Recensioni per
Donna, sei bella?
di Vanya Imyarek

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
01/05/22, ore 18:44

Ciao, carissima!
Perdona il ritardo nel recensire questa storia stupenda, che mi ha molto colpita. Purtroppo devo svolgere due lavori per mantenermi agli studi ed il tempo libero è molto scarso.
Innanzitutto, permettimi di farti i complimenti (in ritardo) per la fine della sessione: sentite congratulazioni!
Ho apprezzato molto, davvero molto, questa rivisitazione della leggenda della Kuchisake-onna.
E' una figura che ho sempre trovato profondamente malinconica, e credo tu abbia reso benissimo la condizione struggente dello spirito costretto suo malgrado in un eterno ritorno di delusione e sofferenza.
In secondo luogo, e ti chiedo scusa per la parentesi sull'attualità (sono socio dirigente di un circolo Arci e queste cose mi toccano particolarmente) mi ha colpito davvero moltissimo il modo in cui hai trattato la condizione femminile.
Se, da una parte, è vero quello che Yoshiro dice e pensa, è altrettanto vero che ogni donna è diversa, ognuna di noi ha delle esigenze e un modo di rapportarsi con il proprio corpo e con gli altri diverso. Ho pensato di desumere, conclusione del tutto personale, che forse il vero femminismo è il rispetto della singolarità dell'altra, nel momento in cui questa è libera di decidere per sé stessa.
Alla fine, la più grande forma di rispetto è accogliere l'altro/a per come è , senza imporre le proprie condizioni.
Ancora tantissimi complimenti per la splendida storia!
A presto ^^

EDIT: Ho letto solo ora che hai studiato Antropologia Culturale, ecco io frequento Scienze Storiche, che ha materie simili. Credo che tu abbia fatto una sintesi perfetta del corso: la cultura di un luogo è legata alle sue tradizioni e bisogna conoscerla per rispettarla, anche se non la condividiamo o comprendiamo appieno.
Yoshio è il giapponese "occidentalizzato" che non conosce la propria cultura, quindi non riconosce la Kuchisake-onna, ma soprattutto non la rispetta nel suo modo di porsi, e questo è il suo errore più grave: l'ignoranza, anche se in buona fede.
Di nuovo, tantissimi complimenti: una storia davvero molto profonda e saggia.
(Recensione modificata il 01/05/2022 - 06:47 pm)

Recensore Master
13/04/22, ore 15:07

Carissima,
da appassionata di youkai giapponesi ho immaginato che Akemi potesse essere una kuchisake-onna, anche se per tutto il racconto il dubbio resta e la vicenda è ben orchestrata sono al crescendo finale.
Ciò che in conclusione mi è rimasto è che, tra i due protagonisti, il vero mostro sia Yoshiro. Akemi si innamora malgrado la sua natura di apparizione maligna e forse crede davvero in quel nuovo sentimento, non si tratta soltanto di esperire una situazione insolita. Al contrario, l'essere umano che dovrebbe essere composto di sentimenti veri, non preconfezionati, si rivela asettico, impermeabile: tutto ciò che non è contemplato nel suo auto creato universo, risulta fuori posto. La fidanzata non corrisponde al modello a monte, non anticonformista bensì unilaterale, allora non va più bene, è "stupida", non può essere presentata.
Yoshiro si rivela di una superficialità estrema, di un egocentrismo ben superiore a quello che rinfaccia agli amici. Ed è questo che lo ha ucciso ben prima che il demone che si è portato in casa desse sfogo alla sua natura.
Bella storia! ^^

Recensore Master
28/03/19, ore 15:04

Quale buon modo di soddisfare la propria fame di lettura e voglia di nuovo sapere se non leggere una tua storia, che mischi sempre così abilmente tematiche sociali con horror?
Te l'ho già detto e te lo ripeto: amo la tua penna, l'interesse maniacale a darci un messaggio.
E sempre mi colpisci. Perché effettivamente, in questo capitolo ogni tanto mi sono anche ritrovata nei ragionamenti del protagonista, mi hai persino "provocato" e questa non è cosa da tutti: non dico di essere dipendente cronica della mia immagine bella e truccata, anche perché amo il mio viso, ma senza quel tocco brillante in più che solo il trucco sa regalarmi è pur vero che faccio fatica ad uscire di casa, e pur cercando di andare sempre oltre a quello che pensano e dicono tutti, mi sono accorta leggendo le tue righe che in alcuni comportamenti sono esattamente come gli altri, e succube di ciò che la società vuole.
Interessante.
Spero di recuperare tutte le tue storie horror perché sono sicura che in ogni di essere avrò qualcosa da imparare, sia da un punto di vista strettamente legato alla scrittura sia su uno strato di cose più grandi (se non ricordo male, persino nell'ultimo capitolo nella storia satirica Dramione aveva tirato fuori un sacco di spunti interessanti).
In sostanza, penso che faresti bene a trovarti un agente letterario con i controcoglioni e poi spopolare.
Certo che mi ha lasciato un sentimento di tristezza questa storia, alla fine i due per un po' si sono davvero amati, peccato.
Fantastica anche la sottintesa descrizione di come dovrebbe essere una donna femminista: forte, intelligente, indipendente, lavoratrice.
Sublime come sempre.
Un bacio,
Karen.

