Recensioni per
You either die a hero...
di Windstorm96

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/06/17, ore 10:03

Seconda classificata
You either die a hero…
di Windstorm96







Grammatica: 9.9/10

come ad un figliolo → 0.1 (a un figliolo)


Stile: 9.5/10

Ti dico subito che il tuo stile mi piace molto per due motivi essenziali: è scorrevole e coinvolgente, e possiede un lessico comprensibile ma non banale, che non si fa problemi a utilizzare termini più ricercati.
Voglio parlarti di due errori che però hai commesso: le ripetizioni, che hanno penalizzato un po' il tuo punto di forza, e la punteggiatura che sarebbe stata perfetta se non fosse stato per l'avversativa a inizio periodo, che creava una pausa troppo lunga e netta con la frase di riferimento. In alcuni punti ci stava, anche a me piace l'effetto che crea, ma tu ne hai abusato un po', soprattutto nella terza e quarta frase:

- Infedeli e ingrati attribuiscono a Dio epiteti che non gli spettano. Ma una vittoria senza ostacoli non varrebbe il sacrificio. Occhi scuri inquisitori dal basso cercano una verità. Ma troppo in alto risiede il Dio, irraggiungibile alla vista.

In questi due casi, io avrei visto meglio un punto e virgola – se proprio volevi dare una pausa un po' più lungo della semplice virgola – per il semplice fatto che i due pensieri sono, a mio modo di interpretare, più coesi e sicuri, fatti da una mente che sa già dove vuole andare a parare. Mentre negli altri due casi l'avversativa dopo il punto ti ha permesso di creare suspense e marcare la presa di coscienza che ancora non era salda nella mente di un giovane che è in evoluzione per diventare Dio e assassino insieme.
Il lessico, come ti ho accennato all'inizio, è davvero mirato. Anche qui, la pecca sono state le ripetizioni: alcune che ho condiviso perché rimarcavano un concetto importante e, quindi, andava bene ripetere; altre, invece, che hanno sminuito, anche se di pochissimo, un lessico a dir poco variegato e ben strutturato. Mi riferisco ad "appare", che secondo me non è stata una ripetizione felice, e che ha creato un effetto ridondante.
L'uso della prima persona è stata una scelta che, invece, ho apprezzato, perché ti ha permesso di approfondire, anche con il tono di voce e il registro lessicale, un personaggio in evoluzione lungo la stessa trama da te creata. Sei stata bravissima ad annullare l'io "autore" e a far sentire solo l'io "protagonista". Le parole erano le parole di Light e, alla fine, di Kira. Anche parole più ricercate e forbite, come "integerrimo", o espressioni più esplicative dell'animo narrante, come "Sarò all’altezza di un simile compito?" o "sciocchi intimoriti" o "purificherò l’umanità dal tumore che la divora" mi hanno permesso d'immaginarmi il personaggio fanatico e delirante che diventa il protagonista di Death Note. Questa non è una capacità da poco, e per questo ti faccio i miei complimenti.
Ancora poche parole le spendo per le immagini, similitudini e metafore che hai adoperato, sempre all'insegna dello stile "Kira". Hai descritto molto bene il mondo come lo vede Light, con le sue ingiustizie e le sue viltà; e bellissimo il modo in cui, con perifrasi, descrivi sia il ritrovamento del Death Note che il modo incurvato come pensa L. Davvero un ottimo lavoro, che sarebbe potuto essere eccellente, se non fosse stato per quei difetti che a me sono parsi più di distrazione che altro. Brava, davvero!


