Kaaaaaan!!!!
Oddioddioddioddio!
Quanto, quanto mi è piaciuta questa storia!
Mi è rimasto impresso ogni dettaglio, ogni dialogo, ogni riflessione!
È così perfetta e amara, così essenziale e intensa… l’ho davvero adorata!
Partendo dal protagonista: è una resa di Nelyo perfetta!
Semplicemente, meravigliosamente perfetta!
So quanto hai studiato e approfondito il suo personaggio, ed è lui, Kan, è assolutamente lui!
E io sono d’accordissimo con te per quanto riguarda la sua caratterizzazione.
Nelyo è questo: è un politico, uno stratega, un ottimo osservatore.
Ti ringrazio per averlo scritto mostrando tutti questi aspetti!
E partendo proprio dal suo modo di fare politica,ho amato la scena iniziale, dall’arrivo fino a tutto il dialogo tra lui e Elwing!
È una scelta assolutamente da Nelyo cercare di mediare, cercare di non ricorrere subito alla forza, nonostante la morte dei suoi fratelli e i gemelli che reclamano vendetta.
Ed è assolutamente IC anche il modo scrupoloso in cui lo mette in pratica. Prende lui in mano la situazione partendo personalmente, e cura ogni dettaglio per far sì che la sua copertura regga e questa ultima missione diplomatica abbia almeno una possibilità.
Non che il giuramento non gli pesi, anzi, si sente quanto brucia, quanto ormai lo stia consumando.
Peggio ancora perché il silmaril è proprio lì, a suo modo partecipe. E si è come “adattato” ad Elwing, in un modo che sembra irritare profondamente Nelyo, ma che allo stesso tempo lo affascina, anche, in qualche modo.
Temevo davvero questo dettaglio, perché ero certa che Elwing lo avrebbe avuto al collo e temevo le conseguenze della cosa, e ho amato come hai gestito il tutto!
Hai descritto in maniera eccezionale Nelyo in questa modalità politica: come pesa ogni gesto, ogni parola, come osserva le reazioni di chi ha difronte, senza che niente gli sfugga.
Eppure, riflessivo com’è, non può fare a meno di ricordare, di guardare oltre la situazione e pensare a tutto ciò che è stato prima e che sarà poi.
Sa anche usare questo sguardo al futuro a suo vantaggio, con Elwing lo fa in maniera anche minacciosa, eppure intanto ha anche la sua famiglia in mente, il futuro della sua gente, il suo, quello del giuramento.
E altrettanto il passato, gli errori che sono già stati fatti e che vuole evitare di ripetere.
Nelyo ricorda Elured ed Elurin, ed è un ricordo doloroso, per lui.
Non è una persona che ama ricorrere alla violenza, giuramento o meno, guerre logoranti e perdite o meno: la sua riflessione sul fatto che uccidere una volta di meno sarebbe una vittoria mi ha davvero colpita, è così che ho sempre visto il suo personaggio!
Il modo in cui la conversazione si fa mano a mano più intensa, le parole e le frasi più affilate è magistrale, sul serio.
Sia Nelyo sia Elwing sanno bene dove colpire per far valere il più possibile le loro ragioni, per colpire l’altro abbastanza forte da farlo desistere, nonostante qui siano per la maggior parte frasi lasciate in sospeso, dette e non dette.
Anzi, è proprio questo il punto di forza di tutto questo dialogo!
Nelyo non si dilunga nel minacciare un massacro feroce, ed Elwing non insiste sul fatto che i feanoriani attaccando altri Noldor rischiano di essere abbandonati dai loro stessi guerrieri.
Eppure queste affermazioni prendono lo stesso il loro spazio, e pesano.
È solo quando Nelyo fa il suo attacco più mirato e personale che il discorso cambia, si fa più diretto, e questo cambio mi è davvero piaciuto!
Nelyo parla senza mezzi termini, usando tutta l’abilità possibile nelle parole, nei toni.
Ha scelto di osare, di andare a colpire Elwing lì dove non può non farle male, in qualsiasi modo.
È un estremo tentativo, in tutti i sensi, fatto con l’intensione di usare fino all’ultima possibilità che gli da, sfruttando ogni singolo spiraglio che trova.
Ha ben chiaro quanto sia un azzardo e quanto sia crudele, anche, ma una volta imboccata questa strada, non può che seguirla testardamente da buon noldo e per di più feanarion. Con più prudenza e saggezza, ma sempre determinato.
Sa benissimo di star giocando col fuoco, perché sta giocando anche con sé stesso, ma sa anche che è proprio su questo che sta basando il suo tentativo.
