Settima classificata
La lettera incriminante
di missredlights
Grammatica: 2.65/10
Ci sono diverse cose da sistemare. Come consiglio sempre, la d eufonica va usata solo davanti a vocali uguali, ma questo non è il problema più grave. Molto spesso perdi di vista la logica della frase, e in questo modo leghi subordinate ai soggetti sbagliati o inserisci la virgola tra soggetto e verbo o tra coordinate “dirette”. L’errore più grave, però, l’ho riscontrato nei tempi verbali: non mi è parsa una lacuna di conoscenza, ma piuttosto una poca cura nel redigere il testo, tant’è vero che molte delle volte è il parlato che prende il sopravvento sulla grammatica, nel senso che scrivi facendo gli stessi errori che si fanno quando uno conversa con un amico e non presta attenzione alla forma.
Di seguito gli errori trovati.
Mai, mai si sarebbe sognato di fare una cosa del genere, di trovarsi in un posto del genere, e di pensare di star per fare una cosa del genere. → -0.8 PENALITÀ GENERALE (A parte che la virgola tra coordinati non va messa, reputo l’ultima parte della frase, ripetizione della prima. L’errore della virgola lo commetti più volte, ho dato la penalità generale)
ed uscì dalla stanza → -0.5 PENALITÀ GENERALE (togli la d eufonica. È un errore che commetti per più di due volte, ho dato penalità generale.)
Eppure loro si trovavano davvero in guerra, ma in quel momento non capì davvero che cosa fosse preso alla sua compagna. → -0.3 (Questo periodo mi è parso confuso. Hai legato due avversative con un rapporto di subordinata, ma un’avversativa è giù una subordinata di una principale, quindi questa doppia subordinata non ha molto senso, secondo me; inoltre non capisco la logica che lega la seconda alla prima.)
Temari aveva letto quel foglio, pensando che fosse uno dei tanti fogli da revisionare per l’Hokage, e adesso si trovava in un mare di guai. → -0.3 (“si trovava” sembra riferito a Temari, mentre è Shikamaru a trovarsi nei guai.)
Lui poteva averla una vita normale, una vita tranquilla, se solo non si fosse innamorato della principessa della sabbia. → (“Lui l’avrebbe potuta avere”, periodo ipotetico di possibilità. Errore di concordanza di tempi verbali)
Si era sempre rivolto a loro per ogni problema, aiutandolo a capire quello che il suo elevato Q.I. non riusciva a capire. → -0.3 (Il gerundio, in questo caso come nella maggior parte dei casi, si riferisce allo stesso soggetto che regge il verbo di modo finito della principale, che sarebbe Shikamaru, mentre tu lo usi per dire che sono loro che lo aiutano, e questo è scorretto.)
ed ognuno fu un disastro totale → (togli la d)
mentre sul suo viso passavano un’espressione dietro l’altra → -0.25 (“passava” si riferisce a espressione, che è singolare.)
Dallo sconcertato allo stupito, dalla derisione alla consapevolezza che il suo amico, senza volerlo, si era cacciato nei guai → -0.4 (“sconcerto” e “stupore”, devi usare i sostantivi, non gli aggettivi, come hai fatto con “derisione”.)
“E penso che sia arrabbiata con me anche per il fatto che l’abbia lasciata lavorare da sola, non prestando minimamente attenzione a tutte le cose che mi diceva, ma anche qui non è mica colpa mia. Lavoro praticamente giorno e notte e non riposo quanto dovr-…” → -0.1 (Il trattino non serve. Sono i puntini di sospensione che rendono lo stroncamento del dialogo.)
Poche volte l’aveva vista perdere la pazienza così rapidamente, e tutte le volte era per colpa dell’incapacità di Shikamaru nel relazionarsi con quella seccatura della sabbia. → -1.5 PENALITÀ GENERALE (“era stata per colpa”, errore di concordanza dei tempi verbali. È un errore che commetti altre volte, ho dato penalità generale)
dovute attenzioni ad una donna, → (togli la d)
Per quanto riguardava questioni di cuore, di gusti in fattore moda o anche solo in generale, Ino era la massima esperta che si potesse trovare a Konoha e dintorni. Quindi, chi meglio di lei poteva aiutarlo in questo guaio in cui si era ritrovato? → -0.3 (Qui ci sono diversi errori: l’espressione corretta è “gusti in fatto di moda”; devi togliere “di”.)
