Recensioni per
Gocce di vernice
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/04/18, ore 21:20

Buonasera!
Non è mai veramente facile parlare quando vengono raccontati e descritti fatti di questo genere: oltre all'anormalità e al dolore intrinseci, è come entrare dentro un mondo oscuro e privo di spiragli, dove fraintedimenti e angoscia sono padroni e rompono qualcosa d'interiore che è quasi impossibile riportare al suo più puro splendore.
Comincerò con il dire che la narrazione accoglie a sè dei periodi piuttosto lirici e intrisi di un sentimentalismo reale nella definizione di ciò che è la violenza nel suo spettro più ampio e variegato, la confusione nel definire gesti al limite dell'animalesco con un tipo di amore virile e potente, la dolente e psicotica tesa di una trappola dedita alla distruzione, un circolo che non può che andare a concludersi con drammaticità.
Ciò che fai è dare al racconto i suoi ritmi senza mai andare incontro a una vera e propria velocità, questo permette non solo di avvertire uno stile maturo, pulito e camaleontico nell'entità delle scene rappresentate, moleste e sottili nella loro essenza, ma anche di avvertire il peso di ogni termine che gioca un ruolo specifico e diverso dall'altro, nell'accezione più introspettiva e oscura, spontaneamente.
La riflessione di certi passaggi mi ha parecchio colpito perché crea delle immagini visive molto forti e con colori inizialmente soffusi e misteriosi per poi mostrarsi caldi e proprio brucianti, è un insieme di cose concrete che lasciano il segno e sono decise nel rimanere lì, in quanto diventano parte di due vite e la loro storia scritta, sebbene abbiano un peso esageratamente diverso e squilibrato.
Questo è già possibile percepirlo da come si pone Dominque nei confronti di Natasha nella prima scena, con il "gioco di ruolo" implicito tra padrone e serva nel fare favori, notare il marcio in azioni apparentemente tranquille per provocare e ricevere favori, infondere quasi la colpa e l'arrendevolezza nelle sue prede, attirandole con modi apparentemente signorili e sfruttando anche il suo indiscutibile aspetto piacente e quasi da cinema, da uno che in fondo non deve chiedere mai ma ponendosi nel modo più marcio e perverso possibile.
Natasha è quell'ideale di donna che è irradiata dai buoni sentimenti, dall'estrema ingenuità di riuscire quasi a fare breccia nel cuore dell'uomo mostrandosi servizievole, piena di premure eventuali, soffocando la sua identità per il suo bene diventando la sua ombra, essere un oggetto di qualunque tipo nelle sue mani, del quale fare ciò che vuole in cambio di un'idolatrazione di un amore insano, rendendosi troppo tardi di essere nelle mani di un assassino più potente del dovuto.
Come è quasi spiegato implicitamente nello sviluppo e conseguentemente nell'epilogo, quest'uomo l'ha inchiodata definitivamente in un circolo dal quale in fondo non è riuscita a uscire, nonostante la ribellione sull'epilogo e il voler risolvere la questione in solitaria e a modo suo; non riesce a scappare in quell'epilogo così dolente e rimane anch'ella inghiottita da ciò che resta di quelle pareti di quel rosso così significativo, che ha sancito qualcosa di tossico e iconoclastico, in tutti i sensi.
Tutto ciò che è di Natasha è anche di Dominique e con la sua morte la giovane donna perderà per sempre l'amante e anche se stessa, nonostante il male ricevuto quotidianamente nei momenti fatti di una violenta intimità, che le ha privato ogni briciolo di dignità: non lasciare quel posto è l'unico modo per avere l'impressione di redimersi da tutti i demoni interiori che questa storia le hanno causato.
Leggere questa one-shot mi ha messo una rabbia perché l'argomento è odierno e di storie di questo tipo se ne sentono a bizzeffe, con analoghi ruoli, comportamenti e finali, con errori da entrambe le parti perché si tratta di abuso e non andare verso una direzione più equa e sana, con l'idea di far parte di un qualcosa definibile tecnicamente come coppia.
È una forte storia di denuncia da parte tua come autrice, una presa di posizione studiata nei dettagli ma non per questo meccanica nell'esposizione, anzi: penso che il fatto di avvertire quest'ondata di sentimenti unanimi e brutali man mano che la one-shot scorre sia la conferma di come sia ben riuscita come idea e sviluppo, con alcuni punti arricchenti, come i dialoghi minimali e ripetitivi che scoprono le psicologie dei protagonisti ma anche l'importanza data ai sensi, che alimentano i momenti nella loro diversità disarmante.
Mi ha fatto venire i brividi per tutta una serie di cose, da come si sviluppa, per il dramma, il finale, il modo in cui sei riuscita a catapultare un lettore come me nell'atmosfera delle vicende, con un registro poetico nei punti più relazionali ma descrittivo e tagliente per tutto il resto.
Scritto sublime, riflessivo e ben centrato, i miei complimenti più sinceri per quello che sei riuscita a rappresentare!