Recensore Junior
10/01/19, ore 15:41

Salve! ^^
Avendo già saggiato le tue capacità nella sezione horror con un'altra storia, ho deciso di leggere anche questa. Non conoscevo la leggenda della kuchisake-onna, dopo aver letto la tua one shot sono andata a cercare delle informazioni e tutto si è fatto più chiaro^^ Sei stata bravissima a mettere per iscritto, in maniera letteraria, tutte le caratteristiche di questo spirito inquietante. Questa antica leggenda combacia con l'ossessione attuale degli asiatici per la bellezza propugnata dai mass media, che ha diffuso l'utilizzo della chirurgia plastica e di strani strumenti (spesso non propriamente sicuri) per alterare i connotati del proprio corpo, in modo da raggiungere un tipo di bellezza "occidentale" tanto ammirata. Insomma, una storia ben scritta e avvincente che al contempo fa passare un importante messaggio morale. Ottimo lavoro!

Recensore Master
29/10/18, ore 21:41

Ed eccomi a recensire anche la seconda storia horror che avevo promesso di recensire... prima. E' giusto fare tutte le cose subito, per poi evitare che gli impegni presi non arrivino a disturbarti il sonno sottoforma di spettri inquietantissimi...
Come la Kuchisake Onna, appunto!
Dunque dunque, vediamo un po' cosa c'è da dire qua: allora, personalmente, questa storia qua mi è piaciuta un pochettino di meno rispetto all'altra, per un semplicissimo motivo: l'atmosfera era leggermente meno pesante, è non ho temuto per nessun momento nemmeno minimo per la vita del protagonista. Insomma, uno stronzo così doveva morire già durante i primi tredici secondi di storia... però, nonostante questo, non posso dire che la storia non sia stata comunque interessante, e sopratutto ho apprezzato che la storia fosse ambientate proprio nel paese del Sol Levante, dove avevi decisamente tanto di quel ratio di leggende metropolitane e storie horror da raccontare che probabilmente avresti potuto fare una storia per il doppio di parole usate per questa XD
detto ciòl ammetto che il protagonista si è rivelato un ritardato fin dal principio, sopratutto per il fatto che parlava tanto in difesa delle donne quando alla fine si è rivelato un figlio di buona donna a sua volta, con la povera - mica tanto - Akemi soltanto per il suo modo di porsi. Insomma, porca miseria, era più molesto lui di lei, e che cacchio, e quella è uno spirito di qualche centinaio d'anni!
Chiaramente se l'è passata male con il samurai, ora se la passa male pure con questo. E diciamo che, alla fine di tutto, sono stato fin troppo contento che l'abbia fatto fuori.
Che poi anche: ma vivi in giappone, razza di ritardato, e non capisci che la tizia in mezzo alla nebbia con la mascherina è la Kuchisake Onna? Mi sa che l'unico rifiuto era lui, in fin dei conti...
Detto ciò, non male davvero anche con questa storia, davvero molto ben scritta e dal finale a sorpresa molto soddisfaciente!
A presto!

