuo profilo tenevi particolarmente dunque una bella ottava recensione, in più, sarebbe stato giusto per me. E per te, che te lo meriti parecchio. Su questa storia, ho da fare prima un incipit e cioè che io non ho visto alcun errore nè per la parte grammaticale, né per quella di punteggiatura o frasi troppo lunghe. Anzi, hai utilizzato uno stile molto lineare e con frasi corte e concise, cosa che io non riuscire per niente perché mi verrebbe da domandarmi se sto facendo giusto o meno. Guarda, un casino. Quindi lo stile fluido e assai complesso insieme, l'ho percepito così coi suoi significati nascosti e misteriosi, passionali quasi, mi è piaciuto molto. 
Andando sulla parte della trama, mi verrebbe da dirti due cose importanti.
Prima. Da un lato penso che avrei tanta voglia di sapere come potrebbe andare a finire tra Darya - tra l'altro un bel nome, con la di mezzo - e Vania - un nome assai singolare, mai sentito devo aggiungerti - perché ho percepito tanto furore insieme con lro e separatamente, proprio per captare se alla fine sono riusciti a vincere quella diavolo di guerra. La loro scelta di stare assieme, la voglia di Darya di inseguirlo addirittura tagliandosi i capelli, magari per lei assai importanti però lui era il primo posto, per non parlare di vedersi insieme e combattere per un unico nemico. Ecco, tutto questo mi fa pensare che potrebbero vincere e allora arriva la parte dopo. Perché?
Seconda. Cosa dire? Perché si passa alla parte due? Eh, dall'altro lato spero che tu non pubblicherai mai il seguito proprio per la mia paura a veder morti o Vania o Darya o entrambi e parlare di una storia futura riguardo - e magari, adesso non so - i loro figli o figlie che ricordano questa parentesi di quei due. Ho molto timore, ma te lo sto facendo sapere perché è talmente bella questa tua OS che l'ho percepita fino in fondo. La voglia di Darya e Vania di stare assieme, di ritornare insieme al villaggio e sposarsi, di riuscire a vincere. Di poter finalmente vivere come una coppia importante, di avere figli e tutto quanto, quindi ho avuto il pensiero su di un qualcosa di futuro, ma ovvio che la scelta è tua e io non penso che avrai intenzione di portarla avanti. Poi non so.

Questi due punti, diciamo, li ho avuti quando ho letto la tua OS molto dettagliata in fatto di sentimenti, specie perché ho ricevuto tutto quello che volevi far passare - la necessità di stare vicini, assieme, sempre. La voglia di vincere, di rivedersi e parlare di tutto e di più, di poter mandare a quel paese il loro nemico e di fare tutto il resto tranquillamente, senza più pensare alla guerra, alla morte e disperazione di chi moriva e chi rimaneva. E le tue parole corte e concise, con molte virgole a separare mano a mano il significato nascosto e visibile in ciascuna frase, mi sono arrivate fino al cuore. Per quello mi sono affezionata, davvero, e forse la metterò nelle ricordate per ricordarmi appunto cosa significhi dover combattere insieme fino alla fine per arrivare al punto da stare bene in un domani. Così come quel loro bacio anelato, i loro corpi vicini e vogliosi di stare così per sempre, l'ho percepito e mi sembrava addirittura di sentire te scrivere sulla tua tastiera, immaginandoti a pensare a quei due personaggi l'uno perso nell'altra. Così come io i loro sospiri, le loro occhiate, le loro parole e il rumore del cannone che dava inizio a tutto quanto, il Comandante che faceva partire ogni cosa e persino i loro cavalli che nitrivano, avvertendo la voglia dei loro padroni trasparire ai due animali che pure loro volevano vincere. Tutto nel completo, tutto perfetto.

