Recensioni per
Anche per te che sei Nessuno
di Vitani

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/08/17, ore 18:50

Complimenti! È la prima volta che leggo una ff e....me ne sono innamorata! Scrivi in modo magistrale, pulita ed incisiva. Mai ripetitiva. Aspetto con ansia altri brani.

Nuovo recensore
18/04/17, ore 21:41

Sono felice tu sia tornata a scrivere.
Leggere le tue storie é sempre un piacere. Ben scritte, rispecchiano perfettamente i personaggi dell'anime oltre a riguardare la mia coppia preferita. Brava!

Nuovo recensore
09/04/17, ore 20:27

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Storia molto bella, scritta magistralmente in seconda persona con un tono incalzante e appopriato; è grammaticalmente, lessicalmente e sintatticamente ineccepibile. La trama è avvincente: trattare un personaggio come il Capitano Nemo è molto difficile, ma l'autrice riesce a rimanere sempre fedele alle mille sfaccettature di questo complicato protagonista, portandone alla luce tutti i tratti peculiari, le insicurezze e le fallacità; inoltre è sempre perfettamente aderente alla complicata storia tra i due protagonisti.
Il ritmo della storia è incalzante, mai però frettoloso. Qualsiasi scena è descritta in modo molto elegante, assolutamente mai volgare, persino nei momenti più audaci. Indubbiamente è una fanfiction paradigmatica per il pairing Nemo/Electra, con una liricità nei contenuti che ben si addice a questa coppia.

Nuovo recensore
08/04/17, ore 22:56


Eccomi qui, come promesso! Va beh, in effetti avevo anche promesso di recensire “I giorni...”, cosa che farò, tranquilla (e nel frattempo ti lascio nei ps una anticipazione!); però intanto sono qui! Premessa: avevo scritto una mega recensione in pausa pranzo. Ovviamente il simpatico servizio di EFP prendi-appunti-che-poi-lasci-più-comoda-la-recensione ha funzionato alla grande. Già!
Così teme te ne cuccherai una ancora più lunga!

Va beh, per cominciare parliamo di cose molto molto serie! Guarda segnalo le tue storie per metterle tra le storie scelte! Perchè sono stilisticamente ineccepibili, grammaticalmente e sintatticamente impeccabili, lessicalmente adorabili. Te l'avevo già detto, ma ecco, ribadisco che sai scrivere veramente molto molto bene! E lo dico con sincerità: chi tocca il mio OTP deve saperlo fare, e tu, mia cara, lo stai facendo in un modo superbo e magistrale.
Quindi, popolo delle fanfic, per favore, spendete qualche minuto o forse anche qualche ora, a leggere, ammirare e imparare come si scrive! Perchè la tua è la seconda (in ordine di tempo) fanfiction scritta in seconda persona che trovo perfetta. Indipendentemente dalla caratterizzazione di Nemo, su cui mi sbizzarrisco poi, QUESTA è una fanfic che deve essere paradigmatica! Così si scrive, così si pubblica un racconto in seconda persona singolare (cosa molto molto difficile, ma che tu hai magistralmente eseguito), così si scrive lemon (sempre bello, scorrevole, emozionante, avvincente, calibrato e mai volgare), così si descrivono le mille sfaccettature caratteriali di due personaggi tremendamente difficili. Perchè, a mio umile parere, in certi passaggi hai superato sia Anno che Sadamoto. Hai fatto vivere attraverso queste 8 pagine, nero su bianco, uno dei personaggi più difficili e complicati degli anime. In un modo magistrale.

Lo ammetto, appena ho visto che avevi pubblicato “ I giorni...”, ho pensato: e questa? Chi è? Come osa? Conoscerà veramente il mio OTP.
Sì, molto molto bene, forse meglio degli autori stessi. Forse li ami più di me, nel senso che li hai messo nero su bianco grazie ad un dono, quello della capacità di scrivere, che ti ammiro e un po' ti invidio. Io riesco solo a farmi film mentali, tu per fortuna li scrivi e li pubblichi. Per questo non smetterò mai di ringraziarti e di elogiarti, in modo contorto e sgrammaticato, ma sincero.
Quindi, popolo di EFP, per favore, spendete qualche minuto per leggere queste pagine. Sono meravigliose.

Ma passiamo pure alle cose serie!!!! perdonami se copio e incollo praticamente tutta la fanfic pur di eviscerarla. Lo faccio con affetto e riconoscenza, promesso!

