Sono capitata qui in seguito al consiglio di una ragazza che mi ha suggerito di leggere la tua storia e di darti un mio parere, ed ho accettato incuriosita dal titolo del romanzo e dal tuo nickname.
Mettiamo le mani avanti: non sono una cacciatrice di teste, né un agente letterario, per carità! Il mio è il parere spassionato di una lettrice/scribacchina e di una bozzara incallita, per cui, prendilo per quello che è: un parere spassionato da parte di chi ha letto i primi quattro capitoli della tua storia.
La storia in sé può rientrare nella macro-categoria dei teen adult. Sono convinta che a questo mondo ci sia spazio e posto per tutti, basta solo trovare la nicchia giusta in cui posizionarsi.
Però, scrivere è anche – è soprattutto – comunicare. E la comunicazione avviene sia da un punto di vista grammaticale, sia da un punto di vista squisitamente estetico. Anche l’occhio vuole la sua parte, insomma. Ti sembrerà strano, parlando di racconti su carta stampata - pur se virtuale - ma è così. E la parte estetica di un racconto o di un romanzo non è un qualcosa che riguarda le copertine, ma anche un discorso di corretta formattazione html.
Prendi i tuoi quattro capitoli. Appaiono tutti come un muro compatto di parole che si rincorrono l’un l’altra, fino alla fine. Un muro simile, credimi, non attrae un ipotetico lettore. Anzi, lo scoraggia e lo fa fuggire a gambe levate.
Il lettore deve potersi trovare a proprio agio durante la lettura, così da godersi appieno la storia.
E come si fa?
Si inserisce un’interlinea. L’interlinea è lo spazio bianco che separa le varie righe del testo. Un’interlinea troppo coesa scoraggia il lettore, che si sente aggredito, in un certo senso, dalle parole, come fossero un’onda di marea che minaccia di sommergerlo. Ti consiglio di scegliere un’interlinea tra 1,5 e 2 (come quella di questa recensione), così da garantire il giusto spazio alle tue parole.
C’è poi la questione del corretto formato html da rispettare. Io sono sicura che, all’interno del tuo documento in word, tu sia andata a capo, di tanto in tanto. Il problema è che il codice che EFP utilizza non è lo stesso di word: devi trasformare il tuo testo in html, altrimenti otterrai questa muricciata densa che scoraggia qualsiasi lettore animato da buona volontà.
Quante recensioni hai racimolato? Tre. Io sono sicura che, se avessi controllato il corretto inserimento del tuo testo, ne avresti racimolata qualcuna in più.
Non ti è sembrato strano che il tuo testo uscisse fuori così, tutto attaccato, mentre gli altri (non so se hai aperto altre storie, tanto per farti un’idea della “concorrenza”) invece erano più “normali”, come se fossero usciti da un libro stampato?
Accertati di aver rispettato il codice html. Quando posti un capitolo, hai sempre la possibilità di usare l’editor che EFP mette a disposizione degli utenti (trovi il link nel riquadro a destra, sotto al primo punto). Usalo, è il mio consiglio spassionato. Senza contare che molte case editrici richiedono il testo già formattato in html, e che devi provvedere tu nel caso in cui tu decida di procedere con l’auto-pubblicazione.
Mi dispiace assegnarti una bandierina bianca, ma un testo in queste condizioni scoraggia, perché io lettrice devo rallentare la lettura per capire dove finisce una frase e dove ne inizia un’altra.
Rende tutto più confuso e un racconto on-line non ha le stesse chance di uno stampato. Hai poco tempo per farti apprezzare. Devi invogliare il lettore, devi dirgli “Ehi, questa storia è da urlo!!”, e devi convincerlo a seguirti. E per farlo hai davvero poco, pochissimo tempo. Un colpo d’occhio, forse nemmeno quello. Quindi, giocatela, e giocatela molto bene.
Quanto al resto della storia, confesso di aver avuto un po’ di difficoltà. Un bel po’ di difficoltà, ma il tuo racconto si inserisce perfettamente nel canone dei teen adult, come dicevo sopra. Avendo letto solo quattro capitoli, è difficile dare un parere su tutta l’opera, ma posso provare a darti qualche suggerimento.
1) Evita di descrivere un personaggio dalla cima dei capelli alla punta dei piedi. Un racconto non è un catalogo di vendita per corrispondenza. Certo, un lettore deve sapere che Tizia ha i capelli rossi, Caia li ha neri, e Sempronia sfoggia una fluentissima chioma bionda e liscia che Barbie levati proprio. Una ama indossare le minigonne, un’altra ha sempre le ginocchia sbucciate, la terza non esce di casa senza un filo di rossetto. Insomma, descrivere un personaggio è anche questo, farci entrare nel suo piccolo mondo.
Anche, però; un personaggio è qualcuno che l’autore conosce approfonditamente (si spera!) e che il lettore deve scoprire piano piano, proseguendo con la lettura del tuo racconto o romanzo che sia. Deve vederlo maturare, cambiare, evolversi. Crescere, insomma.
Certo, il racconto ha un ritmo più serrato e breve che il romanzo non può avere; tuttavia, come lettrice, nel trovarmi la descrizione di un personaggio per filo e per segno non appena appare in scena, io penso che l’autore non abbia voluto farmi fare la conoscenza dei suoi personaggi, ma si sia voluto togliere una rogna di torno.