Dunque complimenti a te, e buon compleanno. 
Passa una buona serata, intanto,
Au revoir

Recensore Veterano
19/04/17, ore 12:04
Cap. 1:

Ciao,
sono qui per il gioco pasquale!
Allora, confesso che non è esattamente il mio genere preferito, tuttavia appena ho visto che l'autrice eri tu mi sono un poco rasserenata, sapevo che scrivi molto bene.
Non nego che inizialmente mi sono trovata confusa, catapultata sì in una storia di amore e guerra, tuttavia non riuscivo bene a distinguere i personaggi, chi fosse la sorella e chi l'amante e la cosa mi ha leggermente spiazzata. Poi, fortunatamente i personaggi si sono districati e la storia è scivolata via con vita propria.
Un racconto breve, con alcune ripetizioni fatte tutte a doc! Guerra e amore si intrecciano in una danza tutta loro, esattamente come Dasha e il suo cavallo, come Dasha e Vania, come la guerra e l'amore. Ti devo fare i miei complimenti perchè veramente hai fatto trasudare in queste righe passioni per l'amore e la guerra, la voglia di tornare a casa e l'impeto che queste due emanano. Così opposte, ma al contempo così simili.
Sono sincera non so cos'altro dire. All'inizio pensavo che non sarebbe stata di mio gusto, poi ho dovuto cambiare idea e questa cosa, detta tra noi, mi rallegra.
Ti rinnovo i miei complimenti e spero presto di leggere qualche seguito di tua storia che sto seguendo!
A presto

CK

Recensore Veterano
18/04/17, ore 21:08
Cap. 1:

Ciao!
Eccomi con la recensione per il Gioco delle Uova, è tipo la terza volta che provo a scrivere questa recensione, ma il pc continuava a bloccarsi, vediamo se ci riesco ora.
Dunque, parto col dirti che lo storico non è esattamente il mio genere, specie se si parla di seconda guerra mondiale, ma in questo caso non importa perché la tua storia mi è piaciuta.
Ammetto la mia ignoranza in questo campo, ma tu sei riuscita a contestualizzare bene le vicende quindi non è stato un problema.
Hai reso perfettamente sia la paura per la guerra sia il patriottismo di Vania e Darya, che sono disposti a morire per il loro paese e soprattutto l'uno per l'altra. In particolare mi ha colpito Darya che da vera combattente ha deciso di rischiare tutto per l'uomo che ama, che naturalmente non la vorrebbe lì perché vuole saperla al sicuro, ma il tempo è qualcosa che manca in un contesto del genere e anche loro non ne hanno.
Comunque brava! La tua fic mi è piaciuta e per alcuni minuti mi sono ritrovata davvero nella Russia del periodo, al fianco dei due protagonisti.
Non deve essere facile muoversi in questa categoria - almeno per me non lo sarebbe - ma tu l'hai gestita egregiamente quindi non posso che farti i miei complimenti.
E... ce l'ho fatta, a presto!
_LestrangeMills_

Recensore Master
14/03/17, ore 00:35
Cap. 1:

