Ah beh, che dire? La narrazione di un momento così intenso mi ha fatto riflettere sulla mia vita che trascorre tra libri, esami, libri, la prospettiva di una famiglia forseatrentanni, esami. Come si fa a scegliere una vita del genere, a voler addirittura lavorare a patto di rinunciare a un'esistenza piena di piaceri del calibro dello stiraggio e del soave effluvio del ferro che scivola sul tessuto? Se solo non fosse troppo tardi (me ingenua!) sceglierei senza dubbio una vita piena di tali gioie che riempiono l'animo fino a traboccarne, così come ha fatto la nostra fortunata Giulia.
Ma - c'è sempre un ma - la vita non puó esser fatta solo di vizi e piaceri. Giulia lo sa: il dovere bussa alla sua porta e ha le sembianze di un uomo, l'uomo che le permette di vivere, che le fornisce il denaro per acquistare quelle borse all'ultimo grido dalla toscana provenienza e i manuali digitali che le insegnano a governare il potere dei fiori di campo che utilizza per irradiare la casa di energie positive; l'uomo a cui lei deve ogni sua gioia: la sua preziosa prole e persino il ferro a caldaia. Far sì che lui sfoghi i suoi languidi impulsi maschili è suo compito: come sempre accade quella volta a settimana, con gli occhi chiusi stretti stretti, beandosi degli ioni positivi del tulipano poggiato sul comodino accanto al letto, Giulia attenderà la fine per poi cancellare ogni traccia col mezzo piú potente a sua disposizione: il doccino. Quello profondo.
Si dirige verso i suoi doveri, Giulia: sa che quando riprenderà il ferro da stiro sarà consapevole di essere una brava moglie, una brava madre, e forse persino una vera Pancina d'Amore.
Un racconto breve e intenso, pregno di amore (come probabilmente anche Giulia).
Vabè, insomma mi è piaciuto :D
Ps, al pancina!verse sono morta dal ridere... non aggiungo altro. Grazie per questa perla! :') (Recensione modificata il 23/04/2018 - 02:42 am) |