Ciao!
Eccomi qui con un'altra recensione.

Joyce era confusa. Non riusciva a credere che esistesse gente come Jhazar. Le era stato insegnato che Malag era il male e andava eliminato. Come si poteva scendere a patti con quel mostro che voleva la loro rovina?

Joyce, tesoro. Lascia che ti prenda amabilmente sotto braccio e che ti spieghi che c'è un motivo per cui i ragazzini non prendono parte alle riunioni segrete. Lo so che se fossi tu un capo di stato non eissteresti a mandare i tuoi uomini al macello perché - ehi, la nostra causa è giusta! - ma se c'è qualcuno che ha delle remore nel farlo ti prego di porti due domande.

Detto questo non vedo l'ora di scoprire qualcosa di più sulla missione di Vyncent! A proposito, con lui c'è anche qualcun altro che conosciamo? Lo vedremo in azione?
Un bacio,
~Talia

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La nostra Joyce è più concentrata sul suo Vyncent che sul 'perché papà era tanto nel panico?'. Comprensibilissimo, data la sua condizione di ragazzina in piena fase ormonale, e considerato che l'altra cosa che mette in secondo piano è la sua vita.
Davvero il re ritiene adeguato non esporre le condizioni all'alleanza? Aveva paura che la maggioranza ne volesse l'accettazione? Buon per lui che Jhazar ha procurato una distrazione. Joyce davvero non riesce a capirlo, e ciò è molto realistico, dato che è molto giovane ed è anche cresciuta in un ambiente eccessivamente protetto.
Oddio e adesso cosa le succederà? Non vedo l'ora di scoprirlo!
Come al solito, un ottimo capitolo, complimenti!

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Joyce commette il suo primo vero errore, dovuto alla troppa sicurezza di sé che ha accumulato negli ultimi giorni: pensa di potersi inserire, con il solo incantesimo di invisibilità, all'interno di un concilio di stregoni sperando che nessuno di questi abbia "visione del vero" o trucchetti simili? Beh, si sbagliava.

Infatti, mentre ascolta i litigiosi politici discutere su quanto doversi impegnare nella guerra contro Malag accampando questa o quella scusa, viene "sgamata" - passami il termine siciliano - proprio da un giovane stregone: Fennir.

E ora, beh, ora sono cavoli suoi.
Corro al prossimo capitolo

Morgengabe

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