(Giudizio espresso in occasione del "Quotes Contest ~ Renato Zero Edition" sul forum di EFP)
Owaranai Yoru ni... di Windstorm96
Grammatica & Stile: Leggendo ho riscontrato un solo errore di sintassi in qui: “una parte di me mi guarda tornare”, dove già c'è l'utilizzo del “me” non può esserci anche il “mi”. Avresti potuto renderla “Una parte di me guarda mentre sto tornando” o “Una parte di me sta guardando che torno” o qualcosa di simile. Per il resto non ho notato altri errori e l'utilizzo della sintassi e della punteggiatura è azzeccato.
Lo stile è pulito e semplice, che tuttavia sono adatti alla tipologia di racconto che è la storia, dato che si sviluppa in un testo prettamente introspettivo.
Non disturba nemmeno l'alternazione dei due punti di vista e, per quanto sia utilizzata in entrambi la prima persona, risulta scorrevole.
Caratterizzazione: La caratterizzazione traspare per tutto il testo; Nezumi convinto nelle sue idee, fino all'autodistruzione, Shion convinto e fiducioso nei suoi confronti. Per quanto solo questi due aspetti non facciano un'introspezione a tutto tondo, durante la lettura si viene avvolti da entrambe le caratterizzazioni, che risultano azzeccate e ben ic a chi legge e conosce l'opera di partenza.
Originalità: Non è molto originale, o almeno non succedono fatti salienti, ma di fatto risulta comunque una storia godibile e con un finale che forse era prevedibile o forse no, considerato come era iniziata.
Utilizzo citazione: La citazione si trova ben amalgamata all'interno del testo, cosa che ho apprezzato e che allo stesso tempo, comunque, anche il testo mi ha trasmesso. C'è quindi un buon uso della citazione e nel leggerla non risulta estranea al resto del racconto.
Giudizio personale: Molto carina; è stato piacevole leggerla... Almeno finché non sono arrivata alla parte in cui si capiva che non era finita bene, per loro. Cioè, non del tutto, in fondo si sono rivisti e hanno avuto il loro lieto fine, ma ammetto che una parte di me avrebbe voluto vederli felici subito – o almeno passato qualche anno – ma mi rendo conto che, forse, è stata la scelta più giusta.
Ho apprezzato anche la scelta di usare entrambe le introspezioni, per quanto io sia una scettica circa questo tipo di testi: non sempre vengono resi nel modo giusto e risultano banali e già visti; questa storia non ha nulla di innovativo o comunque di “particolare”, ma forse è la sua semplicità che è da premiare, il fatto che con così pochi elementi e tutta introspezione, riesca a trasmettere così tanto dei personaggi e di ciò che li lega.
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