Carissima Manto,
Aspirante archeologa? Piacere, medievista. ^^
Se ti conoscevo come GiudiciA devo dire che con vero piacere ti leggo come Autrice. Premetto che, avendo letto una storia breve, tornerò sicuramente per sbirciare ancora tra le tue storie (perché lo sai, io il dono della sintesi non ce l’ho). Una certa mia appartenenza geografica e il titolo francamente bellissimo mi ha spinta a leggere questo momento ambientato in un momento particolare della storia romana. Bello il modo in cui ti agganci alla tradizione elegiaca che da Properzio arriva alle Heroides di Ovidio, bella la motivazione dell’amore che lega Tarpea e Tazio, classicheggiante l’eco del fantasma tradito che appare all’amante traditore. Mi è piaciuta davvero moltissimo questa romantica storia che risponde alla domanda di come e perché, duemila e rotti anni dopo, parliamo ancora della ragazza che fu gettata dalla rupe che da lei prese il nome. Le costruzioni classiche tipiche di chi si scorna con il latino sono ben visibili nei periodi ipotetici e nell’uso maturo e adulto del congiuntivo; forbito ed elegante, coinvolge il lettore in una ridda di emozioni. A piacermi, ovviamente, sono anche i richiami – molti – alla cultura romana coeva: non solo il riferimento alle Vestali, ma anche le varie frasi che indicano gli usi e i costumi dei romani. Ecco, questi sono i dettagli che rendono un racconto tale: i particolari che immergono nella vita di persone vissute secoli prima di noi, il tentativo di entrare nelle loro teste e scavare in un modo di pensare che non sempre si basa su valori condivisi. Stavolta sì: c’è l’amore che giustifica il tradimento di Tarpea, vissuto con una fierezza che è sempre appartenuta al personaggio; c’è anche la vendetta verso Tazio, che riequilibra – seppure di poco – la vicenda narrata. La scelta del titolo, come ti ho già scritto, è azzeccata per un milione di motivi: oltre che per il riferimento ai Carmina Burana (lovvo troppo), associare la luna alla donna in una storia di tradimenti è qualcosa di semplice e arcaico di mio gusto. Mi fa venire in mente l’onirica canzone “Figlio della Luna” (anche quella parla di un tradimento) e si associa, ovviamente, ai 28 giorni del ciclo femminile e lunare.
In conclusione, bravissima <3. Che “In direzione…” e altre mie storie ti siano piaciute mi rende ancora più contenta.
Un caro saluto e a presto,
Shilyss ^^ |