Eccomi per la recensione (scusa se mi sono ridotta quasi all'ultimo, ma sono stata poco bene durante la settimana!) :)
Allora, devo ammettere di essere parecchio critica con le poesie (sulle piattaforme online non ne leggo, perché... beh, ne scrivo anche io e sono paranoica, temo di svalutarle... ma io mi creo mille problemi, lascia stare ahaha), perché temo di non trovarne all'altezza dei miei gusti o di difficilmente recensibili, ma tu avevi detto che si tratta di un sonetto, quindi mi sono chiesta: perché no?
Intanto la divisione delle strofe è assolutamente quella caratteristica del sonetto: due quartine e due terzine. Molto petrarchesco e ti riallacci alla tradizione. Ho fatto più fatica con le rime, perché lo schema dovrebbe essere o a rima baciata o alternata o incatenata per le quartine e un classico DEF DEF per le terzine. Ecco, ho trovato solo due rime (corvo/torvo e l'inclusiva occhi/sbocchi), però le trovo ricercate e decisamente non banali (anche perché nella poesia tradizionale italiana non sarebbe mai figurata una parola come "sbocchi"!), quindi ti sei riscattato in questa maniera. Anche se le rime sono importantissime per i sonetti!
Ho trovato una corrispondenza tra versi e sintassi (non ci sono enjambement, per capirci) e in due casi hai interrotto i versi con una cesura (parlo del primo della prima strofa e il primo dell'ultima), mettendo in focus la parola "vuoto", che mi sembra decisamente il centro del tuo componimento.
Non sono sicura di aver capito la prima quartina: in che senso il vetro "pone" il corvo? O è il contrario? Forse lo riflette e quindi restituisce l'immagine del corvo agli occhi di chi lo sta guardando? Non mi è chiaro... perdonami.
Nella seconda viene ripresa della donna in una delle sue accezioni più care alla tradizione: la donna amata come anche colei che toglie tutte le energie vitali, e quindi invisa al poeta. A una prima lettura credevo che parlassi della morte, perché quel "senz'occhi" mi ricorda il modo con cui Gozzano si riferisce alla Morte, che la chiama "la dama vestita di nulla" (cito più o meno a memoria... fidiamoci, per stavolta XD) e il fatto che a lei manchino gli occhi... mi dà una sensazione di vuoto come può essere il passaggio ad altra vita. Anche se un volto di donna senza occhi mi richiama alla mente la Dea bendata, che è la Sorte... insomma, qui può esserci un gioco di riferimenti infinito, e io ne sparo tantissimi, quindi ogni tanto potrei esagerare.
Nelle terzine riprendi le sensazioni che il pensare alla donna ti ha suscitato, quindi il terrore, che arriva a coinvolgere anche l'ambiente circostante: accenni al cielo, che diventa proiezione di un malessere interiore... molto più di estrazione romantica, che classicista, in realtà: perdi il contatto con l'ambiente reale, e l'Io straripa dai propri confini per riversarsi sull'ambiente: è tutto grigio e intriso di questo malessere che contagia la voce poetante. Il vuoto è ripreso, con la ripetizione del primo verso; forse è una costruzione un po' asimetrica, perché io (ma prendila come una semplice opinione, io non sono Dante... purtroppo!) l'avrei messa alla fine, come per chiudere un cerchio (ma è il mio modo di scrivere, quindi lascia perdere ahah). Al penultimo verso dici che stai camminando, nonostante la donna ti abbia chiuso le vie: quindi forse, un modo per andare avanti esiste... solo che l'indecisione è più forte, quindi contemporaneamente cammini e non cammini, odi e ami, e sei terrorizzato e in preda a una sensazione vuota (e che dunque non è). In bilico, in sostanza.
Considerazioni linguistiche. Alterni parole tipiche dello stilnovismo (come "meo", "core"), ma ne inserisci altre che sono del tutto estranee a questa tradizione e dal filone successivo (come "sbocchi" e "schiacciato"): ti suggerirei, se volessi cimentarti ancora in esperimenti di questo genere, di cercare di amalgamare il lessico, di renderlo più uniforme, o sui canoni duo-trecenteschi (quelli che sono rimasti fino a ottocento inoltrato) o su un tipo di poesia più recente e affrancata da alcuni aspetti tradizionali.
Credo di averti detto tutto (e ancora scusami per il ritardo), alla prossima!
Cory |