Buongiorno.
Bellissima anche questa poesia, complimenti!
Non utilizzi rime, ma un linguaggio semplice che colpisce dritto al cuore di chi legge.
Si vede che ti ispiri comunque ai sentimenti, quando scrivi, e tu stessa li rendi i protagonisti delle poesie.
Bellissimo componimento, tantissimi complimenti anche qui :)
Buona giornata e a presto :)

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"Devi amarlo molto", è una delle cose che mi sono detto leggendola fino in fondo. Un abbandono, l'abbandono più grande, quello di noi stessi. Nell'opera ti "spogli degli istinti" e non "definisci più nulla", freddo motore per l'animo. Sei nella zona del crepuscolo, dove la realtà e l'incoscienza si fondono, un luogo precluso ai più ma ben noto a chi non solo è parte della sofferenza, ma E' sofferenza. Il finale è uno sfogo, è l'ancora che ti tiene ancora al porto della vita: il dolore. il dolore è giustificazione, il dolore è benzina, il dolore ci tiene vivi ed anche se serve come palliativo ( giustifichi un'assenza ) ti aiuta a non morire del tutto. Ho trovato queste tue parole stranamente familiari oggi, ho sentito il vuoto leggendola, l'amarezza di una vita che non ci da nulla alla quale siamo costretti a strappare a morsi brandelli di carne per saziarci del sapore e sputarne l'essenza. Un passaggio fondamentale mi ha colpito: le "lacrime che credono alle sembianze", mi pare evidente che invece la protagonista abbia smesso di farlo già da tempo ( sono le lacrime a credere, non lei ) eppure queste lacrime mi suonano consolatorie, come un voler vedere con altri occhi, almeno per un momento ancora. L'opera nella sua cruda amarezza risulta scorrevole, enormemente straziante, misticamente portatrice di nuda verità. Un abbraccio grande. Mauro

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