Ciao!
Sono passata, finalmente ^^
La voce narrante è calda e commossa, e l'umanità di un uomo che ricorda ancora con tanta vividezza i particolari di un giorno della sua infanzia ma gradualmente perde il senso dell'ultimo suo anno di vita è molto toccante.
Mi piace questa montagna viva che sa di sole, di stallatico e di sassolini sotto le scarpe; mi piace questa figura sognante ed eroica che spaventa e seduce un fratello ancora troppo piccolo per capire, ma abbastanza saggio da aver paura della morte, da intuire che non è soltanto un gioco.
Voglio solo farti due piccole osservazioni.
La prima è che, sebbene i giovani del 1904 fossero diversi da noi e probabilmente più maturi su certi fronti, riesce ancora difficile per un lettore moderno credere che un ragazzo di dieci anni abbia tanta coscienza di sé e parli con un tono già più adulto. Mi ha dato l'impressione di essere un ragazzo già di 13-14 anni, anche se so che probabilmente hai scelto di assegnargli quest'età perché durante la Grande Guerra avrà 14-15 anni, l'età che purtroppo molti soldati avevano davvero quando andarono a combattere.
L'altra osservazione riguarda la punteggiatura, che va benissimo, ma che qua e là mi ha fatto avvertire il bisogno di qualche pausa un po' più forte di una virgola e un po' meno netta di un punto.
Esempio: "La strada era lunga per arrivare ai pascoli, e Italo la percorreva ogni giorno, quando non doveva andare a scuola era obbligato da mio padre a dare una mano a Roberto, amico di famiglia e proprietario di bestiame, con le pecore, ad ogni modo non credo che a mio fratello dispiacesse, tanto più in alto si poteva andare, tanto più in alto Italo voleva salire".
Tutte le frasi sono suddivise fra loro per mezzo di virgole, eppure non sono né emotivamente né sintatticamente sullo stesso piano; il mio consiglio, se mi permetti, è di aggiungere qualche punto e virgola e due punti per marcare delle pause più dense di significato e per ordinare in modo più disteso i periodi.
Per il resto, ottimo inizio!
Ci rileggiamo presto,
N. |