Ciao!
Non ci posso credere di aver perso l'aggiornamento. Ho controllato parecchie volte, tanto che avevo perso la speranza di poter leggere l'ultima di questa raccolta(volevo anche chiedertelo, ma mi sembrava di impicciarmi dei fatti tuoi >.<).
Niente, da dire, tutto da ribadire: questa raccolta è bellissima. Giusto per rinfrescarmi la memoria, ho letto di nuovo anche le altre e ancora una volta non posso che rimane entusiasta da questo tris di composizioni.
Non so perché, ma ho immaginato lei di colore (questo è un po' più ovvio, per via del colore delle mani, ma non so se questo era un riferimento voluto) e lui un italiano... una storia che allora sarebbe stata mal vista (e che ancora oggi genera discussioni in certi paesi "fuori mondo", anche qui in Italia, purtroppo).
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è stata la seconda persona del narratore (ultimamente è sempre più usata e sempre meglio, e tu sei bravissima ad adoperarla). Mi è piaciuta perché ha saputo dare una dignità e un orgoglio e una fierezza al personaggio che in qualche modo ha camminato di pari passo con il dolore.
Molto forte è questa frase:
Non hai mai pianto per la sua morte, perché lui cresce in te… in lei.
Non per nulla, penso che tu l'abbia collocato apposta al centro del componimento. Indica una persona forte, addolorata ma piena di vita, una donna che sa per cosa il suo uomo ha lottato: un mondo migliore, pulito, giusto, equo, libero. Parole che ancora oggi trovano poco spazio e poca verità nella nostra società ma che allora erano ideali forti per cui la gente moriva e... come la protagonista della tua drabble... viveva con coraggio e forza di volontà.
E' vero, le lacrime non sono segno di debolezza, eppure il fatto che i suoi occhi rimangano asciutti indica quanta tempra deva possedere questa donna, probabilmente combattendo contro indignazione, orrore, maldicenze anche, a testa alta, per qualcuno che ama e che ha amato e che avrebbe amato la sua bambina/o.
Un'altra cosa che ho apprezzato è il climax che utilizzi per descrivere le mani della donna: mani che hanno conosciuto la fatica, il dolore, il sangue, il male, ma hanno tutto il diritto e la delicatezza per toccare e accarezzare qualcosa di così puro come il ventre rigonfio, il viso di una bambina. Sono mani che proteggono, che sanno cos'è la vera dignità.
Mi piace la metafora finale, è degna della penna più elegante e poetica, e anche per questi colpi io ti ammiro.
Libertà: in onore di suo padre morto per difenderla.
Questa parte sembra avere un doppio significato: il padre è morto per la libertà del popolo, per la libertà sua e della donna che amava; ma sembra voler dire che ha combattuto anche per sua figlia, che lei appunto chiamerà Libertà, per poterle dare un posto migliore in cui nascere e crescere. In qualche modo, chiamandola così, la madre trasla l'amore che l'uomo prova per la sua patria verso la figlia. Davvero complimenti.
Ancora una volta hai affrontato con originalità e pathos il tema della memoria. Qui, nello specifico, la memoria del passato serve a costruire il futuro, il mondo di un bambino che deve nascere. Padre, madre e figlio/a rappresentano un po' i tre tempi: passato, presente e futuro. C'è una sorta di continuità tra l'ieri e il domani che sembra quasi chiudersi in un cerchio senza fine, lo stesso che rappresenta lo scorrere della vita, e a tal proposito è vero quello che dici subito dopo, ovvero che la vita non si ferma neanche davanti la morte.
Sono felice di aver potuto leggere quest'ultima drabble. Ti faccio ancora una volta i miei più sinceri complimenti per questa raccolta profonda, dall'impatto forte e dai significati profondi e importanti, che mi ha saputo regalare riflessioni ma anche emozioni immense contenute in piccole perle di raffinata stesura. Chapeau.
A presto! |