Anche per te che sei Nessuno
E già dal titolo, al feel parte l'embolo! Ma che è pure contento, lui, di morire un pochino! Io un po' meno, quindi mi riprendo dalla sincope e penso: Oh mie dee olandesi, ecco perché stamattina mi sono svegliata strapresto, perché ho trovato una nuova ff! Ovviamente quel nessuno con la N maiuscola, ed ecco lì che penso: mi ha fatto il POV di Nemo! Non sono pronta! No no! Chissà quale scena mi ha ripreso (magari collegare il cervello? Pensare che potessi ricalcare la trama de “i giorni”? Naaah, senza caffè non riesco!)

Ti è davanti, vestita di bianco, il sorriso leggero e un po’ imbarazzato di chi non sa
nemmeno bene cosa dire
eh? cosa? Come? Perché? Perché il mio primo pensiero va a “vestita di bianco”, canzone del 1981 di Michele Pecora. E mi sono maledetta. Perché oltre ad essere una canzone molto struggente, è anche in character. Quindi dopo un primo momento di iperventilazione ho capito di dover tornare con i piedi per terra e magari ragionare un pochino!
E allora ho capito, cioè, più che altro ho realizzato che per un favoloso istante nella vita di Nemo c'era appunto la vita stessa, solo lei, rappresentata da Medina (più che da Electra), che compare e rientra prepotentemente (tra l'altro, per favore sgridami perché pur avendo letto 1000 volte I giorni, non avevo mai capito che era stata la giacca il pretesto di quella notte. Avevo sempre capito che lo erano stati dei fogli che le aveva dato Raoul! Scusami scusami scusami! Prometto che imparo a leggere! Giurin giurello!)

Adesso semplicemente la osservi, cerchi di capirla. Da giorni è ben attenta a evitarti, sin da prima del vostro arrivo a Tartesso. Esegue gli ordini, certo, ma senza guardarti.
E fa male a entrambi. Molto più male che una pallottola in un braccio o aver tentato il suicidio con la stessa pistola. Fa molto peggio. Perchè manca una quotidianità, una complicità, un capirsi alla fin fine con un solo sguardo (ma capirsi in modo superficiale, perché andare a sondare tutti i sentimenti mal celati degli ultimi 13 anni fa troppo male, è troppo difficile e rischia di aprire non solo il vaso di Pandora, ma sopratutto vecchie ferite mai rimarginate).

Sai, però, che è successo qualcosa. Lo sai perché si è tagliata i capelli, quei bei capelli lunghi a cui ha sempre tenuto tantissimo.
E se una donna taglia i capelli, mio caro Nemo, sono in arrivo tante novità!
Eccola qui, davanti a te, una donna adulta coi capelli corti e l’aria sperduta di una
bambina.
Ecco, tipo questa. Che è cresciuta, non solo fisicamente, ma moralmente e nei sentimenti, ha parzialmente fatto chiarezza nel suo cuore. Adesso dovete solo fare entrambi l'ultimo passo, insieme.

Sta cercando il coraggio di parlarti, forse di chiederti scusa per averti puntato una pistola addosso. Non ti interessa. La verità è che per te quella faccenda potrebbe anche considerarsi chiusa.
Tu la consideri chiusa, Nemo, perché stai smaniando di riaverla indietro, di riavere quel poco o quasi nulla che vi univa. Che alla fin fine era tutto. Nella sua compresenza, nei suoi silenzi e negli sguardi, nelle guance arrossate di Electra e negli occhi pieni di sollievo e amore che già si vedono quando Electra interrompe un'epica frienzonata a Rebecca nell'episodio 12. Ti manca la vostra quotidianità Nemo. Non osare negarlo!

Ti ha detto finalmente tutto quello che doveva e che s’era tenuta dentro e aveva nascosto dietro troppi “niente”. Sai che ti odia – oh, ma l’avevi capito da un pezzo –, sai che ti ama e Dio avevi capito da un pezzo anche questo. Anche se hai sempre accuratamente fatto finta di non vedere.
Perché annegare e negare un sentimento che probabilmente sta crescendo più forte di qualsiasi altra vendetta o odio è la cosa più difficile del mondo. Più difficile ancora che sopravvivere. E' facile non vedere, ignorare tutto, sopratutto una parte che ti ricorda due cose tremende: quanto hai fallito come re, condannando tutti con la manomissione della torre di babele, e facendo salvare alla fine solo altre 3 persone, e quanto stai fallendo come uomo, come essere umano di carne e sangue, e cuore e sentimenti che stai solo cercando di reprimere. E il buon caro Raoul te lo dice da anni. Non si può vivere di solo odio. Proprio no. E' anni che vi legge come due libri aperti, ancora prima di imbarcarsi sul Nautilus. Magari se gli davi retta, non avresti perso tempo. Non saresti stato Nemo, però…