“Stare 18 ore su 24 insieme a Temari, non è già una prova del mio amore per lei? Lo sai meglio di me che non sono il tipo da smancerie o cose romantiche.” → -0.1 (In questo caso, è consigliato scrivere i numeri con le lettere. Inoltre devi togliere la virgola perché non si divide il soggetto dal verbo.)
Le aveva mai rivolto qualche complimento o aiutata in qualcosa? → -0.3 (Qui non puoi sottintendere il verbo ausiliare nella coordinata, devi scrivere “l’aveva aiutata”, perché in questo momento stai sottintendendo “le aveva aiutata”, ed è scorretto.)
Anche quando erano usciti insieme per andare a mangiare finivano sempre per parlare di lavoro → (O usi il trapassato anche nella subordinata o l’imperfetto anche nella principale, al momento c’è un errore di consecutio temporum.)
e pensare ad una minima probabilità che lei fosse gelosa, rianimò → (togli la d e anche la virgola.)
ed uscì dal negozio → (Togli la d)
Fu mentre si incamminava verso il laboratorio dove lavorava Shiho che si rese conto di quanto fosse stato fedele nei confronti di Temari per tutti questi anni, di come non cercò mai qualcun’altra e di come avesse sempre lei per la testa, nonostante non stessero insieme. → (“non avesse mai cercato” e “avesse sempre avuto”, errore di concordanza dei tempi)
e gli aveva chiesto di chiedere la porta una volta uscito → -0.1 (chiudere)
“Kurenai, asp-…” → -0.1 (Stesso problema di prima, il trattino non va messo)
Shikamaru, però, non poteva nemmeno lontanamente pensare che invece Kurenai lo stava aiutando, e non poteva nemmeno immaginare che Ino le avesse spiegato ogni cosa, e che i reali impegni della madre fossero cercare la kunoichi della sabbia e parlarle. → (“lo stesse aiutando”, errore di concordanza dei tempi verbali.)
Fortunatamente era quasi deserto e poteva tranquillamente interrogare una Temari ignara di tutto. → -0.2 (Prima parli di “terme”, quindi erano quasi deserte… ma io direi che è meglio specificare il soggetto, ovvero “luogo”)
Temari gli fece un breve cenno di assenso col capo → -0.2 (le fece)
Si era fatta talmente tante domande che non riusciva più a lavorare → (“Non era riuscita più a lavorare”, è nel passato che avviene l’azione, errore di concordanza dei tempi verbali)
Non conosco mica la sua vita privata, che cosa fa, con chi, se ha una fidanzata…” → (Qui forse ho capito male io, ma credo sia meglio togliere la virgola in modo da scrivere “che cosa fa con chi”)
E se Kurenai le avesse dato le risposte della quale aveva paura? → -0.2 (delle quali)
Anche Asuma si comportò nello stesso modo, e fu solo grazie a lei e alla sua iniziativa se riuscirono a mettersi insieme. → (Questa frase al passato remoto non ha senso nell’economia della narrazione. Andrebbe portata tutta al trapassato prossimo, per concordanza dei tempi verbali.)
Forse aveva fatto male a scappare quella mattina dall’ufficio, ma non sarebbe riuscita a trattenersi, sia con le parole che coi gesti. Shikamaru doveva essergliene grato, visto che gli aveva risparmiato la vita, ma soprattutto doveva sapere, doveva mettersi il cuore in pace. → -0.3 (Periodo troppo ingarbugliato, dove il filo conduttore si perde un po’. Consiglio di spezzare e ridefinire le varie frasi, anche perché dovrebbe essere Temari a mettersi il cuore in pace, e non Shikamaru.)
E pensare che lo stratega indiscusso è quel ragazzo. → (“era quel ragazzo”, errore di concordanza del tempo verbale… oppure è un pensiero di Temari? In questo caso, andrebbe messo in corsivo, come la frase seguente.)
il significato di quest’ultimi → -0.2 (Si apostrofa solo il singolare.)
quando quest’ultima era proprio lì, accanto a Kurenai e lo guardava → (aggiungi una virgola dopo “Kurenai”)
Lasciò la mano della bimba che corse dalla madre, e si portò quella stessa mano dietro la testa, imbarazzato. → -0.3 (Questa frase è sintatticamente scorretta. Innanzitutto togli la virgola, e poi “quella stessa mano” è sbagliato, mica si porta la mano della bimba dietro la testa.)
