Recensioni per
Solo un gioco
di milla4

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/12/17, ore 16:17

Premio: I’m the King of the World! per il miglior Director’s Cut nel contest:
Director's cut! di Setsy
Carissima milla, non so neppure da dove cominciare, quindi questa recensione non seguirà l'ordine della trama della fiction, penso
Sono più che colpita, sono proprio attaccata al pavimento con la sparachiodi, e questa non è un'immagine tanto poetica... incredibile, disturbante, forte, innovativa!
Fin dall'inizio mi sono sentita a casa mia, da buona vecchia amante degli Horror: due cadaveri in salotto, ed è subito aria di festa. Nella mia mente discutibile, certo...
Sempre considerata la mia esperienza, avrei potuto capire, invece credevo che Ingrid dovesse donare dei polmoni proprio come patto col diavolo, per restare giovane, cose così
Poi ho pensato ad un episodio di C.S.I. dove c'è un'assassina ammalata di porfiria che crede che il fegato sanguinolento delle vittime la terrà in salute ma ho sbagliato direzione, again!
è qualcosa di più triste e perverso, perché la sfortunatissima ragazza deve uccidere per compiacere sua madre, che - pur nel suo egoismo - in fondo vuole solo vedere ancora la figlia viva. In qualche modo è amore
Questo mi ha portata ad una riflessione che sto comunque facendo in modo approfondito, in questi giorni.
ma noi siamo il nostro corpo, il nostro spirito, un perfetto mix dei due o ugualmente le due parti non sono delle metà, ma due interi?
Perché basta vedere la carne non-morta per credere di avere ancora lì la sua "bambina"....
Che in effetti c'è anche in spirito, più o meno. Ha la coscienza, voglio dire. Coscienza e anima sono proprio diverse?
Lo stile è ricchissimo, era una pagina di romanzo, malgrado sia relativamente lunga è scorsa in un baleno, morivo di curiosità!
Il conto degli anni come numero di omicidi mi fa pensare che anche tu sia un'amante dei classici gotici, è stata un'idea fantastica, con una sua forte logica.
Quando si tratta di sovrannaturale, la parte realistica è estremamente importante, per me. In caso questa vacilli, c'è quel senso di "tanto faccio succedere quello che voglio" che suona da Deus ex machina, cioè imbroglio per il lettore, in questo caso
E il finale? non parlo della morte come fatto, ma del personaggio terribile che sei riuscita a creare. Che somiglia a Babbo Natale?
Io avrei cominciato a correre... se c'è qualcosa che mi fa paura sono quelli che parrebbero esseri molto bonari, e quindi si associano ai bambini. Babbo Natale (pedofilo?) il pagliaccio (It?) i nani da giardino (quello killer del Doctor Who?)
insomma, una prova splendida, una vena dark che mai avrei immaginato in te; sinceramente mi ha stupita più che piacevolmente!
a presto, bella, spero in altri contest
baci rosso sangue,
Setsy

Recensore Master
15/09/17, ore 13:32

Quinta classificata
Solo un gioco
di milla4















Grammatica: 4/10

È stata una strage, lo devo ammettere. Il testo è poco curato, poiché gli errori che hai fatto, per la maggior parte, sono errori di battitura, tantissimi doppi spazi dappertutto, d eufoniche – che io consiglio sempre di usare solo tra vocali uguali. Molto spesso ti è sfuggito di vista il plurale e il singolare. Ho già letto altri tuoi scritti e so che questi errori non sono da te. Mi chiedo se non hai sbagliato a mandarmi il file, perché è stato davvero un campo minato. Un vero peccato, perché, come vedrai più avanti, molti punti erano più che buoni.
Ma andiamo con ordine.
Un errore che hai commesso e che ti ha sottratto una grande penalità sono stati i dialoghi. Metto qui le regole generali, nella lista non riporto tutti gli errori perché sono sempre gli stessi:
1. Il trattino alla fine, se la battuta non è composta, non va messo, come nel seguente caso:
- Entro stanotte potresti aver finito.-
2. I punti vanno inseriti o all’interno del dialogo o nella battuta narrativa, se dopo il discorso è indipendente. Inoltre, i trattini vanno separati dal dialogo. Esempio:
-Hai ancora tempo: se… se ti metti all’opera- a quella parola un ghigno comparve sul volto della giovane di fronte a lei. (La forma corretta sarebbe stata: - Hai ancora tempo: se… se ti metti all’opera. – A quella parola un ghigno[…])
3. Nel caso qui sopra indicato, il discorso dopo il dialogo va messo in maiuscolo perché non introduce un verbo dicendi. In presenza di quest’ultimo, invece, il discorso continua in minuscolo.
Di seguito, gli altri errori.