Potresti considerare una parentesi quello che è successo nella plancia di comando del Nautilus. Potresti dirle che non importa, semplicemente, che è il tuo secondo e che rimarrà tale. Potresti fingere che non sia successo nulla e dedicare ogni tuo sforzo alla messa a punto dell’Exelion, così come dovrebbe essere. Potresti intimare a lei di fare altrettanto. Lei ti obbedirebbe, come ha fatto sempre. Eppure taci.
La proverbiale luce dalle crepe, perché questo muro che pensavate così solido e insormontabile che vi siete costruiti entrambi negli anni si sta sgretolando ad una velocità impressionante. I colpi di grazia glieli hanno dati quei 6 proiettili, hanno colpito qualsiasi menzogna portante che vi siete imposti per anni!
E poi per fortuna state pian pianino buttando tutto giù, eliminando pure le fondamenta. Dopo troppo tempo, ma non troppo tardi per fortuna.

Taci e la guardi e attendi di scoprire quali saranno le parole che pronuncerà. Quali sfumature assumerà la sua rabbia stavolta, quali abissi d’odio rifletteranno i suoi occhi.
Poesia pura, questa è semplice e meravigliosa e pura poesia!
Così perfettamente calzante ad entrambi. Il mio cuore ha iniziato a sgretolarsi un pochino.

Lei alza lo sguardo, all’improvviso, e ti tende la giacca come chi tenda un salvagente.
Mi ricorda tanto la mano che le ha teso Nemo anni e anni prima, quando l'ha ritrovata tra le rovine. Adesso è la mia piccolina a ritrovare lui!

Quel giorno, in plancia di comando, qualcosa si è rotto. Un muro, fra te e lei. L’hai
visto creparsi con le sue lacrime, quando ha iniziato a buttare fuori il dolore che aveva
dentro
Ed eccola qui, la luce dalle crepe che finalmente iniziate a vedere entrambi; catartica, come il ragionamento che ha portato a capire che forse c'è qualcos'altro oltre all'odio (come hai ben specificato appena prima). E poi tutti i paragrafi seguenti, la paura che lei veramente si suicidasse, che il colpo partisse, le preghiere che credo siano anni che quell'uomo non pronuncia, le parole di Raoul che gli rimbombano nella testa, quasi come un mantra che si ripete da giorni, se non da mesi.

L’hai lasciata preda di una rabbia marcia, suppurante, che l’ha soffocata e fatta sprofondare in un vuoto di cui forse solo tu conosci l’eguale.
Eppure li hai visti, i suoi occhi, illuminarsi di gioia mentre ti guardava!
Pura poesia! Questo è esattamente la perfezione linguistica e lessicale. La dicotomia di questo paragrafo è qualcosa di sublime. Come l'hai espresso è qualcosa di impareggiabile. Davvero, l'ho letto poche volte, molte poche, troppo poche. Di solito le trovi nei classici, dopo anni e anni di rimaneggiamenti e traduzioni. Tu invece me le hai messe così, nero su bianco. Con un drammatico virtuosismo. Quella rabbia marcia suppurante, che fa male anche solo a leggerla, che ti sembra di provarla realmente. Che ti ferisce più di mille lame. In contrapposizione con quella luce meravigliosa che tutto sommato non si è mai spenta negli occhi di Electra, che anzi si inizia proprio a vedere quando si punta una pistola alla tempia. É la luce dalle crepe.
E tu, con queste 3 righe, sei riuscita a sgretolare il loro muro.
Sono 3 meravigliose righe, perfette e graffianti. Dolorose, pericolose e maledettamente calzanti.
Chapeu!

