Questa è la mia primissima recensione sui 30 seconds to mars. Cercherò di essere più distaccata possibile per evitare di farmi prendere dal panico, tristezza e quant'altro anche se so già che sarà dura visto che le mie mani stanno già tremando.
Ho aperto questa tua storia per via del titolo che mi ha fatto perdere un battito. Ho letto la tua mini introduzione e ho perso un altro battito perché dopo Chester non posso e non voglio immaginare un mondo senza Jared. Non riesco ad immaginarmelo con la consapevolezza che se ne sia andato prematuramente. Almeno di lui voglio poter dire ai miei figli di quanto sia stato un grandissimo cantante che anche a settant'anni è sul palco a far gridare le donne.
Quello che hai scritto...beh, è assolutamente così che è andata...
Esci dalla routine della sera perché senti troppe notifiche del telefono, notifiche che ti fanno prendere un brutto scherzo. Leggi messaggi che non vorresti mai leggere e in cuore tuo dici che è tutto una balla. Poi indaghi perché non credi, ma qualcosa dentro di te dice che è vero. Wikipedia aveva già riportato la data di...morte. I principali giornali nazionali ne parlano, ma ancora speri che non sia vero. Cerchi su Twitter notizie. Leggi i messaggi di chi è vicino alla band. Leggi che è sotto shock, ma comunque non credi anche se il tuo cuore sta già iniziando a battere sempre più piano.
Poi arriva quel messaggio. Il messaggio che mezzo mondo stava aspettando. Quel messaggio che ha tenuto con il fiato sospeso milioni di persone. Sono stati i minuti più lunghi della mia vita. I più strazianti. Poi tutto ti cade addosso e tutto si ferma.
Sono felice per te che hai tua madre che si è affezionata a Jared dopo il tuo piacevole tormento. E mi auguro con tutto il cuore che nessun Echelon passi tutto ciò. Io non resisterei ad un altro colpo del genere.
Ho apprezzato la tua storia, davvero, perché ho potuto notare che anche tu capiresti e capisci ciò che i Soldiers stanno passando e ti abbraccerei in questo momento se solo potessi.
Grazie per la storia e scusa per il mio poema.
Well, I do...
Ryuga Hideki |