- TONIGHT, WE REWIEW! -

Recensore Master
27/08/17, ore 13:07

Ciao ^^
Una rapida visita per contraccambiare, che non mi ha lasciato deluso. La storia infatti c'è, ed è a suo modo intensa; quel premere sulla bellezza e il genere horror mi avevano fatto mangiare la foglia su questa ragazza, tipo Milena di Mortal Kombat, ma ciò non ha influito minimamente.
Onestamente, non so cosa pensare: chi è il mostro, chi non lo è? Forse lei, che per aspetto fisico e forse instabilità mentale uccide le persone, oppure lui, che seguendo il suo pensiero anche giusto ha poco a poco corrotto sé stesso.  
Perché diciamocelo: Yoshiro non ha torto, ma neanche lui è un santo. Avere una propria opinione e combattere per farle valere è un conto, imporla agli altri è un altro. Senza volerlo il suo pensiero si è radicalizzato a tal punto che, come la nostra società, anche lui ha iniziato a sentire un bisogno fisico di imporre il suo ragionamento. È diventato l'incubo della sua ragazza, un mostro la esortava a un cambiamento che lei non voleva, forse perché si accettava così com'era. È un discorso complesso, questo. Reso ancor più complesso dal finale, dove per orrore Yoshiro ha urlato disperato, prima di essere ucciso.
Cos'è la bellezza, cosa non lo è? A volte ci dimentichiamo che la nostra visione del mondo è una su un sette miliardi, e che pur ritenendoci "illuminati" potremo essere noi dalla parte del torto, o della ragione. Potremo corrompere o ritrattare le nostre precedenti intenzioni. Anche dalla parte della ragione potremo trasformarci in dittatori senza volervo, e diventare il male che combattevamo. È qui che, secondo me, si evince chi dei due ha veramente spina dorsale e carisma: lei non è mai venuta meno a quelli che, volente o meno, aveva accettato come suoi principi, mentre lui, facendo la parte del bambino viziato, ha dimostrato di non avere carisma, di usare la forza e la violenza per costringerla ad abbracciare uno stile di vita che solo lui riteneva giusto e infallibile. 
E allora, come sempre dico, la verità è nel mezzo: cambiare è un sentimento spontaneo che deve venire da dentro, e non può essere imposto. Si può convincere le persone a fare quello che si vuole, se si ha il carisma necessario, non forzarle come ha fatto lui. Altrimenti l'unica visione in grado di attirare le masse é quella delle stesse masse, dettata dalla vergogna...
Uno spunto di riflessione interessante ^^
A presto!
Spettro94

Recensore Master
23/08/17, ore 22:25

Ciao :)
Volevo leggere anche io qualcosa di tuo, dato che Emme ha cominciato la tua long fantasy, per cui sono venuta a guardare il tuo profilo. Già da titolo "Donna, sei bella?" e il tag horror, ho pensato immediatamente alla domanda della kuchisake-onna, poi ho letto i nomi in giapponese e ho detto "eccola lì". Dato che mi piace molto la cultura giapponese, e trovo affascinante la leggenda della povera ragazza sfregiata dal samurai, mi sono detta che la storia faceva per me.

Mi aspettavo un "semplice" racconto horror, peraltro, e mi sono dovuta completamente ricredere. Qui abbiamo una parabola attualissima e molto, molto interessante: quella di un giovanotto che si da l'aria dell'anticonformista, del salvatore della categoria oppressa e del paladino della giustizia, ma che a conti fatti è un prevaricatore (anche profondamente ottuso e con notevoli slanci di crudeltà).
In una fase iniziale ho apprezzato il discorso che ha fatto ai suoi amici, anche se mi è sembrato un po' pretenzioso. Certo è che i "role models" imposti dalla società sono gravi, sono anche molteplici ed è bene riconoscerli per combatterli, ma avevo annusato un certo atteggiamento di superiorità da parte di Yoshiro.
Atteggiamento che si riconferma nel momento in cui incontra Akemi. Lei gli pone la fatidica domanda del "Kirei da, to omou?" e io già pensavo al peggio... ma Yoshiro riesce in qualche modo a confonderla con una risposta evasiva, che sembra piacere molto ad Akemi, al punto da farla provare a stabilire un contatto con questo ragazzo.
Yoshiro lo fa pensando di "salvarla", con un atteggiamento appunto da salvatore dei popoli. Più avanti ripete di amare Akemi, dopo l'inizio della relazione, e di nuovo vediamo quanto è vuota questa affermazione: come puoi amare una persona se non apprezzi ciò che fa? Se non la accetti per com'è?
Perché dovrebbe essere sbagliato non desiderare di fare carriera, voler mangiare solo frutta, volersi truccare tutte le mattine?
Per Yoshiro lo è, è sbagliato, e non riesce ad accettare che qualcuno possa pensarla diversamente da lui. Non riesce ad accettare di non poter "salvare" Akemi, o meglio, di non poterla rendere ciò che lui vuole che sia.
La sua testardaggine diventa quasi un'ossessione, che Akemi sopporta, essendosi ormai legata a lui. L'ossessione porta Yoshiro a comportarsi in maniera sempre più meschina con lei, a dimostrarle delle vere e proprie cattiverie, oltre che non voler sentire ragione quando lei prova a spiegargli le sue ragioni. Posso immaginare Yoshiro come il classico tipo d'uomo che picchia la moglie: dopotutto erano solo otto mesi che i due stavano insieme, e se Akemi non fosse stata la kuchisake-onna ne avrebbe avute da subire, da parte di quest'uomo meschino e prevaricatore.
Ma lei alla fine non ce la fa più e glielo chiede di nuovo.
"tu credi che io sia bella?"
Yoshiro risponde di sì, con disprezzo, come se essere bella, a questo punto (quale che ne sia l'accezione) fosse quasi uno sgarbo che Akemi fa al resto del mondo. Ma lei si rivela per ciò che è, e posso dire serenamente che Yoshiro ha raccolto ciò che ha seminato.
Di quante persona si sarà mai innamorata la kuchisake-onna? Non penso molte, e lui era uno dei pochi fortunati. Ma l'arroganza e la cecità lo hanno portato alla fine che abbiamo visto, e quasi mi dispiace per Akemi, che si era illusa di aver trovato qualcuno di diverso.
Ma i diversi, come si dice, alla fine sono uguali tra loro.

