Recensioni per
Hold my hand
di Gagiord

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
04/06/17, ore 21:17
Cap. 1:

Recensione/giudizio contest "Seconda chance ~ perché tutti ne meritano una"

Grammatica e stile: 9/10
La grammatica va molto, molto bene e di questo te ne sono estremamente grata. Ci sono giusto un paio di punti che non mi hanno convinta del tutto, per lo più preposizioni che, almeno a mio avviso, non sono state utilizzate correttamente o parole mancanti, comunque adesso provvedo a riportarti fedelmente tutto qua sotto, così magari – nel caso in cui tu non dovessi essere d’accordo con le mie correzioni – possiamo anche discuterne, no?
 
subito dopo aver preso possesso di palla: “possesso di palla” non è scorretto, solo che sono scema e mi suona male. Secondo me sarebbe meglio “subito dopo essere entrato in possesso della palla”
 
“lo guardò interrogativo”: nemmeno questo è un vero e proprio errore, tuttavia credo che la forma corretta di questa frase sarebbe “gli rivolse uno sguardo interrogativo”
 
“trasferirsi da città in città”: qui per me la preposizione è sbagliata; andrebbe messo “trasferirsi di città in città”
 
“A sentire il nome di Terumi”: quella preposizione non mi convince granché; potresti sostituirla con “Nel sentire il nome di Terumi” o al massimo “Sentendo il nome di Terumi”
 
“anche quando la valanga gli aveva portato via i suoi, di genitori, tutti gli facevano le condoglianze e lo guardavano impietositi”: qui andrebbe il trapassato prossimo, perché è un’azione passata che si riferisce ad un tempo ancor più antecedente a quello in cui è narrato il racconto, ossia il passato remoto (per cui sarebbe “anche quando la valanga gli aveva portato via i suoi, di genitori, tutti gli avevano fatto le condoglianze e lo avevano guardato impietositi”)
 
Possibile che gli fosse impossibile comportarsi normalmente”: non so se sia una vera e propria ripetizione, ma quantomeno suona in maniera abbastanza ridondante. Suggerirei di sostituirlo con “Possibile che non riuscisse a comportarsi normalmente”
 
ma ciò che diceva gli pareva quasi insensato”: non sono sicura, ma trattandosi anche qui di un’azione passata rispetto alla narrazione (nel senso: Afuro dice delle cose ma ad Atsuya paiono insensate ovviamente dopo che il biondo le ha pronunciate) credo che dovrebbe essere “ma ciò che aveva detto gli pareva quasi insensato”
“Atsuya fu costretto a protendersi leggermente”: manca la preposizione, altrimenti non si capisce verso dove si protenda Atsuya; sarebbe “Atsuya fu costretto a protendersi leggermente in avanti
 
“Non si aspettava che avesse anche lasciato l’Hokkaido per guardare la sua partita”: qui non sono sicura, per cui ti chiedo. La frase al congiuntivo non sarebbe scorretta, purché Atsuya sia totalmente all’oscuro degli spostamenti; qualora invece dovesse aver in qualche modo contattato Shirou per comunicargli il giorno della partita (e questi gli avesse dato conferma della sua presenza) allora la musica cambia – e molto – perché la forma corretta sarebbe “Non si aspettava che avrebbe anche lasciato l’Hokkaido per guardare la sua partita”. Comunque, in questo caso ho cercato di non far pesare troppo la cosa sul giudizio finale vista la mia incertezza.
 
ma ciò valeva anche Afuro”: sono abbastanza certa che qui intendessi “ma ciò valeva anche per Afuro”
 
Ripensò al loro primo incontro dopo tanto tempo, in Hokkaido”: non lo valuto come un errore, credo però che sarebbe più appropriata la forma “nell’Hokkaido”, sebbene questa non sia – per l’appunto – scorretta in toto.
 