Un abbraccio,

Watashiwa

Recensore Veterano
04/12/17, ore 16:37

è una delle poche storie che mi mancavano di te, e che non mai avuto il coraggio di leggere.
Sapevo che l'argomento mi avrebbe schiacciata e lasciata senza parole e, in effetti, è accaduto. Il modo in cui hai descritto la violenza, attraverso quelle immagini poetiche eppure crude e spietate, è stato parecchio efficace e ha reso benissimo l'idea.
Questo racconto è triste e angosciante: triste perché la donna è stata annientata, fino alla fine, e lei stessa se ne rende conto, ma si abbandona a questo annientamento, in un assassionio cosciente e non si ribella, nutre ancora una speranza accecata dall'amore morboso e violento che ha solo una parvenza di amore, e triste perché è la storia di moltissime donne, vittime silenziose e dimenticate, nascoste, che non urlano e non piangono, che non si fanno riconoscere, ma rimangono rintanate e credono che chi amano possa cambiare; angosciante, per il modo in cui hai descritto i sentimenti e la situazione della donna, in un'atmosfera sempre più invadente, sempre più soffocante, quasi che la presenza di Dominique avesse invaso l'intero racconto e fosse strabordata oltre le righe; il terrore della donna, l'orrore di ciò che quell'uomo le infliggeva (e soprattutto ciò che è stato taciuto ma si può immaginare) e la disperata ricerca di affetto dipendente e malato della donna sono state descritte in una maniera così vivida e precisa da toccare persino me, e strangolarmi con quella maledettisima sciarpa rossa. A momenti sto scoppiando a piangere.
Non puoi torturare un'anima sensibile come la mia, la mia empatia ha subito un tracollo leggendo questa storia e ne sono rimasta traumatizzata (ma in senso buono, non credere). Sei stata davvero capace di trattare e descrivere un argomento molto delicato, di cui si sa poco e di cui si parla poco; sei stata capace di dare voce alle grida silenziose di tutte quelle Natasha costrette a quest'estisenza e incapaci di ribellarsi a essa, o di rendersi conto che debbano ribellarsi a essa.
Non so cosa dire su questa storia, è così forte, da non poter essere ingabbiata in poche parole e nonostante i miei sforzi, per cercare di farti capire come e quanto profondamente mi abbia colpita, credo di non riuscire a fare di più per descrivere le sensazioni e il profondo senso di vuoto che mi ha lasciato.
Grazie
Ayr 

Recensore Master
09/11/17, ore 22:47

oioi....
arrivo per quello, ma lo dico a me stessa
mi dico "Daphne, ora riesci a recensire???" poi fisso il riquadro bianco... no.... non ce la faccio.....
ma non è perchè la storia io non l'abbia apprezzata.... anzi...
è che.... è dannatamente vera, purtroppo vera e ben scritta, e persino l'apparente troppa lunghezza va in secondo piano di fronte a Natasha.... a lei e alla sua drammatica storia
leggendo ti immedesimi, speri, tifi per lei.... poi...tiri pugni alla scrivania leggendo il finale....
e pensi alle tante, troppe natasha la fuori....

e non riesci a far nulla se nn a complimentarti... e a prendere l'ennesimo fazzoletto per asciugarti le lacrime...

