Recensioni per
Fuoco nelle Tenebre - La Rinascita della Fiamma
di Himenoshirotsuki

Questa storia ha ottenuto 111 recensioni.
Positive : 111
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/10/17, ore 17:34

Ciao! Avevo detto che sarei passata ed eccomi qui, ce l'ho fatta prima del previsto :) Ammetto di aver letto questo capitolo con più attenzione di altri, fatto sta che mi è piaciuto davvero molto. Personalmente adoro la scelta di mostrare qualcosa del passato dei personaggi adottando il corsivo, è una tecnica che uso spesso anche io. Qui abbiamo il ricordo del primo omicidio compiuto da Caillean (che, lo ammetto, ho dovuto rinvangare capitoli addietro per ricordare chi fosse, e così ho scoperto che era nientemeno che Airis, bel colpo Talia -.-), che arriva in un contesto quanto più drammattico e caotico possibile. Parliamo chiaro, la bambina che perde la propria innocenza e si macchia le mani di sangue è un luogo abbastanza comune per quanto riguarda i personaggi femminili, ma tu sei riuscita a ricreare una situazione che ha una sua originalità: Caillean non uccide per difendersi da chi stava tentando di violentarla, quella è una cosa che succede prima; no, lei, sconvolta, finisce per uccidere quell'elfo che, chissà, forse nemmeno le avrebbe fatto del male ma avrebbe potuto avere pietà di lei. Ma è proprio questa la follia del male che miete sempre due vittime: chi lo subisce e chi si macchia di un crimine così orrendo. Per fortuna qualcuno di buono c'e ancora in circolazione e la Nostra viene salvata da questi Fijit e Lullabyon. Tra l'altro, sbaglio o quest'ultimo lo avevamo già incontrato nel presente? (Scusa, non ricordo molto bene). Ammetto che questo capitolo (l'accusa di omicidio, la prigionia, lei che viene salvata da degli sconosciuti...) mi ha ricordato molto i capitoli dal passato de "La gilda degli Assassini", che all'epoca - e parliamo di tipo sei anni fa - adorai. Insomma, come avrai intuito ti devo rinnovare i miei complimenti, lo so che sono lenta a recensire e che salto a volte i capitoli, ma comunque sappi che prima o poi mi faccio sentire ;) Alla prossima, TaliaBaratheon.

Nuovo recensore
13/03/17, ore 16:42

Ciao Hime,
finalmente un capitolo sul passato, lo stavo aspettando. Per fortuna la prigionia di Airis\Caillean non è durata a lungo. Il racconto che hai fatto della sua sofferenza mi ha fatto venire la pelle d'oca. Quel mostro l'ha distrutta sia fisicamente, con quello che le ha fatto agli occhi, che emotivamente, essendo stata privata della sua famiglia e vedendo inoltre le atrocità che sono state compiute sul padre, al quale lei era profondamente legata. La cosa che mi ha fatto più arrabbiare è stata però il comportamento delle persone del villaggio e come la loro ignoranza e chiusezza hanno portato così tanta sofferenza ad Airis e alla sua famiglia. È bastato davvero poco al capo villaggio, un uomo profondamente malvagio anche più di Lysandra che ha almeno subito delle vessazioni per diventarlo, manipolare la popolazione. Hai mostrato come la follia di un uomo è realizzabile a causa dell'ignoranza di molti. Per fortuna quando le cose, che già buone non erano, si stavano per mettere ancora peggio, è arrivato qualcuno a salvare Airis, anche se ciò non le ha evitato di uccidere per salvare se stessa, poi ha scoperto che l'uomo che l'ha salvata altri non è che il Cavaliere del Lupo , grande amico del padre, che le fa l'offerta di addestrarla, gli racconta di come fosse valoroso e giusto il padre e le da una buona notizia, che pare accendere anche in Airis la speranza, sua madre è viva e non l'ha abbandonata (l'ho sempre sperato visto che la sua morte non era mai stata dichiarata apertamente e d'altronde quello psicopatico del capo villaggio non l'avrebbe mai uccisa). Penso comunque che la madre troverà una persona abbastanza cambiata dalla bambina di prima. Inoltre Airis non ha voluto raccontare a nessuno cosa ha subito e probabilmente non lo farà mai anche se spero che un giorno lo faccia con Ledah. Sono curiosa di leggere dell'incontro commovente e drammatico con la madre e dell'addestramento che la porterà ad essere la persona che è nel presente. Al prossimo capitolo!

