Recensioni per
Just to live
di Architetto di sogni

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/07/18, ore 16:35
Cap. 1:

Ciao, buon pomeriggio!
Parlare di una tematica così delicata quanto personale è molto difficile, anche riassumerla in un certo contesto narrativo e in un'idea originale e soggettiva: devo dire che non ne sono rimasto affatto deluso.
Penso che il pregio di questa drabble sia il grande impatto visivo che provoca tra le righe, ha infatti un'impronta scenica immersa in un offuscamento vivido e quasi pauroso nella sua mesta malinconia, una sorta di vicolo cieco dal quale la protagonista non può uscire, in quanto è un punto di non ritorno verso qualcosa che potrebbe portarla a vivere e sentire il sangue scorrere nelle sue vene.
La protagonista è un'anima che in passato ha sicuramente provato a combattere e ribellarsi al circolo vizioso della sua iniziale tristezza poi sfociata nella depressione più incombente, un qualcosa di troppo grande da abbattere e che gli altri non potrà mai capire fino in fondo, probabilmente perché non hanno mai voluto domandarsi cosa le accadesse dentro di sé.
In realtà niente del suo passato remoto è esplicitato qui e la cosa non pesa minimamente (il concerto sembra quasi un ennesimo tentativo di distrazione), però mi piace pensare che la ragazza sia stata una di quelle anime pure che un tempo era piena di ambizioni e sogni, ma la gente maligna e i sentimenti rivolti e sprecati per chi non li meritava sono state la sua rovina e la fine di tutta quell'essenza cristallina.
Si è aggrappata alla speranza che poteva farle cambiare idea anche solo per quella notte, ma tutto quello che la circonda, dal terreno all'ultraterreno direi (è molto umano affidarsi al cielo in alcuni casi), è oscuro ma vuoto, senza alcun tipo di segnale per poter cambiare idea e non farsi del male tanto da annullarsi per l'ultima volta.
Sono frasi che appaiono necessarie e intrecciate tra di loro, sia nella loro lunghezza che nella spiegazione del fulcro principale a livello narrativo, crude ed espressive nel loro sentimentalismo introverso e cupo, arricchite da piccoli dettagli che donano all’ambientazione e ai gesti quella spontaneità legata all’emotività palpabile con la lettura.
Le ultime tre frasi rappresentano l’effettivo climax drammatico che aleggia intorno alla storia della protagonista, donando attenzione a quel briciolo di vita che passa e attraversa tutto il suo animo, specie quel sorriso che testimonia un insieme di emozioni che sarebbero potute nascere in tutt’altro modo e con chi di dovere piuttosto in quel contesto così povero e fatale.
Ti dirò, sembrano gli ultimi istanti di un’epopea molto lunga sulla vita di questa persona, taglienti e sommesse per l’inevitabile finale desolato, o una sorta di flash-forward cinematografico che precipita con un’intensità personale e immersa nei colori e nei sensi: personalmente, desiderare leggere e sapere qualcosa di più dopo tutto ciò è quasi d’obbligo e penso che sia positivo e denoti la bravura che hai messo per iscritto.
La scena, quindi, riesce a colpire e a creare quella rabbia da lettore per l’epilogo disperato e irrimediabile; una vita vuota che si allontana da questo mondo, ma il gesto è avvenuto come ultima spiaggia, è un ultimo grido nei confronti di tutto ciò che è stato, soprattutto di negativo, con (l’ultima) speranza che dall’altra parte ci siano tante stelle da prendere e stringere a sé.
In conclusione, la storia è un’esperienza che svuota per l’angoscia immersiva che sgocciola riga dopo riga, è qualcosa di radicale e premeditato come l’evoluzione del sentimento oscuro che ha attraversato questo personaggio fino a colpirla e avvolgerla totalmente fino all’ultimo secondo della sua esistenza, mesta e sottovalutata da chiunque, forse anche da se stessa. 
Per me è una drabble forte nei contenuti e capace di illustrare sensi, sapori e sensazioni (soprattutto queste ultime) con fare ipnotico e ben coinciso, con una narrazione che unisce scorrevolezza ma anche una dose di descrizione non indifferente e ben calibrata, che coinvolge e coinvolgente sotto aspetti tecnici e creativi.
Ottimo lavoro, per quanto mi riguarda!

