Ciao!^.^
Prima di passare a "Cacciatori di Sogni", mi fermo velocemente in questa storia che ti avevo promesso di leggere e, ovviamente, recensire.
Se devo trovarvi un difetto dico che è stata la brevità, sicuramente. E' sintetica, non manca di nulla, e la sorpresa finale mi è piaciuta talmente tanto che è stato un vero peccato che finisse così presto. Avrei tanto voluto che approfondissi i personaggi e le vicende, ma sopratutto mi deliziassi ancora di questi intrighi e macchinazione che mi conquistano sempre, sopratutto quando sono così ben fatti.
La storia ruota su un fondamentale concetto: confutare le certezze del lettore. Ogni volta che pensavo di aver capito qualcosa, ecco che tu puntualmente la smentivi e mi sbattevi in faccia, senza giri di parole, la cruda verità. Ed entrambe le volte è stato scioccante, in realtà tre volte.
La prima volta è stata quando Melissa sveglia Sanna per fuggire: ho pensato che l'amore della madre volesse salvare dalla follia delle sorelle la sua unica figlia e il suo unico legame vivente con il marito defunto. E poi ecco che la spinge verso i soldati, la offre senza tanti giri di parole: prendete lei, dice. Ed ecco che la vena folle e spregiudicata delle sue sorelle si mostra anche in lei. La stirpe di Caille ha un unico gene da offrire: l'avidità e l'egoismo.
La seconda sorpresa è stata l'inutilità del sacrificio: la paura incontrollata diventa psicosi, trasforma ogni cosa. Ed ecco che la bambinaia suggerisce il peccato mortale a una povera bambina: il suo cuore puro, probabilmente ereditato dal padre, soffoca il suo tratto distintivo, la paura. Ma anche in questo caso, essa subisce una trasformazione, che è la pazzia: quando la paura è troppa e non ci sono vie di fuga la nostra mente, bisognosa di sopravvivere o di attaccarsi all'illusione della sopravvivenza, si presta a congetture irrealizzabili e a visioni utopiche, come quella del sacrificio. La bambina ha paura fino alla fine, ma e questa emozione che l'accieca e che la spinge verso il baratro: paura di perdere sua madre, paura di aver dimenticato le preghiere, paura di non essere ascoltata, paura dei demoni.
E infine la terza scoperta: l'inganno supremo del primo Re di Cailla. La religione non è che è una bufala di vanagloria, costruita con avidità e desiderio di onnipotenza. La fine di questo primo Re è stata ironica, sconvolgente, eppure non ha fatto altro che alimentare il suo stesso inganno, tanto da sfuggire al controllo delle generazioni future. Un Re avido passa alla storia come martire e uomo coraggioso; il figlio e i nipoti, che ereditano la sua vera natura, sono protetti in parte dalla loro stessa ignoranza, dal non sapere quale inganno aveva ordito l'avo, e quindi sono vittime di quell'inganno, tanto che esso ne esalta ancor di più la natura maligna e infida.
Sanna è un punto di luce in mezzo a tanta melma, una fiammella che galleggia sopra morti e condannati, con un coniglio tra le mani, simbolo della sua paura e piccolezza e purezza.
Il finale fantascientifico è stato quanto mai inaspettato, sopratutto perché per tutto il racconto hai fatto aleggiare nell'aria il sapore della leggenda, mentre in realtà era ironia, pura e semplice, che ha ingannato il lettore attraverso lo stile prima ancora che con la trama.
Complimenti davvero, è stata una lettura all'insegna della scoperta continua.
A presto! |