Recensioni per
Esiste più di un modo per volare.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 19 recensioni.
Positive : 19
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 [Prossimo]
Recensore Master
12/05/18, ore 01:30
Cap. 4:

Hai fatto una introspezione meravigliosa, i caratteri dei protagonisti sono descritti con precisione e dovizia, le scene comiche sono veramente divertenti. Fin quasi alla fine mi sono detta: bella storia ma per la povera Diane non cambia nulla, anche se grazie a te riusciamo a capire meglio le ragioni del suo gesto, invece le regali un'altra possibilità, e mi rendi veramente felice, ho sempre pensato che la piccola meritasse un'altra chance, grazie. A presto 💓

Recensore Master
24/09/17, ore 20:34
Cap. 4:

Gustave è un uomo del suo tempo, cinico e arrogante quanto basta. Ho scritto del suo tempo ma uomini così hanno attraversato i secoli e continueranno a farlo.
Una ragazza così fragile come Diane non può riprendersi presto. È difficile per chi ogni giorno lotta per sopravvivere come Alain e sua madre comprenderla.
Per fortuna qualcuno le impedisce di fare un acquisto funesto.
Madame Chatelet non poteva essere che Rosalie, lei è più forte e potrà aiutare Diane a ridimensionare il suo dolore. E spero a capire che Gustave non vale una lacrima da lei versata.
Un finale aperto ognuno immagini un suo destino per Diane.
Anna

Nuovo recensore
24/09/17, ore 12:34
Cap. 4:

E ti fermi così sul più bello?
Mi piace il finale aperto, ma dar modo alla piccola Diane di crescere interiormente potrebbe essere molto interessante, anche con l'aiuto di tutti i nostri personaggi preferiti.
Rinnovo comunque i miei complimenti per la storia e il modo in cui è stata scritta....e la cultura che c'è dietro.

Recensore Master
24/09/17, ore 11:20
Cap. 4:

Bello, un nuovo modo di vedere la fragile diane, un modo per farla uscire dal suo guscio e aiutarla a vivere, invece di morire. bello veramente

Recensore Veterano
24/09/17, ore 11:11
Cap. 4:

È finita così ?
Certo sarebbe bello se Rosalie fosse riuscita a salvarla dal suicidio però in questa breve ff vedo ancora molto materiale
da sviluppare e non mi aspettavo un finale aperto.
Chissà potrebbe arrivarti un' ispirazione x continuarla, in fondo è stato bello leggerla, è scritta molto bene ed è il genere
di letture che piacciono a me, dove in poche righe accadono molti avvenimenti.

Recensore Master
23/09/17, ore 22:38
Cap. 4:

E' bello vedere che hai concesso a Diane una seconda opportunità; speriamo che la colga e non finisca come invece sappiamo. Quello che fa orrore è la totale insensibilità di coloro che circondano Diane e dicono di volerle bene: dovrebbero capire che ogni avvenimento doloroso non ha un valore assoluto in sé, ma un valore più o meno grave a seconda di chi lo vive: difatti ci sono persone che resistono a grandi drammi, ed altre che vanno in pezzi per un nonnulla (o qualcosa che agli altri sembra tale); ma bisogna comprendere che ciascuno di noi ha una sensibilità e valori diversi, e ci sono cose che possono distruggere una persona anche se ad altre sembrerebbero stupide: questo spiega il grande numero di suicidi che esiste. Paradossalmente, spesso sono proprio gli estranei, più dei familiari, a tenderci una mano inaspettata e farci risollevare!

Recensore Master
17/09/17, ore 14:05

La madre di Diane è molto ben descritta perché nel 700 non ci si poteva certo trastullarsi molto con le pene d'amore. Riuscire a sopravvivere era più importante di un cuore spezzato e, visto il carattere del marito e il suo destino è ovvio che madame Soisson cerchi di riportare al più presto sua figlia con i piedi per terra. Alain sa più cose, anche se non tutto e comprende meglio sua sorella.
E Diane cerca di reagire ma ha la sfortuna di incontrare nel momento sbagliato colei che ha preso il suo posto. Una parvenu senza paragoni.
Dovrebbe reagire Diane, ma non credo che ne abbia le capacita.
Resto incuriosita dal racconto.
Anna

Recensore Master
17/09/17, ore 12:37

Diane alla riscossa e subito batte in denti in una gout de parvenu.. Che tristezza per la piccola Diane. A bienot

Recensore Veterano
17/09/17, ore 11:50

"– Oh, Signore benedetto, ma proprio a noi doveva capitare questo guaio!"
La madre di Diane, tipica madre remissiva e inconcludente verso l'educazione dei figli, ragiona come se tutto ciò che non andasse secondo le sue aspettative sia un'emerita disgrazia. Mi ricorda molto le antiche madri siciliane...