Trama e uso dell’acronimo: 10/10

Mi inchino alla tua capacità di sintesi: sei riuscita a racchiudere l'evoluzione di un personaggio complesso e difficilissimo da trattare in poche righe, concentrandoti sull'aspetto più importante di Light. L'intera trama è un misto di introspezione e piccoli dettagli che ti permettono di creare questa escalation lungo l'intero percorso della prima parte dell'anime, ovvero fino alla morte di L. Hai analizzato molto bene il rapporto tra Light e il mondo esterno, suddividendo la storia in una triade di tre diversi stadi: l'esterno, l'introspezione, e il confronto tra i due.
L'atmosfera che hai richiamato all'immaginazione del lettore è esattamente quella che si respira nell'anime: il mondo sembra una gabbia apatica fatta da reti di ingiustizie e vane speranze riposte sempre in altrui persone, come a voler delegare il compito della rivalsa. In quest'ambiente si muove il tuo personaggio, che è stanco e insofferente alla corruzione che domina il suo mondo. Il ritrovamento del Death Note apre nuove strade per lui e il suo futuro, nonché per il mondo intero.
Si passa alla seconda parte, dove l'introspezione prende il posto dell'analisi esterna che circonda il protagonista. Adesso l'attenzione è tutta per le sue idee, i suoi dubbi, le sue convinzione. Light prende coscienza del suo potere e cresce in lui l'illusione di poter essere all'altezza di riuscire a gestirlo, addirittura definendosi "incorruttibile". Anche qui c'è un climax esagitato dove si arriva alla follia di un personaggio arrogante, ipocrita e megalomane, in cui tutti questi appellativi sfociano nell'esasperazione di essi stessi.
E poi c'è il confronto finale tra queste due forze, ovvero tra l'introspezione del personaggio e il mondo esterno. Questi due si scontrano, perché si muovono in senso opposto, ma non per questo Kira viene meno alle sue convinzione; anzi, ormai queste ultime sono talmente radicate ed estremizzate in lui che lo portano a biasimare gli altri, credendosi un martire che lavora per il bene supremo. Questa superiorità senza confini che prova verso la società si canalizza tutta nei confronti di L, l'unico che abbia la mente e il coraggio di sfidarlo. Quindi, c'è questa bellissima focalizzazione su un uomo in particolare, su un "infedele" che presta il volto al nemico che è il mondo. Ed è in quest'ottica che egli si sdoppia: da un lato riconosce il buono che muove le azioni del suo più grande rivale, ma dall'altro lato conviene che egli non possa continuare a vivere. La beffa finale, il rivelargli la sua identità mentre egli si appresta a morire, è il segnale finale di una mente distorta e traviata, a cui non restano inibizioni o attaccamenti terreni che fungano da freno alla sua alterigia psicopatica.
Il bando richiedeva di adoperare un terzo delle lettere dell'acronimo per approfondire l'introspezione. Nel tuo caso, dovevano essere almeno tre. Non c'è bisogno nemmeno di contare, poiché hai dato peso a tutti i capoversi, sfruttando le lettere dell'acronimo al massimo.
Le lettere dell'acronimo "io" le hai adoperate per esprimere il mondo attraverso gli occhi di Light e come gli appare il futuro di ciò che lo circonda. Le lettere di "sono" hanno caratterizzato il personaggio molto bene, in questa presa di coscienza del potere che è finito nelle sue mani: "sarò" è quasi retorico, la domanda che si pone un fanatico che già vaneggia verso glorie e vittorie, mascherandole come un dovere da compiere con sacrificio; "oserò" sembra quasi voler sminuire la sua convinzione, farlo modesto, come un qualcuno che prende su di sé un peso che sa che è troppo grande per lui e non sa se sarà all'altezza. Subito dopo, però, viene contraddetto da "nasce": è quasi un imperativo che impone tutta la sua megalomania, ed è rafforzato da "osannate" che mostra il suo squilibrio. Mi è sembrato quasi di sentire la tipica musica dell'anime che accompagna i primi piani di Kira con il volto distorto. Complimenti.
E infine abbiamo K-i-r-a: un killer e non un Dio; che crede di poter compatire gli "infedeli" che lo condannato come assassino; ride come un sadico, guardando dall'alto delle sue convinzione il suo rivale; che andrà all'altro mondo, con la consapevolezza finale di aver perso, poiché sapere la verità su di lui vuol dire solo colpirlo all'anima prima che al corpo.


