Recensioni per
Il mostro di Galgenberg
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 78 recensioni.
Positive : 78
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
11/06/21, ore 09:39
Cap. 4:

Mio caro Old, buongiorno!
Rieccomi a recensire una tua storia, stavolta mi sono buttata nell'horror, un genere che, devo confessarlo, non apprezzo molto per il semplice motivo che sono una fifona e mi autosuggestiono facilmente. Però questo più nei film, nei libri invece mi lancio e mi piace invece il genere gotico, alla Poe e Shirley Jackson per capirsi. Questo tipo di storie, più classiche, mi intrigano sempre e leggo persino libri contemporanei, quindi capirai che quando ho notato questa tua storia me la sono segnata a tempo di record.
Ma bando alle ciance! Ovviamente mi aspettavo una bella lettura e così è stata, una lettura dove l'elemento horror fosse ben dosato, mai macchiettistico o eccessivo o tanto per, come appunto mi sono abituata ad aspettarmi nei tuoi scritti, che sono sempre misurati, attenti a mantenere un equilibrio tra atmosfere inquietanti e violente e precisione e sobrietà della resa stilistica. Questa storia l'ho trovata molto faustiana, passami il termine, molto tedesca con tutte le sue citazioni (che bella quella di Schiller su quando sparisce la costrizione del sentimento e della ragione!) che hai saputo inserire con grande naturalezza, ihmo, sposate ai personaggi e al contesto che hai descritto. Io personalmente sono una citazionista compulsiva che nel corso degli anni ha cercato di contenersi perché esagerava: le citazioni, ho imparato, non devono eccedere, capisci che lo fanno quando a toglierle non cambia niente. In questa storia se le togliessimo si perderebbe un pezzo importante e questo dimostra a mio parere come siano parte integrante della storia, uno degli elementi che la rende quello che è.
Ma al di là delle citazioni ho notato tanti altri riferimenti: Poe, probabilmente, Frankenstein, certamente, Il Golem di Gustav Meyrink, Goethe, il Faust, persino Mann e La montagna incantata. Ripeto: c'è molto della cultura tedesca, ma c'è anche Praga con la sua atmosfera misteriosa e occulta; è stata una delle mie parti preferite, anche un po' inaspettata. Non mi aspettavo che Thellmann avrebbe ricorso a certe pratiche, all'inizio me l'ero immaginata più come un novello Frankenstein, versato nella scienza più che nell'occulto, ma alla fine quanto di occulto c'era anche in quello che faceva il protagonista della Shelley? Alla fine parli di generatori di corrente, non a caso, quindi scienza e magia si uniscono coi soliti risultati terribili che puniscono la iubris degli uomini. 
L'inizio della storia mi ha fatto pensare a un libro che non so se conosci, Follia di McGrath (se non l'hai mai letto, te lo consiglio con tutto il cuore! Penso ti piacerebbe molto), che è ambientato in un istituto psichiatrico, non in un sanatorio, ma la figura di Leitner mi ha fatto proprio pensare al protagonista di quel libro, un narratore inaffidabile per certi versi, che si scopre solo alla fine quanto abbia sfruttato dei suoi pazienti. 
Scusa se ti faccio tutti questi riferimenti e paralleli, ma quando vedo una storia che mi fa viaggiare in altre storie mi diverto molto! Ovviamente questo scritto non è derivativo, ci sono tanti imput e riferimenti, ma è tuo e si sente, con il tuo modo di scrivere, i tuoi personaggi e le loro inquietudini. Anche qui ho molto apprezzato lo stile così preciso e sobrio anche nel raccontare le cose più inquietanti e l'ho visto proprio come una scelta: il tono quasi clinico, austero delle prime pagine che si stempera a poco a poco, man mano che leggiamo e scopriamo cosa Thellmann ha fatto, andando al di là sia della ragione, sia del sentimento, arrivando a sfidare le leggi della natura e di Dio. Ritorna Schiller, ma anche Goethe e Hoderlin e la tua metafora della civiltà quale patina di ghiaccio su un profondo oceano di caos e oscurità mi sembra l'immagine più perfetta per descrivere la condizione di Thellmann e quella che accomuna noi tutti esseri umani quando le regole non contano più.

Più che una recensione ho scritto un delirio psicoanalistico infarcito di considerazioni letterarie, Leitner forse dubiterebbe anche della mia sanità mentale xD Concludo dicendo che al solito ho apprezzato molto, mi son gustata la storia leggendola con calma questi giorni, di notte, mossa forse non azzeccatissima, ma comunque è imprgenata di quel gotico che non spaventa ma più che altro inquieta e quindi a mio parere è più efficace. La fine poi, con quel rapporto freddissimo e burocratico, l'ho trovata perfetta.