Vedrò di non lasciarmelo sfuggire all’Hokage questo piccolo particolare.” → -0.3 (“davanti all’Hokage” oppure “in presenza dell’Hokage”)
Il comportamento strano di Shikamaru e il fatto che le abbia detto proprio quelle parole. → (“Le avesse detto”, errore di concordanza del tempo verbale)
Fu un bacio lieve, leggero, sentendo i loro cuori battere all’unisono nel momento in cui si abbracciarono e approfondivano il bacio. → -0.3 (Non c’è nessun nesso tra la principale e il gerundio, il quale non viene retto da nessun soggetto. La frase va riscritta.)
Stile: 6/10
Lo stile è altalenante, e tende a perdere di livello andando avanti, ed è un peccato perché l’incipit prometteva davvero bene. Secondo me, hai commesso degli errori gravi ma allo stesso tempo banali, che puoi correggere, anche se dovrai rimettere in discussione gran parte del flashback. Ma procediamo con ordine.
Parto dal lessico, il quale ha rappresentato una grande pecca. È ripetitivo, nel corso dello stesso paragrafo, e a volte della stessa frase, ripeti sempre la stessa parola, a volte senza mostrarla in diverse declinazioni ma uguale a se stessa. Un esempio è questo:
Non dovrei neppure scriverti questa lettera e invece sono qui a scriverti del mio amore per te.
In realtà, tutta la lettera è lessicalmente e concettualmente da riscrivere. I concetti che ripeti sono sempre gli stessi, il tono diventa molto “infantile” e “semplicistico”, sembra la lettera che potrebbe scrivere una bambina delle elementari e non una donna con il grado di intelligenza e controllo che dimostra Shiho.
In generale, il lessico va ampliato e arricchito: è troppo semplice e uguale a se stesso.
Stilisticamente parlando, la punteggiatura va abbastanza bene. Tolti gli errori che intaccano la grammatica, posso dirti che le pause sono calibrate bene. Ho notato che a volte inizi una frase con un’avversativa o utilizzi frasi indipendenti senza soggetto, e questo rende il testo più vario secondo me. Non abusi di queste tecniche, ma le hai usate nel momento giusto. Soprattutto alla fine del flashback, ho notato come hai saputo esprimere, attraverso anche le pause, il tono di piacevole sorpresa che prova Temari davanti alle parole di Shikamaru. Prediligi un uso di periodi lunghi, in generale. Reputo questo scelta la migliore per il genere e l’argomento trattati, il problema è che in molti casi ne perdi il controllo, e questo rende ostica e confusa la lettura.
Un errore sciocco e inutile è quello di mettere in grassetto e sottolineare alcune frasi della narrazione. Il grassetto, in una storia – almeno che non sia usato in un genere particolare, con la sua funzione – è da limitare a titoli e sottotitoli; il sottolineato, addirittura, per me non ha molto senso. È come se volessi marcare un concetto con la vista, mentre il lavoro di uno scrittore deve passare dalle parole. Consiglio anche di non usare termini “esterni” all’economia della narrazione, come “fine flashback”: sono poco eleganti, il più delle volte inutili, e compiono una funzione alla quale dovrebbe adempiere la narrazione stessa; in altre parole, è il narratore che deve far capire che il flashback è finito, non l’autore.
Hai utilizzato un narratore esterno con focalizzazione interna. Posso dire che l’incipit e la conclusione sono stati ben resi, hai controllato molto bene questo tipo di narratore, ma sorprendentemente lo hai completamente perso all’interno del flashback. Il narratore esterno con focalizzazione interna non ti permette di saltare da un POV all’altro senza i dovuti segnali (intendo gli spazi che indicano che stai cambiando POV, usati ogni volta che si usano più POV in una narrazione). C’è anche la possibilità che tu volessi cambiare tipo di narratore all’interno del flashback – tecnica inusuale, ma che se ben resa crea un effetto che a me personalmente non dispiace, perché sembra di avere due voci in campo, un po’ come accade nel film con la voce fuori campo – ma questa è un eventualità remota, perché hai continuato a utilizzare la focalizzazione interna, saltando da una mente all’altra. Non solo, quindi, il POV è salterino, ma molte volte il lettore è costretto a fermarsi e a indovinare a chi appartengono i momenti introspettivi.