Un abbraccio,

Watashiwa

Recensore Master
07/07/18, ore 13:17
Cap. 1:

Giusto un appunto grafico: l'immagine — secondo me — è leggermente troppo grande rispetto al testo, esso poi potrebbe essere separato dalla linea di fine storia da qualche invio in più sulla tua tastiera; infine, il titolo sarebbe meglio ingrandirlo, così da focalizzare l'attenzione del lettore su di lui, perché così passa quasi inosservato.
Questa storia l'hai scritta quasi precisamente un anno fa, rispetto invece all'altra che se non sbaglio hai scritto a ottobre. Ho trovato dei considerevoli miglioramenti nella seconda, sebbene anche questa sia degna di nota (e infatti ho deciso di recensire ugualmente).
Lo stile infatti qui lo trovo un po' impolverato, come se gli mancasse solo una spolverata per essere praticamente perfetto, presentarsi in tutta la sua luminosità. I periodi in generale forse sono un po' pesanti, il testo poteva essere ammorbidito da alcuni cambiamenti, che comunque non sto qui a dirti perché è questione di stile. Lo faccio presente perché credo che da un anno a questa parte il tuo stile sia cambiato e quindi magari gli vuoi dare una rilettura.
Per il resto, la storia è davvero struggente. Assistere alla morte spirituale di questa ragazza (perché di quello si tratta) è straziante. Insomma, il suicidio non può mai essere una cosa bella, è sempre una decisione che scuote completamente il mondo di chi la prende e di coloro che circondano questa persona. 
Mi dispiace immaginare la faccia degli amici, quegli amici che magari erano così sicuri di averla fatta tornare a ridere, a splendere, che facevano di tutto per tirarla su.
Ma lei non era riuscita a vedere nessuna stella.
Sarebbe curioso capire cosa l'ha spinta a prendere questa decisione, ma è bello il modo in cui non l'hai reso necessario, perché si riesce a concentrarsi solo sullo stato attuale del personaggio, senza bisogno di percorrere il suo passato, ma solo osservare il presente. 
Ma non capivano che alcuni muoiono solo per vivere.
Questa frase sinceramente mi ha colpita nel profondo, nel senso che comunque immagino sia proprio quello lo stato d'animo di una persona che pondera seriamente il suicidio. Come il volersi liberare da una prigione, come l'unica alternativa per vivere davvero. Tanto di cappello.
Anche l'ultimo sorriso triste è un tocco di classe, come se dicesse addio alla sua vecchia vita e ciao alla sua nuova compagna, la morte, con serenità. Mi fa pensare alla favola dei tre fratelli di Harry Potter, e al passo che dice "Dopodiché salutò la Morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, congedandosi da questa vita da pari a pari."
Complimenti, anche questa storia è davvero carina.
Alla prossima.

alexa.

Recensore Junior
02/10/17, ore 17:38
Cap. 1:

Recensione premio secondo posto- People fall in love in mysterious ways

Non posso che fare tanto di cappello alla maestria con cui, con poche righe, sei riuscita a chiarire perfettamente quel che accadeva. La solitudine, che solo un grande dolore può provocare, diventa lancinante anhe se si cerca di superarla, anche se c'è gente che cerca di starti accanto.
La ricerca delle stelle prima di prendere le pillole; non sapremo mai cosa succede dopo che quegli occhi si sono chiusi sotto un cielo stellato e forse è proprio questo ciò che dà più malinconia alla tua storia: la non conoscenza di quel che avverrà.
Cos'altro dire? Con pohe righe sei riuscita a commuovermi.
Complimenti!

Recensore Junior
18/09/17, ore 20:34
Cap. 1:

Seconda classificata al contest "Xtreme" organizzato da Hannibal L, giudicato da Hedoniste
PUNTEGGIO: 45/56
ATTINENZA DEL PACCHETTO: 16/20
 
Uso dell’immagine:
buono, ma non perfetto. Parli infatti de L’odore di frittura e di salse del chiosco a pochi metri, ma il chiosco dell’immagine è chiuso, quindi le due cose non collimano. A distrarre la tua protagonista sarebbe potuta essere la luce verdognola, il rumore delle ventole dei frigoriferi, l’odore del pattume di fine giornata, che si sarebbero accordati meglio con la sensazione di profonda desolazione suggerita dalla foto.
 