Un abbraccio e buon weekend ^^
Prim 

Recensore Veterano
15/02/21, ore 17:55
Cap. 4:

Allora. ALLORA.
Dunque. Cioè. Allora. Beh.

Insomma, senza mezzi termini: magnifico. Un finale davvero magnifico.
Adoro come hai inserito i termini medici e diagnostici dell'epoca alla perfezione nella struttura della storia.
Il termine "idiota" è divenuto un insulto proprio perché, nella teminologia neurologica di una volta, indicava lo stato mentale di una persona con un Quoziente Intellettivo inferiore alla media.
Stupendo il monologo di Thellmann, che distrugge poco a poco il concetto di civiltà come puro frutto di una convenzione tra la maggioranza degli individui per escludere una minoranza. Un concetto che, difatti, continua a variare con lo sviluppo della società. Non necessariamente in meglio.

Questo capitolo finale non risponde agli interrogativi aperti nei capitoli precedenti, semmai ne apre di nuovi. Due su tutti quelli che fanno da substrato alla storia nel suo intero: fino a che punto è lecito spingersi per amore? E l'amore è davvero un movente tanto giusto da rendere accettabile qualsiasi cosa?
Una storia meravigliosa, carissimo, davvero meravigliosa e molto originale.
Complimenti!

Non vedo l'ora di leggerne altre così complesse e profonde! ^^

Recensore Veterano

Rieccomi ^^
Ho fatto una pausa per via di un'emicrania lancinante che non mi ha lasciato in pace negli ultimi giorni, ma oggi vorrei finire.

In questo capitolo ci appare evidente che il rituale non sia riuscito come doveva. Quello che mi chiedo, in base ai miei studi sull'occulto, è: il nostro ha sbagliato il rituale mescolando elementi che tra loro non hanno nulla a che fare? O era proprio impossibile di per sè?
Di base, un occultista è qualcuno che cerca di andare oltre il limite posto dalle leggi che la Natura - e Dio ? - hanno posto per l'uomo.
L'archetipo di questo overarchiever in epoca contemporanea è il dottor Frankenstein, a cui certi elementi della tua storia sembrano rimandare - non da ultimo la pietra (Das Stein).

A differenza del noto dottore, il tuo sembra aver creato una sorta di Golem, che sfugge al suo diretto controllo per alimentarsi di carne viva, carne umana, come se volesse recuperare un contatto con l'elemento vitale di cui è stato privato. Difatti s'arresta solo dopo l'impartizione del comando supremo da parte del padrone.
Perché se si riesce a riportare in vita il corpo, l'anima e lo spirito si sono persi nel processo.
Tutto ciò è davvero molto affascinante ed intrigante, davvero: mi piace moltissimo.

Tranne per i conigli, lì davvero mi sono sentita male, ma immagino fosse quello lo scopo. Quindi a maggior ragione complimenti! ^^
Al finale!

Recensore Veterano

Eccomi di nuovo, carissimo!
Sappi che sto amando profondamente questo capitolo del racconto e non vedo l'ora di proseguirlo.
Per i miei studi, mi sto focalizzando più sul ramo Buddhista dell'Occultismo, e meno sulla tradizione ebraica, ma conosco di fama lo Sepher Yetzirah, ed i rituali cabalistici.
Ho trovato molto interessante riconoscere gli elementi che hai rielaborato in modo così creativo nel tuo racconto.
L'amore porta ad azioni incredibili. Spesso, proprio perché si è convinti di fare del bene, si infrangono più facilmente i limiti di ogni genere in virtù di esso.
Il nostro dottore vede il suo giovane amato consumarsi poco a poco, in un metaforico autunno che scivola nell'inverno della morte.
Con la primavera auspica una rinascita a nuova vita.
Ma se il corpo rinasce che ne è dell'anima? Di tutto ciò che, alla fine, rende un individuo quello che è?

Apprezzo moltissimo anche le citazioni ai personaggi ed ai miti classici, così come quelle alla letteratura tedesca (potresti darmi, per favore, gli estremi delle citazioni di Holderlin e Schiller? Te ne sarei molto obbligata.).

Non vedo l'ora di leggere il resto di questo racconto così affascinante e misterioso.
A presto! ^^

Recensore Veterano
08/02/21, ore 19:39
Cap. 1:

Ciao, carissimo ^^
Sono approdata a questo racconto per via della parola "tubercolosi" e, anche se dall'introduzione stessa e da questo prologo s'evince chiaramente che si parla di ben altro, sono molto curiosa di vedere come procederà.
Volente o nolente, mi ritrovo ad aver a che fare con l'occulto per motivi di studio, e credo che questo racconto sarà un piacevole accompagnamento ai saggi più o meno deliranti che mi tocca leggere.