Il tono della narrazione è leggero, da commedia, estremizzi molto certe scene, direi in maniera cartonata, come avviene negli anime, e questo rende il testo coerente con il contesto originario. C’è una predilezione di introspezione, hai dato molta importanza ai personaggi. Non è un errore, assolutamente, ma questo è andato a discapito della narrazione, la quale è ridotta all’osso ed è resa con passaggi bruschi e di “passaggio”; l’hai poco valorizzata. Mentre le descrizioni, seppur poche, sono usate nei punti strategici e sono serve della storia. Riguardo ai dialoghi, li ho trovati esplicativi del genere, forse a volte un po’ troppo semplici ma in linea con il contesto e il genere trattati; nella loro linearità, poi, hanno saputo tirare fuori il carattere dei vari personaggi.
Originalità e Trama: 7.5/10
Partiamo dall’attinenza al bando. Credo che ci sia stato un fraintendimento su quanto chiedevo, perché questa storia non riesce a centrare appieno il tema del contest. Avevi due possibilità: o esaltavi la natura del protagonista (in questo caso, dei protagonisti) o creavi una storia ad hoc dove il personaggio lottava contro la propria natura, cercando di mostrarsi diverso, di fare qualcosa che, per com’è fatto, non farebbe mai (vedi, per l’appunto, lo scorpione che dice che non pungerà la rana). In entrambi i casi, c’era un ordine tassativo da bando: la natura del personaggio doveva prevalere. Invece, in questa storia, come da te specificato nelle note, Shikamaru mette da parte la sua misoginia, una misoginia che già di per sé non prevale mai sul suo carattere, ma che tu hai evidenziato come caratteristica presa in esame.
Questa richiesta, poi, poteva essere traslata sul rapporto piuttosto che sul personaggio. Per esempio: Temari e Shikamaru che si dicono addio o pensano di non aver bisogno l’uno dell’altro… qualcosa di forte, che li facesse andare contro i loro sentimenti; e anche qui dovevano fallire, il rapporto doveva tornare alla propria natura originaria. In questo caso, la tua storia si avvicina un po’, ma non c’entra l’obiettivo per due motivi: il fattore di separazione è esterno, ovvero è un terzo personaggio a creare la rottura, a spingergli a separarsi (e questo poteva in qualche modo essere in linea col contest, se i personaggi avessero davvero mostrato intenzione di separarsi, ma…); il secondo motivo, ed è il più importante, è che Shikamaru fa di tutto, dall’inizio alla fine, per chiarire con Temari. Tu fai intendere che ci sono degli ostacoli lungo la sua strada (deve tenere la bambina, deve prima chiarire con Shiho) però sono ostacoli esterni, non è una sua intenzione, lui non va mai contro la sua natura o il loro rapporto.
Per questo motivo, la storia non ha centrato appieno la richiesta del bando. Era la natura delle cose che doveva essere esaltata o messa in crisi.
Per quanto riguarda l’originalità, ho apprezzato che tu abbia dato una possibilità (anche se falsa e debole, giustamente) a Shiho, dandole un piccolo spazio nella trama. Sicuramente c’è molta personalità nel modo in cui hai “costretto” Shikamaru a confessare il suo amore per Temari, ho trovato ironico e in linea con il personaggio il fatto che abbia avuto bisogno di trovarsi con le spalle al muro per dichiararsi, e anche così di aiuto ne ha avuto bisogno. E questo mi riporta alla mente un altro particolare a favore di questa trama: hai messo in risalto la cooperazione del trio Ino-Shika-Cho.