Buonasera, Celtica!
Il periodo della Seconda Guerra Mondiale è senza dubbio molto ampio e piuttosto delicato da trattare; questo lo si percepisce dal mistero, dalla calma prima della tempesta che annuncia una delle numerose battaglie che varie nazioni sono costrette a prendere sotto braccio per uscirne vincitrici e (soprattutto) integre dal conflitto.
L'ambientazione prettamente sovietica riesce a risultare nitida ed immersa negli elementi naturali specifici e unici, anche se tutto a tratti può apparire quasi accennato e contornato, in quanto è chiaro che il genere (e i sottogeneri) sul quale ti concentri non è tanto il narrativo ma l'introspettivo, la delineazione di due amanti che dimostra il loro affetto in maniera diverse ma è altrettanto vero che dentro i loro cuori c'è l'intensità di voler proteggere e vivere a pieno quella che è la propria metà.
Si vede insomma che c'è una ricerca per creare un collegamento storico piuttosto realistico e sentito, con riferimenti sui cosacchi, sulle abitudini, su quelle piccole cose che li distinguono dagli altri (si percepiscono modi di fare, patriottismo e profumi tipici, quasi locali) e che rendono per questo i due protagonisti e la loro storia unici.
Ma se devo dire tutta la verità, sono più che altro gli elementi naturalistici a fare la differenza e a dare un senso di grandezza alla scena tra Vania e Darya, visibili nei movimenti della natura, delle reazioni dei cavalli e del loro trattamento, costruendo sensazioni, immagini polimorfe ma emozionali, tenendosi in un livello ascendente e coinvolgente per chi si affeziona alla vicenda, per me a qualunque lettore attento e curioso.
Vania risulta essere un uomo parecchio cauto, riflessivo e determinato nei suoi ideali, nei suoi progetti, vuole semplicemente che la sua gente sia al sicuro e se è lui ad andare incontro verso il destino e combattere lo farà, anche a costo di allontanarsi dalla donna della sua vita.
Per quanto riguarda Darya sono contento che tu abbia inserito una donna in linea con il femminismo che imperversava nei primi decenni del ventesimo secolo (anche se la nazione in questione non era una delle migliori riguardo ciò), per questo è una che non ha paura di fare delle cose che le altre considererebbero maschili e scegliere per se stessa, pur di seguire i suoi principi e quello che per lei è la ragione della sua intera esistenza.
Le emozioni trasudano e c'è soprattutto molta malinconia e paura che si provano, considerando il tipo di destino che sembra scritto per loro e considerando la loro condizione; per questo Darya non vuole vivere dei giorni senza la sua metà, a dire il vero non mi sono stupito enormemente quando lo raggiunge perché hai costruito su di lei un'immagine forte ma comunque da eroina romantica, se mi passi quest'espressione.
In più le citazioni inserite sia ad inizio che nello sviluppo della storia credo abbiano spontaneamente arricchito e dato alla one-shot un aspetto composto e forte, un piccolo modo per dare lucentezza a una storia già scritta in una maniera eccelsa e sicura, nella sua delineazione.
Il genere storico penso che sia la punta di diamante della tua creatività e sono sempre più stupito da quanto tu riesca a creare bellissime vicende, ricercate, senza un minimo errore ortografico e grammaticale (forse è scontato dirlo, ma è una bella cosa leggere una storia pulita al massimo) e che creino sottotrame chiare con personaggi reali e tridimensionali.
La scena del bacio tra i due? La ciliegina sulla torta di questa piccola perla!
C'è non solo la volontà di stare accanto e di sfidare la tempesta, ma anche sentore di appartenenza, passionalità, un po' di sana violenza che scaturisce dall'ambiente e dal momentum e andare oltre, sfidare l'ignoto e l'impossibile, romanticismo letterario calibrato e organico, che conquista.
Non smetterò di dirlo, sei una conferma per me ed è fantastico poter vedere come riesci sempre a creare un'unicità stilistica e ideologica delle tue ispirazioni e no, non esagero: non per questo sei tra le mie autrici preferite!
Eccellente, non c'è altro da dire.
Coinvolgente e piena di un ritmo altalenante ma pressante, storicamente limpida e atmosferica.
Complimenti sinceri!
 
Un abbraccio,
 
Watashiwa

Recensore Master
01/03/17, ore 19:53
Cap. 1:

Primo posto
Alba cosacca
di Lun@/Celtica










Grammatica: 10/10

Non ci sono errori grammaticali o di sintassi. Complimenti!


Stile: 9.8/10

- La guerra, la morte, il combattimento che avrebbe dovuto affrontare. Tutto divenne sfocato

- Era lei che amava. Era per quel temperamento, quella sua aria ribelle, che l’aveva desiderata la prima volta. Quando suo fratello l’aveva colpita, spingendola a terra. Darya si era rialzata, lo aveva sfidato con uno sguardo, con una parola, e Vania era intervenuto per fermarli.