Recensore Junior
10/03/17, ore 12:55

Ciao carissima! Complimenti come sempre per la puntualità (invidiabile) con cui aggiorni!
Che dire...un capitolo decisamente intenso!
I flashback sul passato della protagonista mi avevano incuriosita moltissimo già nel primo libro, quindi sono contenta di vedere questa cosa protratta anche nel secondo. Povera Airis, è stato straziante vederla maltrattata in quel modo. Il fatto che ora sia cieca e non riesca ad avere una percezione precisa di quello che la circonda ha reso tutto ancora più angosciante. Credo però sia fondamentale per comprendere meglio il personaggio del "presente"...in fondo siamo ciò che siamo anche a causa di quello che viviamo nel passato.
A questo proposito, mi chiedo se non abbia deciso di abbandonare il suo vecchio nome proprio per chiudere una porta sul suo passato ed iniziare un'esistenza nuova nell'esercito. O forse dietro vi è un motivo pratico che ancora non conosciamo? Anche la decisione di intraprendere una strada faticosa come quella del soldato, ha rappresentato sicuramente un cambio radicale nella sua vita. Insomma, vista così, sembra che sia rimasto ben poco della piccola Caillean nell'eroina che abbiamo imparato a conoscere...ma sono sicura che qualcosa di quella "dolcezza" è rimasto.
Aspetto come sempre il seguito con ansia :)
Un abbraccio!!!

Recensore Veterano
09/03/17, ore 15:06

La prima parte è stata terribile!
Le sevizie, le torture fisiche e psicologiche della povera bambina, il suo dolore, il suo degrado e la sua umiliazione sono state descritte in maniera così incisiva ed efficace che ho letto a fatica il paragrafo, disgustata dall'atteggiamento del capo villaggio e addolorata per quella situazione invivibile e insostenbile. Non saprei nemmeno come descriverla, tanto lo strazio è indicibile e indimenticabile e tu sei riuscita a renderlo perfettamente dando alla prima parte della storia un'atmosfera cupa, orrenda e tremenda, simile a quella in cui ora si trova Ledah (il parallelo tra i due è inquietante). Il fatto che poi la bambina subisca tutto questo per una motivazione sciocca e bigotta rende il tutto ancora più schifoso e insopportabile: ho detestato nel profondo quel viscido approfittatore e sarei ben contenta a saperlo morto tra atroci sofferenze (sebbene certe cose non si debbano pensare, ma è una persona talmente abietta e meschina che non riesco ad immaginarmi un futuro diverso pe lui).

Di contro, la seconda parte è stata più delicata e luminosa, grazie alla figura Davsten e di Fijit, due persone buone, giuste e misericordiose in un mondo brutto e desolante; sono stata una ventata di aria fresca e hanno subito reso l'atmosfera molto più vivibile.
Se nella prima parte mi sono immaginata un antro scuro, di umida pietra e angoli sordidi; la seconda parte me la sono immaginata in una stanza bianca e luminosa, e la piccola distesa in un letto dalle lenzuola bianche e i capelli rosso fuoco sparsi sul cuscino come i raggi di un sole nascente (tipo risveglio di Frodo dopo la scalata fino al vulcano, per intenderci, ma senza capelli rossi). 
Anche in questo caso sei riuscita a rendere molto bene le emozioni, la angoscia della bambina e il dolore e la rabbia che devono ancora essere metabolizzate, la comprensione e la pietà di Dravsten, l'abnegazione della donna e il suo affetto per la bambina. Sebbene tu non le abbia dichiarate esplicitamente sei riuscita a renderle con le loro parole, i loro gesti o brevi accenni.
Mi domando se Caillean sia riuscita a metabolizzare il tutto e a trasformare quella rabbia in qualcosa di costruttivo e produttivo, se sia riuscita a perdonare quegli uomini e a non trasformarsi in una macchina da guerra. Il fatto che sia diventata Cavaliere denota che, almeno in apparenza, sembra aver seguito il consiglio di Davsten (a tal proposito, bellissima frase) ma dentro di lei potrebbe essere rimasto ancora qualcosa di irrisolto.

Ora, mi sono fatta alcune pare mentali, e mi sono chiesta se Caillean non abbia fatto di tutto per diventare Cavaliere in modo da onorare il padre, e lo sia diventata per lui, in un certo senso (dal  momento che pur avendone le caratteristiche non era stato nominato tale) e che quindi abbia concluso un qualcosa che era rimasto incompleto; un'altra cosa che ho notatato è stato che lei viene chiamata Aisir Lullabyon (lo stesso cognome di Davsten) e mi sono chiesta se lui l'abbia adottata e lei ne abbia acquisito il cognome o abbia deciso di chiamarsi così in suo onore, per ringraziarlo di averla salvata (sia in senso letterrale, salvandole la vita; sia in senso metaforico, salvandola moralmente e dal turbone nero di pensieri rabbiosi di vendetta e sconforto che chiunque avrebbe dopo un'esperienza simile).