Fai conto di star presentando i tuoi personaggi a chi ti legge. Quando presenti un’amica ad un’altra amica, non alleghi tutto ciò che le piace o non le piace. Dirai “Tizia, questa è Caia e suona la chitarra in un gruppo grunge. Caia, lei è Tizia e le piacciono i Nirvana”. Poi, Tizia e Caia proseguiranno da sole. E lo stesso avverrà tra me lettrice e i tuoi personaggi.
2) Sfronda. Sforbicia. Riduci il tuo romanzo. Rileggi le frasi, scegli costruzioni semplici e rivedi il registro lessicale. Evita soluzioni come “la bionda”, “la rossa”, “la mora”. Sono scorciatoie, e anche banalotte. E tu non vuoi banalizzare il tuo stesso lavoro, vero?
Ella è un pronome correttissimo – e lode, lode, lode a te per averlo usato in un mondo che gli preferisce l’abusatissimo, e scorrettissimo, “essa” – però rischi di dare un tocco un po’ troppo aulico al tuo lavoro. Il registro lessicale deve essere coerente e costante. La tua non è una storia che si muove sulle sponde del lago di Ginevra nel 1805, giusto? È una storia dall’ambientazione contemporanea. Quindi, prova a svecchiarla un pochino. Appena appena, eh. Ma non avere paura e lascia andare la penna.
3) Da quel che ho capito, avresti intenzione di riunire questi primi quattro capitoli in uno solo, il primo. Ogni capitolo ha – o dovrebbe avere – un senso logico compiuto. Però esistono anche autori che piuttosto che scegliere dei capitoli veri e propri, optano per una soluzione ibrida. Suddividono il loro romanzo in parti (prima, seconda, terza) all’interno delle quali suddividono i vari capitoli in paragrafi. Stephen King, ad esempio, usa questa soluzione nella sua serie de La Torre Nera. Dagli un’occhiata, potrebbe essere una buona via di mezzo.
4) Ho adocchiato alcuni refusi strada facendo e alcune frasi non proprio chiare (una tra tutte: “dopo una rapida ma vigorosa stretta di mano che diede delle buone sensazioni ad entrambe , le ragazze misero le mani al loro posto.” ). In più, i tuoi periodi mi fanno andare in apnea.
Scrivi. Frasi. Brevi.
Ad esempio: questo giga-periodo [La ragazza rimase per qualche secondo scettica, ma poi sorrise a sua volta, stringendo la mano di Lea e dicendo, a sua volta: ❝Piacere mio, sono Niamh O’kelly! ❞ dopo una rapida ma vigorosa stretta di mano che diede delle buone sensazioni ad entrambe , le ragazze misero le mani al loro posto, dopodiché Lea rivolse uno sguardo di sufficienza alle altre due presenti, accennando poi con la testa alla ragazza che si era intromessa poco prima nella conversazione, ed esclamando: ❝Vi presento, Lei è Marta Myers. Figlia dei proprietari, fa parte del Team delle Bee, ed è laureata in stronzaggine❞ ] potresti sistemarlo così:
[La ragazza rimase per qualche secondo scettica, ma poi sorrise a sua volta, stringendo la mano di Lea e dicendo a sua volta: ❝Piacere mio, sono Niamh O’Kelly! ❞. (PUNTO e vai a capo)
Dopo una rapida ma vigorosa stretta di mano che regalò delle buone sensazioni ad entrambe (Spazio in eccesso), le ragazze misero le mani al loro posto (giuro, non capisco cosa vuoi dire) (punto e virgola); quindi Lea rivolse uno sguardo di sufficienza alle altre due presenti, accennando poi con la testa alla ragazza che si era intromessa poco prima nella conversazione, disse: ❝Vi presento, Lei è Martha Myers. Figlia dei proprietari, fa parte del Team delle Bee, ed è laureata in stronzaggine❞ (PUNTO). ].
Un buon editor potrebbe aiutarti a snellire il tuo romanzo e un buon bozzaro stanerebbe ogni possibile errore o refuso. Non aspettarti che ci pensi la casa editrice. Purtroppo, oggigiorno si hanno le braccia corte e la casa editrice si aspetta che sia l’autore a pensare a certi dettagli tecnici, che in precedenza erano di competenza loro. Ti aiuterei molto volentieri, se ne avessi il tempo e il modo; ma, semmai decidessi di provare a farti aiutare da un editor, mandami un mp, e ti darò un paio di nomi a cui rivolgerti. Mi raccomando, però: ricordati di contattare un editor solo a romanzo finito e da te riveduto e corretto.
Spero che i miei consigli ti siano stati utili. Non crucciarti: nessuno è nato imparato, come si dice a Roma, e la scrittura è un eterno laboratorio permanente. S'impara qualcosa tutti i santi giorni, leggendo, leggendo, leggendo. E anche scrivendo, scrivendo, scrivendo. La scrittura è un lavoro artigianale, che s'impara strada facendo. Piano piano.
Ti faccio i miei migliori in bocca al lupo per la tua storia e per la risposta della casa editrice, consigliandoti di scappare a gambe levate qualora ti proponessero di pagare per vedere il tuo romanzo pubblicato. Non conviene. Mai.
Un abbraccio,
Francine
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