"....visto che stai cercando un lavoro, concentra il tuo pensiero su colei che, lavorando, comanda un esercito di uomini anziché su chi si strugge come sei solita fare tu!"
Cosa si voleva intendere con questo passaggio?

"Quell’abito le ricordava una torta, o la macchina volante dei fratelli Montgolfier che, pochi anni addietro, si era librata in aria nei cieli di Versailles..." XD XD XD mamma che risate, questa sì che è ironia!

"una povera disadattata, con una vecchia befana per madre ed uno scimmione idiota come fratello" ....niente di più triste. Se era questa la considerazione che avevano le nobildonne di allora verso i "decaduti", figuriamoci cosa avrebbero detto sulla gente del popolo...
E guardacaso, vuole la sfiga che Diane venga a scoprire con i suoi occhi chi è la dama per la quale lei è stata 'rottamata' dal suo ex fidanzato...

Avrei dato un consiglio utile a Diane: fra tutta quella gente marcia, o meglio dire, di m....c'era un 'Comandante dalla chioma color del grano': tra lavorare in casa, o fuori casa....perchè non farti assumere da lei?
Di sicuro avresti lavorato con più dignità!
(Recensione modificata il 17/09/2017 - 12:08 pm)

Recensore Master
17/09/17, ore 04:24

Ciao a te ^.^
Inizio col dire che mi piace moltissimo il tuo stile di scrittura, per il quale mi complimento vivamente, riesci a creare ambientazioni, personaggi e descrizioni in modo semplice, ma rendendoli al contempo ricchi di dettagli ed informazioni, senza che per questo il tutto risulti pesante o noioso.  
Mi piace tutto il lavoro che fai, dare spessore e tridimensionalità ai personaggi secondari o terziari – come Diane, in questo caso specifico – che hanno avuto solo una rapida comparsata, dotandoli di un completo background e facendoli divenire personaggi ad ampio spettro, tutto compreso. 
Ammetto che Diane non è mai stata il mio personaggio preferito, anzi, non l’ho mai sopportata (per farti capire, il miei personaggi preferiti sono il Duca d’Orleans e Jeanne Valois, seguiti dalla Du Barry, dalla Polignac. Patteggio per quelli comunemente definiti i villians della situazione). Con la tua storia invece riesco ad apprezzarla, non vedo l’ora di leggere un nuovo capitolo e scoprire cosa accadrà, sino all’inevitabile finale. Se nell’anime l’impronta di Diane è quella di una giovane donna infantilmente debole,  senza ma o perché che giustificassero il suo gesto finale, nella tua storia ha finalmente il modo di trovare una sorta di riscatto meritato. È sempre debole ed indifesa, ma almeno ci prova, a passare oltre.
Certo, Alain è ingombrante in tutti i sensi, aldilà della mole imponente, e l’ha sempre troppo protetta. Credo che questa sia una chiave ulteriore di lettura per comprendere meglio la sua disperazione alla morte di lei, oltre al dolore, il senso di colpa. L’ha plasmata come una creatura incapace di difendersi o d’avere esperienza reale del mondo con pregi e difetti, la personificazione della donna angelo del focolare, uccellino prigioniero delle mura domestiche e del dover essere per forza ingenua di quell’ingenuità data dall’ignoranza, e del non poter crescere, maturare. Nella tua storia, Alain le impedisce di lavorare fuori casa, convinto che una donna rispettabile debba stare fra le mura domestiche, protetta e mantenuta dall’uomo di casa. Chissà se, avendo saputo dell’accadimento del primo capitolo, avrebbe continuato a giudicare la sorella una brava ragazza o se le avrebbe dato la colpa per l’accaduto, per essere stata troppo ingenua e credulona.
Almeno, però, a capire ciò che prova dopo la separazione, ci prova e cerca di indirizzare la madre dicendole di usare tatto. Ecco, la mamma in questo capitolo, nei passaggi in cui la sprona bruscamente a tornare al lavoro, mi ha ricordato la scena del romanzo “L’abbazia di Northanger”. Lì,  Catherine, dopo essere stata scacciata dall’abbazia per un fraintendimento, viene rimproverata dalla madre che la vede oziosa e pigra, troppo rimuginante su ciò che ha perduto. In comune, lo stesso tatto degno di una palla demolitrice.
Come nel romanzo però, entrambe le protagoniste sono nel mood sbagliato per troppi struggimenti sentimentali, non appartengono alla borghesia od alla classe agiata, devono lavorare e non hanno tempo da perdere per le faccende di cuore, e a modo loro le madri di entrambe hanno ragione a scuoterle. Nel modo più sbagliato del mondo, ma così andava la vita. O ti rendi utile e produttiva o non mangi, sei solo un costo – specie da donna, dote e corredo.
Scusa il parallelismo, è un mio vizio che non riesco a togliere, spero non ti abbia infastidito.
Arrivando agli altri due personaggi, l’ex promesso sposo e la futura sposa. Che, anche se villain, non mi piacciono neppure un po’.  Entrambi sono due parvenu, né più né meno, due villani arricchiti, zotici nel profondo. 
Lui, che trova la classica ragazzetta ingenua per divertirsi prima del matrimonio con qualcuno di più degno dal punto di vista economico, a cui butta addosso tutto il fango – scommetto anche per vendicarsi del rifiuto. Certo, l’avrebbe lasciata comunque, Diane, ma per uno come lui dev’essere stato uno smacco enorme –
Lei, la futura sposa, la presenti in modo efficace già da subito, com’è accaduto anche con lui,  descrivendo l’abito volgare e inadeguato, pura ostentazione da poveraccia arricchita,o comunque mancanza di eleganza, in ogni senso possibile. A prova che l’abito fa il monaco, checché ne dicano, o almeno in questo caso. 
In ode alla coppia  mezza citazione di Wilde -: “Solo nel fango ci incontravamo” . In questo caso, entrambi sono grezzi, gretti e meschini, eppure ricchi, quindi ancor di più adatti l’uno per l’altra.
• Per Diane,  sempre Wilde,“Lo scopo della vita è l'autosviluppo. Sviluppare pienamente la nostra individualità, ecco la missione che ciascuno di noi deve compiere.” Per come la vedo io, diane non si è mai auto sviluppata, si è sempre sviluppata per qualcuno o qualcosa, prima la madre ed il fratello - cucire le uniformi del fratello e ubbidire alla madre, stare in casa iperprotetta cullata dalle utopie delle fantasie d’amore senza saper nulla del mondo fuori – poi all’ombra dell’ex futuro marito, a far la signora di società o la fidanzata che esigono i più rispettabili costumi. Nel capitolo, Diane prova a compiere un gesto per se stessa, lavorare in un negozio, ma si fa frenare dai pettegolezzi – per quanto cattivi -, fugge invalidando ciò che sarebbe stata sia una buona prova per lei  che una buona opportunità, a prova che non sa far cose per se stessa

