Un'altra storia bellissima. È davvero emozionante il discorso di Sherlock, il rispetto che mostra per le sue cicatrici perché gli ricordano ogni giorno che ce l'ha fatta, è tornato a casa e dal suo John, dal suo faro. Anche se, te lo devo dire e non saprei dirti il perché, perché ho riletto piu volte e non credo sia dovuto a un qualcosa che hai scritto tu, io me lo immagino un po' antipatico Sherlock in questo racconto. Davvero non saprei proprio perché lo visualizzo così, non vorrei farlo. Però me lo immagino che parla con la sua solita saccenza, quasi a voler rimproverare John. Non credo sia come tu l'abbia voluto rappresentare, quindi sorry! |
Non so come avrebbe dovuto essere sviluppato il prompt, ma credo che la tua scelta non sia poi cosi fuori traccia. Credo invece che tu sia riuscita a restare IC e a non cadere nella banalita' o nel sentimentalismo da soap opera (non me ne vogliano gli estimatori di soap....). Delle cicatrici di Sherlock in effetti non si parla, non c e' un momento nella serie dove john si scontri e ragioni su queste tracce permanenti sulla pelle del suo compagno. Tracce (e le tracce non sono forse anche sentieri? Tracce che john potrebbe materialmente percorrere sfiorandole o baciandole e quindi, perche no, davvero venerandole?) che effettivamente ci sono anche "a causa sua", sebbene di certo non volute o provocate apposta. Ci sta tutto quindi il senso di colpa, John e' un uomo di sentimenti del resto e la schiena che osserva non e' quella di un estraneo.. E concordo con il constatare d'altra parte la serenita' di Sherlock nel ricordare un passato che ormai considera chiuso. E' un uomo forte, Sherlock, perche' certe ferite non si archiviano tanto facilmente. Ma lui vive l' oggi, vive l' amore di John, il motivo per cui (ti cito perche e' una frase bellissima) le cicatrici gli ricordavano per cosa vivere e mostrato quanto era difficile morire. Tenerissimo poi il bacio lasciato tra le scapole, questi gesti a volte, piu del sesso vero e proprio, ci dicono il grado di intimita raggiunto in una coppia. |
Per me puoi barare quanto vuoi se bari così 😂 Molto Ic a mio parere e toccante nello sviluppo. L'idea di John porto sicuro, ogni cicatrice lo ha riportato da John, il |
Il tema delle cicatrici, che i due anni e mezzo di caccia all'organizzazione di Moriarty devono avere lasciato sul corpo di Sherlock, Non viene affrontato molto spesso. |
Carissima, scordati l’OOC che temevi perché qui non ne vedo traccia. È tutto così IC che, attraverso le tue parole, posso assaporare nuovamente l’atmosfera accogliente ed unica del 221b, quando tutto il male del mondo è stato ricacciato fuori dalla forza del sentimento che unisce Sh e John. La tua ff la trovo intensa, nonostante la brevità, e mi è piaciuto molto il contrasto tra la quotidianità dei gesti, quasi rituali, che Holmes compie per infilarsi la camicia e l’argomento, assolutamente non banale, che scorre tra i due. Sarò un po’ troppo sherlocked ma, il seguire passo passo le varie operazioni che il consulting compie per indossare l’indumento cui ho accennato poco prima, mi ha letteralmente ammaliato, come un serpente davanti al suo incantatore. La tua, apparentemente semplicistica, descrizione di tutti i movimenti che Sh compie davanti all’armadio aperto, la ritengo una sequenza di azioni veramente efficace in cui s’intrecciano indissolubilmente i tristi pensieri di John che non riesce a distogliere l’attenzione dalle cicatrici che hanno segnato la strada del ritorno di Sh dal suo esilio (“…Non mi hai permesso di esserci”). Il consulting fa in modo di poter guardare l’altro attraverso lo specchio, segue il suo discorso, percepisce i suoi pensieri e, soprattutto, gli trasmette sicurezza, tranquillità ed un senso di pace con se stesso e con tutto ciò che ha dovuto patire. Rappresenti, infatti, uno Sh pacato e rassicurante, molto IC, se pensiamo all’ultima Stagione, di fronte al quale la figura di John appare credibilmente scolpita con delle ombre, con dei residui del buio in cui ha dovuto dibattersi ritenendo vera la morte di Holmes. Splendida la frase con cui quest’ultimo giustifica il suo allontanamento da lui, con il paragone della nave e del faro, in cui esprimi davvero, con tanta sensibilità ed originalità, il vero volto di ciò che lega i nostri due (“…Un faro non può far luce, se lo porti con te nelle tenebre…”). Ci regali un consulting che ha maturato una saggezza ammirevole, una serenità ed un equilibrio, in lui impensabili prima di prendere consapevolezza dei suoi sentimenti per John. E Watson non può fare altro che far parlare, per l’ennesima volta, il suo cuore con quel “Lo sai che ti amo, vero?” che mi ha quasi commosso. Un’ultima osservazione: splendido il paragonare le cicatrici di Sh ai sentieri che l’hanno riportato a casa, davvero. Nelle tue storie si scopre costantemente come tu sappia dar voce alla profondità di ciò che scorre tra due che si amano. Un’altra perla, questa “Sentieri” da aggiungere alle altre che stanno illuminando questa tua preziosa raccolta. |
Ciao cara!! Anche questa breve storia mi ha emozionata molto! Lo so, sto diventando ripetitiva, scusami! |