Mi è piaciuta moltissimo questa storia, soprattutto per la metafora che racchiude, ma anche per lo stile che hai usato, che costruisce un ottimo climax nel corso di tutta la narrazione. L'epilogo, per chi conosce la leggenda, è quasi liberatorio.
Ti faccio i miei complimenti, è stato veramente un piacere leggerti. A presto!

~Sky

Recensore Master
14/08/17, ore 14:39

Buon pomeriggio.
Il racconto è magnifico e stupefacente.
Mi ha davvero sorpreso.
Il protagonista era un tiranno, punto.
Ok, all'inizio sembrava una persona con ottimi principi; infatti, difende il punto di vista femminile davanti ai suoi amici, e tratta benissimo la bella sconosciuta che incontra, mostrando che è una persona con un cuore.
Purtroppo, le apparenze ingannano.
Quello che Yoshiro ha fatto è stato solo rivolto a distruggere la ragazza come persona. E' vero, la giovane era ossessionata dal trucco, dalla bellezza... certo, però si possono dare dei consigli, ma da lì a cominciare a darle tormento in modo orribile(anche questi atteggiamenti li ho interpretati, sotto certi aspetti, come horror), ce n'è di strada!
Il ragazzo ha sbagliato tutto, ha solo cercato di distruggere la sua fidanzata, andando contro ai valori iniziali che aveva bene in mente. E il finale è stato solo l'apice di un racconto che, seppur pacato, ha sempre avuto una discreta dose di horror, dalle espressioni squallide dei ragazzi fin a giungere alla conclusione della vicenda.
Non bisogna mai giudicare gli altri.
Complimenti, la storia è scritta benissimo, e come puoi vedere mi ha colpito molto.
Buon proseguimento di giornata :)

Recensore Master
23/07/17, ore 12:05

Ciao! Dopo i tuoi meravigliosi commenti di ieri abbiamo deciso di dare una lunga occhiata al tuo profilo e leggere qualcosa. Cominciamo sempre con una one shot di solito, per farci un'idea della persona che abbiamo di fronte e di come scrive. E in questo caso l'idea è molto positiva e lusinghiera.

Cominciamo con il dire che "Donna dal volto coperto che chiede se è bella" è immediatamente riconosibile come una kuchisake-onna da chi abbia un'infarinatura di cultura giapponese, ma il modo in cui l'hai trattata è davvero particolare e iconico. Abbiamo questo Yoshiro, il nostro protagonista, che è un uomo con cui è difficile empatizzare. Ha le sue convinzioni solo in apparenza nobili: dice di voler combattere gli stereotipi per il bene delle donne ma di fatto non è niente di più se non un uomo violento e autoritario che non riesce ad accettare che la persona intorno a lui non si conformi alla sua realtà. Questo piccolo reazionario al contrario per una serie di fortunati colpi di scena sopravvive alla Kuchisake e addirittura si fidanza con lei, ma è così ottuso e così preso dalle sue ossessioni da non riuscire ad accettarla e da pensare immediatamente di cambiarla, fino al tragico epilogo che arriva con una naturalezza disarmante.

Per un attimo ci si chiede chi sia il mostro, perché lei è un Mostro, uno di quelli con la M maiuscola che vivono al limitare del nostro inconscio e che ci fanno paura da sempre, ma lui, Yoshiro , è un mostro. Uno di quelli con la m minuscola, piccoli, cattivi e banali. E tu sei stata bravissima a tratteggiarlo.

