Recensioni per
Donna, madre, assassina.
di _Akimi

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
29/06/18, ore 15:33

Ciao, eccomi per l'ABC delle Recensioni! :)
Breve ma carinissima questa fanfic! Premetto subito che adoro Quentin Tarantino e gran parte delle sue opere, amo un sacco dei geniali dialoghi che ha regalato al mondo del cinema odierno. Ho cominciato proprio con Kill Bill e guarda caso l'ho rivisto la settimana scorsa.
In poche parole hai saputo esprimere il peso della scelta di Beatrix, quello di abbandonare i panni di killer e vestire quelli di madre, di rinunciare a tutto il suo potere di "donna più letale al mondo" per abbracciare quello vero, autentico...
Dare la vita è il vero potere degli uomini.
E ce ne vuole di coraggio, di cuore, per abbandonare tutto e cambiare vita. E Beatrix ha dimostrato di averne un sacco scegliendo di diventare madre, perché chissà... si vede che nella sua carriera da killer non le si è mai indurito il cuore. ;)
Complimenti ancora, a presto!
(Recensione modificata il 29/06/2018 - 07:06 pm)

Recensore Master
16/03/18, ore 23:56

Ciao !
Sono qui per l'iniziativa l'ABC delle Recensioni indetto dal Gruppo FB " Il Giardino di Efp ".
Lunghezza Recensione : Breve.
Apprezzo il fatto che la storia partecipi al progetto ripopolare i fandom e per inciso Kill Bill è il mio film preferito di Tarantino. Adoro il personaggio di Beatrix, alias Black Mamba, adoro la parte iniziale, quando l'ex assissina scopre l'evento più doloroso di tutti; la perdita dell figlia, rapita e cresciuta da Bill. Se avessi dovuto descrivere la scena del risveglio in ospedale, non avrei trovato parole migliori. Viene fuori sia la disperazione di Mamba sia il sua senso di rinascita, ora lei è rinata, è tornata a essere l'assassina di un tempo, un'assissina ... e al tempo stesso una madre desiderosa di vendetta. In questi piccola One-Shot si intravede già cosa sarà diventerà la nostra protagonista, le vendette e il tanto sangue che verserà per ricongiungersi con la figlia. Mi piaciuto soprattutto il gesto iniziale, quando Beatrix si tocca la pancia, pensando di sentire ancora la figlia, invece ... non mego che in quel momento mi è
scesa una lacrimuccia, ricordando una delle scene più tristi e toccanti del film.

Per quanto riguarda la grammatica non ho riscontrato errori ;)
La lettura risulta scorrevole e senza troppi fronzoli , per certi
versi rispecchia lo stile del film.

Un saluto e a rileggerci

Elgas
(Recensione modificata il 17/03/2018 - 12:15 am)