Recensore Veterano
26/10/17, ore 22:38

Ehilà,
finalmente riesco a leggere qualcosa di tuo, sapevo già che sarei andata incontro ad una bella esperienza, ma non mi aspettavo così tanto.
Certo, la bella esperienza è chiaramente legata al piacere di leggere una pagina così ben scritta, ma per il resto la storia mi ha provocato delle emozioni fortissime.
Non prediligo il rating rosso, ma appena sono entrata dalla tua pagina ho sentito come un richiamo verso questa storia, sentivo che non avrei trovato la solita storiella spinta ma qualcosa di importante che sarebbe valso la pena leggere e così è stato.
Nelle immagini che dipingi c'è una potenza spaventosa, mi sono vista proiettata all'interno di una stanza dalle pareti rosse. Rosso come la passione, rosso come l'amore, rosso come una sciarpa che ti si stringe al collo e ti soffoca, rosso come il sangue. 
Hai saputo descrivere l'incubo di un amore malato usando comunque il giusto rispetto dovuto ad un argomento così delicato. Grande rispetto sopratutto per Natasha, questa creatura che come in una favola un po' cupa esce di casa alla ricerca della libertà e si ritrova nelle grinfie di un orco che la tiene prigioniera. Ogni volta che ripeteva a sè stessa di amarlo provavo una grande pena, non riuscivo nemmeno a disapprovare questo comportamento autolesionista, perchè alla fine era solo il suo modo per addolcirsi una pillola troppo, troppo amara. 

L'epilogo è stato davvero amaro, non c'è stata nemmeno una vera e propria liberazione, solo tragedia nella tragedia. 

A livello stilistico non posso che lodarti: misuri ogni parola, riesci a far danzare le parolein modo perfetto, sei estremamente brava ma nonostante questo non hai quel brutto vezzo di strafare, questo perchè sei molto elegante.
Se proprio dovessi essere estremamente minuziona e trovarw un difetto che difetto non è: Non amo l'uso di "ella" "egli" ma è chiaramente corretto ed è il mio gusto a doversi affinare probabilmente.
E' un periodo incasinato per me ma passerò sicuramente ancora (è una minaccia? ahah)
A presto :)

Recensore Master
17/10/17, ore 09:19

Recensione per il premio "Anima Selvaggia" alla migliore creatura del contest "Echi dell'Occulto"

Ebbene eccomi.
So di essermi fatta attendere non poco, ma alla fine rieccomi, pronta a riprendere in mano tutte le recensioni arretrate.
Comunque, direi di smettere con le ciance e passare alla recensione vera e propria.
Quindi che dire?
Come sempre, leggere i tuoi scritti è veramente un piacere per la mente.
Anche quando, come in questo caso, il tema trattato è tanto tristemente reale e drammatico.
Purtroppo, la violenza sulle donne è qualcosa di reale, così come tutte le implicazioni e conseguenze psicologiche che ne seguono. Spesso le donne abusate diventano incapaci di denunciare il proprio male, per loro l'uomo che le violenta o le picchia regolarmente diventa una vera e propria ossessione. L'amore distorto che ne esce le rende impotenti, incapaci di giudicare la realtà con obiettività.
E non tutte trovano la forza di ribellarsi, come nel caso di Natasha.
Una storia, quindi, che presenta la realtà in tutta la sua crudezza, che con la sua introspezione e lo stile fortemente metaforico colpisce direttamente nel segno.
Una denuncia contro la violenza che personalmente non ho potuto fare a meno di apprezzare.
Complimenti davvero!

Teoth

Recensore Master
28/06/17, ore 18:55

Ciao, come promesso ho cercato qualcosa di tuo da leggere. Non mi sono dimenticata.
Ammetto che il rating rosso spesso lo evito, complice il fatto che sono incappata in storie con una trama poco avvincente e piene di volgarità gratuite. Il tuo racconto, invece, si è lasciato leggere volentieri.
La storia appare fin da subito alquanto introspettiva. Mi è piaciuto il modo in cui sei passata dalla narrazione al primo discorso diretto… come quando nei film interrompono la scena da una frase lasciata a metà per far partire il ricordo di un’altra scena.
La tematica trattata è complessa e delicata, ma credo che tu abbia fatto un buon lavoro. Sono rimasta abbastanza sconvolta dalla passività di Natasha che appare succube di Dominique. È pazzesco, ma credo anche che sia abbastanza realistico. Complimenti in particolare per il lavoro di introspezione: i pensieri della ragazza la dipingono come una persona abbastanza fragile e insicura. Forse proprio per questo è rimasta invischiata nella tela di un uomo violento quasi rendersene conto. Oserei dire che hai trattato il tema in modo esperto, come se avessi compiuto un lavoro di ricerca, o come se fossi entrata in empatia con le vittime di molti casi di cronaca.
Mi è dispiaciuto che alla fine lei non abbia trovato il coraggio/la forza di uscire da quella porta per ricominciare a vivere… ma credo anche che la conclusione che hai scelto sia più appropriata, più reale. La tragicità della storia, assieme al dolore che sgorga da certe immagini, mi sono apparsi come un monito di protesta.
Molto brava!
Monique