A proposito di deliri, abbiamo a che fare con un professore matto che nega di essere matto. Posto che nessun malato di mente ammetterebbe di esserlo, sarà davvero in preda al delirio o ci sarà dietro qualcosa di diverso, qualcosa d'inspiegabile a livello razionale?
Ebbene, non vedo l'ora di proseguire la lettura, che già m'intriga anche grazie all'ammiccamento verso l'archetipo di Frankenstein con il sanatorio arroccato sulla roccia ed il medico che, a quanto dice, riporta (o mantiene?) in vita i defunti.

Il tempo a mia disposizione è, purtroppo, limitato quindi credo che leggerò un capitolo al giorno ma, se con l'intro hai avuto la mia curiosità, con il prologo hai la mia attenzione. E non vedo l'ora di dedicartela!

Recensore Junior
07/03/20, ore 13:18
Cap. 4:

Mi ero dimenticata di recensire questa storia.
Allora....un horror nella Germania del 1800. Per quanto mi riguarda recensione positiva subito, sulla fiducia.
"Studio"
"Dove, se posso chiedere?"
"Accademia militare di Potsdam"
Ecco, mi vuoi morta.
Invece a morire è il povero Erich, riportato in vita grazie ad oscuri rituali(Praga non è inserita a caso)
In un certo senso è meglio di Frankenstein, o per meglio dire io mi identifico più in Friederich che in Victor. Per lo meno il primo l'ha fatto per salvare una persona cara. L'altro, non perchè, ma mi è sempre stato antipatico
La mistica ebraica è un argomento che mi ha sempre affascinato. E a tal proposito voglio ringraziarti per aver messo ebrei e tedeschi insieme in una storia che non sia...beh, lo sai. Finalmente, direi, sarebbe ora di piantarla di rendere interi popoli delle macchiette.

Insomma, grazie molte per questa lettura e più storie gotiche così!

Alla prossima!

Recensore Junior
18/11/19, ore 14:39
Cap. 4:

Non sono un'appassionata del genere ma questa storia è fantastica, e mi ha tenuto piacevolemente compagnia durante un interminabile viaggio in treno. Stile scorrevole, ritmi giusti, l'ho letta veramente tutta d'un fiato senza mai scollare gli occhi. Tra i tuoi lavori che ho avuto già modo di leggere, questo è quello che preferisco (almeno per ora). Ciao e alla prossima!

Recensore Veterano
10/08/19, ore 23:07
Cap. 4:

Beh, che dire carissimo.

Complimenti.

Sei degno della cara vecchia Mary Shelly.

Intanto mi è piaciuto molto il significato del finale: l'uomo farà sempre cose senza senso. Dentro di noi bene e male ci contendono e sono intercambiabili e, anche se sembriamo perfettamente equilibrati, ci vuole pochissimo per sbilanciarci.

L'alienista ha seguito la pista di Friedrich (anche lui si sbilancia con pochissimo), ma provando a riparare alcuni errori. Giustamente non ci riesce, fallisce e la sua defunta moglie lo ammazza.

L'epilogo e il prologo sono simili, la storia inizia e si conclude nello stesso modo.
Ora, non credo di poter esprimere a parole il mio apprezzamento.

È come il miglior Frankenstein, ma con una storia d'amore come sottotrama.

Adesso, mi chiedo, che fine farà la moglie dell'alienista? UserannoThellman? Gli crederanno? Rimarró sveglia tutta la notte, un po' per l'horror, un po' per trovare una risposta a questa domanda.

Alla prossima storia! ^^

Recensore Veterano

Oddio.

Innanzitutto, buonasera, carissimo.

Ho letto il capitolo in uno stato di completa agitazione.
Diventavo sempre più ansiosa man mano che leggevo, e ad un certo punto ho anche smesso di respirare.

Friedrich, poverino, è solo guidato dalle emozioni.

Se vogliamo essere puramente obbiettivi, lui neanche voleva creare quel mostro che Erich è diventato. Si è lasciato trascinare.

Mi è piaciuto come le descrizioni diventino man mano più morbose. All'inizio sembra che le cose si siano stabilizzate, ma poi è una discesa rapidissima verso un vero e proprio inferno.

Una cosa che mi piace delle tue storie è che si vede che sai di cosa parli, e devo dire che adesso mi hai fatto incuriosire sull'esoterismo.