Chiudo qui il papiro - non credo di saper fare recensioni degne del nome - rinnovando i complimenti per come scrivi e per le tue storie, di cui vorrei sempre infiniti capitoli da leggere.

Recensore Master
16/09/17, ore 22:26

Povera Diane, non gliene va bene una! Naturale che sia impazzita, alla fine! Quella tizia meriterebbe un bel paio di ceffoni!!

Recensore Master
13/09/17, ore 14:16

Gustave d. M. ha davvero ben poco gusto ..resto basita. Diane per me è ben resa, leggera e fluttuante come una farfalla, una bolla di sapone .. Alain un faro, cinico e senza illusioni, Andres compare come emblema di un amore infelice, come Diane. A bienot Jane

Recensore Master
13/09/17, ore 14:12

Ciao si ride per non piangerne, Diane è una sognatrice che sbatte i denti in una dura e triste realtà. Il suo raffazzonato e megalomane ex fiance si rivela in tutta la sua pochezza e davvero.. Scampato pericolo, enuncia Alain, ma sua sorella è in frantumi. In un dato senso ricorda la Ofelia di Shakespeare .. Che impazzisce e si suicida per amore..a bienot jane

Recensore Veterano
10/09/17, ore 15:27

"Si disse che era stata troppo severa nel giudicare l’ex fidanzato, che al mondo non esisteva soltanto lei, che anche Gustave aveva le sue esigenze e che, se il giovane si era deciso a sfogarle con lei anziché con donne compiacenti, ciò era da interpretarsi soltanto come un segno dell’amore di lui".....questa è stata la cattiva ed errata educazione che i nostri nonni e genitori ci avevano per anni inculcato a noi donne, fondata prevalentemente sulla accettazione, sulla sopportazione e la sottomissione verso il pubblico maschile.

Diane è stata tremendamente fortunata, quel Gustave poteva anche non fermarsi alle mani e proseguire fino allo stupro, con un conseguente obbligo di matrimonio d'onore.

Certi addii sono la nostra più grande fortuna.
Chissà se Diane riuscirà a rifarsi....magari con uno dei dei più bravi ragazzi fra i soldati della Guardia (come ad esempio Gerard...)

Recensore Master
10/09/17, ore 14:26

Una ingenua senza speranza Diane! Ama davvero Gustave o ama l'amore?
Possibile che non si sia accorta che il tipo proprio non l'amava?
La storia è piena di donne ostinate che vedono l'amore dove non c'è.
Se ripensasse a ciò che le ha detto Gustave quel pomeriggio, capirebbe che lui non stava chiedendo di anticipare la notte di nozze, ma che una cerimonia di nozze non ci sarebbe mai stata.
Alain è stato grande, ma come potrà proteggere Diane dal dolore e da se stessa?
A presto per il seguito.
Anna

[Precedente] 1 2 [Prossimo]