Recensore Master
07/06/17, ore 11:38

premio: Things you do for love, per la miglior storia romantica
nel Contest: Cose preziose
Cara, eccomi qui. Avevo già capito che sei un'autrice raffinata, ma chissà perchè mi aspettavo un'altra storia sentimentale.
Invece qui di romantico non c'è nulla, perchè questo racconto così dolente è la rappresentazione esatta di cosa l'amore non è.
Questa mancanza potrebbe mostrarsi in molte forme, e come hai detto può riguardare chiunque, i bambini (aggiungo gli animali): ma le donne sono le vittime per eccellenza.
Ogni uomo ha in sè una traccia del Sapiens che senza violenza non avrebbe portato cibo a casa, ma credremmo che ormai la civiltà aiuti la memoria collettiva, quella che risente della cultura, a prdominare sulla memoria genetica.
Invece no. Per molti predominare con violenza è semplicemente affermarsi come "uomini", tenere le donne al loro giusto posto di esseri inferiori, deboli:
E purtroppo qui interviene l'altra metà, quella senza la quale molto di questo male non si compirebbe; infatti anche l'omicidio è facilmente l'ultimo atto di una serie di violenze domestiche subite pensando: "cambierà", più che un unico gesto di follia.
Veniamo ai tuoi personaggi: Natasha (che è facile immaginare: bella, acqua e sapone, biondissima) e Dominique, che ha quel tipo di fascino dell'uomo rude, del minatore, come hai detto, uno che fa colazione con la vodka.
bè, è normalissimo con le temperature della Russia (o altro paese scandinavo) però già si forma un quadro non rassicurante. Lui è già troppo deciso, si impone sotto un velo di corteggiamento molto sbrigativo, già la frase "ti farai perdonare" a me sarebbe suonata ambigua.
Ma la tua Natasha è l'emblema delle ragazze sognanti, un po' ingenue, ed evidentemente abituate al domino maschile (pensando al padre che la accoglie a schiaffi!) quindi ha visto semplicemente una persona nella norma, con, magari, un aspetto fisico che le piace molto; e via, il gioco è fatto.
Si lascia irretire, conquistare senza difficoltà, per poi scoprire ben presto il Mostro.
ci sono lidivi sulle sue spalle, e presto dolore e ferite ovunque, credo di aver capito. Le fa violenza in senso sessuale, le spegne addosso le sigarette.
come donna ho sofferto nel leggere, anche se vista l'importanza del tema sarei andata fino in fondo comunque, sei stata profonda e molto speciale.
come hai ben descritto qusto tipo di follia ha solo un destino: crescere come una valanga, e si finisce con il taglio sul viso, che significa: sei un mio oggetto, e ora agli altri non piaci tanto.
Era l'ultima occasione per Natasha, l'ultima porta aperta nel muro di quel luogo di follia.
Ma lei non ce la fa, non riesce a rinunciare al mix di patimento e "affetto" che lui le da, con quel gioco con la sciarpa rossa, che in sè per sè sembra anche erotico, per un attimo.
Il colore è quello del sangue, della passione, dell'amore. La strangola e poi le scivola sul seno come la mano di un amante, come se avesse dvvero anche il valore di un legame, il famoso filo rosso che unisce gli amanti leggendari.
ma no, non si deve credere a questo: l'amore non ti ferisce MAI
E la fine è a parte che lascia davvero tanta amarezza depressione.
Natasha stava per farcela, ha reagito! ha pugnalato quell'essere schifoso, facendo uscire dal suo corpo un fiume rosso, lo stesso colore che ha sancito la loro unione ora li divide con la morte.
ma no...
Il lavoro di destrutturazione della mente, dell'autostima della ragazza è stato così profondo ed accurato che lei decide di resatre li a morire insieme.
E' difficile decidere cosa esattamente - o per prima causa - sia scattato in Natasha.
senso di colpa per l'omicidio? divieto di essere felice senza Domi? autolesionismo ormai fuori controllo? semplice resa al volere del destino?
fatto sta che mentre le vernice vera prende fuoco, la vernice che copriva la sua femminilità piagata si accende, e come in una magia woo-doo, brucia anche la fanciulla sfortunata.
sono stata incredibilmete scossa da questa os, proprio perchè arrrivata come una sorpresa per me.
ogni passaggio è spaventoso, e ci sei riuscita senza neppure mostrare il peggio; ad esempio potevi dilungarti nella descrizione del taglio sul viso, invece hai conservato sempre tantissima classe
questa storia dovrebbe essere un manifesto, tristemente utile, da inserire in un testo di italiano pr le scuole - potresti provarci davvero - perchè non ci risparmia niente, ma non c'è una scena "compiaciuta":
sono molto ammirata da quello che sai fare, finora ti conosco da giudice e sei favolosa, ma è quasi meglio averti da questa parte se poi si usfruisce di certi gioielli!
un bacio ammirato,
tua Setsy