L’incipit e il finale sono riusciti molto bene, soprattutto l’incipit dove viene esaltato la caratteristica di Shikamaru, quel “che seccatura”. L’espediente di iniziare dalla fine per poi spiegare e chiarire come tutto ha portato a quel momento l’ho trovato scenografico e costruito con un certo rigore, breve ma intenso. È stato il flashback che ha fatto perdere molto, e per diversi motivi. Personalmente, ho trovato incoerente che il flashback seguisse più punti di vista, e non per un fatto di stile o POV salterino, ma per inquadratura della scena. Cerco di spiegarmi meglio. L’unico personaggio presente nell’incipit è Shikamaru, suo il POV iniziale e suo dovrebbe essere il ricordo di quanto successo sei giorni prima. Se fosse stato un narratore onnisciente si sarebbe mosso nel tempo e nello spazio come voleva, senza dover rendere conto dei punti di vista; ma visto che è Shikamaru che pensa a quanto successo, l’unica cosa a cui può pensare è a quello che vive personalmente. Lui non sa cosa è accaduto a Temari alle terme, o al motivo per il quale Kurenai gli affida la figlia, sono cose che solo le dirette interessate possono sapere. Ecco, per coerenza di scena, io avrei lasciato il flashback tutto nelle mani di Shikamaru e alle sue esperienze. Uno è portato a chiedersi? Come fa Shikamaru e pensare a Temari che parla nelle terme con Kurenai? Questo passaggio mi è apparso ambiguo, secondo la mia interpretazione è scenograficamente impossibile.
La fabula è interessante, molto divertente come le donne lavorino a insaputa di Shikamaru e muovano un po’ i fili del suo personaggio verso un’unica direzione, quasi fossero d’accordo con il destino. L’intreccio della storia si addice molto alle peripezie di uno spaccato di vita, ne ha esaltato l’aspetto più leggero e “comico”, ma anche dato ampio spazio ai meccanismi personali che mettono in atto gli eventi.
Titolo e Impaginazione: 4/5
Il testo non è giustificato: -0.5
Il testo è troppo dispersivo visivamente. Vai a capo quando non dovresti, spezzando le battute dei personaggi; inoltre ti consiglio di non inserire uno spazio a ogni capoverso, anche se questo forse è dovuto a un’impostazione troppo larga della distanza dei righi, che andrebbe quindi diminuita.
Il titolo è “comico”, se mi posso permettere, nel senso che va a sottolineare l’oggetto input della vicenda. L’ho trovato un titolo semplice, leggero, di disimpegno, ma che racchiude il cuore intorno cui ruota la storia e il diverbio tra i vari personaggi. È il filo conduttore che ritroviamo all’inizio e alla fine del flashback, ed è anche la scusa di cui la scena madre – quella iniziale al tempio – è conseguenza.
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Direi di spendere due parole per ogni personaggio che hai utilizzato, perché ognuno ha fatto la sua figura, chi come protagonista e chi nel suo piccolo. E dalla più piccola parto, dicendo semplicemente: l’hai fatta parlare con la dolcezza e l’euforia dei bambini piccoli, di chi ancora non ha imparato a parlare ma ha il suo modo per chiamare gli affetti più cari, come Shikamaru lo è per lei. Poco, ma buono.
Shiho ha avuto una doppia faccia, quella diretta e riuscita e quella indiretta e poco coerente con il personaggio. Hai saputo esprimere la sua speranza e la sua cotta quando vede Shikamaru entrare, ma anche la sua forza e il suo carattere riservato a silenzioso quando gli chiede di uscire; hai accennato alla sua dedizione al lavoro e come i suoi sentimenti non le impediscano mai di portarlo a termine con efficienza. Il problema è che non ho visto la sua intelligenza e il suo portamento nel modo in cui è stata vergata la lettera. Non ho visto, per dirla tutta, neanche la sua timidezza. Più che una lettere che si possa mandare a qualcuno, sembrava la pagina di un diario rubata alla proprietaria. Da una come Shiho mi aspetto più cura, e non l’ho riscontrata.
Poi abbiamo gli amici, e su quelli faccio i miei complimenti: di Choji hai esaltato sia la sua perenne fame, il suo apprezzamento per il cibo e la sua genuinità come personaggio, sia anche il suo modo di “scioccare la gente” se così posso dire, perché a volte il suo personaggio fa considerazioni ad alta voce che imbarazzano o comunque sorprendono i compagni; di Ino hai esaltato il carattere di “donna-guerriero”, quella che “so io cosa fare”, quella che analizza e ha la risposta pronta, quella che mette bocca ovunque, ma anche il suo lato più suscettibile e impaziente, hai fatto sentire la sua “voce” quando parla, quel tono irritato e autoritario e il suo amore per “l’estetica” e tutto ciò che riguarda la bellezza e l’eleganza, le sue conoscenze e il suo lavoro.