“Ma non poteva farne una colpa di Afuro”: quest’espressione è scorretta, infatti si dice “fare una colpa a qualcuno”
 
“Alzò gli al soffitto e sospirò”: manca una parola. Frase corretta: “Alzò gli occhi al soffitto e sospirò”
 
“Shirou si voltò le spalle”: l’espressione corretta è “voltarsi di spalle”
 
Et voilà, questo è quanto. Molti non erano neanche veri e propri errori, tuttavia ho preferito segnalarteli per una questione di correttezza.
Venendo allo stile, invece, posso dire con certezza che mi ha assolutamente rapito: è magnetico, a tratti faticavo a staccare gli occhi dalla pagina. Oltre ad una buona dote nell’inserimento di figure retoriche all’interno del tuo testo, hai un’ottima capacità di subordinazione, cosa che apprezzo sempre molto, sia che si parli di testi scritti che di conversazioni orali.  Non ho trovato le frasi di questo racconto fossero eccessivamente lunghe, cosa che – da quel che mi è parso di capire – è una peculiarità dei tuoi racconti, il che è un bene: nella loro brevità, le frasi riescono ad apprezzarsi al meglio, arrivano nell’immediato, se vuoi. L’unica parte in cui forse ho perso il filo è stata durante una delle scene iniziali tra Atsuya e Afuro – però magari si è solo trattato di un mio calo di attenzione dovuto a motivi ben diversi dalla tua storia. Ho riscontrato un’affascinante varietà lessicale, il che denota un’evidente bravura da parte tua.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Anche qui: wow. I personaggi sono fedeli a loro stessi in ogni modo, emergono da ciascuna parola che pronunciano – e anche da quelle che non pronunciano. Li hai – se posso – descritti alla perfezione, non c’è che dire. Ho un po’ di dubbi solo sui fratelli Fubuki, ma ora provvederò a spiegarti perché.
Atsuya: l’aggettivo migliore che si possa usare per descriverlo, secondo me, è menefreghista. Guarda caso, quest’ultimo è presente nel tuo testo. Atsuya, perlomeno per come ci è stato presentato dalla Level-5, è un personaggio sfrontato, diretto, a tratti perfino (concedimelo) arrogante. Non perché sia cattivo, solo che – come hai spiegato anche tu nel tuo scritto – dopo la perdita dei genitori, è stato quasi abituato a pensare con la mentalità di chi è al centro del mondo, come se non ci fossero altre persone che, magari, potessero condividere la sua stessa situazione. In effetti hai ragione nel definire quest’atteggiamento “egoismo”, per che nel bene e nel male alla fine è di questo che stiamo parlando. Trovo incredibilmente realistica la sua reazione di fronte al dolore di Afuro: ci sta che, nonostante sia passato attraverso la sua stessa situazione, dinanzi al dolore dell’altro si trovi completamente disarmato. È umano, infatti questa scena mi ha fatto quasi venire la pelle d’oca: per un attimo mi è parso che stessimo prescindendo dall’anime e che tu stessi descrivendo una scena avvenuta veramente nella vita reale. Non so, è dotata di un realismo sorprendente, commovente quasi.
Mi trovo un po’ dubbiosa in merito alla parte finale: cioè, la reazione (il pianto) di Atsuya è totalmente e umanamente comprensibile, solo che non so se quell’Atsuya Fubuki che, come detto, ci è stato presentato dalla Level-5 avrebbe reagito allo stesso modo. Certo, è reso tutto magnificamente, narrazione e descrizioni comprese, solo che continua a torturarmi questo dubbio… personalmente comprendo la sua reazione – ripeto: a livello umano è perfetta, probabilmente avrei reagito anch’io allo stesso modo, in un momento del genere – solo che continuo a domandarmi se Atsuya avrebbe fatto altrettanto. Ahimè Inazuma Eleven è una serie che, spesso e volentieri, trascende il realismo, per cui temo che rimarrò per sempre insicura su questo punto del tuo racconto.
Shirou: anche il suo IC l’ho trovato perfetto; l’unico dubbio che potrei sollevare è in merito alla sua possessività verso il fratello. Nel senso: è realistico che, in seguito all’incidente, sia Shirou che Atsuya sviluppino un legame verso l’altro estremamente profondo, solo che da qui a chiamarlo “possessività” credo che ce ne passi, di acqua sotto i ponti. Ti faccio un esempio che non c’entra niente con la tua storia (scusa se vado off topic ma il discorso mi ha presa davvero tanto): per quanto possa shippare Kageyama e Kidou, mi rendo conto che a volte il comportamento di Reiji nei confronti di Yuuto sia fin troppo esasperante ed esasperato. Ecco, io considero quel tipo di atteggiamento “possessività” (ecco perché in generale cerco sempre di vedere il loro rapporto in una chiave molto più “sana”, altrimenti non riuscirei mai e poi mai a farmeli andare bene come coppia – e sono la mia OTP suprema, per cui adesso dovresti avere quantomeno una minima percezione della cosa) pertanto non so se definirei quella di Shirou “possessività” o piuttosto un legame molto forte verso il fratello, tutto qui. Per il resto, mi è sembrato assolutamente perfetto, il nostro caro e dolce Shirou, sempre così tenero come una caramella al mou non chiedermi da dove mi escano fuori questi paragoni, non lo so nemmeno io.
Afuro: ecco, su Terumi mi sa che non ho niente da dire, giusto per farti capire quanto i tuoi personaggi mi abbiano presa. È così lui, aggraziato, civettuolo, se vuoi a tratti anche un po’ femmineo… l’ho adorato, in tutto e per tutto, niente da aggiungere. Ecco, il suo pianto riesco a legittimarlo forse più di quello di Atsuya, non saprei dirti nemmeno io perché. Sono entrambi due personaggi molto forti, che non ti aspetteresti mai di veder piangere (i più considerano il pianto come una forma di debolezza, specie se legata ad una figura di sesso maschile, tuttavia non è affatto così, anzi! Mostrare le proprie volubilità non è forse la nostra più grande forza?) però forse a Terumi la si fa passare più facilmente proprio per questo lato femminile… è vero che Atsuya è canonicamente meno caratterizzato, eppure continuo a non essere certa se riesco ad affiancargli questo comportamento.
 