Questi sono gli unici casi in cui non sono d'accordo con la tua punteggiatura. Nella prima frase riportata, io avrei usato i puntini di sospensione per indicare che l'elenco è lungo e che scema verso il "tutto" che diviene sfocato. Per la seconda citazione: dopo che indichi il motivo per cui si è innamorato, io avrei messo i due punti, visto che prosegui narrando il momento di cui accenni nella prima frase.
Detto questo, io... ho un unico commento da fare: hai imbrogliato!
Ti ho già detto una volta che "la neve ti dona", e io non dimentico mai ciò che dico (quasi mai). Mi hai rifilato una storia dove neve, guerra, sangue e amore sono una simbiosi perfetta di idilliaca visione, dove con "idilliaca" indico l'utopica perfezione che solo tu, con il tuo talento, sai raggiungere e riportare su carta. Ma dove hai imparato?
La punteggiatura è netta e decisa: di solito un simile espediente comporta una lettura forzata, zoppicante se usata in un contesto di narrazione e descrizione. Ma tu sei andata oltre: non hai narrato con gli occhi dei protagonisti, dove la punteggiatura doveva dare fluidità e connessione tra i vari pensieri; hai raccontato con l'anima dei tuoi personaggi, e questo vuol dire che la punteggiatura era una pausa perfetta laddove il fiato di Vania si spezzava, i suoi occhi si soffermavano su Darya, le immagini di guerra e amore si frapponevano tra loro in un effetto speciale così nitido che solo una telecamera può dare sul grande schermo. Tu l'hai saputo realizzare su un foglio bianco, sparando colori così vividi da accecare gli occhi e sporcare irreparabilmente l'anima del lettore.
La cura di lessico e cultura, saputi equilibrare in un testo così breve senza farne subire il peso, sono stati una cornice perfetta che ha dato maggiore profondità a trama e sentimenti, dando un senso storico-geografico al carattere dei personaggi e alle scene che hai narrato. Accenni come "vodka a colazione", l'apprezzare su una donna il profumo di "pelo di cavallo", il senso di libertà patriottismo e fede ortodossa, il ruolo dei cosacchi e la loro duplice identità nella seconda guerra mondiale, l'evoluzione del ruolo della donna e dei diritti di un padre e dell'uomo su di lei… sono stati essenziale per determinare un contesto e un sentimento che ha invaso tutti e sei i sensi; e dico sei, perché il senso dell'empatia – non tutti ce l'hanno, ma in questo caso poco importa – è esploso, colpito a morte dalla tua storia.
Gli effetti speciali!

- Una carezza al manto nero del suo cavallo.
Vania che la guardava come la prima volta, perso su quella pelle arrossata, sulla camicetta di cotone stretta in vita, sulla sua reazione sorpresa ai racconti di Polina.
“Tedeschi”, “invasione”, “guerra”.
[…]
“È la verità, Vania.”
Un nitrito, lo zoccolo che batteva a terra, il fiato caldo del cavallo come una nuvola di vapore attorno a lei.
Era bella, brava a montare come un uomo, fiera e indomabile.

Vania è talmente concentrato nel contemplare la sua amata, la quale a sua volta ascolta attentamente la sorella di lui, che la voce di Polina è un sussurro quasi illusorio, fin quando talmente fastidioso da irritarlo. La guerra e le sue immagini sfocano dietro al volto e ai gesti di Dashenka. In questo frangente hai accostato simultaneamente il senso della vista e dell'udito, concentrandosi su due cose differenti e creando una bellissima sovrapposizione atta a creare contrasto.
E ancora:

- Corpi a terra, sangue, membra, immagini che gli sarebbero entrate negli occhi e nella mente, per sempre. E Darya. Il viso di Darya che galleggiava su una nuvola davanti a lui, mentre spingeva il cavallo al galoppo, mentre gli chiedeva di correre più veloce.

Un sovrapporsi di luoghi, immagini, sensazioni. E, infine, la più potente e suggestiva:

- E poi un bacio, affrettato, ruvido, bagnato, che aveva in sé il sapore della battaglia, della libertà conquistata, della sua fede ortodossa. Un altro, un altro ancora, esplosioni che si rincorrevano nella sua mente, cannoni che eruttavano come vulcani, cosacchi che cadevano come occidentali.
Cavalli sollevati da terra, gli ultimi nitriti, respiri, richieste d’aiuto.

Hai creato un parallelismo paradossale tra guerra e amore, tra il volto della distruzione e il volto di Darya, che può acquistare senso e credibilità solo se partorito dalla mente di un cosacco, dalla mente complessa e radicale di Vania. Darya è l'emblema della libertà e dell'indomabilità del loro popolo, così come lo sono i cavalli e la vodka: potenza e coraggio, forza e ribellione. Non c'è una nota di debolezza in tutto ciò, anche mentre Vania preferisce stare con la sua donna piuttosto che con i suoi uomini, consapevole del fatto che non rinnegherà la sua natura né il suo dovere.
Il gioco di immagini è incredibile, così come metafore e allegorie. Un lavoro impeccabile!