L’hai vista arrossire, sulle prime senza capire neppure il perché, finché Raoul non ti ha reso chiaro quel che tutti tranne te avevano notato: “lei si è innamorata di te”.
Mi permetto di divagare un attimino, giusto per affermare: RAOUL SANTO SUBITO! Questo pover'uomo se ne è passato a causa di questi due, che credo gli sia venuta più volte voglia di prenderli a sberle. Forse Nemo più di Electra. Ma quello credo che l'avrebbe fatto più che volentieri metà dell'equipaggio della plancia (anche se secondo me Jeffrey, il secondo pilota, qualche pensiero su Electra invece ce l'ha fatto eccome). Quindi Raoul santo subito, ma gli altri 4 almeno una piccola beatificazione per la sopportazione e la poker face!

L’hai liquidata così, con un sorriso accondiscendente, e ti sei detto: “Le passerà”. Questo è stato il tuo primo sbaglio. L'importante è che tu l'abbia capito, caro Nemo. Ci hai messo tanto, forse troppo, ma almeno alla fin fine ce l'hai fatta.

Non l’hai fatto, però. Hai preferito il silenzio e l’hai lasciata a macerare nella rabbia e in un amore lacerante, che non solo non si è spento ma ha continuato ad ardere, soffocato a malapena dietro sorrisi tirati e un’auto­imposta disciplina. Perchè è molto più facile costruire muri piuttosto che parlarsi. Perchè parlare sottointende un qual certo senso di fallacità umana, una dose troppo grande di sentimenti e sensazioni che forse Nemo non vuole più provare.
Da quel giorno non l’hai più nemmeno sfiorata. Hai lasciato che il muro si innalzasse, pur essendotene accorto chiaramente. Una buona scusa per evitare di affrontare argomenti scomodi, un
buon modo per arginare sul nascere una situazione che sarebbe potuta diventare intollerabile. Meglio così, se lei ha capito. Meglio così. Meglio. Così. Meglio fingere che niente sia accaduto.
Appunto! Meglio soffrire piuttosto che rincorrere quella luce tra le crepe, che potrebbe sgretolare questo muro di paura che però è così rassicurante.
Avete compiuto un enorme errore di valutazione, tutti e due. Avete sottovalutato il cuore.
Già! Per quanto triste, è andata proprio così.

quasi non la riconosci
No che non la riconosci, perché ti sei imposto di non riconoscere più né la vita né la speranza, né nelle loro mille sfaccettature e complicazioni, né sopratutto nella loro forma più pura dell'amore per quella ragazza, che è anni che cerchi di soffocare. Perchè amarla, essere vivo e felice non è più essere Nemo, è essere di nuovo Elisys, essere di nuovo un uomo, con tutte le sue sfaccettature e contraddizioni. E sopratutto sentimenti diversi da odio, rabbia e vendetta.
Che tu, come lei, ti sei imposto da anni di non provare. O almeno, hai tentanto di farlo.

Sai, però, che se la lasci andare adesso la perderai per sempre. Lei è passata attraverso il muro, ne sei consapevole. Ti ha offerto un appiglio, l’unico, l’ultimo.
Così facile, lo è davvero, basta solo allungare la mano, afferrarla esattamente come ha fatto quella ragazza bionda 13 anni fa. Solo che adesso lo sta facendo lei, sta facendo quello che tu hai fatto anni prima. Ti sta lanciando non solo un'ancora di salvezza, ma una promessa. Che va oltre a qualsiasi promessa che una persona potrebbe mai farti. Ti sta riportando la tua parte di anima e quella di cuore che hai pensato di aver seppellito molti anni prima. Santo cielo, mi hai veramente cercato di uccidere con questa fanfic. Ma in modo così buono e perfetto e meraviglioso e completo, che accetto volentieri che il mio cuoricino da fangirl sanguini.

«Medina».
Ed eccolo qui, che si aggrappa all'ultimo briciolo di felicità che gli manca per abbattere definitivamente quel muro. Torna ai veri nomi, ai veri sentimenti. A tutto quello che hanno cercato di negare e negarsi vicendevolmente per anni.
Riscuote lei e se stesso con un semplice nome. Dicono che i nomi sono sacri, che hanno più potere di ogni altra cosa, di ogni altra arma. Ecco, beh tu l'hai espresso, messo qui, così, con una naturalezza e perfezione disarmante.
Grazie!

Le tendi la mano. E lei, come allora, la prende.
Altro che muri, qui vien giù pure l'universo! Finalmente, finalmente, si sono ritrovati e capiti!
Invece la abbracci, semplicemente, e la naturalezza dell’atto ti sconvolge quasi avessi dimenticato cosa significa stringere fra le braccia un altro corpo.