Recensore Master
13/12/17, ore 14:45

La sensazione che mi ha regalato questa storia è stata quello di qualcosa che salta. Un tappo, la sicura di una granata, il clic del cane armato. Sì, ecco. Un clic, che è anche lo spazio che intercorre tra il dolore disperato della protagonista e la decisione – irreversibile – di tornare ad essere Black Mamba, ancora più massiccia di prima e ancora più incazzata. Irreversibile, perché tutti, prima o poi, passiamo per il momento clou, quello che cambia la nostra vita per sempre, o quello che ci immette in una strada a senso unico da cui si esce in un solo modo: arrivare fino in fondo. Irreversibile perché questa storia profuma di disinfettante, antisettico, lisoformio e grasso. E polvere da sparo, quella che s’è depositata sulle spalle di Beatrix e che lei stessa credeva non facesse più parte della sua vita.
Ci sono momenti di svolta, in cui decidiamo di ricominciare daccapo e ci reinventiamo noi stessi. Un nuovo giro d’amici, un nuovo lavoro, una nuova città; anche gli assassini prezzolati ci cascano. E ci provano, poveretti, a credere che sia possibile essere delle persone normali, che hanno una vita dalle nove alle diciassette, scadenze da rispettare e bollette da pagare, e magari qualche discorso trito e ritrito con cui ammazzare il tempo.
Il problema è che per vivere come avrebbe voluto – come una normale mogliettina che raccoglie i tagliandi sconto e porta le camicie in tintoria – Beatrix avrebbe dovuto fare tabula rasa del suo passato. Ammazzare tutti. E da qui nasce la storia di Kill Bill, la vendetta della vendetta.
Tu ci mostri l’attimo prima in cui questa vendetta al quadrato si metta in moto, il clic dello scarto tra Beatrix, la sposa incinta che si ritrova il futuro marito e gli invitati alle sue nozze, massacrati a colpi di pistola davanti all’altare, e Black Mamba.
Beatrix Kiddo non è una persona normale, e non soltanto perché sa ammazzare la gente come il resto delle persone schiaccia una zanzara fastidiosa; Beatrix Kiddo è come se portasse su di sé una maledizione, l'impossibilità di vivere come tutti gli altri.
Normalità è la chiave di volta di questa tua istantanea - di questa tua carrellata in avanti, che si conclude con un primo piano sul volto di Beatrix; un primissimo piano, quasi un particolare. Posso sentire il sudore che le incolla alla fronte i capelli, il vuoto - l'assenza - di quella vita che ha difeso con ogni mezzo possibile e immaginabile. Si definisce vuota, la tua Beatrix Kiddo, ma non a causa di quella naturale sensazione che le donne provano dopo il parto. Quello è un vuoto fisiologico. Ci sta. Ma quello che prova Beatrix, no che non lo è. Nossignore. È stata svuotata. È come se qualcuno le avesse aperto la pancia e le avesse prelevato sua figlia - cosa che è successa; ma un conto è esserne coscienti, un altro è risvegliarsi dopo Dio solo sa quanto tempo e scoprire di essere diventate un guscio vuoto, come una noce aperta, o una valva solitaria che il mare ha buttato a riva.
Bill non ha nemmeno bisogno di essere nominato: Lui, nemmeno fosse il Diavolo, basta e avanza per definirlo e per farmi provare le stesse sensazioni che prova la protagonista: paura - è arrivato fino a me! - sconcerto - come ha potuto arrivare a tanto?! - e rabbia.
Ma, più di tutto, ho apprezzato davvero tanto il gioco tra la normalità e la straordinarietà di Beatrix, il suo prima e il suo dopo, il suo volerci provare a tutti i costi e il ritrovarsi al punto di partenza, senza sua figlia, senza il futuro che stava costruendo, senza prospettive.
Non si diventa straordinari da un giorno all'altro e non si diventa normali - banali, potremmo dire - nello stesso breve lasso di tempo. Quello che sei e quello che hai fatto in passato costituiscono il tuo bagaglio, e a volte non basta scappare via, correndo lontano il più veloce possibile.
Oltre a questo, ho anche apprezzato l'aver reso Black Mamba quasi un'altra persona, come se Beatrix si fosse sdoppiata, come se avesse preso quella realtà fatta di sangue, cervelli esplosi e grasso e pistole e carrelli che scorrono, e l'avesse rimossa. Come se si fosse convinta che fosse possibile essere qualcun altro (una brava madre, solo questo), come se Black Mamba fosse un’estranea. Qualcuno che torna quando scatta un interruttore, acceso/spento. Disturbo della personalità, potrebbe dire qualcuno, ma qui siamo ancora in una sorta di normalità: Beatrix sa che Black Mamba è una parte di sé, un periodo della sua vita di cui non va fiera, qualcuno che è stata in passato – e di cui avrebbe fatto volentieri a meno di dover parlare a sua figlia – e che se prima era un’osta – più o meno – assassina prezzolata, adesso la musica è cambiata. Adesso anche Black Mamba è una madre, e ogni madre diventa un’orsa inferocita quando le si toccano i figli. Anche – soprattutto – le assassine.

Recensore Veterano
10/12/17, ore 21:45

Ciao! ^^
Se c'è davvero un trope che io adoro quando ben scritto è quello del soldato/assassino/altro che con una famiglia - specie bambini - si ritrova finalmente davanti un'esistenza "normale", con il sangue ormai alle spalle. Ecco, di solito questo trope è a lieto fine, ma non purtroppo per la nostra Black Mamba che, invece di avere una "chiusura" alla sua storia, è ancora all'inizio.
La realizzazione sul letto di ospedale nel film dura appena qualche secondo, pur restando intensa, e la tua fic riesce a portare al lettore tutto quel concentrato: lo shock, in particolare, è l'elemento più evidente e crea un'atmosfera particolare nella storia, esponendoci anche il lato più umano - vulnerabile? - della protagonista. Pollici in alto!
Le ultime frasi invece svolgono perfettamente il compito di riportare noi - e Beatrix - alla realtà, a quello che è il prologo di una storia dove appunto doveva esserci invece un finale, tranquillo.
Insomma, una struttura che funziona benissimo e che a me sembra quasi come una rapida immersione in una vasca d'acqua prima di essere bruscamente tirati fuori. Metafora strana, lo so, ma fidati, è un complimento ^^
Adoro questa storia e vola subito nei preferiti - non sapevo che ci fossero fic su Kill Bill, e figurarsi di così ben scritte!