Sviluppo della tematica:
Il tema del pacchetto scelto è il suicidio. Non viene sviscerato, ma lasciato intuire a chi legge (Deglutì le ultime pillole) e la cosa non mi dispiace; ciononostante, da un punto di vista obiettivo non si può parlare di un vero e proprio “affrontare” la tematica come richiesto dal bando.
 
BONUS: 4/6
 
Uso della citazione bonus: la citazione è presente all’interno della storia, ma in nessun modo viene elaborato il concetto che essa propone, cioè che con la morte (soprattutto in giovane età) possiamo fissare un’immagine di noi perfetta, immune al tempo e alla vecchiaia, nei ricordi di chi sopravvive. Ti assegno quindi uno dei due punti a disposizione.
Uso dell’elemento bonus: l’elemento bonus del tuo pacchetto era concerto rock. Ovviamente nelle poche parole a tua disposizione immagino non fosse richiesto di articolare a fondo il concetto, ma di fatto hai nominato solo “concerto”. Peccato perché sarebbe bastato modificare leggermente la frase seguente “Avevano organizzato il tutto” in “Avevano organizzato tutto” – che è anche più corretto – per poter inserire “concerto rock” per intero. Per questo, ti assegno solo un punto.
Drabble: la tua storia conta 110 parole ed è pertanto considerata una drabble. 2 punti bonus!
 
GRAMMATICA: 10/10
Perfetta, come mi aspetto da una storia di 110 parole. Brava! Anche lo stile fresco e semplice, senza essere povero, contribuiscono a renderla piacevole da leggere.
 
CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI E TRAMA: 15/20
In questa parte sei sicuramente penalizzata dalla brevità dell’elaborato, che non ti consente una dovizia di particolari in grado di arricchire il ritratto della tua protagonista. C’è un però: le drabble, proprio perché impediscono ogni “ricamo” che possa fornire dettagli sul quadro generale della storia, devono a maggior ragione mantenere una forte coesione strutturale in tutto l’elaborato. In un punto della tua storia la coesione si perde:
In fondo glielo doveva, ai suoi amici.
Cosa? Vedere una stella prima di morire? Non è possibile rintracciare altrove nella storia un riferimento a questa frase, che rimane quindi slegata dal resto senza un significato ben preciso.
 
GRADIMENTO PERSONALE
Ammetto di non essere un amante delle drabble: adoro le storie lunghe, lunghissime e faccio fatica già con le flash da 500 parole, figuriamoci. Per questo, posso dire di aver amato ed odiato la tua storia al contempo: mi ha incuriosita e mi sono trovata a chiedermi cosa abbia portato la tua protagonista su quella panchina, con quel flacone di pillole in borsa già da prima, quando era al concerto con i suoi amici – tutto pianificato, quindi, e ci vuole una risolutezza invidiabile per prendere una decisione del genere – eppure tutti questi interrogativi non troveranno mai una risposta perché, veloce come un bicchier d’acqua, la narrazione scivola via e si conclude quasi prima di essere iniziata. Che sofferenza! Scherzo, rimane comunque una buona storia, ben scritta, con uno stile pulito e lineare che ho davvero apprezzato.

Recensore Junior
09/06/17, ore 17:48
Cap. 1:

Adoro.
Il solo fatto di essere riuscita a scrivere così tanto in così poche righe è stupendo, davvero~
Trovo geniale il modo in cui hai presentato l'argomento, perché è semplice finire nel banale con il tema del suicidio.
Ma non è successo e l'unica cosa che posso dire che non mi sia piaciuta è il non sapere perché si sia suicidata.
Ma questo credo che sia per semplice gusto personale.
In ogni caso, questo non ha tolto molto alla storia che ho trovato piacevolissima e decisamente intelligente.
Mi ha fatto piacere poterla leggere ^^
Grazie mille~
Holy (o larval, dipende da quando leggerai la recensione)