Si scontra però con la furia di Elwing, furia e freddezza che sono tutte da analizzare!
Hai mostrato una Elwing un po’ diversa dall’immagine ferma ma più mite e speranzosa che ho sempre avuto io, ma proprio per questo meravigliosa!
È una Elwing a tutto tondo, che… Emana forza, sul serio.
È una Elwing che si è indurita per disperazione, per necessità di sopravvivenza. Si è indurita per scelta e per volontà. Ce l’ha messa tutta per fare sua questa caratteristica di forza, di condottiera che non cede e non si piega.
Mi ha fatto ripensare a Dior e mi sono chiesta se, inconsciamente o meno, Elwing non si sia rifatta a qualche vago ricordo, oltre ai racconti, di sicuro tanti, che ha sentito di suo padre e del suo bisnonno Thingol anche, forse.
E dato che è una donna fiera della sua stirpe e fiera della sua gente, perché non mostrare anche lei quella fierezza che hanno mostrato i suoi antenati quando hanno rivendicato ciò che gli spettava?
La gente del Sirion sarà anche inferiore per armature, numero, sfinita dalle guerre, ma non vale di meno e non merita meno speranza e meno possibilità di ottenere protezione e prosperità, anzi, ne merita di più.
E dato che spetta a lei procurarla e custodirla, questo farà.
Ma Elwing non è diventata un pezzo di ghiaccio. Resta una persona, una donna, una madre e una moglie.
Una persona che ha insicurezze, dubbi e certezze con cui fare i conti e da tenere insieme, una donna che si farà valere anche in questi tempi di guerra proprio come ha fatto Luthien, una madre che proteggerà i suoi figli, che per loro vuole qualcosa di meglio, qualsiasi cosa sia.
Ed è anche una moglie che sente nostalgia del marito.
La cosa che mi ha colpita è come Elwing vive questa nostalgia. La sente del tutto, e intende placarla come può, ma questo non sarà una soluzione, e lei lo sa. Una parte di lei rivuole Earendil,ne ha una nostalgia insopportabile. Forse non sarebbe disposta a rinunciare alla speranza, pur di averlo al suo fianco e di non dover raccontare lei di lui ai suoi figli. Ma la nostalgia c’è, e anche la rabbia per questa assenza che si prolunga, in parte.
Per quanto faccia di tutto per accettare ciò che le è toccato, per quanto ne sia anche molto orgogliosa, in lei c’è anche questo.
E lei non riesce a non provare rabbia e frustrazione: frustrazione per l’equilibrio che le toglie, e rabbia perché sa che è sbagliato, sa che è inutile, ma non può non provarla.
Ma non penso che abbia cercato Nelyo solo per questa questione personale… Almeno, non all’inizio.
Ha tentato anche di diventare lei stessa ambasciatrice.
Aveva riconosciuto Nelyo, nella tenda, e lo ha cercato per fare a sua volta la sua proposta, la sua provocazione.
Come quella di Nelyo, anche la sua purtroppo non è stata sufficiente, pur avendo colpito un punto sensibile.
Hanno chiuso il cerchio dei tentativi e della politica, così
Ed è stato un secondo dialogo intenso e magistrale quanto il primo!
Anche di più: è più intenso, più serrato. Elwing e Nelyo si sono cercati al di là delle vere ambasciate, e quel dialogo si deve svolgere solo tra loro, senza maschere, senza nulla che li trattenga dal dirsi tutto ciò che pensano, sulla rivendicazione del silmaril ma non solo.
Sulle rispettive azioni, sui rispettivi sbagli, sulle rispettive mancanze.
Un’altra cosa che rimane impressa è come siguardano: Nelyo è affascinato da Elwing, da questa donna bella come una Maia, diventata d’acciaio per necessità, che ha qualcosa di Luthien ma anche qualcos’altro, che forse la rende altrettanto misteriosa.
Ed Elwing ha davvero la stessa determinazione e la stessa fermezza di Luthien, se è necessario, ma ha anche quell’impeto diverso, che le viene dagli uomini, immagino.
È difficile dire cosa l’ha colpita di Nelyo: forse lui, forse questo suo tentativo così diretto che lo ha portato persino a mostrale un suo punto così debole.
O forse voleva solo dimostrargli di valere quanto e più di lui, tanto da prendersi ciò che vuole senza muovere eserciti, cosa che lui non fa.
Tanto da dargli anche ciò che lui desidera molto più di lei, che si è provocato da solo.
E così si ritorna alla questione più personale…
Nelyo da parte sua prova ciò che prova Elwing, la stessa nostalgia e lo stesso bisogno, ma in maniera più malinconica, più... Rassegnata. Ormai conosce il vuoto della perdita, è diventato parte di lui, che altro può farci?