Ma ritornando a noi, il medico all'inizio si prende cura del suo paziente, mostro o non mostro. È una cosa quasi dolce. Poi il mostro, per l'appunto, va fuori controllo, ed inizia ad ammazzare gli esseri umani, perché vuole carne cruda e viva.

Una parte di lui, forse quella minuscola parte ancora umana, cerca di comunicare con l'amato che, con la morte nel cuore, è costretto ad ucciderlo.

Tutta l'ultima parte mi ha fatto pure scendere una lacrimuccia. Tutti quei "lo devo fare, Erich, me lo hai chiesto tu" sono stati strazianti.

Ormai ti devono dare il titolo di "re dell'angst", e magari ti forgiamo anche una corona.

Comunque ti faccio i miei complimenti, questa storia è molto bella.

Alla prossima! ^^

Bene bene.

Intanto, qui utilizzi uno stile diverso dal solito: prima persona. Ci sta, mostra tutto il coinvolgimento emotivo di Thellmann.
Insomma, tutto questo capitolo descrive una lenta discesa all'inferno del protagonista e del suo amato (un ragazzo che sta studiando per diventare un soldato e che vuole morire in maniera onorevole. Mi ricorda qualcuno... Anzi, ben più di uno... ^^).

La cosa più orribile è vedere una persona che ami morire a poco a poco, questo è indubbio. Si ricorre quindi alla magia nera.
Oserei dire che, fra tutti gli idealisti, i romantici sono i più pericolosi, alla fine.
Mi piace come hai scritto gli ultimi paragrafi. Sembra quasi che a Thellmann non importi più nulla, oltre alla salvezza dell'amato.

Mi sono piaciute molto le citazioni sparse qui e là in mezzo ai loro discorsi.
Un romantico è pericoloso, due sono anche peggio, perché poi si finisce in queste situazioni!

Poi mi sono ritrovata ancora una volta davanti alle tue bellissime descrizioni, quindi adesso sto per fare probabilmente il più grande elogio che io possa fare ad uno scrittore (essendo scritto da me, sarà caotico, sconclusionato e troppo lungo senza motivo).
Dunque: io adoro le storie di qualsiasi tipo. Adoro scriverle e leggerle. Ma se c'è una cosa che amo ancora di più, quella è disegnare. Passerei la vita a farlo. Quando c'è un film, una serie TV o un libro particolarmente bello, allora, è la fine, perché disegneró tutto, per fissarmi bene i personaggi in testa.
Ecco, tu non sai quante volte io ho disegnato i tuoi, di personaggi. Adesso ti sembrerà stranissimo, ma praticamente me lo "" chiedono"". Sono così ben caratterizzati e ben descritti, che sarebbe un peccato mortale non farlo, e lo stesso vale per le ambientazioni. Da George ad Hans, Friedrich, Siegfried, Weber, Eldrest, anche Thellmann e Erich, anche se li ho appena conosciuti... Mi hanno profondamente colpita, sono entrati nel mio cuore, e apparentemente non hanno la minima intenzione di sloggiare.

Tutto questo complicatissimo discorso per dirti che scrivi bene. C'erano vie più brevi? Certamente, ma complicarmi la vita è una mia specialità.

Dunque, non vedo l'ora di continuare questa storia, che mi ha presa, e non credo che mi lascerà andare per un po'.

Alla prossima!

Recensore Veterano
09/08/19, ore 22:52
Cap. 1:

Ehilà, eccomi su questa storia!

Ammetto che trovo sempre molto intriganti i prologhi che partono dalla fine della vicenda. E poi il tutto si svolge nell'Ottocento, un'epoca estremamente affascinante. Di progresso, sì, ma con un'anima oscura.

Insomma, la situazione è questa: un agente di polizia viene allertato, e lui ed il suo collega ritrovano la seguente scena nei sotterranei di una rocca: un giovane medico ha decapitato con una spada da cavalleria un ancor più giovane paziente.

Quando il dottor Leitner lo interroga, il medico confessa che ha lui stesso trasformato il paziente in una specie zombie.

Considerando i "precedenti", come "Il figlio dell'Inverno", sono sicura che anche questa storia mi terrà incollata allo schermo, e che respireró a malapena, solo per non morire asfissiata.

Non importa quanta poca connessione ci sia qui in Austria, giuro su qualcosa che recensiró quanto potrò.