Utilizzo del what if: 8,5/10
Avrei voluto poter dare un voto più alto, ahimè tuttavia mi trovo frenata principalmente da due motivi: non è la prima volta che trovo una storia su Inazuma Eleven che abbia come fulcro il “se Atsuya non fosse morto?” e poi, ovviamente, le nuove rivelazioni in merito a Inazuma Eleven Ares no Tenbin. Capisci anche tu che, giacché nella serie il cui inizio è stato annunciato per questo ottobre Atsuya è, in effetti, vivo, non so fino a che punto considerare “originale” la cosa. D’accordo che quella di Ares è una different timeline rispetto alla serie originale, piena essa stessa di what if? e plot twist, per cui non so nemmeno fino a che punto ritenerla canonica o attendibile; fatto sta che, tuttavia, l’altro punto a cui accennavo prima resta lo stesso, ossia che sul fandom di IE le storie in cui Atsuya sopravviveva alla valanga (o, quantomeno, per una qualche assurda congiunzione astrale tornava in vita) non sono mai mancate – o non sono mai state poche – per cui il giudizio si abbassa un po’, se devo valutare anche l’originalità del what if?. Se invece parliamo di “gestione” del what if?, allora posso dirti che, come interpretazione generale, il tuo lavoro mi ha colpita moltissimo, sebbene forse alcuni punti continuino a rimanermi oscuri. Amo il fatto che tu abbia cercato di giustificare (o perlomeno dare un senso) ad ogni singolo dettaglio che hai inserito all’interno della tua storia, a partire dalla spiegazione dell’amicizia tra Afuro e Atsuya. Mi piace l’idea che tu abbia cercato di dare spessore anche a personaggi che, nell’anime, non ne hanno affatto, ad esempio la madre di Terumi: canonicamente non viene mai citata, tuttavia è chiaro che esista, altrimenti Afuro da dove sarebbe uscito fuori? Meno sensato trovo che, per lavoro, la donna sia giunta fino in Hokkaido: capisco che in qualche modo dovevi pur giustificare la conoscenza di Atsuya e Terumi, tuttavia sono sinceramente dubbiosa sul fatto che si possa trovare lavoro in una regione del Giappone interno fredda e montuosa come quella citata. A parte questo, per il resto direi di essere abbastanza convinta: Terumi che torna a trovare l’amico d’infanzia, un’amicizia che pian piano – e soprattutto con le dovute spiegazioni – si evolve in qualcosa di più. L’unico punto su cui forse sono leggermente più perplessa è il fatto che Atsuya accetti praticamente subito di seguire Afuro: comprendo la prospettiva di diventare più forti, che sicuramente alletterebbe – e alletta – entrambi i giocatori anche nella serie originale, dato però l’amor proprio di Atsuya forse quest’ultimo avrebbe preferito diventare più forte restando all’Hakuren, giocando con suo fratello. L’attaccamento dei Fubuki è, perlomeno a mio avviso, reciproco, per cui stento ad immaginare che Atsuya possa lasciare Shirou tanto facilmente e ancor di più fatico a credere che si possa lasciare alle spalle il luogo in cui sono morti i suoi genitori per accettare “a scatola chiusa” di trasferirsi in un luogo e in una squadra di cui non sa praticamente niente. È vero, l’Atsuya della storia lo fa perché innamorato di Terumi, tuttavia – a proposito di questo – trovo ben più probabile che sia Afuro ad affezionarsi a lui e non il contrario, forse per le attitudini più “femminee” di Terumi a cui ho accennato nel paragrafo precedente. Inoltre, possibile che lo sprezzante Atsuya non abbia preferito diventare più potente solo con le proprie forze, piuttosto che abbandonarsi ad un mezzuccio come il Nettare degli Dèi? Mhh, ho i miei dubbi.
 