Originalità e trama: 10/10

Riguardo all'attinenza con il bando, la tua storia rientra perfettamente in tutt'e tre le categorie, ovvero: "pazzi d'amore", "pazze d'amore" e "pazzie d'amore". Hai praticamente sviscerato il titolo del contest (wow!) e lo hai modellato a tua immagine e somiglianza. Vania è un pazzo se intende combattere con il volto della sua amata davanti agli occhi: in una guerra, una simile distrazione sarebbe fatale per sé e per i compagni, invece in lui è forza e ardimento, è la sua "croce tatuata addosso". È talmente folle di questo amore, imbevuto dell'essenza indomita di Darya da non sentire né dare peso a parole come "guerra" e "tedeschi". Dashenka è pazza d'amore a tal punto da arruolarsi a insaputa del suo uomo e combattere e (forse) morire con lui. È queste sono allo stesso tempo le loro pazzie, poiché nonostante il loro amore essi cavalcano contro i carri armati. E qui ti faccio notare un altro particolare! Hai presente quando ti ho detto che hai sovrapposto concetti e immagini? Bene: hai saputo persino sovrapporre la pazzia intesa come atto e la pazzia intesa come caratteristica psicologica. Le loro azioni sono la manifestazione del loro essere, anima e corpo che combaciano in perfetta armonia.
Non esiste, nella tua storia, una nota stonata, una forzatura o uno squilibrio tra le parti: la guerra incombe, un uomo coraggioso e impregnato di valori ha occhi e cuore solo per la sua donna, che è l'incarnazione della sua terra e del suo spirito, la sua metà perfetta; una donna che guarda con occhi mesti al suo villaggio, pronta a sacrificarsi e a ribellarsi a tutto pur di stare con il suo uomo, fino a scendere in guerra al suo fianco.
Nessun buco di trama; hai persino spiegato e mostrato il momento in cui Vania s'innamora di lei.
La trama non è per niente lineare, ma continua con questo gioco di passato e presente e futuro, in una commistione da togliere il fiato; ma non per questo c'è un incomprensione a cui io (o il lettore) può aggrapparsi per muoverti una critica. Ogni immagine, ogni azione è perfettamente inserita nel contesto spazio-tempo, dando profondità e carattere alla lettura.
Il contesto, poi, è uno sfondo a tre dimensioni, dove i cinque sensi divorano ogni cosa e il sesto pende dalla tua penna. Nonostante gli accenni siano inseriti in modo magistrale tra le meditazioni del protagonista e il suo ammirare la donna che ama, la Russia e le sue steppe si sono materializzate nella pagina, una presenza forte che non poteva essere ignorata.
Hai reso la trama uno stile di scrittura: assurdo!


Titolo e impaginazione: 5/5

Per quanto riguarda l'impaginazione, non ho nulla da dire: il testo è giustificato e il font perfettamente leggibile. La lettura procede agevolata dalla composizione della pagina.
Il titolo è un discorso più lungo e complesso, che inizia con me a bocca aperta e finisce con me che continuo a ripetere, come idiota: bravissima!
L'alba segna l'inizio del giorno, di una nuova epoca, di un'evoluzione in un rapporto, di un punto di partenza. L'alba del titolo è un richiamo non solo al momento in cui i due amanti scendono insieme in battaglia sotto i raggi rossi della libertà e del sangue, ma è anche un rimando al fiorire e alla nuova scoperta del loro amore: è simbolo di unione e di scelte, di nuovi cammini. Questo concetto è ulteriormente ampliato dall'aggettivo "cosacca", che prende connotati tipici del loro popolo e della loro terra: l'alba è la ritrovata libertà, è il simbolo della lotta e della vittoria, di uno scatto indomito verso i carri armati.
L'alba cosacca segna il passaggio tra la pace, l'attesa, il tenere al sicuro un amore e contemplarlo con gli occhi di Vania, e lo scontro contro i tedeschi, dove la forza indomita dei due amanti esplode al pari dei cannoni. È anche ciò che esalta il passaggio tra l'oscurità che aleggia intorno a Dashenka – il suo non voler dire dove era stata a cavallo, la sua tristezza nel guardare un'ultima volta il suo villaggio, il suo continuare a sviare i pensieri del compagno, i suoi sottintesi – con la chiarificazione delle sue scelte, il suo voler vivere e morire affianco di Vania, la sua selvaggia anima che non si nasconde più dietro ai modi da "occidentale civettuola" ma che viene sbattuta in faccia a Vania e lettori – i capelli rasati, i vestiti da uomo e l'urlo selvaggio con cui carica verso il nemico. Qualsiasi sia la loro fine, quello è un nuovo giorno, e ha il colore rossastro dell'alba.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Non so se c'è ancora qualcosa da dire in questo punto, poiché i tuoi personaggi sono l'idealizzazione della terra in cui mi hai catapultato nel tuo racconto: entrambi incarnano lo spirito dei cosacchi, sono i "mustang" della loro terra.
Vania è l'uomo che ama la sua terra:

- Quando un cosacco è a cavallo solo Dio è più grande di lui. [1]
Quel pensiero lo riempiva d’orgoglio. E non riusciva a idealizzarlo meglio che non posando gli occhi su Darya. Fiera, libera, indomabile… una cosacca perfetta; proprio come lui.

Egli è un cosacco: combatte con l'arroganza e la violenza del suo popolo, la libertà e la vodka gli scorrono nel sangue. Ha valori profondi che, però, non usa a discapito degli altri – per quanto uomo, non avrebbe mai colpito Polina con la nagaika, e non solo perché è il Consiglio degli Anziani cosacchi a decidere chi punire con la frustra. Il suo essere cosacco lo spinge ad apprezzare soprattutto in una donna l'essenza del suo popolo (voglio far notare che persino questo parallelismo tra la donna e l'entità spirituale dei cosacchi ha un forte contesto storico e acquista maggiore significato in un periodo come la seconda guerra mondiale). Evocativo il fatto che egli incarni il suo spirito indomito la sua spada e la sua croce in Darya. Amare lei vuol dire amare la patria, e non porta vergogna se è con lei e non con un bicchiere di vodka e il suo reparto che passerà la vigilia della battaglia.
Mentre Darya è donna e cosacca, e le due cose sono come due fili che si uniscono e si separano, sovrapponendosi e distinguendosi, ma mai si muovono in direzioni opposte. Darya ama Vania, e il fatto che di lei non venga dato un significato altrettanto radicato nello spirito cosacco, esalta il suo amare come donna, a dispetto del fatto che sia ribelle, forte e libera, senza padrone. Ella si sacrifica prima di tutto per Vania, è in lui che trova la forza di abbandonare il suo villaggio e di sopperire alle leggi della Russia. Suggestivo che, una volta detto addio alla sua vita voltandosi verso l'amato, non vi sia rimpianto o tentennamento nei suoi occhi: vuol dire che è fiera della sua scelta e non si guarda indietro, proprio come il più forte degli uomini. Tutto questo si trasferisce nel suo essere cosacca, e non solo perché cavalca e ha lo spirito della sua patria nell'anima: ella si nasconde perfettamente tra gli uomini e viene scoperta solo nel momento in cui si rivela perché il suo spirito è a pari di ognuno di loro; Vania, alla fine, non ha bisogno di parole né di gesti per sapere che lei gli è affianco e tanto basterà, a entrambi.


Citazione: 4/4

Aggiungere la citazione a destra del testo è un tocco elegante che, però, non ne limita l'uso: voglio dire che la frase da te scelta non si limita a essere un'introduzione esterna alla storia, ma è il filo conduttore, la metafora di un'intera trama meravigliosa.
Il bacio, sinonimo dell'amore sfaccettato di Vania e Darya, è uno struggente passaggio che si sovrappone allo sfondo di guerra e rivalsa. Hai creato una metafora che attraversa l'intero testo, pezzo che ho già riportato sopra quando ho parlato dello stile: l'amore e la guerra si sommano, l'uno che spiega e completa l'altro; la forza di questi sentimenti, la potenza del bacio scambiatosi alla vigilia è un'eco che Vania porta con sé, cucito addosso, avvinghiato alla sua spalla come un angelo custode, e lo accompagnerà anche fisicamente con la presenza della donna amata al suo fianco sul campo di battaglia. Il loro urlo si protenderà verso il nemico, violento quando un colpo di cannone.
Emblematico è il fatto che alla fine non c'è alcun contatto fisico tra i due prima del segnale del comandante; i cavalli si scontrano, Vania tenta di afferrare le redini ma non ci riesce; ma mai una volta i due amanti mostrano la violenta dolcezza che ha caratterizzato la scena della vigilia alla battaglia. Infatti l'amore supera il concetto fisico e diventa scontro di "egoismo/sacrificio": Vania la vuole in salvo, Darya, indomita e cosacca, vuole affrontare le conseguenze di quell'alba insieme. Sono i loro spiriti che si toccano in quel momento e che si riconoscono per quello che sono. E questo è un'eco dell'amore profondo e romantico della sera prima, ma a sua volta libera un'eco ancora più forte e che dura più a lungo, perché scaturisce dalla simbiosi tra le loro nature, quando con un urlo e senza un solo gesto i due spronano i cavalli verso il loro destino.


