Senti senti, nel buio della notte.
Salve.

Allora, riprendiamo una parte della narrazione di FFXV che i creatori del gioco hanno descritto non molto approfonditamente: il tempo della tragedia. Ignis preda della sua cecità, e Noctis del rimorso e del temibile incubo. Un trauma alla fine è sempre un trauma, non cambia niente di fronte alla mente delle persone. Ma quando ti chiude in te stesso a soffrire, alla fine ti renderà suo e ti deruberà di tutto. Noctis, senza che niente possa risollevarlo dai propri incubi, dalla propria prigione, intreccia un breve momento di pausa con Ignis, che invece, chiuso nella sua cecità, si spinge avanti, senza timori. Per loro, nonostante le ferite riportare nell'animo e nel corpo, c'è ancora qualcosa, un legame che li proteggerà e gli darà modo di comprendersi, nonostante la loro paura sia grande. Non potranno esattamente darsi sollievo, non ancora: il tempo è tiranno, e solo lui potrà dare una svolta alla situazione, o solo col tempo i segni si cicatrizzeranno. Posso solo augurare ai due di non sentirsi soli: sono in quattro, e sono tutti amici. Per quanto gli altri due non siano il massimo del tatto (anche se in modi diversi), possono aiutare e combattere con loro. Perché l'amicizia è il dono più grande.

Alla prossima. Ciao.