Kurenai è un personaggio secondario che mi ha convinto, sei stata brava a esaltarne l’aspetto materno, il modo in cui si prende cura dei suoi allievi e, questo ho trovato altrettanto significativo, di quelli del defunto marito; ma hai anche dato spazio ai suoi pensieri per l’amore perduto e alla cura con cui tiene alla figlia che ancora li lega. Ho trovato dolce il modo in cui ripensa ai difetti di Asuma, e in questo modo hai esaltato anche la sua forza di reagire e di affrontare la vita.
E giungiamo finalmente ai protagonisti: ho trovato emblematico il fatto che Shikamaru non corra subito a chiarire con Temari, ma se la “prenda comoda” con l’andare a pranzo con i suoi amici e a rispondere alla dichiarazione d’amore di Shiho. Ne hai evidenziato l’aspetto più riflessivo e calmo, di chi affronta tutto con i suoi tempi. Inutile poi dire che il suo carattere “infastidito” dalle donne, la sua battuta sempre presente e il suo addormentarsi anche nelle occasioni più inopportune sono caratteristiche perfettamente IC. Un’altra cosa che lodo è anche la strategia che adotta nel finale, quando conduce Temari in prossimità delle proprietà dei Nara ancora prima di portarla a mangiare, perché ne hai messo in mostra, secondo me, il suo carattere scontroso e allo stesso tempo determinato, di chi alla resa dei conti fa il suo dovere, senza però dimenticare il suo nervosismo e il suo “devo per forza dirlo? Che seccatura”.
Temari è quella che più mi ha sorpreso, in realtà, perché come credo di averti detto prima, da qualche parte, non ti sei concentrata sul suo carattere ostile e irascibile, ma ne hai dato un iniziale assaggio per poi mostrarci il suo lato più fragile, quello innamorato e ferito. Sei stata brava a non uscire fuori dal personaggio, facendole affrontare la situazione con grinta e rabbia, con durezza ma anche con prudenza e insicurezza. Ed è quella stessa insicurezza che entra in gioco ogni qualvolta lei si trova con Shikamaru: il suo cinismo e la sua schiettezza si perdono dietro alla facciata della semplice stima. Una stima che però non può nascondere in eterno i suoi sentimenti.
Gradimento personale: 3/5
La storia non è riuscita a prendermi per un semplice motivo: ho passato più tempo a correggerla che a leggerla. La cosa che mi ha reso più ostica la lettura è stata il narratore. Quando si scrive, a volte, si ha la foga di inserire il pensiero di tutti i personaggi, come se questo possa arricchire la scena; dare più sfaccettature per renderla più completa, più emozionante, come se conoscere come più piccolo dettaglio possa far immedesimare più facilmente il lettore. Ma quando il POV è salterino l’unica cosa che si ottiene è confondere chi legge. Più di una volta, soprattutto nella scena finale del flashback dove c’è un continuo passaggio di punto di vista tra Temari, Shikamaru e Kurenai, ho dovuto leggere più volte i vari passaggi per capire quale pensiero appartenesse a quale personaggio.
Questa è stata una grande pecca perché nel complesso l’idea era molto carina: leggera, semplice, ma in linea con il mondo di Naruto e, soprattutto, con il carattere dei personaggi. Si vede che l’hai costruita ad hoc per loro, gliel’hai cucita addosso. Figurati che nell’incipit ho pure ridacchiato, proprio per la riuscita annoiata e un po’ stressata di Shikamaru, la sua frase emblema è stata usata davvero molto bene, ha fatto da collante in molte parti dell’introspezione. Ho molto apprezzato anche il modo in cui hai messo a nudo l’aspetto più femminile di Temari, che di solito nell’anime si restringe al semplice arrossire, invece qui le hai dato un ampio spazio.
Ripeto: se avessi curato di più la forma, il risultato sarebbe stato gradevolissimo.
Per quanto riguarda i punti bonus, non c’è un vero e proprio andare contro la propria natura, non c’è un vero conflitto interiore, per quanto riguarda la trama non sono loro che decidono di separarsi e di creare una “rottura” nel loro rapporto ma è un fattore esterno che fa tutto al posto loro; mentre c’è il conflitto di Shikamaru che però lo porta ad azzittire il suo modo di fare pur di dire a Temari ciò che prova veramente, quindi la sua natura perde.
Totale: 32.15+0/50+2 |