Gradimento personale: 5/5

Qui posso sbizzarrirmi! (come se non lo avessi fatto per tutta la valutazioneXD)
La tua storia è una perla che non mi stancherò mai di rileggere e che aggiungerò tra i preferiti. Non che ti serva, ma è giusto che chi vuole possa trovarla più facilmente, anche se poi il mio sarà un piccolo gesto che si perderà nel mare. Sei riuscita a farmi sognare nonostante tu non abbia smesso neanche per un attimo di parlare di guerra imminente e morte; anzi, tutto ciò rendeva ancora più vivido le emozioni di Vania e Darya, pompandole al massimo. Ho avuto i brividi durante la lettura e, lo ammetto, ti ho invidiato: saper scrivere con un tale effetto è il mio sogno e, purtroppo, ho la certezza che di strada da fare ne ho tanta. Leggerti mi dà ispirazione e mi sprona a scrivere e leggere e immaginare… e volare! Mi hai fatto volare in Russia, tra i freddi delle loro steppe e i sapori della loro terra. Ho sentito il profumo di pelo di cavallo e quello più acre della vodka. Ogni emozione mi ha colpito come una stilettata al cuore, e di questo ti ringrazio.
Ho finito!


Punteggio: 53.8/54
(Recensione modificata il 01/03/2017 - 07:55 pm)
(Recensione modificata il 03/03/2017 - 11:33 am)

Recensore Master
15/02/17, ore 10:07
Cap. 1:

Ciao! Mi sono imbattuta in questa storia grazie alla tua pagina e, incuriosita sia dalla trama che dal meraviglioso titolo, non ho potuto fare altro che aprire il link e leggere.
Come forse già sai, lo storico oramai è diventato anche il mio genere, quello che mi fa sentire più a mio agio, ma in questa sezione purtroppo sta diventando sempre più difficile leggere storie davvero originali e ben scritte... la tua, però, non ha deluso neanche per un momento.
Si vede che dietro c'è tanta passione, dai piccoli dettagli - l'abbigliamento, il modo di combattere, l'accenno alla società russa presente e pessata - viene trasmessa tutta l'accuratezza e lo studio che ci hai messo.
Ogni frase è pervasa da emozioni diverse, ma credo che due spicchino su tutto: la malinconia e l'amore che i Vania e Darya provano l'uno per l'altra. Un amore talmente forte che la vita di uno non ha senso senza l'altra, che conduce Danya alla scelta di morire al fianco dell'uomo che ama piuttosto che vivere il resto dei suoi giorni senza il giovane uomo.
Davvero una bellissima storia, scritta in modo impeccabile, con un linguaggio cercato ma mai noioso, che sa come coinvolgere il lettore e fargli provare le stesse emozioni che provano i personaggi. Complimenti!

Alla prossima,
V.

Recensore Junior
13/02/17, ore 22:08
Cap. 1:

Bellissimaaa!! 
Mi hai fatto venire in mente tanti ricordi con questa storia!! Il cosacco, il tuo "primo amore"!! Non facevi altro che parlare di lui...Che bei tempi! 
Tu e gli storici siete una cosa sola!! Nessuno come te può scrivere così bene dei tempi di guerra!! E io adoro come lo fai, sembra quasi che l'hai vissuta...che tu stavi lì...A dire la verità ogni cosa che scrivi sembra che tu l'ha vissuta in prima persona, hai questa capacità di trasmettere tanto e tutto! 
Ma cosa sei?? Sei normale?? Secondo me no! E menomale che non lo sei perché altrimenti non ci regaleresti queste magnifiche storie!! 
Bravissima!! E in bocca al lupo per il contest a cui stai partecipando! Io tifo per te! SEMPRE!  