Gradimento personale: 9,5/10
La storia mi è piaciuta davvero tanto.
Come ho accennato, l’ho trovata curata fin nei minimi particolari: sei riuscita a creare una trama accattivante, avvincente, che incolla il lettore allo schermo e gli fa desiderare di non staccarvisi mai più. I personaggi, in linea di massima, mi sono sembrati loro, e questa è davvero una grande nota di merito per te. Tutta questa cura dei dettagli di cui ho parlato denota sicuramente grande impegno e interesse da parte dell’autore, si vede che hai lavorato sodo su questa storia e che ci tenevi alla sua riuscita, insomma. Questa, secondo me, è una cosa splendida: vorrei poter trovare più spesso autori che s’impegnano così tanto nei loro scritti, sul serio, ahimè tuttavia a volte ormai temo che Efp (e più nello specifico il fandom di Inazuma Eleven) siano ormai abbandonati alla più totale incuria e miseria, dove chi scrive lo fa senza curarsi della grammatica e della trama delle proprie storie. Sono felice di essere incappata, invece, in una storia tanto curata, con uno stile affascinante ed elegante, con solo pochi errori – e principalmente di distrazione, quelli possono capitare a tutti – e una resa quasi perfetta dei personaggi. Che dire, che mi sia piaciuta ormai è praticamente ovvio, la fict mi ha coinvolta a tal punto che sul finale mi sono perfino commossa, per cui ti rivolgo i miei più sentiti complimenti!
 
Titolo e impaginazione: 4/5
Il titolo mi è piaciuto davvero tanto. Non sono una fan dei titoli in inglese, tuttavia l’idea del prendere questa mano tesa verso di sé è, oltre ad essere uno splendido messaggio finale della fiction, perfettamente calzante alla situazione che volevi rendere, visto che per l’appunto la storia si conclude con Atsuya che afferra la mano che Shirou gli porge, segno che possono ricominciare assieme, di nuovo. L’ho trovato un messaggio molto poetico, il legame tra fratelli che resta unito e supera ogni avversità, sul serio. Sull’impaginazione invece mi trovi leggermente meno d’accordo, sinceramente non avrei mai scelto un Tahoma come carattere e il titolo in Courier New, rosso e centrale francamente non lo trovo particolarmente aggraziato né adatto alla storia. Se posso darti un consiglio per la fict avrei scelto un Times New Roman, o al massimo un Georgia (mentre la grandezza che gli hai dato di 12/13 dovrebbe andar bene), invece per il titolo il Courier New non sarebbe poi neanche così male, la posizione centrata e il corsivo sarebbero pure accettabili, tuttavia quel rosso mi pare sinceramente inadatto; potevi scegliere ad esempio un colore sulle tonalità dell’azzurro, così da riprendere in parte i colori e le temperature fredde del luogo in cui hai deciso di ambientare buona parte della tua storia, o al massimo puntare su un carattere come il Copperplate Gothic Light o il Bookman Old Style – ma ovviamente, i miei, sono solo consigli.
 
Totale: 40/45