È sempre un immenso piacere poter leggere una storia ben scritta: se poi i protagonisti sono loro due – personaggi secondari di cui si sa poco e nulla, ma ricchi di potenziale – , tanto meglio!
Complimenti per aver saputo mantenerli fedeli a se stessi, rispettando pienamente le sfumature caratteriali che ci viene concesso di raccogliere qua e là nel corso del manga. Ho trovato plausibili, oltre che interessanti, le teorie da te proposte: per mezzo di vivide pennellate, sei riuscita a rendere nero su bianco un rapporto tenero e viscerale, reso solido dallo scorrere degli anni, trascorsi fianco a fianco. In particolare, credo che la frase “Era disperato, disperato e patetico, in lacrime (…) bestiame a cui non ricordava nemmeno di aver fatto un torto” esprima in modo ineccepibile la natura dei vampiri cui l’inventiva di Kagami ha dato origine: se da una parte riesce naturale domandarsi: “sussiste forse qualcosa di più umano della sofferenza scaturita dalla perdita di una persona cara?”, dall’altra si denota una noncuranza agghiacciante, una mancanza di considerazione inammissibile nei riguardi di creature sovente deprivate della propria dignità.
Inoltre, lasciatelo dire, ragazza: hai uno stile incantevole. Scorrevole eppure a tratti poetico. Il testo risulta essere incastonato di preziose figure retoriche, atte a trasmettere note di lirismo meticolosamente calibrate (la similitudine “timidi e fragili come foglie primule” ne è un esempio lampante).
Sai che leggerei qualcosa su Yoichi e Gekkoin con sommo piacere? Nel frattempo, ti saluto, rinnovando il miei apprezzamenti! |