MareCalmo,
è sempre difficile, a mio parere almeno, raccontare dell’uccisione di Mirmulnir e la scoperta del sangue di drago. Vuoi perché è una quest su cui tutti siamo passati, anche più volte, e quindi rischia di diventare noiosa da leggere, vuoi perché il gioco presenta in modo veloce eventi che, a pensarci bene, risultano in uno vero shock per il nostro eroe di turno. Specie se, come Daric, avevano già dei piani per conto loro.
La lunghezza della storia è giustificata, per me, visto quanto ci hai inserito dentro… hai fatto bene a tagliare il dialogo con lo jarl dopo l’uccisione del drago, perché quello avrebbe appesantito la faccenda. Molto più carino passare dalla visuale di Lydia (anche io credo che lei debba essere una figura importante nel feudo, una ragazza talentuosa o una giovane eroina quantomeno, visto che essere huscarli è un onore e un dovere non indifferente e non può essere assegnato a chiunque.)
Mi è piaciuta anche la battaglia del drago, che io trovo siano davvero complesse da descrivere in maniera decente. Mirmulnir reagiva con intelligenza al combattimento, trovo che l’hai reso perfettamente come doveva essere, altra difficoltà di quando si scrivono fanfiction su Skyrim. Mi è piaciuto molto meno l’espediente usato per far fare da esca a Irileth: non mi sembra possibile una dunmer con una semplice pozione di resistenza al fuoco e uno scudo o ghiacciato possa aver resistito senza battere ciglio a uno Yol Toor Shul completo. Certo, probabilmente io considero gli Urli come armi molto più potenti di quanto faccia la maggioranza del fandom, ma più che uno scudo coperto i ghiaccio (che ricordiamo, è il primo materiale a sciogliersi al fuoco!) avrei preferito una barriera magica, o una carne di pietra/ferro/altro della scuola di alterazione. O un unguento spalmato sulla pelle di Irileth e la sua armatura, invece che una pozione ingerita. O ancora, i metodi da te descritti, ma l’elfa doveva comunque fare molta fatica per resistere e finiva lo stesso ferita, anche se non carbonizzata. La cosa che più mi sfugge però è lo scopo… Daric doveva avere tempo per creare il suo incantesimo, e va bene: non bastava una distrazione qualsiasi, messa in atto da guardie o da un attacco combinato? All’inizio, infatti, avevo pensato che Daric avesse bisogno di Irileth che tenesse aperta la bocca del drago mentre lui sputava fuoco, per prendere la mira verso la gola… ma non è stato così visto che la sua punta viene lanciata al secondo urlo. Quindi il tutto ha perso un po’ di senso. Un peccato perché la strategia in sé era molto bella e ci sono tante tue idee originali e che funzionano nella storia, come appunto la punta di ghiaccio trasmutata in acciaio (l’ho adorata), o l’unguento per curare le bruciature fatto con la lavanda, che nel gioco è un ingrediente per la resistenza al fuoco… dettagli che personalizzano un racconto e danno lustro allo scrittore.
Altra nota che voglio lasciarti. Ho notato che questa volta hai lasciato più dialoghi del gioco rispetto al primo capitolo di questa raccolta… il che va anche bene, visto che questa è una delle quest che fila meglio narrativamente in Skyrim. Ma ho storto il naso alla motivazione per cui Balgruuf manda Daric alla torre di osservazione. Nel gioco è una scusa idiota, “tu sei sopravvissuto!”, e il tuo eroe giustamente reagisce come qualsiasi giocatore a quel punto, con un bel “checcazzo state dicendo”. Arrivata a quel punto della storia mi aspettavo quindi l’insorgere di una nuova offerta o motivazione che convincesse Daric… e mi ha stupito non trovarla, anche perché non ci sarebbe voluto molto. La più sensata e semplice sarebbe stata “è un mago”. Non conosci i draghi, non sai se le frecce sono abbastanza per scalfirli, non vuoi mandare Farengar… è rimasta solo Irileth a saper usare la magia, arma che potrebbe essere decisiva. Allora perché non mandarci anche un altro mago? Questo avrebbe reso più sensato il coinvolgimento del tuo giovane Dovahkiin.
Stesso discorso si può fare con il momento “sei il sangue di drago ommioddio fammi un autografo” che hanno le guardie dopo che l’eroe ha assorbito l’anima. L’hai tenuto uguale al gioco, che non è il massimo… ma onestamente qui non me la sento di giudicartelo come difetto perché io onestamente non avrei saputo rendere la situazione molto migliore. Non senza prolungarmi per diverse righe, almeno, e tu già avevi paura di aver scritto troppo. Da autore ad autore, posso capire queste difficoltà.
Perdonami se ho segnalato solo le cose meno convincenti, ma credo che le recensioni servano soprattutto a quello. Non credere che il capitolo non mi sia piaciuto, perché di certo non è così, lo trovo ben scritto, ben pensato, ed è stato un piacere leggerlo (la parte in cui evoca l’atronach del fuoco, con la descrizione di come avviene la convocazione, è una chicca). Sei riuscito a non annoiarmi con una scena vista e rivista, e il tuo Sangue di Drago mi ha lasciato un’impressione positiva. È giovane, ma non sprovveduto, è preparato, responsabile, ha una coscienza, ma non manca di un po’ di ironia, che come dice lui, è necessaria per non impazzire in una situazione simile. In definitiva, il tipo di eroe di cui mi piace leggere, e che è un piacere veder crescere… lo dico ovviamente nella speranza che tu scriva qualcosa di più su di lui.
Scusa anche se la recensione presenta errori o ripetizioni, ma l’ho scritta di getto subito dopo aver letto il capitolo, e infatti è venuta anche abbastanza lunghetta. Spero comunque ti sia stata utile in qualche modo. Alla prossima
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