Certo che iniziare con un Haiku di Issa Kobayashi solo una persona come te poteva pensarlo...
Per cui ti risponderò a tono con un altro, che rispecchia anche un po' movente e alibi di questa recensione: Katatsumuri sorosoro nobore Fuji no yama!
Scherzi a parte, dopo una vita che non visitavo più EFP, ho provato all'improvviso un senso di nostalgia. Chissà se tutti coloro che conoscevo qua dentro (o pensavo di conoscere, meglio) sono prevedibilmente scomparsi... Beh, lieto di vedere che non è completamente così, in fondo.
Ti dirò , amo molto il Giappone medievale, tanto più che, rispetto ad anni fa, le mie letture si sono ampliate un pochettino. E sì, inserirci questi due personaggi, peraltro con una serie di riferimenti così ricercati che spaziano dal periodo di Edo al Nara jidai, è stata una mossa azzeccata.
Ma è soprattutto il lato introspettivo che, come sempre, emerge nelle tue opere, che mi colpisce ancora, pur dopo tutto questo tempo.
Siamo uomini, a volte lo scordiamo. Anzi, a volte VORREMMO scordarlo apposta, per non vedere, non sentire quel che i nostri senti cercano disperatamente di comunicarci. Preferiamo chiuderci vivere secondo delle regole predeterminate che, pur tediose, ci semplificano la vita, ci dicono cosa fare, non ci fanno provare la continua ansia di navigare a vista in mari sconosciuti. Eppure, vivere, vivere davvero, comporta per forza questo rischio.
Grazie ancora per aver risvegliato in me queste riflessioni dopo tanto tempo, Amens Ophelia e alla prossima, chi lo sa!
C'ya! |