In quest'ultimo periodo la mia vena pseudo-psicologica sta prendendo il sopravvento troppo spesso e tendo a dare interpretazioni pseudo-psicologiche di tutto quello che leggo, ambendo presuntuosamente ad analizzare i personaggi e a comprenderne la pische e il carattere, o i pensieri e le emozioni che li hanno portati a determinate decisioni, ma mi faciliti  enormemente il compito descrivendo così magnificamnete ogni più piccola sfumatura, ogni guizzo del pensiero e ogni emozione (quasi che li stessi provando io), coinvolgendomi completamente e lasciandomi senza fiato.
Davvero tanti complimenti, questo stile di scrittura che hai adottato recentemente mi piace molto, mi sembra più efficace grazie alla sua spruzzata di poesia e a scelte evocative molto ben congegnate, che trasmettono subito ciò che vuoi dire grazie alle metafore che creano.
Un altro capitolo stupendo, insomma, anche (e forse soprattutto) per la forza e la violenza con cui sei stata capace di descrivere una realtà cruda e meschina, mitigata, a volte (e per fortuna), da qualche anima buona.

Ho finito con il mio ennesimo sproloquio ^^
Ayr

Recensore Master
09/03/17, ore 06:08

Ma che bel capitolo allegro! Proprio quello che mi ci voleva per tirarmi su di morale a quest'ora.

Scherzi a parte, questo capitolo mi ha dato i brividi. Mi ricordavo che Airis non aveva avuto una bella vita, ma questo...beh, è sconvolgente. Non solo ha perso i genitori, ma l'hanno anche accecata e tenuta in una cella buia e puzzolente per chissà quanto, senza neanche nutrirla come si deve. Poverina. Una roba del genere la augurerei solo al mio peggiore nemico.

Per fortuna alla fine è arrivato qualcuno a salvarla. Il Generale Davsten mi piace un sacco, sembra proprio un bel personaggio. Spero di rivederlo in qualche altro flashback.

E per oggi è tutto. Alla prossima!

Recensore Master
08/03/17, ore 21:15

Ciao!

Dato che ci sono diversi filoni, a questo punto della storia, quando apro un nuovo capitolo non so mai cosa aspettarmi, chi mi troverò davanti e in che situazione. E, ovviamente, quando quello precedente si conclude con un cliffanger, so che difficilmente verrò accontentata.

Tutto questo sproloquio-premessa, in realtà, per cercare di superare il trauma derivato dal frammento di memoria che si snoda lungo questo quinto. Anche i precedenti con Caillean lo erano, ma, ogni volta che aggiungi un pezzo alla sua storia, sposti anche un pochino più avanti l’asticella del limite e, come per Ledah (quante somiglianze fra loro due!), superata l’ondata di dolore, rimane solo un grande, gigantesco senso di ingiustizia. La sua perdita, così terribile, così profonda e la salvezza, proprio quando sembrava destinata a rimanere sul fondo del pozzo fino alla fine dei suoi giorni, anche se non dopo e a prezzo di numerose, ulteriori sofferenze, come l’incontro con l’elfo. Tutto questo, mentre è perennemente immersa in una tenebra senza fine, bruciando come una fiamma a causa di una colpa che non ha, finita in qualcosa di molto più grande di lei per ragioni che, in fondo, si sono rivelate sempre più futili.

Infine, il primo spiraglio di luce dopo tanto tempo: l’incontro con il generale Davsten Lullabyon, l’uomo che le darà una seconda possibilità (a ben vedere, alla fine, ne avrà avute ben quattro, il doppio di una persona normale. Immagino sia stata speciale fin dall’inizio, destinata a qualcosa che trascende la sua condizione di umana mortale qualunque). E’ la prima persona dolce che incontra dopo tanto tempo, una figura positiva nettamente contrapposta a quella negativa che è il capovillaggio, che è un po’ la sua… nemesi.

La rivelazione finale, la madre di Caillean si è salvata, la sua famiglia non è del tutto perduta, per quanto profondamente lacerata, non fa che aumentare questa contrapposizione. Nel frattempo, però, attraverso il generale e la storia di Keine, fai un bellissimo excursus sulla condizione umana e sul libero arbitrio, mostrandoci un’altra faccia della medaglia: da fedele soldato semplice a uomo costretto ad arruolarsi in un mondo (quello simil-medievale) dove, per una persona qualunque, le possibilità si limitavano a poco altro.

Malgrado tutto, c’è amore ovunque. Amore di un padre per la propria figlia, profondo e indiscriminato come dovrebbe essere sempre. Talmente tanto da dare la vita per lei e terminare i propri gloriosi giorni su una picca, come un furfante qualunque.

Saprà Caillean andare oltre il senso di colpa che ora la sta divorando come un cancro?

“Solo se tu dici che impossibile allora sarà impossibile, Caillean. In questo mondo non esiste niente di più potente della volontà umana. Se lo desideri davvero, se questo è ciò che vuoi diventare, io ti aiuterò, ma prima devi perdonare te stessa per quello che ti hanno fatto. Solo allora potrai tornare a vedere”

Viviana