 

Recensore Master
13/02/17, ore 20:31
Cap. 1:

Magnifica.
Non riesco davvero a trovare un'altra parola che possa descrivere brevemente questa shot. Tralasciando il fatto che è praticamente l'unica cosa piacevole che leggo da non so nemmeno io quanto tempo - la scuola mi sta distruggendo con le interrogazioni, verifiche e quanto altro.
Quest'anno mi sono accorta di amare alla follia la Russia, la storia della rivoluzione, dei bolscevichi, dei gulag...
Ammetto dinanzi a te la mia ignoranza: non sapevo chi fossero i cosacchi se non per "sentito dire", dunque ho aperto una nuova pagina internet per una breve ricerca. Anche se la lettura è stata abbastanza veloce, confesso di esserne rimasta affascinata, ma mai quanto la tua storia.

L'ho amata, dall'inizio alla fine.
Come già sai, nutro per il genere "storico" un amore sconfinato e potrei stare ore e ore a leggere e rileggere storie di questo genere... ma tu hai inserito qualcosa in più, un "sapore": la Russia.
Io l'ho assaporata in ogni riga, in ogni descrizione, nella colazione con la Vodka e nei pensieri di Vania.
Vania... Quanto tempo è necessario affinché un personaggio ti entri nel cuore? Il tempo di una shot è più che sufficiente, direi.
Come si fa a non essere affascinati dai suoi pensieri, dall'affetto indelebile che lo lega alla sua Darya che profuma di pelo di cavallo?
La stessa Darya che ha preferito alla Vodka, che ha reso distante il pensiero della guerra, della morte, della devastazione.
La stessa Darya che ha preferito morire al suo fianco, in battaglia. (Ehm, sì, lo so che in realtà non è specificato... ma nella mia mente è andata a finire esattamente così. Sarà che non esisterebbe finale migliore di questo - a mia discrezione -, sarà che l'angst con te è una garanzia, sarà che in questo momento mi sento tanto Leopardi.)

Io non so come fai a tirare fuori certe perle, ma sono contenta che tu abbia messo nero su bianco questa piccola e intensissima storia.
Se posso, vorrei citarti un passo che mi è particolarmente rimasto impresso:

La guerra, la morte, il combattimento che avrebbe dovuto affrontare. Tutto divenne sfocato.[...]
Corpi a terra, sangue, membra, immagini che gli sarebbero entrate negli occhi e nella mente, per sempre. E Darya. Il viso di Darya che galleggiava su una nuvola davanti a lui, mentre spingeva il cavallo al galoppo, mentre gli chiedeva di correre più veloce.


In realtà non avrei voluto tagliarla, ma non so se potevo citare l'intero pezzo; ad ogni modo, voglio che tu sappia che per me è stata pura poesia. Se non ti adorassi già come scrittrice, mi avresti conquistata.
Hai impresso nella mente del lettore - o almeno nella mia - immagini velate di una sorta di malinconia, come se si sapesse già dal principio la sorte dei personaggi, come se Vania stringesse più forte a sé la sua Darya sapendo che quella sarebbe stata l'ultima volta.

Quando infine si scopre che Darya ha seguito il suo Vania in battaglia... mi sono commossa. L'ho trovato perfettamente struggente: lei si è nascosta, entrambi hanno condiviso la stessa colazione di Vodka, le stesse risate tra commilitoni... ma si sono ritrovati solo alla fine. L'uno al fianco dell'altra. Verso la morte.

Il titolo è un'opera a parte. Davvero sublime nella sua semplicità e nella metafora che richiama verso la fine della storia la nostra Darya.
I miei più sinceri complimenti.

Il tuo stile, in questa storia, mi è parso pregno di una malinconia dolcissima: quella che ti si avvinghia al cuore in una piccola stretta, con la consapevolezza della fine.
Non ho altre parole da dirti se non: magnifica.

Ti auguro buona fortuna per il contest, ma questa storia - ad ogni modo - parla da sé.
E vola dritta dritta nelle preferite.
Scusami se la recensione non è delle migliori, ma ho preferito scriverti adesso che procrastinare a tempo indeterminato.
Ancora complimenti. (E intanto riprendo a studiare).
Alla prossima!