Carissima Black,
A onor del vero sarei dovuta passare a commentare questo brano molto, molto tempo fa. Mentirei se dicessi si trattasse di pigrizia; più che altro, non riuscivo mai a trovare le parole adatte per recensire come si deve questa storia. Non che ora le abbia trovate, eh, ma capitandomi tra le mani, non ho potuto fare a meno di mettermi in discussione e affrontare questo brano una volta per tutte.
Non sono mai stata una persona scientifica. Certo, i misteri della vita mi affascinano (chi non potrebbe restarne ammaliamo?), ma mai avrei pensato che un linguaggio così preciso potessi sposarsi così bene con l'emotività delle parole. Li ho sempre considerati come due universi paralleli sebbene differenti, d'impossibile fusione; tuttavia, leggendo la tua storia mi sono ricreduta.
Il distacco scientifico con il quale hai descritto la perdita di Shade apre a ventaglio il dolore di Rein, denudandola, esponendo al mondo le sue sofferenze. Chiara, coincisa, ha spiegato i fatti così come stanno. Il che, a mio parere, ha reso il tutto più insopportabile.
Seguire riga dopo riga quanto scritto dalla fiordaliso è stata una sofferenza nonostante il tuo stile sublime perché, come spiegarlo?, l'universalità di quanto esposto da Rein ha permesso che mi immedesimassi in lei. In quel preciso istante. Con una penna tra le mani, lacrime a disperdere l'inchiostro e un peso nel cuore.
In definitiva, non posso che apprezzare a cuore aperto questa perdita che ci hai deliberatamente sbattuto in faccia in parole precise ma inafferrabili, perché il dolore che si prova nel perdere qualcuno è comune a tutti ma unico per ciascun individuo; devastante, sempre.
Ti espongo per iscritto dunque tutti i miei complimenti per la stesura di questo brano (che nonostante appartenga a un altro periodo della tua vita ho apprezzato comunque tanto) e di tutti quelli che hai scritto. Ormai lo sai, ammiro tanto te ed Elena! Siete la mia ispirazione, dico davvero. E spero sarà così per molto tempo ancora. ♥
Un bacio,
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