Saluti,
Nana.

Recensore Veterano
29/11/17, ore 12:46

Eccomi qui! Innanzitutto scusa per il ritardo (mi sto scusando con tutti, LoL), ma sono stata super impegnata e non ho avuto il tempo di leggere nulla stupida università.

Ho scelto questa perché Kill Bill è forse uno dei film che più mi fanno pensare alla mia infanzia e che testimoniano il mio essere una bimba tranquilla, e poi vabbè, amo Tarantino che ho apprezzato in svariate pellicole (forse “Bastardi senza gloria” è la mia preferita, sarà che ho un'indicibile cotta per l'Orso Ebreo, chissà). Comunque, considerate le premesse, non potevo non approdare da queste parti. C'è un'espressione con cui definire questa flash: breve ma intensa.

Non sono necessari molti giri di parole per descrivere il dolore di una madre che non porta più in grembo il proprio figlio, specie se poi la madre in questione è Black Mamba, una persona che, grazie alla vita dentro di sé, ha provato quasi l'illusione di essere una persona normale. È interessante notare come ci sia un qualche sorta di meccanismo, narrativo e non, nei confronti delle persone che hanno vissuto sui bordi della società civile, secondo cui non gli è in alcun modo concessa una strada verso la redenzione e la felicità. Si sono scritte il loro destino e il mondo impedisce loro di cambiare idea, ormai: sei un'assassina e devi rimanere un'assassina.

Avendo visto il film so cosa comporteranno i pensieri della Sposa (un sacco di botte, LoL), ma nei riguardi della storia posso solo farti i complimenti per il modo semplice e assolutamente efficace con cui l'hai trattata.

Alla prossima!

Trix

Recensore Veterano
06/04/17, ore 11:00

In anzi tutto ribadisco quanto ho già detto su facebook: non cobosco il fandom, neanche lontanamente, ma il titolo mi ispirava e ho pensato di poterla leggere benissimo come originale. Se sparo qualche cavolata, probabilmente, è divuta al mio non conoscere il fandom per niente, enppure di vista, forse😂 Sinceramente non ho la più pallida idea, ovviamente del restp, di chi siano i protagonisti di questa storia, ma psssiamo alla vera e propria recensione, ok?

La mia scarsa conoscenza del fandom mi impedisce di sapere chi è questa persona con i capelli biondi.
Deduco che stai parlando di Beatrix e mi piacerebbe sapere anch'io come mai si trova in un letto d'ospedale, pergiunta legata. Mi chiedo cosa mai possa essere questo dettaglio.
Quel gesto mi fa intuire che sia incinta o era? No perché lo stato in cui si trova mi fa venire il terribile dubbio che le hanno fatto chissà cosa😢
Io non so cosa sia lei, ma mi viene da pensare che non era proprio una persona per bene, anche perché prima ne hai parlato come un'assassina, e che, come spesso capita la gravidanza l'ha cambiata, o sbaglio?
Per quanto ne so io il marito potrebbe essere un personaggio inventato da te. Adesso so cosa fa come lavoro: vende dischi, oltre che essere quello che era. Desidera una vita normale, ma le sarà possibile?

No, il mio terribile sospetto si sta, forse, avverrando?
Come al solito Vane aveva ragione e non posso fare altro che unirmi al suo dolore massacrante😢
Lui le ha fatto questo? Adesdo voglio sapere di chi stai parlando esattamente e un'arma con cui ucciderlo.
Non so se avrebbero appeso il famoso fiocco rosa alla porta di casa, però di sicuro avrebbero amato questa vota innocente più di ogni altra cosa. Io non so bene cosa ha fatto Beatrix, però mi dispiace lo stesso moltissimo per lei e il marito.

Spero che non c'è l'avrai con me per aver recensito, pur non conoscendo il fandom in cui questa fanfiction è ambientata. A presto e buona fortuna per le altre storie. Chiudo dicendo che hai descritto bene il suo dolore e che lo trovata molto triste.
Kiss, kiss Vane