Titolo: 4/5

Odio i titoli in inglese, se non altro perché mi sfugge sempre qualcosa. Non ho mai saputo padroneggiare questa lingua in modo efficiente, e quando mi ritrovo a doverci fare i conti inizio a sudare freddo. Il titolo, mi par di capire, lo hai tratto dalla frase famosa de "Il Cavaliere Oscuro", che io ho amato. Il suo significato è molto diverso da ciò che incarna alla fine Light: mentre Batman è l'eroe che serve perché sa distinguere il bene dal male, anche se poi la linea è molto sottile; Kira ne perde di vista le sfumature, arrivando a uccidere gente buona e innocente, portando addirittura alla morte del suo stesso padre, innalzandosi al pari di un Dio, divenendo egli stesso l'unico Dio. Il potere lo ha corrotto.
Hai fatto, quindi, molto bene a lasciare la frase in sospeso, anche se "either" senza "or" (non mi uccidere, potrei vaneggiare, ma ti ho avvertito che la lingua straniera per me è un fardello) non ha molto senso grammaticalmente, se lo usi come congiunzione, credo non si possa reggere da solo. Quindi, io avrei tagliato la frase subito dopo "or" per dare maggior senso anche alla sospensione che aleggia nel titolo.
Detto questo – non mi uccidere, te lo chiedo ancora una volta – devo dire che, senza la seconda parte, il titolo "o muori da eroe…" mi sembra una beffa nei confronti di quello che è il suo significato originale, come se la frase avesse un continuo diverso di quello originale. Richiama alla mente quella dualità e quella distorsione che si ritrova nel personaggio di Light, partito con l'intento di fare del bene per ridare il mondo alla parte migliore e finito a essere la creatura più abietta che l'umanità abbia mai incontrato. È un riferimento anche alla morte di L e alla sua fine sadica per certi versi, morto dopo essersi fidato del suo aguzzino.
Personalmente, continua a mancarmi qualcosa da questo titolo, come se il suo vero significato più sfuggisse; quindi aspetto che la tua risposta per comprenderlo appieno.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Qui hai fatto un lavoro che io ritengo da encomiare. Ho amato la complessità di questo anime, le sue vicende fragili, umane, che vanno al di là del mondo inventato e che approdano in insegnamenti di vita quotidiani. Nell'anime è possibile vedere le disillusioni di un mondo che si muove in mezzo a pantani di corruzione e ipocrisie; le contraddizioni di personaggi fallaci, preda dei loro stessi intenti e schiavi di una società grigia e spenta.
Questo sfondo è un personaggio vivo nell'anime, e lo è anche nella tua storia. L'atmosfera, quindi, diventa parte attiva e istigatrice delle vicende e delle personalità dei personaggi.
Light è un ragazzo insofferente, brillante, ma abulico verso un mondo che non gli dà altre possibilità sennò soccombere al mondo corrotto e fallace che lo circonda. La sua mente appare già predisposta verso pensieri utopici ed estremi, dove egli ricerca la perfezione di un mondo giusto ed equo. Le sue intenzioni di bontà e giustizia, però, vengono corrotte dall'uso del Death Note, che tira fuori la parte più abietta e oscura di questo personaggio, fin dall'inizio ambiguo e controverso. Light è la vittima perfetta di un potere superiore, che si diverte a combattere la noia con le inventive di una mente traviata dal potere e distorta dalla convinzione in idee che prescindono il giudizio altrui. Light vive nel suo mondo e, a causa del potere di cui viene in possesso, detta le leggi anche per quello che lo circonda. Un eroe con spirito di sacrificio, magnanimo, giustiziere della notte; che presto diventa assassino, nemico della giustizia, Dio in terra.
Sei riuscita, con accenni e piccole allusioni, a richiamare questa evoluzione verso il lato più negativo della specie umana. Hai espresso, attraverso questa magnifica introspezione, il fanatismo e le manie megalomane di un personaggio imbruttito dalle sue stesse mani e dai suoi stessi pensieri.
Persino i suoi pensieri, la sua risata, e le sue idee di rispetto e "dono" nei confronti del suo rivale sono perfettamente riconducibile alla versione originale. Hai fatto davvero un lavoro da invidiare!