Questo, lo dovrebbe capire, non esiste Nadia che possa togliervelo. Ma la rete delle insicurezze era stretta, il muro solido. E capisci di esserne fuori nel percepire il calore del suo corpo, il suo respiro contro il collo. La stringi a te più forte, lei cerca la tua schiena con le braccia. Da tempo, troppo tempo non lo fate, non vi toccate.
Uouo!! quando un semplice abbraccio, un semplice gesto racchiude in sé più di mille parole, mille gesti, mille discorsi e mille baci. Più di mille ti amo, ti sono a fianco, ti sostengo; più di mille mila sì, e nessun no. Finalmente nessun no! E' l'abbraccio più catartico di cui abbia mai letto!

Eccola, la consapevolezza. Ecco ciò che hai sempre evitato, ciò che talvolta torna a tormentarti nei sogni, l’alternativa che non hai mai voluto vedere. Sareste potuti essere felici entrambi, insieme, se solo tu avessi... Se solo tu avessi.
No, non prima, non assolutamente non prima. Perchè non sareste quello che siete, non sareste mai arrivati a queste conclusioni, a questa nuova carica nel seguire la vendetta, rinnovata non nell'odio, ma nell'amore, come giustamente ed impeccabilmente hai sviscerato ne “I giorni...”
Questo pezzo è poesia e perfezione!
Lasciala andare, ti urli. Lasciala andare.
Lasciala andare se puoi giurare di non averla mai voluta, nemmeno una volta, nemmeno un secondo. Non illuderla, se è questo il caso. Ha sofferto a causa tua più di quanto meritasse. Non la usare. Poi pensi a te stesso, qualche anno fa.
Come tutto il pezzo seguente, quando si rende conto di essere un uomo e non un pezzo di legno (un pezzo di m… un pochino sì dai, con tutto il bene che gli voglio, ma un pochino lo è!) E secondo me tante volte l'ha guardata, già sul Nautilus, soffocando qualsiasi cosa non fosse odio, ma forse, e credo forse, almeno nei sogni, quando veramente non puoi comandare la tua mente e il tuo subconscio esce, beh lì secondo me si è ritrovato tante volte a fare i conti veramente con Elisys, che pur avendo cercato da anni di dimenticare per diventare Nemo, beh c'è sempre.
E secondo me no… se anche l'avesse incrociata quando era ancora re di Tartesso, non l'avrebbe considerata più di tanto. Avrebbe pensato che era una bella ragazza, ma lui aveva Sana'a…

Ti senti più debole, ti senti, improvvisamente... umano. Vivo. «Io non ti ho mai considerata una figlia», sussurri.
Ed ecco qui lo sgretolarsi finale di qualsiasi muro e limite che quei due si siano mai imposti.

Infatti si vede poi come va a finire; e lasciami pure spezzare una lancia per come hai scritto magistralmente lemon! Perfezione assoluta. Non volgare ma molto molto hot! Signori, così si scrive! E comunque ho apprezzato molto che sia Electra a prendere abbastanza l'iniziativa (un po' in antitesi rispetto a “i giorni...” dove a me ha dato più l'idea di Nemo quello che ha un po' incoraggiato il tutto.)
E sì, Electra sa perfettamente di essere una strafiga della miseria. Dai, allo specchio si guarda e sopratutto se non sei più che sicura di te stessa non metti quella tuta! No no!
Povero Nemo… poveraccio, cioè ti ritrovi davanti lei con quella tuta, e in più quando se la sfila! Lode onore e gloria al suo autocontrollo.

Pensi che la ami e che ancora ti sembra impossibile.
Che la vita è come una gemma incastonata in un altrove ed esiste ancora, perfino per
un rinnegato come te.
Perfino per te che sei Nessuno.
E qui si piange, perché di nuovo, è il perfetto finale per questa one shot. La conclude e la completa e lascia spazio a molto molti orizzonti, e spero molti altri capitoli!

Quindi grazie, grazie davvero!
Ti imploro solo di continuare a scrivere e di scusarmi per questi miei sproloqui! Ma te li meriti!
Grazie grazie grazie
Cami


ps: sequel, prequel e missing moment sono fondamentali!!! XD
pps: POV di entrambi, vanno benissimo!


Ppps: avevi chiesto di Etienne… ehm… come posso dire? Lo adoro, è meraviglioso, puccioso e stupendo. Posso coccolarmelo un pochino? È assolutamente un amore!