Recensore Veterano
19/04/17, ore 12:07

Questa storia è molto triste. Non mi riferisco, no, alla violenza che c’è; ormai siamo abituati, ne sentiamo di cotte e di crude, ogni giorno e a volte capita pure che al tg stiano parlando del tuo vicino…
Questa storia è molto triste perché hai scritto solo cose brutte. Oh, sì, Dominic è bello, è biondo; me lo immagino un po’ lupo di mare. Diavolo, come resistergli? E Natasha è così bella, talmente bella, che morirà per questo. C’è il loro amore malato, lurido, velenoso, odioso, lontano dall’idea dell’amore più di ogni altra cosa. E c’è la desolazione di due esseri umani piccoli piccoli, che non sono capaci di uscire dai propri stracci sporchi e dire la cosa più naturale e ovvia: no! E da donna dico: no, no, no, no… togli via da me le tue splendide mani maledette e lasciami libera di essere la donna più brutta del mondo.
Povero Dominic, omuncolo da due soldi, ti meriti tutte le coltellate che riesco a pensare, te le meriti finché il mio braccio non si stanca e voglio vedere in pezzi la tua magnifica faccia; la voglio vedere, bella e morta, sì.
E piccola Natasha, tesoro, l’amore non è questo, l’amore fa bene, sempre, e se poco poco ti disturba, hm, rifletti. Avevi il diritto di essere felice, di amare riamata una persona che ti pensava la migliore, la più bella, la più dolce, la sola, l’unica. E l’unica strada che dovevi percorrere era quella di sinistra dove incontrare sassi che non fanno male, esseri umani normali e la possibilità di trovare quello che avevi diritto di avere. Invece hai scelto la via più facile, orribile anche se ti apparteneva, per tornare da quel mostro che era il tuo amore, ignorante e malefico.

Una lettura interessante dove non c’è spazio per la speranza, per una lacrima, per la comprensione. Riuscire in questo intento non è semplice, affatto, e quindi tanti tanti complimenti; hai scritto un avvenimento brutto, con parole dure, cattive e disperate, senza fiocchi né merletti, senza confetti né dolcezza, dove non c'è scampo né redenzione. E quando arrivi alla fine resta l’amarezza, l’offesa umana e il sollievo di non dover leggere più, perché una parte di te sa che Natasha e Dominic sono dietro l’angolo, esistono per davvero e non sai come salvarli.
Bella, complimenti.
Monty
(Recensione modificata il 19/04/2017 - 12:09 pm)

Recensore Master
12/04/17, ore 22:43

Ciao! Eccomi qua, avevo detto che sarei passata a leggere la tua storia e finalmente sono riuscita a ritagliarmi un po' di tempo...
Devo farti i miei più sinceri complimenti, perché hai descritto la nascita e la morte di questo amore malato in modo impeccabile, dannatamente tragico e realistico... potente e violento come uno schiaffo in pieno viso. Davvero è stata una lettura che mi ha emozionato tantissimo, hai indagato alla perfezione nell'animo di questa donna, vittima di un amore sbagliato tanto da rendere quasi tangibile la sua angoscia, il suo desiderio di ribellarsi e fuggire che però poi si tramuta nell'ennesima sconfitta. O forse nell'ultimo tentativo di cambiare quell'uomo che aveva tanto amato, prima di trasformarsi da vittima in carnefice. Ma alla fine il carnefice rimane sempre Dominique, perché anche da morto riesce a trascinarla all'inferno insieme a lui, perché le ha lentamente rubato l'anima... e scappare, fuggire non ha più senso perché non si può mettersi in salvo da se stessi, dall'orrore che ci si porta dentro.
Davvero un pensiero molto toccante per tutte quelle donne che sopportano in silenzio e che inevitabilmente muoiono lentamente...
Paragonata con la mia storia però questa è molto più tragica e violenta... nella mia situazione la protagonista non subiva una violenza fisica, ma psicologica... ma alla fine sempre di amore sbagliato si tratta. Amore morboso e possessivo di Dominique da una parte, amore disperato ma unilaterale della mia protagonista dall'altro.
Tu sei stata molto brava a dare voce al silenzioso dolore di Tasha, la violenza sulle donne è un flagello della nostra società. Complimenti ancora, leggerò sicuramente altro di tuo.