Lo stile è scorrevolissimo, leggerti è come bere una limonata in una calda giornata d'estate. E ora ti chiedo: Cosa dovremmo leggere di tuo? Aspettiamo un tuo consiglio!

A prestissimo e complimenti
Morgengabe

Recensore Master
29/04/17, ore 14:50

Ciao, il titolo della tua storia mi ha catturato e ho deciso di fiondarmi nella lettura.
Quello che mi ha colpito è l'isterica convinzione di questo giovane ragazzo che, in fin dei conti, non mi è parso molto diverso dalla sua idea di società: tv e media influenzano molto il pensiero della gente con immagini subdole e stereotipi ripetitivi che fanno il lavaggio del cervello alle menti; lui, in modo diretto e ossessivo - neanche fosse l'eroe delle donne deboli - cerca di inculcare nella mente della donna la sua idea di persona forte e indipendente. Ciò che mi ha sconvolto è il fatto che un simile pensiero, in questo individuo, si vada a miscelare con un'arroganza e una bruttezza che lasciano a bocca aperta: pur di raggiungere il suo scopo, egli diventa cattivo, dispettoso, umilia e cerca di distruggere colei che, più che amare, cerca di salvare da se stessa e dal mondo.
Personalmente un rapporto simile è distruttivo, sfregia l'anima e non è molto lontano da una violenza psichica. Fuori dal contesto in cui lo hai presentato sarebbe stata solo una la soluzione: mandarlo a quel paese. Invece - ed è qui che sta la forza impressionante e inquietante di questa storia - Akimi rimane a testa bassa, continua a sfidare con i suoi silenzi e il suo modo di fare la predominanza maschilista e paternalista di Yoshiro. Lei non incarna solo la perfetta donna giapponese, quello stereotipo di donna orientale del medioevo, ma è anche la forza insinuatrice di chi sfida la resistenza altrui. Credo che ella abbia messo per tutto il tempo alla prova il povero disgraziato e che alla fine la domanda che torna a porgergli assume un secondo significato, più profondo: non è solo in riferimento al suo aspetto fisico, ma anche a quello interiore. Come a dire: "ma tu, cosa ami di me veramente?" Mentre lui, come un pollo assatanato, fa l'errore di aggrapparsi all'apparenza, un po' come fanno tutti. Non cerca di vedere le ragioni del suo essere, di capirla e scoprirla, ma anche lui si limita a guardare con mente poco elastica all'apparire dei suoi gesti e dei suoi modi.
La fine, annunciata fin dall'inizio - cos'altro poteva capitare a un borioso simile - è stata mesta e perfetta. La donna, nonostante l'aver provato qualcosa di diverso dal solito, affronta l'inevitabile fine con indolenza e apatia. Molto bello, complimenti.
A presto!

Recensore Master
23/02/17, ore 22:08

Ciao carissima,
giò la tua storia mi era piaciuta di per sè, ma quando sono arrivato in fondo, ho letto della kuchisake-onna e sono andato a vedere su google, ecco che un sacco di particolari hanno acquisito un senso e un perchè e la tua storia mi è piaciuta ancora di più. La mascherina, la frutta, la domanda nelle giornate nebbiose... tutto perfetto!
Yoshiro è un personaggio assolutamente detestabile. Il politically correct patenalista del tipo "tu non capisci cosa è bene per te, meno male che ci sono io a dirtelo".
La sua mania di difendere o riabilitare le donne a tutti i costi alla fine è fastidiosissima, anche perchè come tutta la gente del suo genere tende a prendersi tremendamente sul serio e non accetta pareri diversi dal suo.
Con la ragazza è un crescendo di sadismo e odiosità, ogni volta alzando il tiro, ogni volta spingendosi un po' oltre, fino a che non arriva a rovinarle tutti i vestiti.
E allora la povera kuchisake-onna, che ha sì la mentalità di una donna del Giappone medievale, ma ha anche un limite di sopportazione, perde la pazienza e ripete all'odioso Yoshiro la fatidica domanda. Ma lì non si accontenta della rispostina dolciastra che il nostro le aveva dato la prima volta, l'aspetto fisico non conta, è come sei fatta dentro che è importante, sei vittima di uno stereotipo e balle varie. Stavolta lo mette veramente alla prova, e lì Yoshiro cede.
Mi sembra di sentirla, la kuchisake-onna: Prova un po' adesso a dire che sono vittima di uno stereotipo?
Una bellissima storia, che si legge d'un fiato, e che mi ha fatto scoprire una leggenda che non conoscevo.
Grazie e a presto!^^

Old Fashioned