le schegge dello specchio frantumato solleticarle la pianta del piede→ -0.5 (penalità generica per i doppi spazi)
pianta del piede destro; il latrato di un cane lontano la
la fretta è una cattiva consigliera e lei quella sera non doveva sbagliare
corrotta dal pudore, era accasciato contro
come una bomba ad aria compressa; di quello che una volta era stato un (Fino a qui ti ho segnato le frasi dove ci sono doppi spazi, ma il testo è pieno di questi errori di battitura e dovresti dare una revisione al tutto)
i due corpi erano appoggiato l’uno sull’alto, come l’ abbraccio funereo della morte. → -0.2
Lui, vecchio con la bocca spalancata regalando un urlo muto, la faccia gonfia di liquidi, il viso sformato, gonfio di viscido liquido → -0.2 (“vecchio con la bocca spalancata, come a regalare un urlo muto”. Inoltre, ripeti due volte lo stesso concetto.)
Di quello scempio sarebbe rimasta solo cenere e fumo → -0.2 (sarebbero rimasti)
Due leoni scolpiti delle zampe della scrivania in legno pregiato → -0.2 (Questa frase è molto confusa. Volevi dire che nei piedi del tavolo sono scolpite le zampe di un leone? Va rivista un po’)
un oscura vitalità → -0.2 (un’oscura)
nessuna emozione un quella mano → -0.1 (in quella mano)
l’eccitazione ed il piacere non le entrava dentro, rimaneva all’esterno → -0.2 (“non le entravano dentro, rimanevano all’esterno”. Inoltre dovresti togliere la d))
che poco istanti dopo → -0.2 (pochi)
in quel luogo vi erano solo il letto su stava sbavando → -0.2 (su cui stava sbavando)
La casa era vuota, anche l’ultimo invitato, quello più alticcio era stato opportunamente → -0.2 (“quello più alticcio” è un’attribuzione, va considerato inciso. Metti una virgola dopo “alticcio”)
Hai il ventiquattro?- la voce di Alice era decisa: non era più la sua piccolina, non più da quando l’incidente gliel’aveva portata via e un altro gliel’aveva ridata. → -1.5 (penalità generica)
Sapeva prima che o poi sarebbe successo → -0.2 (Sapeva che prima o poi)
ad esserle → -0.5 (penalità generica. Togli la d)
Lo capiva dai continui sospiri mentre sua l’altra parlava ed a quel punto mise in gioco tutto il rancore accumulate in tanto tempo. → -0.3 (o metti “l’altra” o metti “sua madre. Inoltre è “accumulato”)
quella mano, quel tocco della fronte erano stati quasi fastidiosi per lei → -0.2 (“quel tocco della fronte” è un inciso, aggiungi una virgola. Inoltre il verbo va messo al singolare)
volevo solo uscire fuori da questo giro perverso di distruzione → -0.1 (voleva)
Rovistò sulla scrivania di sua madre, ma non trovò nulla solo appunti per una cena a cui non sarebbe ovviamente mai andata. → -0.1 (Metti una virgola dopo “nulla” o, ancora meglio, i due punti)
Alzò la tesa → -0.1 (la testa)
sapeva dove sua madre tenesse i sacchi per la “consegna” → -0.2 (teneva)
prese il sacco dove dietro scorse delle carte ingiallite dagli anni. → -0.2 (Questa frase è confusa: io metterei “dietro al quale”)
tra questi vi era un un biglietto solitario con solo una scritta → -0.1 (togli un “un”)
il luogo dove sua made diceva id andare → -0.1 (madre)
dalle grande guance rosse → -0.1 (grandi)
La strada i notte → -0.1 (di notte)
ad una lavanderia (togli la d)
nessun indizio malattia o di scarso nutrimenti erano solo infinti e vivi → -0.2 (Questa frase è completamente sbagliata, va riscritta in modo completamente diverso)
L’uomo di fermò → -0.1 (si fermò)
ad un fratello (togli la d)


