Ciao!
Eccomi qui per L'ABC delle Recensioni. ^^
Era da un sacco di tempo che non continuavo questa storia e mi dispiace tantissimo perché già il primo capitolo mi era piaciuto davvero molto e ricordo bene cosa avevo letto e tutte le emozioni che avevo provato, quindi niente, le mie tempistiche lasciano proprio a desiderare, rip.
Ad ogni modo, anche a costo di metterci una vita, voglio assolutamente arrivare alla fine, anche perché questo secondo capitolo l'ho semplicemente adorato e non ha fatto altro che alimentare la mia curiosità nei confronti dei capitoli successivi.
Come sempre, nulla da dire sullo stile perché l'ho trovato impeccabile dal punto di vista tecnico e molto intenso dal punto di vista emotivo.
L'introspezione di Kageyama, ancora una volta, mi è piaciuta tantissimo e, ancora di più, ho apprezzato vederlo in un contesto a lui familiare – tremendamente familiare –, ma che in un modo o nell'altro lo riconduce sempre a Oikawa, anche quando non viene direttamente menzionato e non solo perché il mondo della pallavolo è una cosa che li accomuna, ma anche perché sono pensieri che non si possono controllare, perché se ci pensi, semplicemente ci pensi.
Un'altra cosa che mi è piaciuta è stato il disagio iniziale provato da Kegeyama, soprattutto quando realizza di non sapere nulla riguardo ciò che gli sta accadendo. Perché lui è molto orgoglioso e sembra quasi che ammettere di non sapere lo faccia sembrare più debole e inerme – o quantomeno in difficoltà – di quanto è già.
Ed è proprio qui che Yamaguchi fa la sua parte e ti dirò, avrei voluto abbracciarlo fortissimo – anche Tobio, ma prima Yamaguchi.
È passato un bel po' da quando ho visto la prima season e devo ancora recuperare tutto ciò che mi manca, quindi attualmente faccio un po' fatica a ricordarmi certi personaggi, ma so che quando lo riprenderò mi fisserò con Yamaguchi, perché qui lo hai descritto in un modo talmente delicato che mi ha fatto un sacco di tenerezza e sto delirando, scusami.
Ad ogni modo, mi è piaciuto perché ha sì intavolato una conversazione con Tobio, ma al tempo stesso è stato comunque molto discreto perché non è sceso nel personale al punto tale da voler sapere l'identità dell'altra persona, semplicemente ha capito che Kageyama aveva un problema che lui stesso ha avuto e vuole aiutarlo. O quantomeno fargli comprendere meglio la situazione che sta vivendo. Abbiamo bisogno di più Yamaguchi in questo mondo.
Grazie a lui, poi, scopriamo a cosa sono riconducibili quei petali: all'Hanahaki.
E qui faccio la figura dell'ignorante perché, prima di leggere questa storia, non avevo la più pallida idea di cosa fosse e non pensavo nemmeno che esistesse.
Cioè, non ho mai pensato che la gente potesse starnutire fiori perché la persona che ama – o comunque per la quale prova un forte sentimento – non lo sa o non la ricambia.
Posso dire, in tutta onestà, che mi si è aperto un mondo e, nonostante sia comunque una tematica un po' triste – perché il tutto potrebbe sfociare anche in un sentimento non ricambiato –, la trovo molto affascinante.
Pare dire a Tobio, senza aprire neppur bocca, che la malattia di cui è vittima non è nulla di cui si può morire, ma porta tristezza come un qualsiasi malore che colpisce un malcapitato casualmente.
L’Hanahaki è così: non una qualche punizione divina né una conseguenza di pessime scelte; i sintomi sono così chiari a Yamaguchi che, per un solo attimo, Kageyama crede di avere davanti a sé qualcuno che ne è stato altrettanto vittima, ma che ora non lo è più. → tralasciando il fatto che questo pezzo è stato il mio preferito in assoluto e che l'ho letteralmente amato – se Martedì se fanno il post nuovo finisce nel “Cita tu!” –, riassume anche ciò che ho scritto sopra, perché vengono messi in luce il buon animo di Yamaguchi, la condizione di Tobio e anche cosa è effettivamente l'Hanahaki. Inoltre penso che, a parte la tristezza che ne può derivare, l'Hanahaki sia anche consapevolezza, perché Tobio già lo sentiva, ma ora ne ha la certezza di provare qualcosa per Oikawa così come capisce che Oikawa non lo sa e soprattutto che non ricambia… forse.
Ed è vero, ha ragione Yamaguchi quando gli elenca le possibilità per risolvere tutto questo, che sarebbe meglio dichiararsi.
Non solo ti togli un pesantissimo macigno dal cuore, ma in caso di rifiuto, anche se ci vorrà del tempo, potrai sempre metterti l'animo in pace – anche se è una cosa tristissima e mi dispiace scrivere queste cose.
La seconda opzione non è stata detta a causa di forza maggiore – se c'è di mezzo Hinata c'è poco da fare –, ma presumo che sia il silenzio eterno, e quindi convivere fino alla fine con quell'importante segreto.
Non voglio pensarci. Seriamente, non voglio pensarci.
Ci sono ancora cinque capitoli da leggere, quindi spero per il meglio * incrocia le dita *.
Ti rinnovo i miei complimenti per questo secondo capitolo e spero di non metterci un'intera era geologica [?] per proseguire la lettura. T.T
Alla prossima!
Harriet; |