Gradimento personale: 5/5

Non c'è molto che io possa dire in questa voce, credo si possa dedurre tutto dai voti nelle altre valutazione. Certo, non è detto che una storia perfetta mi strappi il massimo di punti nel gradimento personale, ma qui non potevo fare altrimenti. Adoro Death Note e adoro il personaggio di Kira, credo che incarni la libera estremizzazione della follia che si racchiude in ognuno di noi. Voglio dire: se avessimo il suo potere cosa faremmo? C'è un punto di rottura, in tutti noi, che è corruttibile. Light è una mente psicopatica che ha avuto possibilità di sfogo, e ha raggiunto la sua massima espressione di mania omicida e onniscienza. Ha una profondità e un'umanità, seppure abominevole ed esagitata, che tu hai riportato interamente sulla carta. Questo non può che colpirmi al cuore.
Inoltre, seppure con qualche pecca qua e là, mi è piaciuto il tuo stile scorrevole, mi ha saputo coinvolgere nella lettura, senza strafare, con i giusti "effetti speciali". Ti faccio ancora una volta i miei complimenti per questo mosaico a tutto tondo, e alla prossima.


Punti bonus: 8/8

La suddivisione delle tre parole è stata ottima. All'inizio, avevo qualche dubbio sull'utilizzo di "IO", poiché doveva incentrarsi su Light, visto che era lui l'io di riferimento, ma poi ho ragionato sull'obiettivo della tua storia: l'evoluzione del personaggio. L'Io di Light è quello di partenza: il ragazzo brillante e annoiato, preda di un mondo spento e corrotto, annoiato e arrabbiato nei confronti di una vita ingiusta; l'io viene rappresentato, quindi, da Light che subisce la vita. Poi abbiamo "sono", ovvero la presa di coscienza, la scoperta di come egli è veramente e di ciò che vuole e farà da quel momento in poi: un ragazzo che si presta a liberare l'umanità dal male, elevandosi a una posizione come quella di un Dio.
Mi è piaciuto il contrasto iniziale tra il "sarò" che apre la seconda parte e l'acronimo di "sono", come a dire: sono o sarò in futuro? A questa domanda rispondi lungo la narrazione, poiché la domanda diviene subito retorica mentre Light diventa sempre più esaltato e sicuro di trovarsi nel giusto. Un altro particolare da notare è il passaggio da sarò "un" Dio incorruttibile del secondo paragrafo a sono Dio, e basta. Il mondo che lo circonda non è più il mondo in cui egli vive, ma il mondo di cui si crede creatore e dominatore, e l'unico che può dettare legge è lui.
Ancora una volta ottimo il passaggio al terzo paragrafo, dove l'acronimo Kira è subito esaltato dalla parola "Killer", che è poi la sua giusta traduzione. In questa terza parte abbiamo lo stadio finale di questo personaggio, ormai senza più inibizione o controllo, esaltato e fanatico, che si presta a dettare la "sua" legge e le "sue" regole. C'è la parte più esecrabile e immonda dell'animo umano, l'ultimo stadio di una mente traviata e corrotta.


Punteggio: 48.4+8/50+8

Nuovo recensore
01/06/17, ore 16:45

Ciao! Partecipo anch'io all'acronym battle e sto curiosando nelle storie degli altri partecipanti ^^
Molto carina questa fanfic! Complimenti! E sicuramente scritta bene. Erano secoli che non leggevo qualcosa su Death Note, soprattutto su Kira perchè... insomma... non è che mi piaccia particolarmente come personaggio. Eppure tu sei riuscita a rappresentarlo bene e in poche righe: complimenti due volte ^^

bye!