Stile: 6/10

Un gravissimo problema dello stile di questa storia è la punteggiatura. Non posso considerare tali errori sintattici, perché tecnicamente il più delle volte usi semplicemente mettere più principali nello stesso periodo – e non è errore – però lo fai con frasi che non c’entrano niente le une con le altre; oppure usi il punto virgola tra frasi distinte e separate; in molti casi hai ignorato invece l’uso dei due punti. Tutto questo ha penalizzato moltissimo la lettura che, insieme a tutti gli errori presenti, procede a singhiozzo. Il testo risulterebbe molto più scorrevole con la giusta interpunzione, la narrazione sarebbe più limpida e le relazioni sintattiche più chiare e meno confusionarie. La storia ne guadagnerebbe moltissimo, perché, come dirò meglio tra poco, il tuo modo di scrivere è molto piacevole. Ma, anche qui, procediamo con ordine!
Ti riporto un esempio, per spiegarmi meglio:

- Ingrid entrò con circospezione, le unghie laccate di rosso rubavano la luce dell’unica lampada poggiata malamente per terra: il paralume era coperto di sangue raggrumato.
In questo caso, il fatto che il paralume fosse coperto di sangue non ha nulla a che vedere con il fatto che le sue unghie sono rosse; quindi non vanno usati i due punti. Diverso sarebbe stato se le unghie “apparivano” rosse. Ti faccio un esempio:
- Ingrid entrò con circospezione, le unghie che rubavano la luce dell’unica lampada poggiata malamente per terra, laccandosi di rosso: il paralume era coperto di sangue raggrumato.
In questo esempio, i due punti vanno bene perché tu spieghi per quale motivo la luce che le sue unghie catturano è rossa.

Ci sono moltissimi altri casi, soprattutto dell’uso della virgola e del metodo, molto confusionario e caotico, in cui relazioni i vari periodi principali, nel testo, ma non li riporterò. Devi però curare molto questo aspetto del tuo stile.
Un’altra cosa, questa credo sia stata dovuta dalla fretta, che ti ha penalizzato sono state alcune ripetizioni, a volte di interi concetti (come ho riportato in uno degli errori di sopra), altri di parole presenti nello stesso rigo. Anche in questo caso, va ridata una limatura al testo. Il lessico, in generale, è comunque semplice e di facile comprensione, ma è usato molto bene e coinvolge, sapendo arricchirsi nei spezzoni descrittivi o in quelli dove la narrazione segue passo passo le gesta della ragazza.
Detto questo posso dire che comunque ci sono delle note molto positive nel tuo racconto, a partire dal modo in cui hai gestito gli spazi: amalgami molto bene parti descrittive alla narrazione, aggiungendo i giusti dettagli per creare l’ambientazione, sono molto mirati; inoltre anche i dialoghi sono gestiti molto bene, hanno rappresentato benissimo i due personaggi.
Un complimento va sicuramente a certe espressioni, metafore, che io ho trovato non solo ben scritte e originali, attinenti al testo, ma soprattutto coinvolgenti, che facevano immedesimare molto bene nelle atmosfere, come quella che usa per descrivere le due emozioni che l’hanno guidata all’ultimo folle gesto o la descrizione metaforica della morte e del gioco.
La scelta di usare entrambi i punti di vista per narrare la vicenda ha fatto sì che entrambe le due introspezioni venissero chiarite al lettore; inoltre hai gestito molto bene il cambio di Pov, sapendo usare “l’occhio della telecamera” senza sbavare o cadere fuori. Complimenti.


