Recensioni per
Il vacuo culto della prole
di Carlo Di Addario

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
16/09/17, ore 13:42

Finalmente trovo il tempo di recensire come si deve, perché a dire cosa ne penso ci sto molto poco ma recensire per bene richiedeva almeno un'oretta libera.
Cerco di non fare l'errore della scorsa volta, quando mi dicesti di non aver capito se avevo apprezzato la storia o no, dunque rispondo innanzi tutto a questa domanda.
La storia sì, la storia è bellissima (intendo perché so che è collegata con il resto, in sé non succede molto, fossi in te metterei tutto in una stessa storia o serie, poco importa se ci sono sbalzi temporali e se i capitoli non sono ben amalgamati tra loro, sarà una storia più dinamica e particolare) l'atmosfera è la stessa della scorsa volta, cupa, triste (sarà un caso che immagino tutto, vestiti e arredamento, di colore grigio?) È quella che, volenti o nolenti, mi innervosisce, mi fa dire "Diamine, avrei fatto in un'altro modo".
La scena che più mi ha toccato da questo punto di vista è dal momento in cui le compagne la prendono in giro in poi.
Tutto è nornale, fino a quel punto, Annabell è diversa, più intelligente delle altre, quindi si discosta dal gruppo difendendo l'insegnante per molti nobili motivi, il non conformarsi, il capire il dolore di una persona. Loro reagiscono, com'è naturale che sia, e la prendono in giro. Fin qui sembra una bella lotta tra il non conformarsi di Annabell ed l'imposizione a farlo dato dalla società. Solo che, tornata a casa, il pianto di Annabell sembra confermare la vittoria delle compagne ed io sotto sotto mi dico "NO, NON VA BENE!" Però forse lì dovrei accettare che è una bambina e magari crescerà, ma perché piange? La presa in giro è finita. Perché non è orgogliosa di aver difeso l'insegnante? È frustrante tutto ciò. Poi arriva Ada, ed è peggio perché lei è grande! Da a sua sorella un insegnamento sbagliatissimo, ok, lo fa per proteggerla, ma la vita è fatta per vivere, non per sopravvivere, e i fratelli maggiori devono crescere dei futuri uomini, non del bestiame.
In una dittatura prima c'è la forza e poi la paura e la sottomissione. Forse quelle bambine sono così perché le loro madri e sorelle hanno insegnato loro ad essere così, pur di farle sopravvivere, ma non è così che vivono gli uomini! Annabell deve imparare a soffrire per le sue idee...mi dispiace Ada ma come sorella hai fallito...Ahaha, no dai, non siamo così drastici, spero che entrambe si redimano e dunque apprezzo questo racconto come inizio di storia, ma come one shot no, scritta benissimo ma con una triste morale. La gente forte esiste sempre.
(Recensione modificata il 16/09/2017 - 01:42 pm)

Recensore Master
24/06/17, ore 13:56

Ciao :)
avendo letto con piacere Fabbrica 42 sono passata nuovamente sul tuo profilo, e mi sono resa conto che c'è una serie, anche piuttosto lunga, che sembra cominciare con questa storia. Singolare il fatto che hai scelto di dividerle in one shots separate tra loro, è una formula che non ho mai visto usare, ma suppongo che questo sia una sorta di primo capitolo introduttivo e mi ci sono approcciata come tale.
Dunque l'introduzione a questo mondo è chiara, la società è opprimente e impone al singolo individuo di avere un certo comportamento che non esca dai canoni imposti. Annabel anche è presentata in maniera chiara e definita: una ragazza adolescente che sta cominciando a plasmare le proprie idee sulla vita, dovute principalmente alla situazione familiare che vive sulla propria pelle, e che ha una mentalità poco elastica dovuta alla giovane età.
Le sue idee di libertà sono semplici eppure sovversive per il suo mondo, addirittura è strano che una donna non abbia più di un figlio (anche se magari non per sua volontà). La sorella maggiore sembra avere più coscienza e le raccomanda principalmente cautela, probabilmente percependo l'animo ribelle della sorellina, e suppongo che per Annabel ci vorrà un po' per comprendere il senso di ciò che le ha detto Ada.
Dunque le basi della storia sono tracciate, e mi chiedo a questo punto quali saranno gli sviluppi futuri. A presto ^^

~Sky

Recensore Veterano
26/05/17, ore 10:43

All'inizio non avevo ben capito dove fosse ambientata la storia: parli di Po, di regime egemonico di Francia e poi la famiglia ha un cognome inglese. Poi ho visto che avevi inserito la storia nella sezione Fantascienza e mi è sembrato più giusto pensare che si trattasse di una specie di futuro (o passato?) alternativo. Correggimi se sbaglio, non ne sono troppo sicura e trattandosi di una one-shot non credo avrò risposte in capitoli successivi, quindi mi viene da giudicarne il lavoro complessivo :) Il racconto è interessante ed è scritto bene, si legge tranquillamente, il rapporto fra Ada e Annabel è qualcosa che potrebbe essere divertente sviluppare, così come quello con la famiglia della protagonista, ma non ho tanto capito cosa ci dovrebbe essere di fantascientifico: forse il tipo di società in cui il tutto è ambientato? Perché purtroppo, almeno secondo il mio modesto parere personale, la distopia (sempre che quello fosse il tuo intento, ma se non lo era non mi spiego l'inserimento della storia in questa sezione) si percepisce poco. Ho avuto qualche difficoltà a immaginarmi come il tutto dovesse essere strutturato, sembra di leggere di un periodo storico di inizio '900. Spero tu non l'abbia presa male, la storia è bella e mi ha incuriosita, ma quando qualcosa mi incuriosisce e genera qualche perplessità e io devo sempre chiedere ^^
Ciao e alla prossima!
Trix

Recensore Master
26/05/17, ore 10:03

Ciao, la tua storia mi è piaciuta molto, l'ho scoperta per caso proprio oggi.
Lineare nella narrazione e nella caratterizzazione del personaggio di Annabel,come nel suo rapporto con gli altri suoi familiari.
L'unico neo che trovo è il gnere principale che hai dato a questa storia, a me sembra più storica che fantascientifica... ma forse, se hai tempo e volgia, saprai spiegarmi ilmotivo della tua scelta :)