C’è il giuramento, ci sono i fratelli che gli rimangono, c’è il resto del suo popolo che ha bisogno della sua guida. Proseguirà questa “spirale in discesa”, e basta.
Anche lui però ha le sue sfaccettature inaspettate, e le sue parole gli si sono rivoltate contro non tanto nel momento in cui le ha pronunciate, quando al contraccolpo forse era anche pronto, ma dopo, quando le ha sentite pronunciare da qualcun altro. Quando Elwing ha reso i gesti che lui ha immaginato concreti.
A quel punto anche lui si è trovato a dover scendere a patti con ciò che prova ancora e di cui ha bisogno, ma ancora una volta lo accetta più di buon grado, anzi, ne è anche grato a Elwing, in qualche modo.
Gli accenni all’amore tra Nelyo e Finno sono delicatissimi e dolci: mi ha colpita la naturalezza con cui sono emersi, perfettamente adattati ai personaggi, alla loro storia, senza eccessi, senza che diano l’impressione di essere il centro della storia in sé o della storia di Nelyo, o dello stesso Finno.
Li hai raccontati con la tenerezza e la nostalgia che deve provare Nelyo ma anche con l’amarezza e la consapevolezza di quanto il giuramento li abbia separati in vita e rischi di separarli per sempre anche oltre.
Il fatto che Nelyo si irriti perché ormai tutti sanno, mi viene da riflettere, non è vergogna, ma è un voler proteggere forse quel poco che c’era, un tenerlo lontano da tutta questa amarezza, dalla morte e dallo sfacelo di tutto il Beleriand.
La scena di sesso è qualcosa di incredibile, Kan.
Amara, essenziale, diretta nel modo che hanno i due nel ricordarsi con ogni gesto che sono già in guerra, anche se si stanno dando piacere a vicenda. Che sono e resteranno nemici.
Si stanno aiutando in un senso ma stanno tenendo ben fermi gli equilibri della loro rivalità nell’altro e l’amarezza di questo scontro costante e inevitabile, di questo mezzo sollievo che si danno che però è già e sempre lotta è amarissimo, è davvero amarissimo.
Non c’è cattiveria, solo tanta rabbia, solitudine e disperazione. E, purtroppo, nessuna dolcezza. Non ci può essere, non in questo caso, non a questo punto.
Si sono cercati perché hanno innescato insieme qualcosa che solo loro tra loro potevano placare.
È passato qualcosa di particolare tra loro, ma è morto mentre si riprendevano sdraiati sulla riva del fiume.
Mamma mia, è straziante…!
Meravigliosa, Kan, semplicemente meravigliosa anche questa storia!
Elwing e Nelyo sono vivi, vivissimi, e il loro incontro-scontro lo è altrettanto.
Sei riuscita a renderlo possibile, a far incontrare davvero questi due personaggi. Nelyo ed Elwing potrebbero, forse, essersi visti una volta sola mentre Elwing precipitava in mare. Ma con questo racconto tu sei riuscita a rendere anche questo what if vero, possibile, come se fosse perfettamente plausibile che, incontrandosi prima, questi due personaggi avrebbero potuto reagire così.
Sei magica in questo, Kan, davvero. Quando li scrivi questi incontri non diventano solo interessanti what if, ma sembrano quasi reali!
e succede anche tramite tutti i dettagli che sai metterci: il gesto giusto, il ricordo giusto, il momento giusto.
E a proposito dei dettagli, in questa storia in particolare ce ne sono così tanti, uno più interessante dell’altro!
Uno che mi è rimasto particolarmente impresso, per esempio: l’incontro formale, politico, avviene di giorno, in una tenda blu notte ma di giorno, inizia in presenza di altri, in maniera formale.
Il secondo incontro, quello più intenso, più privato, più diretto avviene di notte, nella solitudine più totale.
E senza colori tranne due note di rosso che sono i capelli di Nelyo e le labbra di Elwing. Tutto il resto o è argento o è ombre, come i due personaggi, soprattutto come i loro pensieri.
Mi ha colpita anche la stessa presenza del fiume, sia perché ha dato un tocco in più alla scena in sé, sia perché è il Sirion, che già da solo è suggestivo, in questo caso lo è ancora di più.
Grazie, Kan, grazie grazie grazie grazie per questa storia!
Continuerei davvero a ringraziarti all’infinito, perché hai descritto Nelyo alla perfezione e hai presentato un lato di Elwing che non avrei mai immaginato.
Complimenti Kan!
Complimenti con tutto il cuore!
A presto,
Un abbraccione!!!
Tyel |