Originalità e trama: 10/10

Come puoi vedere dal risultato in questa voce, la trama è stata molto ben congeniata. A partire dall’originalità! Il patto con la morte è un tema usato molto sia nella narrativa che, soprattutto, nei film; però ho assolutamente trovato originale l’immagine di una Morte “giardiniere”. Hai creato una bellissima antitesi di concetti: la Morte, che per sua definizione è distruzione e annullamento, ha un giardino, il quale dovrebbe essere per definizione simbolo di vita e vigore. Questa scena è stata resa molto bene, con le giuste descrizioni e atmosfere. Inoltre ben pensato è anche il patto originale che stringe con la morte: tante vite, ogni anno, quanti sono gli anni che ha; ogni anno una vita in più. Hai davvero fatto un ottimo lavoro.
Riguardo alla trama, anche qui, sei riuscita molto bene nell’organizzazione delle varie scene. Hai gestito molto bene le informazioni, creando curiosità e intrigo. Penso che sia stata un’ottima scelta quella di rivelare solo in un secondo momento il legame familiare tra Alice e Ingrid – un legame che, come dirò dopo, si è reciso molto tempo prima della scena fatale, il giorno dell’incidente in realtà – perché ha creato sorpresa e sbigottimento, per poi portare alla comprensione e alla riflessione, tratti questi che hanno reso avvincente la lettura. Molto bene, quindi, questo svelare un po’ per volta: all’inizio pensavo che Ingrid fosse la Morte o una sua sicaria; poi si capisce che è una vittima costretta da un patto, ma solo in un secondo momento viene svelato che questo patto non è stato voluto da lei. Le ultime due scene prima dell’epilogo sono state molto bene rese e esplicative delle due donne: la morte della madre esplica il suo sacrificio e allo stesso tempo il dolore di Ingrid; mentre la parte nel “giardino” – che sembra l’altra faccia del giardino dell’Eden – chiude questo cerchio che non ha più molto senso senza Alice (visto che era lei a volere la vita della figlia). In ultimo questo mi ha fatto molto pensare alla famosa frase: un genitore non dovrebbe sopravvivere ai propri figli. Ingrid, quindi, dopo la morte della madre si sente libera d i poter ricercare la sua fine, visto che è sopravvissuta abbastanza da poter vegliare sua madre nel momento della sua dipartita.


Titolo e impaginazione: 4.5/5

Manca il testo giustificato. Inoltre ho notato un’altra cosa, forse non te ne sei accorta. Per dividere i vari Pov tu utilizzi il simbolo dell’infinito, e va benissimo. Però non capisco perché solo in uno dei cambi hai inserito il nome del personaggio, come a indicare di chi fosse il Pov, mentre negli altri non lo hai fatto.
Il titolo è molto semplice, ma l’ho trovato comunque intrigante e, cosa molto importante, affine con la trama e il suo messaggio. L’ho trovato leggero, quasi “galleggiante”, un po’ come è la parte finale della Morte, in questa sua quotidiana potatura del suo giardino. Mi ha trasmesso un senso di “superficialità”, in senso positivo, proprio perché per lei è un gioco come un altro, senza alcuna importanza. Questo concetto è espresso molto bene e si denota anche dalla disperata richiesta finale con cui Ingrid implora di farla finita: ha reso il contrasto tra l’orrore per lei e la consuetudine per la Morte, una richiesta di poco conto. Complimenti!


