Io non so più come cominciare le recensioni e di questo ti chiedo scusa, perchè vorrei essere capace di partire con una frase studiata, un po' ermetica e ammaliante come il testo che mi appresto a commentare, ma non ne sono capace e quindi perdonami.
Potrà anche non essere un tuo lavoro particolarmente recente, ma ciò non toglie che porti la tua impronta che ormai mi aspetto di ritrovare quando apro una delle tue storie. Sei capace di suscitare così tante sensazioni che è difficile razionalizzarle e tirarne fuori una recensione coerente. Ogni paragrafo è al tempo stesso etereo come l'anima di cui parla e affascinantemente oscuro come l'ambiente che fa da cornice.
Devo proprio stare a sottolineare tutte quelle piccole costruzioni stilistiche e quei binomi di parole che si incastrano così perfettamente gli uni con gli altri conferendo omogeneità e struttura al testo e contribuendo alla sua efficacia? Perchè potrei farlo, ma il risultato sarebbe piuttosto patetico, temo.
Le sedie, il demone, gli specchi, riesco ad intravedere così tanto significato dietro ognuno di questi elementi e allo stesso tempo non riesco ad afferrarlo appieno, come quando si scorge un'ombra alle proprie spalle mentre ci si sta specchiando e ci si domanda se sia qualcosa di reale o semplicemente uno scherzo della nostra mente.
Forse qualcuno potrà trovare la storia confusionaria e forse tu credi che non racconti di nulla, ma io non mi pentirò mai di aver speso tempo per leggerla. Spero di aver reso giustizia alla tua bravura con questo pugno di righe. Alla prossima :) |