Alla prossima!
Angel

Recensore Master
11/04/17, ore 01:58

Ciao Nirvana,
partecipiamo allo stesso contest e ora che anche la mia storia è completamente on line (della serie ora vada come vada.... ^_-) ho pensato di fare un salto - tempo permettendo - a trovare gli altri partecipanti....
in particolare ero molto interessata a te, dato che abbiamo scelto lo stesso pacchetto....
che dire....
è "bella" (l'ho messo tra virgolette non perchè non lo sia ma perchè la vicenda non è piacevole) vivida, intensa realistica e davvero tiene incollati.
cruda, plausibile, verosimile... vero, meritano di più queste donne seviziate, che subiscono soprusi ingiustificati giustificandoli in nome di un amore che non è amore....
alcune trovano il coraggio (o semplicemente il momento) per ribellarsi, difendersi.... di solito accade quando il bicchiere della sopportazione è colmo e il corpo e la mente non riescono più a tollerare altro.
il finale è stato, rispettando il genere e la sezione in cui hai scelto di collocarlo, veramente drammatico: distrutta in tutti i modi possibili tranne che nell'involucro del corpo, Natasha sceglie di seguire il destino di Dominique bruciando con lui, forse era troppo tardi, e lei era già morta dentro, ma fino all'ultimo c'era la flebile speranza cercasse di riavere la vita e varcare quella porta salvandosi.
un racconto molto ben narrato e (purtroppo!) sin troppo reale...., complimenti.
Nala

Recensore Master
03/03/17, ore 18:25

Presente!^^
Il tema della violenza sulle donne, o più in generale della violenza di un forte (che può essere chiunque) su un debole (che altrettanto può essere chiunque, non necessariamente donna o bambino). L'aggressività, la violenza, è uno dei motori primordiali dell'umano, e l'altro è la libidina. Libidine intesa in senso sessuale, ma anche nel senso di "appetito per la vita", desiderio, vitalità. Quindi noi siamo sempre su un crinale al limite tra aggressività e libidine, tra Eros e Thanatos, o tra una delle tante diadi che sono state create in proposito.
Ci sono persone che trovano una loro dimensione nell'esercitare la violenza su altri, come ci sono persone che la stessa dimensione la trovano nel subire la violenza altrui.
Prendiamo una come Natasha, per esempio: cosa le impediva di prendere la famosa strada a sinistra? Cosa la faceva tornare a casa tutti i giorni da Dominique? Chi le metteva in testa di meritare le sue percosse? Chi la spingeva a perdonarlo ogni volta? La risposta è una sola: Natasha stessa, perché dove c'è un sadico c'è sempre anche un masochista. E viceversa, ovviamente.
Col che non voglio assolutamente giustificare la condotta di Dominique, ci mancherebbe, e mi scuso se ho dato questa impressione.
Quello che voglio dire è che spesso si costruiscono queste coppie "malate", chiamiamole così, dove l'uno distrugge l'altro e viceversa. Ho volutamente evitato di concordare al maschile o al femminile la frase, perché ripeto che non sempre è un uomo che angaria una donna, e non sempre accade per mezzo di percosse.
I rapporti di violenza sono complessi, e giustamente tu hai sottolineato questo aspetto. Entrano in gioco variabili di dipendenza, di indegnità, di colpa, di vittimismo anche, che man mano inquinano la relazione e la rendono sempre più malata e nociva.
Qui si arriva finalmente a un epilogo, ma ancora una volta Natasha non riesce ad abbandonare Dominique, e rimane a guardarlo mentre brucia, pentendosi, sentendosi malvagia e bruciando a sua volta in un parossismo autopunitivo.
Il tuo è un racconto angosciante nel senso positivo del termine, cioè che comunica l'angoscia di una relazione soffocante, mirabilmente simboleggiata dalla sciarpa rossa che periodicamente si stringe attorno al collo della protagonista.
Come sempre, non sto neanche a ripetertelo ormai, scrivi benissimo, in modo fluido e piacevole, in questo frangente anche particolarmente ricco di immagini evocative. Come sempre complimenti!^^