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Direi che i protagonisti sono tre, e tutti e tre – chi più e chi meno, in base alla loro importanza – sono stati ben curati lungo la narrazione.
Partiamo dalla madre, Alice: donna altolocata, che incarna in modo estremo il desiderio di una madre, o meglio di un genitore: non sopravvivere ai propri figli. Ed è a questo desiderio che si attacca giorno dopo giorno, anno dopo anno, alfine di portare avanti questo patto perverso con la morte. Una madre darebbe la sua vita e quella degli altri per un figlio, e Alice fa entrambe le cose. È vero però che la sua caratterizzazione non si limita solo a questo profondo ma semplice concetto. C’è in lei anche un senso di orrore e senso di colpa, egoismo e debolezza che vengono fuori nel momento del confronto con la figlia. Sa quanto è sbagliato, sa quanto orrore passa nell’anima della ragazza, eppure non ne può fare a meno, egoisticamente; questo la designa come donna debole, incapace di trovare il bene per la figlia ma piuttosto un bene per lei, per non vivere con la perdita. Da questo punto di vista, il suo personaggio è insensibile e fragile, ma comunque molto umano.
Poi c’è Ingrid, lei è la protagonista indiscussa: ne dai una sparsa descrizione fisica, senza creare un malloppo descrittivo, il che è una tecnica che io prediligo alla solita lista. La descrivi come una ragazza dai tratti carini; ciò che mi ha colpito di più, però, è lo smalto rosso delle unghie, come un segno di malvagità (proprio per la classica associazione del rosso come colore del diavolo e del malocchio). Il suo personaggio si trascina avanti sempre con meno forza, l’ho trovato con una doppia valenza: se da un lato uccide solo per fa felice sua madre – ed è infatti proprio a lei che chiede di poterla far finita – dall’altro è anche vero che una parte di lei sembra non desiderare davvero la morte, o comunque temerla – e questo si può vedere dal palpito che sente mentre il vecchio si avvicina. Ho compreso la doppia valenza anche dei suoi sentimenti: l’amore per la madre da un lato; la rabbia e l’odio per la sua maledizione dall’altro. E tutto si versa verso questa donna che lei non vede più neanche come una madre, non sempre almeno. Questo contrasto, questa dualità, sono stati resi molto bene.
E infine, non posso non spendere due parole per la figura che più mi ha affascinato: la Morte. Un vecchio sadico eppure stanco, sereno e compassionevole; sembra una figura strettamente legata con il suo ruolo. In realtà sono la stessa cosa, ma il fatto che tu l’abbia incarnata in un corpo la rende in qualche modo più tangibile. Ingrid definisce il suo un “gioco”, ma io direi che si possa dire anche che è “nella sua natura” di Morte; essa non ha morale, e si muove come gli viene più logico fare, senza sentimentalismi o ragionamenti; semplicemente compie il suo dovere. Ho trovato molto originale questa figura in associazione con quella di un vecchio che si occupa del suo giardino. E cos’è che fa? Uccide, taglia i rami secchi, quelli che non hanno più ragion di vivere o restare legati a questo mondo. Un’immagine che mi ha colpito davvero tanto. Complimenti!


Gradimento personale: 3/5

Tu non puoi avere idea di quanto io abbia amato la trama e l’originalità di questa storia, e quanto sia stato, comunque, difficile arrivare alla fine. Avrei tanto voluto… no, non lo posso dire o ti sconvolgerei. Però mi hai fatto arrabbiare, ecco! Una così bella idea non può essere resa con così tanti errori di distrazione e poca cura della narrazione. Ci sono stati picchi di metafore molto belle, che mi fanno capire quanto tu sia in gamba, però il risultato finale è ostico e confusionario. Devi stare molto attenta con la punteggiatura, interi periodi li ho dovuti leggere più volte per capirli.
Infine, avrei tanto voluto dire che ho adorato il tutto, ma la verità è che l’idea era lì, pronta a farsi ammirare, ma non è stata fatta bella per il suo debutto!

Punteggio: 37.5/50

Recensore Master
18/08/17, ore 08:31

Ciao^^
bellissima e inquietante questa storia, complimenti!
La verità che si rivela a poco a poco, il dolore di una mandre, un dolore egoista, freddo, senza empatia, più portato al possesso che all'affetto. Un dolore che porta a conseguenze terribili, ovvero un patto con la morte che non sarà lei a dover onorare, ma la sopravvissuta, macchiadosi via via di sempre più omicidi, sempre più morti, e sempre più efferati. Fino a quando? Ogni anno uno in più, fino a che Ingrid non ce la fa più, non riesce a spegnere sempre più vite altrui per conservare la sua almeno un altro anno.
Una storia molto bella, una riflessione cupa sul valore della vita, e su quello che siamo disposti a fare per conservarla.