Alla prossima! ^^

Recensore Veterano
28/03/19, ore 20:05
Cap. 4:

Wow, per tutta la durata del terzo capitolo ho avvertito la stessa, identica sensazione di angoscia che ho provato lo scorso anno nel rileggere il Frankenstein di Mary Shelley, un'opera alla quale sono particolarmente affezionata.
Questa però è una storia ben diversa, nonostante i numerosi punti di convergenza.
Victor ricorre alla scienza per creare dal nulla la vita e assecondare la sua sete di conoscenza. Thellmann è spinto dal suo amore verso Erich a ricorrere all'occultismo per vincere la morte.
In entrambi i casi, il risultato è un abominio. Entrambi i creatori - chi spinto dalla curiosità, chi dalla disperazione - giocano a "fare" Dio.
Quel che è certo è che l'amore rende l'uomo debole e questa vulnerabilità lo spinge spesso a compiere gesti sconsiderati. Siamo umani, questo è un dato di fatto: Leitner, certo di aver compreso quello che lo sciagurato predecessore aveva sbagliato, è destinato anche lui al fallimento e a una fine tragica.
Mi è piaciuta molto la tua metafora della civiltà quale patina di ghiaccio su un profondo oceano di caos e oscurità.
La nostra condizione umana è debole in quanto l'uomo è fatto di carne e pulsioni. Posto all'interno della società, egli costruisce regole, convenzioni 'accettabili' dimenticandosi alle volte che la cosa più importante in questa vita è essere felici. L'uomo si rinchiude all'interno di una gabbia perchè spesso queste pulsioni spaventano... maci sono, e sono parte di noi. E allora perché non assecondarle laddove non si fa del male a nessuno?
Scusami per il trattato, sembra più una relazione di letterature comparate (dopo averla scritta su l'Iguana di Anna Maria Ortese e il Frankenstein di Mary Shelley, mi sembra giusto farne una anche su Il mostro di Galgenberg xD)
La tua scrittura limpida e scorrevole rende giustizia a questa bellissima storia che mi ha molto toccato...
A presto e ancora tanti tanti tanti complimenti,
un abbraccio e a presto,
Japan Lover < 3

Che strazio assistere allo sbocciare di un tenero sentimento proprio un attimo prima che volga alla sua fine.
Friedrich ed Erich meritavano sicuramente una possibilità o comunque più tempo....
Friedrich ha fatto di tutto con la scienza medica per cercare di curare il suo amato, ma non riuscendo a farsene una ragione è ricorso alla scienza occulta.
Adesso che ha compiuto il suo rito, chissà cosa lo attenderá? Sicuramente niente di buono, è stato chiaramente avvertito. Ma la forza dell'amore e della disperazione può portare anche a questo.
Al prossimo capitolo😍
Japan lover

Recensore Veterano
26/03/19, ore 00:03
Cap. 1:

Ciao^^
dopo il Segreto di Bayou Sam scelgo di darmi di nuovo all'horror xD
Sospetto che il dottor Leitner sia finito in qualcosa che va al di là delle sue competenze di psichiatra. Non ho letto molto su casi di revenant, ma questo argomento mi stuzzica molto.
Effettivamente, l'esigua quantità di sangue rinvenuta sul cadavere del paziente lascia pensare che il decesso non sia avvenuta nella circostanza del rinvenimento da parte degli agenti.
Come sempre la tua scrittura mi coinvolge, in storie che già di per sé stesse sono avvincenti e ben congegnate.
A prestoo,
Japan Lover
(Recensione modificata il 26/03/2019 - 12:04 am)

Recensore Master
06/07/18, ore 22:16
Cap. 4:

'Epilogo' un cazzo. Giuro che se su sta pagina non trovo una storia horror scritta da te da almeno ottanta capitoli ti vengo a cercare e sarò io a compiere cose sul tuo corpo che ne dio ne gli uomini potranno perdonare. E intendo dire in senso puramente torturistico medievale.
Tralasciando i vaneggiamenti, la conclusione di questa storia è mooooooooooolto, ma molto sinistra. Insomma, adesso abbiamo un secondo mostro di galga-alberg a cinque stell in giro per le strade, a piede libero. L'unica differenza è che, da come ho capito, questa qui è pure sotto speed, dato che ha ammazzato senza remora alcuna il marito.
Mio dio, sinceramente, sono senza parole: qui come storie siamo ai livelli di James Wann - volevo dire di 'Del Toro', però le divinità quelle vere non si toccano - in quanto a build up di suspence ed inquietudine. Insomma, che cosa posso dire? Io non so nenanche cosa dire, se non ancora complimentissimi perché le tue storie horror veramente sono come un sacchetto di caramelle una più dolce dell'altra... sarebbe da dire una più amara dell'altra, ma visto che a me l'horror piace, sono di parte XD
vado alle rovine del Monastero, che di quelle che per ora ho visto presso qui è la mia preferita. A depuis!

- TONIGHT, WE REWIEW! -

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